mercoledì 10 maggio 2023

Ancona, simboli e curiosità sulla scheda

Nelle Marche il solo capoluogo di provincia a essere interessato dalle elezioni amministrative che si celebreranno il 14 e il 15 maggio è Ancona, peraltro capoluogo di regione. Dopo due mandati pieni della sindaca uscente, Valeria Mancinelli (centrosinistra), la città si prepara cambiare guida. Si contenderanno il vertice dell'amministrazione comunale sei sfidanti, sostenuti in tutto da 18 liste: se nel 2018 gli aspiranti erano 4 (e le liste 13), nel 2013 si erano affrontati addirittura 10 candidati, sostenuti da 16 liste. Il numero di simboli sulla scheda di quest'anno, dunque, resta il più alto e - anzi - si configura come record anconetano nella storia dell'elezione diretta del sindaco.

Daniele Silvetti

1) Forz
a Italia - Civici Ancona

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Daniele Silvetti, avvocato, già consigliere comunale anconetano e consigliere regionale dal 2006 (eletto per surroga con An) al 2015 (nel 2010 era in lista con il Pdl). Prima lista estratta della sua nutrita coalizione (la più corposa, con 7 elementi) è quella di Forza Italia (4,32% nel 2018), che è anche il partito cui lo stesso Silvetti appartiene: non a caso il contrassegno è l'unico tra quelli delle liste di derivazione partitica a contenere il cognome del candidato. La bandierina e i riferimenti a Berlusconi e Silvetti si riducono per lasciare il posto - nella parte inferiore - per i Civici Ancona, declinazione provinciale dei Civici Marche, gruppo che fa riferimento al consigliere regionale Giacomo Rossi (eletto nel 2020 con la lista Civici) e che si distingue con un'immagine verde di un picchio, che ricorda il picus dei Piceni, presente anche nello stemma regionale.

2) Unione di centro

Come seconda lista è stata sorteggiata quella dell'Unione di centro, che dunque a differenza di altri comuni è riuscita a presentare il proprio simbolo autonomamente, senza dover inserire propri candidati in altre liste (come quella di Forza Italia); nel 2018, tuttavia, lo 0,78% dei voti non era stato affatto sufficiente a eleggere un consigliere all'interno della coalizione di centrodestra (nel 2013 invece aveva sostenuto il primo mandato di Mancinelli). Rispetto ad allora, il simbolo dell'Udc vede ridursi il segmento rosso contenente il riferimento alla città, così da dare maggior rilievo allo scudo crociato, sensibilmente ingrandito per essere più riconoscibile (qui non c'è alcun cenno alla Dc o ad altre denominazioni legate a Gianfranco Rotondi).
 

3) Civici

Dopo i Civici (Ancona Marche) contenuti nel simbolo di Forza Italia, il sorteggio ha collocato in terza posizione - all'interno della medesima coalizione - i Civici "originari", fondati nel 2020 da Paolo Mattei, tra i promotori anche in questo caso (pur non essendo candidato); il contrassegno è parente stretto di quello presentato alle regionali di quell'anno, avendo al centro un albero con frutti multicolori e tre uccellini. Il capolista, citato anche all'interno del contrassegno, è Aldo Salvi, già primario del pronto soccorso di Torrette, ben noto in città. La formazione civico-politica dunque si ripresenta sul territorio e cerca consenso.
 

4) Fratelli d'Italia

Il quarto posto sulla scheda e all'interno della compagine che sostiene Daniele Silvetti è occupato da Fratelli d'Italia, vale a dire la formazione che esprime l'attuale presidente della giunta regionale, Francesco Acquaroli: proprio nel capoluogo Fdi alle ultime elezioni politiche ottenne il 24,84%, sfiorando la percentuale ottenuta dal Pd - Italia democratica e progressista. Non stupisce dunque che il partito di Giorgia Meloni abbia scelto di ripresentare lo stesso contrassegno usato all'ultimo rinnovo delle Camere, senza alcuna connotazione territoriale e senza l'aggiunta del nome del candidato sindaco (a dispetto del suo passato in An): in evidenza c'è solo il riferimento alla leader di Fdi, come a livello nazionale.
 

5) Silvetti sindaco per Ancona protagonista

In quinta posizione si trova la lista più legata all'aspirante sindaco della coalizione di centrodestra, Silvetti sindaco per Ancona protagonista. I colori dominanti sono il rosso e il giallo, gli stessi della bandiera e del gonfalone locale (anzi, la croce gialla su fondo rosso viene proprio da lì). In alto si vede la sagoma bianca bordata di rosso del guerriero a cavallo armato di spada che spicca al centro dello stemma cittadino (ma la realizzazione grafica si distacca da quella dell'emblema comunale e non crea problemi); nella parte inferiore non passa inosservata la silhouette del duomo e del monumento ai caduti della prima guerra mondiale. 

