sabato 6 agosto 2022

Panzironi alla Rivoluzione sanitaria con la ghigliottina: passerà il vaglio?

L'annuncio è apparso ieri pomeriggio e ha iniziato subito a circolare tra varie persone. Oggi la notizia è stata data con maggior ampiezza: Adriano Panzironi
giornalista e imprenditore che guida l'azienda Life 120 Company - noto per le sue attività legate al benessere, al suo volume Vivere 120 Anni. Le verità che nessuno vuole raccontarti (cui ne sono seguiti altri) e alla produzione di integratori per attuare lo stile di vita proposto nel libro - sarebbe deciso a partecipare alle elezioni politiche del 25 settembre con una propria lista, denominata Rivoluzione sanitaria, che nel simbolo mette in primo piano una ghigliottina.
Lo stesso Panzironi, attraverso i suoi canali social e il nuovo sito del partito, ha spiegato la sua decisione di costituire un proprio soggetto politico "tematico":
Cari amici, ho deciso di scendere in Politica!!! Prima che diate il vostro giudizio su questa mia importante scelta, vorrei fare una riflessione con voi. Sono quasi 10 anni che combatto contro la Medicina dogmatica, e nonostante sia riuscito a far diventare centinaia di migliaia di persone consapevoli della loro salute, mi rendo conto che nulla è cambiato nella gestione sanitaria. La mia illusione di riuscire a cambiare la Medicina partendo dal basso, ovvero dai pazienti-cittadini, si è infranta contro il muro di gomma dell’industria del malato che evidentemente non ha nessun interesse al cambiamento. Purtroppo per quanto potremo protestare, le leve del comando rimarranno sempre a disposizione delle autorità sanitarie che sono nominate dalla politica. Allora dopo 10 anni, sono giunto all’amara consapevolezza che se vogliamo cambiare la Medicina e salvare milioni di persone dalla morte per malattie degenerative, dobbiamo aver il coraggio di presentarci al Paese e chiedere quel sostegno che ci permetterà di entrare al Parlamento e cambiare il sistema dall’interno. E non abbiate paura che la politica possa cambiarci! La scelta di chiamare il partito “Rivoluzione Sanitaria” il cui simbolo è una ghigliottina francese, non lascia dubbi d’interpretazione. Vogliamo andare in Parlamento per decapitare l’attuale direzione sanitaria e non ci faremo ammorbidire dalle sirene della politica.
Che Panzironi stia prendendo sul serio questo proposito elettorale è testimoniato da un nuovo post pubblicato oggi: 
Cari amici come avrete saputo scendo in politica con il Partito Rivoluzione sanitaria. Alcuni di voi hanno commentato che sarebbe stato meglio apparentarsi con altre forze anti-sistema. Concetto certamente corretto, però non fattibile in quanto le liste, per entrare in parlamento, devono raggiungere il 10% dei votanti, mentre se si corre da soli è sufficiente raggiungere il 3%. Ne tanto meno sarebbe stata una mossa intelligente fare da candidato in altri movimenti, visto che noi possiamo contare su centinaia di volontari che non sarebbero stati candidabili in tutta Italia, sotto il simbolo di Rivoluzione sanitaria. Altri di voi hanno commentato che non serve a niente scendere in politica “perché poi non cambia nulla”. Io rispondo dicendo, che preferisco combattere in trincea che da un comodo divano con il telefonino in mano. Allora se si vuole cambiare questa medicina dogmatica, bisogna anche avere la coerenza di trasformare la rabbia che ognuno di noi ha, per quello che ci hanno fatto, in azione e coinvolgersi in questo progetto rivoluzionario. [...] Le liste saranno chiuse martedì e l’inizio della raccolta firme sarà fatta il prossimo mercoledì 10 agosto in tutti i negozi “life120 lo spaccio”. Per le città non coperte, provvederemo nei prossimi giorni ad organizzare in loco delle raccolte firme. 
Al di là di una curiosa lettura della legge elettorale (se si va in coalizione resta lo sbarramento del 3%: la quota del 10% riguarda la coalizione e, se non viene raggiunta, non impedisce comunque alle liste che abbiano ottenuto almeno il 3% di accedere alla ripartizione dei seggi), il fatto che si parli di chiusura delle liste martedì e di inizio della raccolta il giorno 10 agosto fa pensare che un pensiero serio ci sia, anche se oggettivamente il tempo a disposizione è veramente poco (anche se sarebbe comunque possibile essere presente almeno in qualche collegio plurinominale in cui si riuscissero a raccogliere le 750 firme necessarie su liste e candidature composte grazie a parte delle "centinaia di volontari" di cui ha parlato colui che potrebbe essere indicato come capo dell'appena nata forza politica. 
