mercoledì 27 marzo 2024

Stati Uniti d'Europa, +Europa e Italia viva accolgono Volt, Psi e Libdem

Simbolo ricostruito
AGGIORNAMENTO DEL 28 MARZO: È corretto dare conto del comunicato emesso da Volt Italia, in particolare dal suo presidente Guido Silvestri: "Anche oggi abbiamo partecipato a diverse interlocuzioni con i partiti 
politici. In vista delle prossime elezioni europee, continua l'esplorazione di Volt Italia, il capitolo italiano del partito europeo VoltEuropa.org, con le diverse coalizioni su cui deciderà il 6 aprile la nostra assemblea in accordo con i nostri processi democratici. Ogni diversa ricostruzione, incluse ipotesi di simboli di coalizione, non si possono considerare espressione del nostro partito". Evidentemente, dunque, quello mostrato è un simbolo ipotetico, che potrebbe ancora cambiare nelle prossime ore: Volt prenderà la sua decisione in assemblea e se ne darà conto a tempo debito.

Da settimane tra le notizie politiche fa capolino qualche riferimento all'idea di una lista comune dell'area liberaldemocratica per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno, prima pensata per tenere unite le forze politiche che, pur afferendo a due partiti europei diversi (Alde - Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa e Partito democratico europeo), fanno riferimento al comune gruppo al Parlamento europeo Renew Europe, poi ampliata alle forze riformiste interessate ad appoggiare l'idea di una lista di scopo nel nome del progetto degli Stati Uniti d'Europa. Il 15 dicembre 2023, infatti, La Stampa ha pubblicato un appello di Emma Bonino intitolato proprio E ora gli Stati Uniti d'Europa: le elezioni europee non erano il fine immediato, ma una tappa rilevante per riuscire ad arrivare all'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa. Era però piuttosto chiaro che si volesse approntare nel frattempo uno strumento elettorale per affrontare in modo unitario l'appuntamento di giugno, nel tentativo di far pesare in Europa determinate voci, unendo le forze per raggiungere e superare la soglia del 4%: un obiettivo rilevante e insidioso, visto che non era riuscito alla lista Scelta Europea nel 2014 e al tandem +Europa - Italia in Comune - Pde Italia nel 2019.
Da poche ore è stato mostrato un primo simbolo (primo perché potrebbe non essere ancora definitivo) di una lista denominata, appunto, Stati Uniti d'Europa, la cui guida è certamente assunta da +Europa (partito esente dalla raccolta firme grazie ai parlamentari eletti nei collegi uninominali): lo mostra piuttosto chiaramente il nome della lista, scritto in carattere Arial Rounded (o assimilato) e colorato con la stessa composizione cromatico-geometrica - concepita da Stefano Gianfreda - che caratterizza fin dalla nascita il partito di Emma Bonino e Riccardo Magi: quel nome è stato inserito in una sorta di "fumetto" geometrico bianco, collocato sopra una bandiera europea sventolante, mentre il fondo in alto è giallo: il colore delle stelle d'Europa, il colore che sta nella parte inferiore del simbolo di +E, ma anche il colore tradizionalmente legato all'area libdem
Nella parte inferiore del simbolo, in un segmento curvilineo biconvesso bianco, trovano posto le miniature di cinque simboli di forse politiche. Il primo è +Europa, poi si trovano Italia viva e, nella seconda fila, Volt, Partito socialista italiano e Libdem europei: si tratta delle forze politiche che da più tempo hanno mostrato interesse per questo progetto di lista comune. In particolare, +Europa e Libdem (Costituente per il partito – Liberali Democratici Europei, fondata nel 2022 da Giuseppe Benedetto, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino e Sandro Gozi, ora presieduta da Andrea Marcucci, mentre il segretario è Piero Cecchinato) sono soggetti membri dell'Alde Party (così come lo è Radicali italiani, che