In Umbria l'unico capoluogo di provincia interessato dalle elezioni amministrative è Terni, che di certo cambierà guida: il sindaco uscente, Leonardo Latini, sostenuto da una maggioranza di centrodestra (dopo due mandati di Leopoldo Di Girolamo, appoggiato dal centrosinistra), non si ripresenta. Si contenderanno il ruolo di vertice dell'amministrazione sette persone, sostenute in totale da 20 liste, un numero più elevato di quello visto in tanti capoluoghi (ma più contenuto rispetto a quello riscontrato in vari comuni superiori: si pensi alle 34 liste di Bisceglie): nel 2018 i contendenti erano 8, ma le liste erano solo 13.
Claudio Fiorelli
1) Bella Ciao
Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Claudio Fiorelli, medico anestesista e consigliere comunale uscente: proprio lui è stato indicato come persona idonea a rappresentare un polo alternativo, costituito da tre formazioni. La prima, Bella ciao, lista di sinistra cui hanno concorso pure Rifondazione comunista e il Pci. Nel simbolo, sotto falce, martello e stella su fondo rosso (il cerchio è bordato di bianco e verde), si vede in filigrana l'Hyperion, scultura di Agapito Miniucchi, da poco scomparso; il segno è completato dalle parole "Popolare" e "ambientalista", per qualificare la proposta. La lista non raccoglie però tutte le sensibilità di sinistra ternane, come si vedrà.
2) Terni conta
Ha natura del tutto civica e non politica la seconda lista sorteggiata della coalizione di Fiorelli, Terni conta. Il contrassegno di fatto si pone come compendio del programma elettorale, visto che i suoi punti principali sono stati inseriti nel fregio: sanità pubblica, riequilibrio territoriale, sport e turismo, cultura e università, democrazia energetica e diritti. Sotto il nome della lista (con il nome del comune in maggiore evidenza) si trova la sagoma verde e rossa dell'Umbria (la porzione rossa è un po' più ampia rispetto alla provincia di Terni; i colori, comunque, sono quelli dello stemma comunale), collocata su fondo azzurro-blu sfumato,
3) MoVimento 5 Stelle
Terza lista di questo blocco alternativo è il MoVimento 5 Stelle, vale a dire proprio il soggetto politico cui fa riferimento Claudio Fiorelli, eletto in questa consiliatura proprio con il M5S (che aveva ottenuto oltre il 25%, portando il suo candidato, Thomas De Luca, al ballottaggio): con la stessa lista aveva sfiorato l'elezione in consiglio regionale nel 2015 (beffato per un pugno di voti all'atto della proclamazione ufficiale). Pure a Terni il MoVimento - che ha mobilitato anche Giuseppe Conte in campagna elettorale - schiera l'ultima versione del suo simbolo, indicata per seconda nello statuto: si tratta di quello che ai segni tradizionali affianca il riferimento al 2050, anno della neutralità climatica, all'interno di un segmento rosso. Nemmeno questo contrassegno, tra l'altro, contiene il nome di Fiorelli, che non figura neanche sugli altri due emblemi.
Paolo Cianfoni
4) Alleanza degli innovatori
Si presenta sostenuto da un'unica lista, ma composita Paolo Cianfoni, ex coordinatore di Confcommercio Terni e già consigliere comunale quando il sindaco era Gianfranco Ciaurro (uno dei fondatori del Pl con Stefano De Luca). La sua lista si chiama Alleanza degli innovatori, è frutto di un lungo percorso civico-politico in città e vi hanno concorso vari soggetti, soprattutto di area centrista: nel simbolo - fondo ocra chiaro, richiamando il colore dei liberali, il nome del sindaco su fascia blu e due "foglioline" rosse e verdi nel mezzo - ci sono le miniature dell'associazione Cittadini liberi (principale promotrice della lista), del Partito repubblicano italiano e dei Liberali e democratici europei (in campagna elettorale si è visto uno dei promotori, Oscar Giannino), ma si è parlato anche del sostegno di Italia viva e +Europa.
Stefano Bandecchi
5) Noi con Terni
Non passa inosservata la coalizione che sostiene la candidatura di Stefano Bandecchi, noto soprattutto come presidente della Ternana Calcio. La prima lista sorteggiata, Noi con Terni, ha un nome sostanzialmente civico e identitario; un rapido sguardo al simbolo - con l'esagono tricolore, che pure finisce per richiamare i colori cittadini, e il nome della lista scritto in blu al centro - suggerisce tuttavia una parentela con ItalExit, il partito fondato e guidato da Gianluigi Paragone. In effetti, vari candidati inclusi nella lista si possono ricondurre a quella formazione politica, compreso pure il capolista, Claudio Batini, che di ItalExit è il coordinatore provinciale.
6) Con Bandecchi per Terni
La formazione più vicina al candidato sindaco, a giudicare dal suo aspetto grafico, è Con Bandecchi per Terni: il simbolo è infatti quello che contiene il cognome del candidato in maggior rilievo, in corsivo (come tutto il testo contenuto nel fregio elettorale) e particolarmente evidente in blu sullo sfondo giallo. Completano il contrassegno le miniature della bandiera europea e di quella italiana, messe in qualche modo in dialogo tra loro e inclinate - come il testo - di dieci gradi, ricreando in qualche modo l'impressione di vecchi loghi sportivi (come quello rotondo della FIGC, in uso dal 1984 al 1992).
