L'aveva annunciato Cateno De Luca, nel corso dell'assemblea nazionale di Sud chiama Nord all'inizio di marzo: ogni giovedì di quel mese avrebbe tenuto una conferenza stampa alla Camera, presentando via via le forze politiche che avrebbero accettato di concorrere alla formazione della lista Libertà, che parteciperà alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno senza dover raccogliere le firme (in virtù dell'esenzione legata all'elezione di due parlamentari che la seconda versione dell'emendamento di Fratelli d'Italia al "decreto elezioni 2024" ha preservato). Quest'oggi, in effetti, il segretario De Luca è tornato nella sala stampa di via della Missione a Roma insieme al deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo, la presidente del partito Laura Castelli e due ospiti, Giampaolo Bocci e Giuseppe Sottile.
Se ai più questi due nomi possono dire poco, occorre sapere che si tratta di persone che fino a poco tempo fa erano dirigenti di Italexit, il partito fondato da Gianluigi Paragone e dal quale il giornalista ed ex senatore si è dimesso il 29 dicembre 2023, dopo un non breve confronto interno; oggi sono intervenute come rappresentanti di un nuovo soggetto politico, denominato Movimento per l'Italexit. "In questo periodo di preparazione della lista per le europee - ha detto Laura Castelli - capita sempre più spesso di ritrovare persone incontrate dieci o quindici anni fa, che nel tempo hanno preso strade politiche diverse ma con cui ora ci si ritrova a parlare di ciò che è accaduto ed è cambiato in questo periodo. È il caso di Giampaolo Bocci e non credo sia un caso: in questa fase in cui c'è chi non ha più la libertà di parlare e chi la rivendica, essere di nuovo compagni di strada è naturale".
Bocci (fondatore del Movimento per l'Italexit con Andrea Andreson e Carlo Carassai) ha spiegato come molti di coloro che erano coordinatori locali o regionali di Italexit, nonché ex candidati alle elezioni politiche del 2022 in queste settimane hanno abbandonato il partito, aderendo al nuovo soggetto politico. "Con la federazione Libertà ci impegniamo a lavorare per un'Italia più giusta, più libera e sovrana. Siamo un nuovo capitolo, ma fondato su basi solide; con noi c'è anche Luciano Bosco, ex coordinatore organizzativo nazionale di Italexit". "Noi abbiamo partecipato alle elezioni politiche con un partito che si chiamava Italexit con Paragone - ha aggiunto Sottile, già membro della direzione nazionale -. Fuori da ogni ipocrisia, quell'esperienza politica per me è finita con le dimissioni di Gianluigi Paragone. Oggi c'è un gruppo di persone volenterose che cerca di portare avanti quel progetto: tra loro c'è il mio amico Andrea Perillo e lo invito a valutare l'opportunità di partecipare a questa battaglia, ma c'è anche una comunità che si riconosce nelle persone citate da Bocci e che oggi si ritrova nel Movimento per l'Italexit".
Sembrano avere in realtà tutt'altra intenzione i continuatori di Italexit, anzi, di Italexit per l'Italia (il nome ufficiale, da statuto, era quello da tempo, benché di norma fosse usata solo la prima parte abbinata al nome di Paragone, puntualmente in maggiore evidenza), a seguito di una direzione generale che si è svolta il 12 febbraio: "Era importante - si è letto allora in un comunicato - fornire a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti, e in generale a chi ci segue con interesse, un chiaro segnale della volontà politica di proseguire nel nostro cammino". La riorganizzazione del partito è passata attraverso la nomina di un Consiglio di reggenza (composto da Antonino Iracà, Roberto Robilotta e Andrea Perillo) con funzioni di rappresentanza politica e di portavoce nazionali e l'istituzione di un coordinamento organizzativo nazionale (presieduto dai responsabili Cristiano Zatta e Fabio Montorro).
Proprio il citato Consiglio di reggenza di Italexit per l'Italia questa mattina ha diffuso un comunicato, emesso "a seguito delle numerose segnalazioni [...] pervenute, che vedrebbero alcuni soggetti tentare di proporsi e interfacciarsi con il nostro elettorato e con altre forze politiche a nome di Italexit". "Diffidiamo chiunque - vi si legge - nel vano tentativo di accreditarsi millantando di poter disporre del simbolo e del nome del partito in maniera impropria e deliberata senza di fatto averne alcun titolo e alcuna autorizzazione, di operare a nome o per conto di Italexit per l’Italia". Per reagire a "qualsiasi distorsione e ingannevolezza in merito all'utilizzo illegittimo del nome o del simbolo del partito", il Consiglio di reggenza precisa che "esiste un solo e unico partito Italexit per l'Italia, pertanto eventuali comitati e movimenti estemporanei e improvvisati che dovessero presentarsi in nome e per conto di Italexit, sono da ritenersi del tutto estranei al nostro partito e totalmente privi di qualsivoglia legittimità. Il nostro partito è inoltre operativo e riconoscibile esclusivamente attraverso i suoi riferimenti ufficiali reperibili sul sito internet di Italexit per l'Italia". Il comunicato si conclude prospettando azioni legali: "Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere in sede civile e penale, con relativa richiesta di risarcimento danni, contro chiunque dovesse utilizzare indebitamente, anche solo parzialmente e con qualsiasi elemento riconducibile ad Italexit per l'Italia, il nostro nome e il nostro simbolo".
