venerdì 29 marzo 2024

Colomba contesa, la risposta di Santoro ai Verdi del Sudtirolo

Dopo aver dato in esclusiva la notizia della diffida dei Verdi del Sudtirolo alla costituenda lista Pace Terra Dignità (e a Rifondazione comunista) per l'uso della colomba nel contrassegno elettorale, ritenuto non rispettoso della legge elettorale, è corretto dare conto della risposta della lista promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle. Santoro, infatti, ha a sua volta incaricato un avvocato per contestare "fermamente la violazione delle disposizioni in tema di deposito e ammissione dei contrassegni di cui all’art. 14 d.P.R. 30/03/1957, n. 361 e successive modifiche".
Nella lettera inviata all'avvocato dei Verdi-Grüne-Verc (pubblicata ieri sul sito di Santoro), infatti, si legge che "il simbolo scelto dalla Lista 'Pace Terra Dignità' è assolutamente diverso e distinto da quello dei suoi assistiti e non vi è alcun rischio di confondibilità tra i due". Si mettono in luce in particolare le "apprezzabili differenze tra i due simboli" che sussisterebbero "all'evidenza, [...] sia per quanto riguarda la rappresentazione grafica, che le indicazioni ivi riportate, tali da escludere qualsivoglia rischio di confondibilità": tali elementi sarebbero dati dalle scritte diverse, dal colore dello sfondo, nonché dalla presenza del riferimento testuale e grafico ai Verdi europei.
"L'unico elemento che, in qualche modo, possa definirsi 'simile' - si legge nella lettera - è la rappresentazione di una colomba (della quale evidentemente la sua assistita non può pretendere l’esclusività)". La difesa però va oltre, sostenendo che  la rappresentazione grafica di quella colomba è "assolutamente diversa per foggia e tratti": se i Verdi sudtirolesi si identificano in una "rappresentazione realistica della colomba (simile [...] alla 'colomba della pace' di Picasso)" (dettaglio richiamato due volte nella lettera come a togliere novità e forza al simbolo), la nascente lista impiega "una colomba stilizzata o meglio 'sagomata' con un rametto di ulivo nel becco".
Nella lettera, comunque, si insiste sul fatto che "gli altri elementi distintivi e descrittivi dei due simboli" sarebbero "totalmente differenti" e questo sarebbe sufficiente a scongiurare ogni rischio di confusione. A questo proposito, si citano due sentenze del Consiglio di Stato, in base alle quali il pericolo di confusione tra due simboli va escluso "laddove gli elementi di differenziazione presenti risultino prevalenti sugli elementi che accomunano i due contrassegni" e la valutazione di confondibilità va fatta "alla luce del più elevato livello di maturità e di conoscenze acquisite dall’elettorato rispetto al substrato socio-politico apprezzato dal legislatore all’atto dell'emanazione" delle disposizioni, dovendosi considerare dunque maggiore rispetto al passato il bagaglio di conoscenze dell'elettore medio, per cui la sua "normale diligenza" dovrebbe fare presupporre un'attenzione maggiore.
La nota non manca di evidenziare altri due profili, di natura in parte pratica e in parte politica. Da una parte, si sottolinea che, considerando che i Verdi-Grüne-Verc non parteciperanno "alle prossime elezione europee con il simbolo di cui si discute" (immaginando che il partito concorra alla lista di Alleanza Verdi e Sinistra), per cui verrebbe meno un ulteriore rischio di confondibilità (anche se - si aggiunge - eventualmente ne rimarrebbero altri, non legati tanto alla confusione dell'elettorato, quanto piuttosto al diritto all'identità personale, cioè al desiderio dei Verdi del Sudtirolo di non farsi attribuire pensieri diversi dai propri a causa della confondibilità del simbolo). Dall'altra, Santoro non manca di rammaricarsi del fatto che la diffida "provenga da un'area politica che dovrebbe essere vicina ai valori e al pensiero della Lista 'Pace Terra Dignità' e, invece di collaborare con partiti o liste vicine ne contrasta - con richieste illegittime - l'attività politica".
Per tutti questi motivi, l'avvocato interpellato da Michele Santoro invita i Verdi sudtirolesi a "desistere [...] dal porre in essere condotte che possano pregiudicare il percorso politico della lista Pace Terra Dignità". Non si annunciano richieste di danni o altre reazioni giuridiche in caso di atti che potessero ostacolare la presentazione della lista (sarebbe anche difficile provare o ancor più quantificare eventuali danni), ma di certo i promotori di Pace Terra Dignità si augurano che questo sia sufficiente a non avere noie. In ogni caso è probabile che i Verdi-Grüne-Verc depositino il proprio simbolo al Viminale il 21 o il 22 aprile, per lasciarsi aperta la possibilità di contestare l'ammissione del contrassegno della lista di Santoro e La Valle. 

Nessun commento:

Posta un commento