7) Alternativa popolare
Chi guardasse il manifesto delle candidature o la scheda di Terni per la prima volta potrebbe sobbalzare di sorpresa nel vedere il simbolo numero 7: il cuore giallo sfumato su fondo blu di Alternativa popolare, infatti, sembrava da tempo finito nel dimenticatoio. Bisogna però considerare un particolare importante: Stefano Bandecchi, infatti, è da poco il coordinatore nazionale del partito che era stato fondato da Angelino Alfano come Nuovo centrodestra e che poi ha assunto la denominazione che mantiene tuttora. Non stupisce dunque che, in occasione della sua candidatura, Bandecchi abbia voluto rendere presente anche il partito da lui coordinato (senza essere citato sul simbolo).
8) Terni per loro
Se il simbolo di Ap è certamente di natura politica, si pone sicuramente un approccio civico la quarta e ultima formazione presentata a sostegno di Bandecchi, vale a dire Terni per loro. Chi siano "loro" diventa chiaro al primo sguardo al contrassegno elettorale: su fondo azzurro, infatti, appoggiate al segmento con il nome del candidato sono presenti sei sagome di bambini, di età, genere e colori diversi, intenti in varie attività (dal gioco all'andare a scuola con lo zaino). La lista dunque nei suoi intenti guarda alle generazioni future, che meritano l'impegno di chi si presenta alle elezioni e chiede il consenso della cittadinanza per amministrare.
Emanuele Fiorini
9) Fiorini per Terni
Quarto candidato alla guida del comune di Terni, in base all'ordine di sorteggio, è Emanuele Fiorini, consigliere uscente del gruppo misto e già consigliere regionale leghista (e transitato negli ultimi anni in varie formazioni, inclusa Fdi). In questo caso si presenta sostenuto da un'unica lista, di natura civica e senza alcun riferimento politico: Fiorini per Terni. Il cognome del candidato appare essere decisamente l'ingrediente fondamentale del contrassegno, su fondo giallo scuro, mentre sono blu le scritte e il contorno spesso del cerchio; il cognome è poi sottolineato con i colori dello stemma cittadino, rosso e verde.
Orlando Masselli
10) Fratelli d'Italia
Come quinto candidato alla guida dell'amministrazione comunale ternana è stato sorteggiato Orlando Masselli, segretario provinciale di Ugl credito: l'indicazione del suo nome, a quando si apprende attraverso i media, sarebbe arrivata direttamente da Giorgia Meloni. Prima lista estratta della coalizione di centrodestra e civica (la più numerosa, con ben sette liste) è proprio quella di Fratelli d'Italia, che al suo contrassegno elettorale consolidato aggiunge il riferimento "Masselli sindaco": il cognome dell'aspirante primo cittadino ha un'evidenza pari al riferimento a Meloni (anche perché di fatto si è creata una "piramide testuale" relativamente armonica) e ci si attende un risultato ben migliore del 6,34% di cinque anni fa.
11) Terni civica
Dopo la prima lista di natura politica, il sorteggio ne ha collocata una civica, che anzi proprio sul piano del civismo rischia di essere in parte ridondante. Se l'elemento più visibile del contrassegno, infatti, è proprio il nome del gruppo di candidati, Terni civica, chi ha commissionato o prodotto il fregio ha ritenuto opportuno rinforzare il concetto aggiungendo nella parte superiore la dicitura "Lista civica". I colori rosso e verde, come si è detto, sono gli stessi dello stemma comunale (e della squadra locale di calcio), accostati al bianco ovviamente ricreano il tricolore nazionale. Nella parte rossa è presente una stilizzazione del dragone Thyrus (personaggio di una leggenda locale), nell'immagine proposta - più che dallo stemma - da varie statue e sculture.
12) Liberali e Riformisti - Nuovo Psi
In terza posizione, nella compagine che sostiene Masselli, si trova un'altra lista politica, denominata Liberali e Riformisti: basta uno sguardo in più per capire che si tratta dell'ultima variante grafica - dedicata alle elezioni - del simbolo del Nuovo Psi. Sotto al nuovo nome, posto in un segmento blu a base curvilinea, c'è l'immagine di un garofano rosso con due foglioline, simile a quello da anni impiegato dal Nuovo Psi ma rivisto; colpisce casomai la resa grafica della sigla, praticamente con lo stesso carattere usato dal Psi nel simbolo in uso del 2019 (e stavolta il simbolo dei socialisti del centrosinistra, come si vedrà, è molto più piccolo).
13) Forza Italia
Subito dopo la lista del Nuovo Psi è stata estratta quella di Forza Italia, che nel 2018 era risultata la seconda forza della coalizione, con il 9,26%. Il simbolo è quasi uguale a quello schierato cinque anni fa: per due terzi, anzi, è pressoché identico, con la bandierina di Cesare Priori che occupa la metà superiore (e fuoriesce dal cerchio) e, subito sotto, il cognome di Silvio Berlusconi; cambia invece il riferimento "per Terni", con il nome della città che nel 2018 era disposto ad arco e ora invece segue un normale tracciato rettilineo (come in passato, "per" è scritto con un carattere diverso, ma ciò sembra non importare a nessuno.