Lo statuto di Rivoluzione sanitaria precisa che l'associazione nasce per "promuovere, implementare, condividere e costruire una cultura sanitaria fondata sulla prevenzione e sulla gestione della sanità operata in scienza e coscienza", nonché una "cultura politica che faccia da ponte tra il cittadino-paziente e le istituzioni sanitarie presenti sul territorio con l'obiettivo [di] migliorare le condizioni sanitarie complessive del paese"; in questo rientra anche l'intento di "promuovere ogni forma di prevenzione per cambiare il paradigma della gestione sanitaria attuale [...] basata sulla cura delle patologie con farmaci e interventi chirurgici e riportarla al concetto ippocratico di investire sulla prevenzione come forma primaria di cura dei pazienti" e di incentivare la "formazione degli operatori sanitari al fine di riparare il danno finora cagionato di incompletezza formativa, sulle conoscenze tra il rapporto tra corretta alimentazione e comparsa delle malattie degenerative". Non mancano riferimenti alla scelta delle cure e alle libertà personali (per operatori e cittadini-pazienti), alla meritocrazia sanitaria e alla libertà di ricerca volta a "rendere la medicina sempre più scientifica e meno dogmatica".
Lo stesso statuto riposta la descrizione del simbolo e la "ghigliottina francese" anche lì è l'elemento dominante, insieme al cognome di Panzironi posto in alto tra due archi tricolori e al segmento inferiore blu con il nome "Rivoluzione sanitaria" affiancato da un "per" (senza articolo) quasi invisibile. Che il riferimento allo strumento di esecuzione capitale adottato soprattutto in Francia sia stato inserito per evocare il clima di quella rivoluzione appare chiaro anche grazie a una dichiarazione dello stesso Panzironi riportata da Ansa: "non vi può essere rivoluzione e quindi vero cambiamento con le mezze misure, i compromessi e i pannicelli caldi: così come accadde con quella francese del 1789, Rivoluzione sanitaria farà cadere molte 'teste', per permettere la crescita democratica delle istituzioni pubbliche dell'Italia attraverso l'applicazione di quello che, finora e a causa della classe politica, è rimasto lettera morta, ovvero l'articolo 32 della Costituzione italiana".
Era inevitabile che l'immagine scelta per il simbolo suscitasse una certa impressione tra coloro che hanno visto il contrassegno. Chi studia i simboli dei partiti deve peraltro porsi una domanda: il simbolo di Rivoluzione sanitaria sarà considerato ammissibile dal Viminale? Nessuna norma nello specifico vieta un segno di questo tipo (non quelle relative alla confondibilità dei fregi, non quella legata alla preclusione surrettizia a chi ha diritto al segno, non quella che vieta l'uso di soggetti religiosi); si sa però che nel corso del tempo in fase di valutazione dei contrassegni si sono applicate anche altre norme che in vari casi hanno portato alla ricusazione degli emblemi. Il caso dei simboli ritenuti contrari alla XII disposizione finale della Costituzione e alla "legge Scelba" è solo quello più noto, ma lo stesso Viminale nelle sue Istruzioni ha escluso in generale i simboli facenti riferimento a una "ideologia autoritaria"; lo stesso documento ha richiesto anche il consenso dei titolari di nomi o marchi, immaginabile ma ufficialmente non previsto, mentre nella pratica sono stati cassati emblemi che contenevano indebite rappresentazioni dello "stellone" repubblicano, tacciate di vilipendio di un emblema dello Stato (si pensi al Partito della Gnocca - poi dello Gnocco - nel 2001 o al Movimento riscatto nazionale nel 2018).
Ora, non si può dire che lo statuto del partito o il nome del partito invitino alla violenza (questo sarebbe un reato e non sarebbe certamente accettabile), così come la ghigliottina offre un riferimento storico, in qualche modo seguito anche dalle spiegazioni di Panzironi. Non c'è dubbio, però, che l'immagine della ghigliottina, con tanto di lama visibile, sia molto forte, così come le intenzioni del fondatore del movimento si presentano come risolute (anche se non dichiaratamente violente): pur in mancanza di norme specifiche, non si può escludere che il segno venga interpretato come potenzialmente istigatorio all'uso della violenza, tanto da indurre il Viminale a invitare il depositante a sostituire il simbolo. Naturalmente non c'è nulla di certo (nel 1972, per dire, il contrassegno del Fronte unito rivoluzionario antifascista antimperialista fu ammesso nonostante contenesse anche un fucile e la dicitura "Prepararsi alla lotta"): a chi scrive non spetta certo decidere, al massimo riflettere e porre temi per la riflessione.

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