6) Lega

Il quadro delle liste politico-partitiche della coalizione in appoggio a Silvetti si completa con le candidature espressione della Lega, presenza costante alle elezioni comunali dal 2009 e nel 2018 formazione più votata nella compagine che aveva sostenuto Stefano Tombolini (12,43%). Se allora si era impiegato il contrassegno varato poche settimane prima alle elezioni politiche (con la dicitura "Salvini premier"), il cognome del segretario leghista resta in grande evidenza sotto Alberto da Giussano, ma al posto della parola "premier" c'è il riferimento al comune, dunque con un minimo di personalizzazione del fregio elettorale.
 

7) Rinasci Ancona - Civici e solidali

L'ultima lista che sostiene Silvetti rappresenta almeno in parte una sorpresa per chi ha buona memoria e ha l'impressione di avere già visto la grafica di Rinasci Ancona - Civici e solidali, formazione che rivendica la sua natura civica, distante da ogni partito e attenta a questioni concrete. Rinasci Marche, infatti, era una delle liste che alle regionali del 2020 avevano sostenuto Maurizio Mangialardi (centrosinistra: in lista c'erano pure i Verdi e +Europa). Il verde è rimasto al suo posto, il magenta è diventato rosso, ma sono stati aggiunti due archi concentrici verdi e blu, stessi colori di una fiamma-goccia-foglia collocata nella parte alta del simbolo.
 

Roberto Rubegni

8) Europa Verde

Di certo questa volta l'area ecologista tradizionale non può essere considerata parte della lista appena considerata: Europa Verde, infatti, si presenta in forma autonoma e sostiene la candidatura a sindaco di Roberto Rubegni, commercialista, già amministratore delegato di AnconAmbiente. Il simbolo schierato alle elezioni comunali anconetane è proprio quello ufficiale del partito, con il girasole su fondo verde in primo piano e il sole che ride ridotto di dimensioni, incastonato - al posto della "o" - all'interno del nome; non mancano i riferimenti al Partito verde europeo e alla precedente esperienza dei Verdi. 

Enrico Sparapani

9) MoVimento 5 Stelle

Si presenta da solo, legato a una propria candidatura alla guida del comune, anche il MoVimento 5 Stelle: l'aspirante sindaco qui è l'ingegnere Enrico Sparapani. C'è poco da dire sul simbolo, uguale in tutte le località in cui il M5S si presenta (la versione impiegata è quella con il riferimento al 2050 con anno dell'auspicata neutralità climatica). Se nel 2018 il MoVimento aveva raggiunto il 16,46% (seconda lista più votata in quel turno elettorale, mentre la candidata sindaca Daniela Diomedi fu la terza in ordine di consensi), si vedrà il risultato di questa consultazione; di certo le candidature autonome di Europa Verde e M5S vanno in direzione diversa rispetto ai primi tentativi di coalizione "alternativa" che avevano riguardato quelle due forze politiche e Altra idea di città.
  

Ida Simonella

10) Ancona futura

Può contare su sei liste la coalizione di centrosinistra che ha scelto di sostenere la candidatura di Ida Simonella, assessora uscente con deleghe al porto, bilancio, mobilità, piano strategico e relazioni internazionali. Il sorteggio ha collocato in prima posizione proprio Ancona futura, la lista più vicina all'aspirante sindaca (indicata correttamente al femminile anche all'interno del contrassegno, nel quale il nome emerge dal segmento rosso). Il segno più evidente è una grande "X" (sfumata dall'azzurro al rosso, i due colori del simbolo), che fa pensare che il nome sia "Per Ancona futura": le sfumature concorrono proprio a dare un'idea di movimento e di visione futura. 
 

11) Repubblicani per Ancona

Il secondo emblema della coalizione che appoggia Simonella non può non destare l'attenzione di chiunque faccia parte della schiera dei #drogatidipolitica: la lista Repubblicani per Ancona, infatti, unisce anche visivamente due gruppi di matrice affine, ma spesso in conflitto - politico e giuridico - tra loro, vale a dire il Partito repubblicano italiano e il Movimento dei Repubblicani europei, entrambi presenti con i loro simboli ufficiali (il Mre ha già partecipato più volte alle amministrative anconetane, eleggendo suoi consiglieri nel 2001 e nel 2006). La foglia d'edera è chiaramente la stessa nei due tondi della "bicicletta", ma la coesistenza nello stesso contrassegno fa venir meno qualunque rischio di confondibilità.
 

12) Ancona diamoci del Noi

Ha natura civica la terza lista della coalizione di centrosinistra, Ancona diamoci del Noi: sul fondo blu emergono gli altri colori dello stemma cittadino, rosso e giallo. Nel contrassegno non c'è il nome dell'aspirante sindaca, ma quello di Carlo Pesaresi, avvocato, ex assessore provinciale alla cultura ed ex presidente delle Fondazione Orchestra regionale Marche. Pesaresi si era candidato alle primarie per il centrosinistra (sostenuto, oltre che da esponenti del Pd e di articolo Uno, da +Europa e con l'idea di proporre una certa discontinuità rispetto all'amministrazione uscente) ed era stato sconfitto di misura; ora ha scelto comunque di contribuire alla coalizione, per avere "una città più aperta alle competenze, più accogliente, vicina ai bisogni ed ai più fragili, più gentile e curata con chi la visita, con chi la abita e con chi la sceglie per lavorare e per investire. Una città più attenta al nostro futuro, una città più viva e creativa". 
 