non appare nel simbolo ma dovrebbe essere della partita); il Psi - ovviamente membro del Pse - aveva già sostenuto la lista presentata da +Europa e Italia in Comune nel 2019; Volt aveva considerato seriamente la presentazione di una propria lista, fino a quando l'emendamento di Fratelli d'Italia al "decreto elezioni 2024" ha cancellato l'esenzione per i partiti affiliati a soggetti politici che avevano eletto europarlamentari in paesi diversi dall'Italia (la legge di conversione, peraltro, al momento non risulta ancora in vigore); quanto a Italia viva (rappresentata al Parlamento europeo da Nicola Danti e Sandro Gozi - eletto in Francia - ed esente dalla raccolta firme avendo almeno un gruppo parlamentare), aveva fin dall'inizio manifestato interesse per il progetto della lista nel nome di Renew Europe.
Come si diceva, quello mostrato poche ore fa potrebbe essere un simbolo non definitivo, quindi una tappa intermedia; di certo alle spalle ha un percorso accidentato, di convinzioni, dubbi, proposte e rifiuti. Un percorso che in molti (e più di tutti forse Mario Lavia su Linkiesta) hanno raccontato finora nei suoi continui ferma-e-riparti, ma soprattutto negli ostacoli emersi via via. Com'è noto e come il simbolo mostra, Azione non è tra i soggetti promotori o partecipanti al progetto di lista: la sua presenza sarebbe sicuramente importante per garantire - almeno sulla carta - il superamento della soglia, ma ancora a metà marzo Carlo Calenda si era detto "disponibile a una lista Stati Uniti d’Europa promossa da +Europa e Azione. Non sono disponibile a farla insieme a Renzi, Mastella, Cuffaro e la new entry Cesaro". In precedenza questa posizione e i dubbi di altri soggetti avevano messo seriamente a rischio l'intero progetto; oggi sembra essersi fatto un passo avanti (anche grafico) verso la concretizzazione della lista, mentre Azione - a sua volta esente dalla raccolta firme grazie al suo gruppo "in deroga" alla Camera - rimane impegnata in un suo percorso che, oltre a Nos, ha per ora raccolto il Partito repubblicano Italiano e i Repubblicani europei (facendo subito pensare ai #drogatidipolitica che, per ricucire tutte le scissioni, bisognerebbe recuperare anche i Repubblicani Democratici di Giuseppe Ossorio).
Bonino conferma la speranza di un ripensamento di Calenda e, da Italia viva, Maria Elena Boschi nega l'esistenza di veti, ma al momento un ulteriore ampliamento delle forze ad Azione sembra poco probabile. Non proprio scontato, peraltro, appare l'obiettivo del 4% per l'eventuale lista guidata dalla stessa Azione, specie se questa non dovesse contare sull'appoggio di quella parte di +Europa guidata dal suo presidente, Federico Pizzarotti, che avrebbe preferito allearsi con il partito di Calenda. 
Al di là delle probabili future candidature (Bonino, Alessandro Cecchi Paone, l'ex presidente dell'Unione Camere penali Giandomenico Caiazza, l'ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, il corrispondente di Libération Eric Jozsef e l’ex presidente dell'Alde Graham Watson; non invece Totò Cuffaro, a dispetto delle voci circolate in questi giorni, pur avendo la "sua" Dc manifestato interesse per la collaborazione con Iv), il progetto di "lista di scopo" (per superare il 4% e fare pesare le sensibilità europeiste, liberaldemocratiche, riformiste e moderate) pare più vicino alla realizzazione. Pochi, però, sembrano ricordare che il nome che si intende schierare - dalla storia illustre, essendo stato titolo di un libro di Ernesto Rossi e avendo avuto usi ancora precedenti - era già finito in bacheca al Viminale, anche se non sulle schede, senza essere caduto in desuetudine in questi anni. Il particolare non è privo di rilievo e merita di essere tenuto in considerazione, specie nei prossimi giorni.

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