Nella conferenza stampa di oggi Cateno De Luca ha brevemente commentato la reazione ufficiale di Italexit ("Vengo dalla Sicilia, sono abituato a ben altro, questi comunicati di diffida mi fanno il solletico; grazie anzi per la pubblicità che ci viene fatta con questa diffida, spero non ci arrivi la fattura..."); al di là di questo, è facile notare che il simbolo creato per distinguere il Movimento per l'Italexit - cerchio blu sfumato, nome maiuscolo bianco con "Italexit" in evidenza (e la X conformata in modo da far emergere una freccia) e ondina tricolore in basso - è oggettivamente diverso e graficamente non confondibile rispetto all'emblema di Italexit per l'Italia. Il simbolo riempie uno dei quattro cerchietti inseriti nel contrassegno elettorale provvisorio della lista Libertà - Sud chiama Nord: le dimensioni sulla scheda non rendono quella miniatura particolarmente visibile, anche se certamente l'elemento che spicca in quel piccolo cerchio è la parola Italexit.Posto che il Movimento per l'Italexit appare qualificarsi come soggetto distinto dal partito Italexit per l'Italia (non agisce cioè in suo nome e per suo conto), resta la questione del possibile uso indebito, anche solo parziale, del nome di Italexit per l'Italia. La questione non è di immediata soluzione per varie ragioni. Da un lato si può ricordare che lo stesso Gianluigi Paragone, prima di presentare in conferenza stampa il partito Italexit a luglio del 2020, fu oggetto di una diffida: la presentò Teofilo Migliaccio, allora a capo di un partito già denominato (dal 2019) Italexit e che nella grafica riprendeva il Brexit Party di Nigel Farage. Paragone all'epoca incaricò uno studio legale di replicare, sostenendo che "Italexit è un termine generico, che si inserisce in quell'insieme di parole coniate per l'ultimo decennio per identificare quei movimenti economico-politici rappresentativi del sentimento di euroscetticismo, secondo cui, per migliorare le condizioni di un paese, è necessario riacquistare la piena sovranità", al punto tale che il Vocabolario Treccani ha accolto il neologismo nel 2016. Ugualmente facile è notare che nella banca dati dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, tra il simbolo del partito che fu di Migliaccio (rifiutato come marchio probabilmente per la questione - più volte analizzata - della forma rotonda, ritenuta in conflitto con le norme elettorali) e il primo logo depositato come marchio da soggetti riconducibili a Gianluigi Paragone risultano altri due segni distintivi contenenti in rilievo la parola "Italexit", che dunque si potrebbe effettivamente considerare di uso comune. Dall'altro lato, tuttavia, non si può trascurare come Italexit per l'Italia sia stato rappresentato in Parlamento nella scorsa legislatura con propria componente al Senato (costituita grazie al sostegno tecnico del Partito valore umano) e, proprio in virtù di questo, abbia ottenuto l'inserimento nel Registro dei partiti politici previsto dal decreto-legge n. 149/2013: questi elementi potrebbero in qualche modo rafforzare la posizione di Italexit per l'Italia, vista la tutela che normalmente è accordata - specie in caso di scissione - ai partiti la cui presenza parlamentare, pur non più attuale, è comunque vicina nel tempo.
Con riferimento alle elezioni europee, in ogni caso, toccherà al Ministero dell'interno decidere sull'ammissibilità del contrassegno composito di Sud chiama Nord - Libertà, anche con riguardo alle sue singole parti, inclusa la miniatura del Movimento per l'Italexit. Non è nemmeno impossibile che, visto il concorso di questo movimento alla lista promossa da Cateno De Luca, qualche rappresentante di Italexit per l'Italia si metta in fila al Viminale già il 21 aprile, con l'idea di depositare il proprio contrassegno e opporsi all'eventuale ammissione del simbolo elettorale di De Luca. Che nel frattempo si sarà completato con l'inserimento di altri soggetti politici.
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