13) Ancona popolare - Centristi per Ancona 

Rappresenta un ritorno "2 in 1" la lista Ancona popolare - Centristi per Ancona. Nel 2018 Ancona popolare - Uniti per Ancona aveva intercettato parte del voto centrista di matrice cattolica e sensibilità civiche, ottenendo il 4,83% e due eletti; nella stessa coalizione i Centristi per Ancona - declinazione locale dei Centristi per l'Europa di Pierferdinando Casini e Gianpiero D'Alia - erano invece rimasti senza seggi con il loro 0,73%. Ora i due gruppi hanno unito le forze, con il simbolo di Ancona popolare a farla da padrone: in un'ambientazione grafica che ricorda Alternativa popolare, emerge bene sul fondo blu-viola il guerriero a cavallo con la spada e lo scudo (crociato, ovviamente: sarà per questo che l'Udc ha ingrandito il suo?), mentre in basso è indicata la candidatura alla guida del comune.
 

14) Partito democratico

Non poteva mancare, in queste elezioni anconetane, la lista del Partito democratico, prima forza elettorale nel 2018 con oltre il 30% (un risultato che ora sembra difficile da eguagliare, mentre non pare affatto in discussione il ruolo di guida all'interno della coalizione di centrosinistra). Come in tutte le elezioni anconetane precedenti alle quali ha partecipato, il Pd schiera di nuovo il suo simbolo nazionale ufficiale, senza alcuna aggiunta di riferimenti locali e senza inserire il nome della candidata alla guida dell'amministrazione comunale (Simonella non è iscritta ai dem, pur essendo stata appoggiata alle primarie da parte del partito, oltre che da esponenti della giunta uscente). 
 

15) Riformisti 

La coalizione che sostiene Simonella si completa con la lista Riformisti, che - a differenza di molte altre realtà locali - vede Azione e Italia viva appoggiare la candidatura espressa dal Pd. Il contrassegno della lista è chiaramente mutuato da quello che alle ultime elezioni politiche ha unito i due partiti; qui però i simboli delle due forze politiche risultano un po' rimpiccioliti per fare spazio alla parola "Riformisti"; assai più ridotto è il cognome di Carlo Calenda - conservato a dispetto delle recenti vicende che hanno interessato quell'area politica - che è costretto in una fascia bianca per lasciare il restante semicerchio inferiore al riferimento alla candidata sindaca (anche qui correttamente declinata al femminile). 

Francesco Rubini Filogna

16) Altra idea di città

L'unica candidatura a sindaco riproposta rispetto al 2018 è quella di Francesco Rubini Filogna, avvocato, eletto consigliere cinque anni fa. Se il primo mandato consiliare era arrivato nel 2013 con Sinistra ecologia libertà, alle elezioni successive Rubini Filogna è stato sostenuto dal movimento di sinistra e di comunità Altra idea di città, premiato con un rilevante 6,73%. Il simbolo si è conservato anche in questo turno elettorale, con il nome che costituisce la continuazione di un tracciato-freccia a spirale di colore rosso: il suo percorso richiama in parte la forma pentagonale tanto della Cittadella, quanto del Lazzaretto di Vanvitelli.
 

17) Ancona città aperta

Oltre al soggetto locale appena citato, Rubini Filogna in questo caso può contare pure su un'altra lista, denominata Ancona città aperta, qualificata come "lista civica intergenerazionale". Il nome si deve intendere come città "aperta alla tutela della salute a partire dall’ambiente, all’ascolto dei cittadini, all'impegno, al cambiamento, alla rigenerazione" degli spazi. Il simbolo, caratterizzato da tratti grossi - quasi infantili, come a voler richiamare un'ingenuità incontaminata - propone il riferimento al mare (con tanto di nave che in una sua vela riprende, in piccolo, la bandiera cittadina con croce gialla su fondo rosso: in fondo le difficoltà riguardano lo stemma e non altri vessilli) e al territorio (qui tinto di verde, con il profilo del duomo visibile).

Marco Battino

18) Rip
artiamo dai giovani

Ultima candidatura a sindaco di Ancona, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, è quella di Marco Battino, il candidato più giovane (23 anni, recentissima laurea in economia), già impegnato tra sport, volontariato e associazioni. L'intera lista, non a caso denominata Ripartiamo dai giovani, è composta da persone di età contenuta (molti di loro hanno aiutato la popolazione di Senigallia in occasione dell'alluvione) che guardano a lavoro, educazione, cultura e sport come "strumenti per ripartire". Il simbolo riporta semplicemente il nome della lista su fondo verde (con la parola "Giovani" in evidenza); il cerchio interno è racchiuso da un doppio bordo, blu all'interno e tricolore all'esterno. 

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