domenica 1 dicembre 2024

Restyling per Noi moderati: un "ponte tricolore" che guarda al Ppe

Noi moderati, il partito guidato da Maurizio Lupi, ha affrontato una nuova trasformazione, anche se stavolta ha avuto essenzialmente natura grafica. Non era stato così in passato: nel 2023, per esempio, il nome attuale era stato adottato - modificando lo statuto - sostituendo quello precedente di Noi con l'Italia, scegliendo così la denominazione che alle elezioni politiche del 2022 aveva distinto la federazione di quattro forze politiche diverse (oltre a Noi con l'Italia, Italia al centro con Toti - unico soggetto a essere ufficialmente confluito in Nm - Coraggio Italia e Unione di centro), proprio come Noi con l'Italia era stato il nome della federazione di centrodestra, già coordinata da Lupi, che aveva concorso alle elezioni politiche del 2018 insieme all'Udc (poi staccatasi, proprio come nel 2022) ed era poi divenuta il partito che ora si chiama - appunto - Noi moderati. 
Questa volta, come si diceva, la trasformazione è innanzitutto grafica: per lo meno, è quella più visibile fin dalle prime battute dell'assemblea nazionale che Noi moderati ha iniziato ieri e concluso oggi a Roma all'hotel Marriot. "La politica, come la vita, richiede dei momenti di riflessione - ha detto in apertura Maria Chiara Fazio, vicepresidente di Nm - momenti in cui è necessario fermarsi per comprendere, per riflettere, per decidere insieme qual è la strada migliore per correre verso quell'orizzonte che due anni fa insieme abbiamo deciso di raggiungere". 
Nel suo intervento iniziale, Maurizio Lupi ha sottolineato che Noi moderati nasceva nel 2022 come forza che, accanto alle altre tre che più o meno costantemente avevano caratterizzato il centrodestra (Forza Italia, Lega [Nord] e Alleanza nazionale), "poteva rappresentare, anche in maniera complementare, la grande tradizione di questo Paese: quella cattolica, da una parte, quella riformista e quella liberale dall'altra". Ha ammesso che, come sempre, "la somma di simboli non fa mai la somma dei voti di ogni singola sigla, ma quello era un progetto, una scommessa che da quel momento abbiamo voluto portare avanti, chiamandoci Noi moderati".
"Il primo segnale per aprirsi è anche rinnovarsi", un rinnovamento che per Lupi passa anche dal simbolo, contenente due punti fondamentali: il richiamo all'Italia popolare ed europeista, rappresentato dalla dicitura "Popolari per l'Europa", che indica chiaramente la collocazione politica di Noi moderati nell'area del Ppe, in attesa che sia formalizzato l'ingresso in quel soggetto politico - ed è significativo, in questo senso, il videomessaggio inviato da Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, che ha sottolineato l'orgoglio di far parte di quella famiglia europea (del resto, proprio alle ultime elezioni europee Fi e Nm, come soggetti legati alla medesima area, hanno presentato liste comuni, "ottenendo più della somma dei loro voti" ha sottolineato Lupi) - e un ponte tricolore "che è per noi l'Italia", richiamando contestualmente l'invito (di Alcide De Gasperi?) a costruire ponti.  
Oltre che un ponte, il partito ha l'ambizione - come ogni forza politica, a ben vedere - di essere una casa. E Noi moderati di fatto si è ampliato con vari ingressi, a vario titolo. Se, per esempio, già nel 2023 il gruppo della Camera aveva accolto da indipendente Michela Brambilla, è stato ufficializzato pochi giorni fa l'avvicinamento a Nm dell'associazione Centro popolare, costituita da Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace: tutte e tre "nate" e cresciute in Forza Italia e passate nel 2022 ad Azione - in quota alla quale erano state elette grazie al risultato della lista comune con Italia viva - sono ufficialmente tornate nel centrodestra, dando maggiore corpo al progetto guidato da Lupi. Il loro simbolo, a fondo blu con due foglioline (una verde, più grande, e una rossa) si accosta a quello di Noi moderati, insolitamente vuoto e bianco - simile in un certo senso a quello di Forza Italia - e costituisce un esempio che potrebbe essere considerato e seguito da parte di coloro che nel 2022 hanno scelto il "terzo polo" da moderati che non guardano ai libdem.

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