giovedì 11 agosto 2022

Noi moderati, per il centrodestra una matrioska di terzo grado (a rischio)

Quando, dopo la presentazione venerdì scorso dei simboli delle due liste moderate e centriste di centrodestra - la prima che all'esente Noi con l'Italia associava Italia al Centro, la seconda che all'esonerata Coraggio Italia associava l'Udc - era circolata con sempre maggiore insistenza la notizia in base alla quale quelle due formazioni elettorali si sarebbero dovute unire in un unico cartello, fino alla conferma avuta due giorni fa, non pochi #drogatidipolitica avevano reagito con poca sorpresa e un po' di timore. La scarsa sorpresa era data da considerazioni pratico-matematiche, sulla base delle norme elettorali in vigore: quasi certamente quelle liste, rese possibili dalle esenzioni dalla raccolta firme introdotte poche settimane fa, non avrebbero raggiunto il 3% a livello nazionale (dunque non avrebbero ottenuto alcun seggio), ma evidentemente c'è chi deve aver tastato il rischio che almeno una delle due potesse non arrivare nemmeno all'1% (dunque i suoi voti non sarebbero stati nemmeno conteggiati a favore della coalizione), per cui dev'essere partita la riflessione - spontanea o "ordinata" - volta a unire ulteriormente le forze, dopo la prima doppia fusione della settimana scorsa.
C'era però, come si diceva, anche un certo timore, legato essenzialmente a un fatto grafico-estetico. Venerdì scorso si erano già commentati certamente non con favore i due contrassegni compositi, soprattutto per alcune delle soluzioni utilizzate per accostare i fregi partitici: se in entrambi i casi il risultato ottenuto appariva poco soddisfacente, veniva naturale domandarsi cosa sarebbe potuto accadere nel tentativo di far convivere in uno stesso contrassegno addirittura quattro forze politiche legate sì alla stessa area, ma distinte tra loro, anche solo per le vicende legate al loro sorgere, oltre che per questioni politiche. Sarebbe stato possibile, come hanno fatto altre forze politiche, indicare in modo esplicito solo una delle liste esenti (o, volendo, anche entrambe), per poi trovare il modo di ricomprendere le altre sotto qualche dicitura: soluzione ragionevole, ma non facile o addirittura impossibile immaginando di avere di fronte soggetti politici che tengono alla loro autonomia o identificabilità. 
Quando oggi è stato effettivamente presentato il contrassegno di lista, i peggiori timori si sono puntualmente avverati. Alla lista è stato dato il nome di Noi moderati (e se ne parlerà dopo), nome che riprende volutamente - e anche graficamente - il "Noi" di Noi con l'Italia, con l'aggiunta subito sotto della parola "moderati", in un carattere graziato e corsivo; entrambi gli elementi risultano leggermente inclinati (un po' come le parole nel tricolore di Forza Italia, ma meno di così), disposti su uno sfondo blu scuro, con una circonferenza bianca all'interno. Quasi la stessa inclinazione hanno i due emblemi delle liste che hanno ritenuto di unire le loro forze, praticamente identici a quelli varati venerdì scorso, se non per un piccolo - ma significativo - particolare. In particolare, se la miniatura del simbolo di Coraggio Italia - Udc è identica alla grafica divulgata pochi giorni fa, nel cerchio medio dedicato a Noi con l'Italia e Italia al centro il cerchietto di quest'ultima forza politica ci si rende conto che Italia al Centro ha rinunciato all'arancione nella parte inferiore del suo simboletto. In pratica, questo ha avuto due conseguenze: in questo modo, il simbolo di Italia al Centro finisce per somigliare molto a quello di Noi con l'Italia per come viene proposto questa volta (con il riferimento a Maurizio Lupi); in più, sulla parte di fondo che ora è bianca è pressoché impossibile distinguere il profilo dell'Italia inserita nell'emblema.
Al di là di questa scelta grafica, forse spiegabile con l'intento di far somigliare i simboli di Noi con l'Italia e Italia al centro (entrambi in stile Pdl) oppure di ricalibrare i colori e far pesare un po' meno l'arancione (ma sul risultato è lecito avere dubbi), il punto davvero dolente è un altro. Nel cerchio grande del simbolo tondo - che già contiene la circonferenza bianca concentrica - sono contenuti due cerchi medi, che a loro volta contengono o altri due cerchi piccoli di diversa dimensione o un cerchio piccolo e un fregio sciolto; di più, i cerchi medi finiscono per sovrapporsi leggermente, mettendo in secondo piano la coppia Coraggio Italia - Udc, e in ogni caso coprono parte della circonferenza bianca interna. Si è così di fronte a un simbolo-matrioska di terzo grado, oggettivamente inguardabile perché troppo pieno e difficile da leggere nelle dimensioni destinate alle schede (3 centimetri di diametro), come pure da descrivere sul modulo di presentazione della lista; non a caso si sono scatenate varie ironie in rete, che hanno accostato l'emblema alle figure usate per l'esame ortottico. Non è dato sapere se qualcuno abbia proposto a una o due delle quattro forze politiche di rinunciare alla propria visibilità o se si fossero fatte prove in tal senso; di certo questo risultato non soddisfa e non può soddisfare (e non si sa se solidarizzare con chi ha curato la grafica dovendo sopportare le richieste delle forze politiche o criticare questa persona per il risultato finale).
Da ultimo, lo stesso nome scelto sembra foriero di potenziali problemi. Anche se "moderati" è scritto con l'iniziale minuscola, l'uso di quella parola non è affatto piaciuto a Giacomo Portas, leader dei Moderati. Raggiunto da Isimbolidelladiscordia.it, l'ex parlamentare Portas ricorda che i Moderati hanno partecipato a elezioni nazionali nella coalizione di centrosinistra, hanno depositato più volte il loro contrassegno e da poco si sono nuovamente iscritti al Registro dei partiti politici: ritengono dunque che quest'uso della parola "moderati" sia lesivo delle loro prerogative di partiti registrati e già presenti in Parlamento. Per questo motivo, è assai probabile che il partito invii una comunicazione al Viminale per chiedere che sia tutelato il proprio diritto al nome - già riconosciuto in tribunale in altri casi - e il diritto di elettrici ed elettori a non farsi confondere; qualora il simbolo fosse comunque ammesso, è altrettanto probabile che i Moderati si oppongano rivolgendosi all'Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di cassazione. Uno scontro imprevisto, dunque, potrebbe palesarsi nei prossimi giorni.

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