Si è celebrato lo scorso fine settimana (20 e 21 maggio dunque) a Roma il primo congresso di Noi con l'Italia, di fatto interpretato come l'assise fondativa di Noi moderati, nata come quarta lista del centrodestra in vista delle elezioni politiche del 2022 e in procinto di trasformarsi in partito.
La storia si ripete, sia pure con qualche variante. Nel 2018, come si ricorderà, Noi con l'Italia era nata a sua volta come "quarta gamba" elettorale del centrodestra, grazie all'apporto di Direzione Italia, Scelta Civica, Fare!, Cantiere Popolare, Movimento per le Autonomie e un numero rilevante di fuoriusciti da Alternativa popolare (incluso il futuro leader, Maurizio Lupi); il soggetto elettorale si era completato con l'apporto (graficamente invisibile) di Identità e Azione e quello (ben evidente sul piano visivo) dell'Unione di centro, che al simbolo simil-Pdl con tricolore pennellato su fondo blu aveva accostato lo scudo crociato. L'esito non era stato memorabile (1,3% alla Camera), vari pezzi - a partire da Udc e Idea, come pure i fittiani di Direzione Italia - si erano distaccati in fretta, ma gli altri avevano creduto opportuno continuare il cammino comune, trasformando Noi con l'Italia in un partito e portando Lupi alla presidenza. Quasi cinque anni dopo, Maurizio Lupi si ritrova a guidare la costruzione di una nuova forza politica centrista e moderata, avendo come base di nuovo l'aggregazione sperimentata alle ultime elezioni politiche (con un risultato ancor meno soddisfacente rispetto al 2018, essendo stato mancato l'obiettivo dell'1%) e dovendo contare già su defezioni rilevanti: quella più significativa riguarda ancora una volta l'Udc, che pare intenzionata a seguire un altro percorso (magari quello con Gianfranco Rotondi, per riunire il vecchio nome della Dc allo scudo crociato), ma altre forze sembrano pronte al nuovo cammino.
La mozione che proponeva la conferma di Lupi alla presidenza (l'altra indicava come nuovo leader Andrea Galli, modenese, ex Forza Italia, che nelle scorse settimane ha lanciato dure accuse contro lo stesso Lupi e la sua gestione del partito) tracciava in modo piuttosto netto il percorso di cui si diceva: "Il nome 'NOI moderati' oggi individua un gruppo parlamentare, cioè un insieme di persone, ognuna con la sua storia, la sua sensibilità culturale e politica, che si esprime unitariamente nella massima istituzione della nostra Repubblica, quel Parlamento che rappresenta la nazione [...]. Il nome 'NOI moderati' però illumina anche il nostro futuro, ci dà un compito che potrebbe avere la sua prima verifica elettorale nelle prossime elezioni europee, ma che avrà la sua prima verifica reale nel lavoro che noi, 'Noi con l'Italia' saprà fare da subito sui territori, nelle città, nei quartieri, nelle periferie, in mezzo ai bisogni di cui la politica, noi, 'Noi con l'Italia', deve farsi interprete e nei confronti dei quali le ideologie storiche e i partiti che ad esse continuano a fare riferimento si sono dimostrati inadeguati".
Certamente sarà parte di quel percorso Italia al Centro di Giovanni Toti: del resto, proprio Noi con l'Italia e il partito guidato dal presidente della giunta ligure erano stati i primi soggetti a unirsi in vista delle elezioni politiche del 2022 (prima che si aggregassero anche Coraggio Italia e Udc). Toti stesso ha tenuto il penultimo intervento della giornata congressuale di ieri, subito prima delle parole di Lupi: l'alleanza-nucleo che aveva anticipato Noi moderati viene dunque confermata, nel tentativo di dare maggiore consistenza all'aggregazione centrista, magari potendo contare anche sulle forze territoriali che in varie elezioni hanno costruito liste che hanno partecipato - a volte con successo ed eleggendo consiglieri, a volte meno - alle competizioni locali e che potrebbero rappresentare il nascente partito a livello comunale o regionale.
Tra gli altri interventi congressuali si devono registrare quelli di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida ed Eugenia Roccella per Fratelli d'Italia, Antonio Tajani per Forza Italia e Matteo Salvini per la Lega; eppure per i #drogatidipolitica è molto più meritevole di interesse quello che ha preceduto le parole di Lupi. Lo ha pronunciato Ignazio Messina, segretario dell'Italia dei Valori. Di fatto quel discorso ha sancito la partecipazione dell'Idv al percorso costituente di Noi moderati: non a caso da qualche settimana Messina risulta tra i vicecoordinatori politici di Noi con l'Italia (tra i vice dunque di Renzo Tondo). Ci si può volendo stupire di questa scelta, ma in effetti già in vista delle elezioni del 2022 l'Idv aveva appoggiato proprio Noi moderati, scegliendo per la prima volta il centrodestra a livello nazionale.
Tre soggetti politici con "Italia" nel nome, dunque, hanno scelto di dare una struttura più stabile a Noi moderati. Nella stessa occasione è stato lanciato pure il nuovo simbolo che dovrebbe accompagnare il percorso e che sostituisce quello - assai poco felice sul piano grafico, vista la struttura di matrioska di terzo grado - che era finito sulle schede elettorali il 25 settembre 2022. Il blu iniziale del fondo si è fatto sfumato, dall'azzurro al blu scuro; il nome è rimasto uguale, ma ora è scritto in un carattere "bastoni" corsivo e marcato (simile al Nexa) oltre che ombreggiato, con la parola "Noi" sempre maiuscola e in evidenza e la parola "moderati" tinta di giallo; sotto una piccola onda tricolore c'è uno spazio vuoto, magari per contenere il nome del leader o del candidato. Viene facile pensarlo perché il nuovo simbolo, in effetti, non è del tutto nuovo: in occasione delle elezioni regionali lombarde di quest'anno, infatti, era già stato anticipato dal contrassegno della lista che univa Noi moderati e Rinascimento di Vittorio Sgarbi. Graficamente la qualità è migliorata (e non ci voleva molto...), ma bisogna ammettere anche che il nuovo simbolo appare piuttosto anonimo, tutto basato sui colori (quelli in cui forse può riconoscersi la persona moderata di centrodestra) e senza il minimo tentativo di individuare un elemento simbolico per rappresentare quell'area. Forse lo si è fatto per evitare di rischiare soluzione graficamente discutibili, ma è comunque un peccato non aver provato a tradurre in grafica un'idea.
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