14) Lega
Le liste politiche della coalizione costruita da Masselli si esauriscono con quella della Lega, che cinque anni fa aveva fatto pesare un risultato nettissimo, pari al 29,1%, risultando il primo partito in quel turno elettorale. Rispetto ad allora, il simbolo è quasi identico, anche più di quanto si è appena constatato con riguardo a Forza Italia: rimasti fermi il nome, la statua di Alberto da Giussano e il cognome di Matteo Salvini nel segmento blu, l'unica cosa che cambia è la parola "premier", sostituita dal riferimento alla città di Terni (invero piuttosto piccolo e forse non di immediata lettura, se si considerano le dimensioni del fregio sulla scheda).
15) Terni - Masselli sindaco
La coalizione in appoggio a Orlando Masselli si completa con due formazioni civiche, la prima delle quali si chiama semplicemente Terni - Masselli sindaco. Il rilievo che il cognome del candidato ha nel contrassegno (motivo per cui, tra l'altro, il loro si riconosce facilmente) fa pensare che la lista sia la più vicina all'aspirante sindaco; ciò non fa venir meno l'impressione che la grafica assai essenziale e scarna appaia anche piuttosto precaria (visti pure i caratteri diversi impiegati), senza particolare cura e attenzione per il risultato finale. Se la lista raccoglierà molti voti, però, potrà dire di aver raggiunto il proprio risultato naturale, a dispetto della sua immagine.
16) Terni protagonista
Come ultima lista della coalizione di centrodestra e civica è stata sorteggiata Terni protagonista, il cui simbolo probabilmente è stato realizzato dallo stesso soggetto che ha prodotto il simbolo precedente, ma in questo caso la cura grafica è stata certamente maggiore. La similfascia tricolore che occupa la parte destra del cerchio rimanda sia ai colori nazionali, sia a quelli del comune; in questo caso l'elemento più evidente è il nome della città, con l'appellativo "protagonista" riportato subito al di sotto; il riferimento al candidato sindaco è invece presente lungo il bordo del cerchio, in basso a destra.
Jose Maria Kenny
17) Partito democratico
Subito dopo la coalizione di centrodestra il sorteggio ha collocato quella di centrosinistra, che come propria guida ha scelto Jose Maria Kenny, professore di Scienza dei Materiali all'Università di Perugia. Le liste a suo sostegno sono tre: la prima, in ordine di sorteggio, è quella del Partito democratico, che nel 2018 è passato dal 30,5% del 2014 al 12,57% di cinque anni fa. Il simbolo non è stato ritoccato in nulla: oggi come allora, come contrassegno è stato impiegato l'emblema ufficiale nazionale, senza alcuna specificazione territoriale o nominale. Toccherà comunque al Pd mantenere il ruolo di traino per l'intera coalizione.
18) Civici di Sinistra e Verdi - Kenny per Terni
La seconda formazione della compagine di centrosinistra porta il nome di Kenny per Terni (dicitura bianca e gialla inserita in una fascia verde), con la precisazione che il raggruppamento è composto da Civici di Sinistra e Verdi: questa prima parte del nome è composta con lo stesso carattere dell'Alleanza Verdi e Sinistra, citata con il simbolo integrale all'interno del contrassegno. Nel cerchio, però, trovano posto anche le miniature dei simboli del Partito socialista italiano (di cui si parlava prima) e del gruppo Pacifista ecologista femminista, sottolineando alcune delle sensibilità di questa lista.
19) Kenny - Innovare per Terni
Ultima delle tre liste della coalizione di centrosinistra è Kenny - Innovare per Terni: qui di fatto è il cognome del candidato a farsi simbolo, in particolare con riguardo alla sua lettera iniziale, quella K che non a caso si ritrova in qualche modo citata sul fondo, sia pure ribaltata orizzontalmente, grazie all'effetto creato da due V messe "a specchio". I colori anche in questo caso richiamano le tinte dello stemma comunale. In questa lista, per quanto se ne sa, sono presenti anche esponenti di Azione, soggetto politico che dunque ha deciso di sostenere il docente di origine argentina (e non Cianfoni insieme a Italia viva).
Silvia Tobia
20) Potere al popolo
Chiude l'intera rassegna delle candidature quella di Silvia Tobia (l'unica donna in campo), laureata in scienze naturali e guida alla foresta fossile di Dunarobba: la sostiene una sola lista, quella di Potere al popolo. Parte della sinistra dunque ha preferito non sostenere il candidato proposto dal MoVimento 5 Stelle, poiché avrebbe preferito proseguire con l'esperienza di Unione Popolare delle ultime elezioni politiche: per questo, probabilmente, si è scelto di riprendere il nome e il simbolo impiegati alle precedenti elezioni politiche del 2018 e alle coeve amministrative (la lista ottenne l'1,57%).
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