giovedì 11 agosto 2022

Italia viva e Azione, sotto il segno di Calenda e di Renew Europe

Chi sosteneva che molto probabilmente le forze che da tempo (prima Italia viva, poi la Lista Civica Nazionale - L'Italia C'è) o da pochi giorni (Azione, come pure altri gruppi minori) lavoravano a un "polo alternativo" avrebbero costituito un'unica lista ha avuto ragione. Poche ore fa, infatti, è stato divulgato il contrassegno elettorale unitario che mostra e accosta i due progetti più strutturati (Azione e Italia viva), inserendoli in un cartello elettorale che sembra nascere per avere anche un respiro politico più ampio, come suggerisce il comune riferimento europeo al gruppo renew europe. Altrettanto comune risulta essere il riferimento alla figura di guida della lista, individuata in Carlo Calenda, che ha parlato della lista come "alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi".
Il ruolo di guida del soggetto elettorale di Calenda emerge certamente dal risalto dato al cognome del fondatore di Azione, l'unico presente nel contrassegno: non è stato indicato invece quello di Matteo Renzi, che pure aveva percorso per primo l'idea di uno schieramento autonomo rispetto al centrosinistra a guida Pd (oltre che distinto rispetto al centrodestra e al MoVimento 5 Stelle). La prevalenza calendiana, tuttavia, emerge da tutto il contrassegno: la struttura interna del cerchio, divisa tra blu e bianco, ricorda molto l'emblema elettorale di Azione configurato per contenere il riferimento a un candidato, ma a campiture invertite (di solito il bianco stava in alto e il blu in basso, con il testo in bianco); il carattere usato per indicare il nome del leader è lo stesso (giusto appena più fine, visto che è più facile per il blu emergere su fondo bianco che a tinte invertite). Azione, poi, è la prima delle due forze politiche maggiori a essere richiamata nella parte blu, che occupa un po' più della metà del cerchio grande per consentire di non ridurre troppo le miniature dei due emblemi di partito. Il primo cerchietto bianco ospita dunque il logo di Azione - con la A frecciata - nella sua ultima versione (quella che sfuma dal blu al verde, forse il colore più sacrificato in tutto il fregio), senza altri elementi che sarebbero risultati illeggibili. Il secondo cerchietto, invece, contiene il simbolo ufficiale di Italia viva, che dunque riprende il suo posto, facendo accantonare il logo con la R rovesciata - e con il cognome di Renzi - che pure era stato "lanciato" meno di tre settimane fa; bisogna anche dire che quell'emblema somigliava molto nella struttura e nei colori al contrassegno attuale della lista (fondo blu in alto, bianco con nome blu in basso, anche se la divisione tra le due parti diseguali era curvilinea), per cui se fosse stato collocato sull'attuale segmento blu sarebbe quasi "annegato", potendo emergere a fatica (a differenza del simbolo inaugurato nel 2019). 
A prescindere dal fregio usato, comunque, la presenza di Italia viva nel contrassegno è fondamentale: avendo il partito di Matteo Renzi almeno un gruppo parlamentare, l'esenzione dalla raccolta delle firme per la lista è assicurata e i dubbi che per giorni hanno tenuto banco sul preteso diritto all'esonero di Azione perdono di senso e di attualità. Come si è ricordato nei giorni scorsi, l'esenzione spettava - sempre per scelta di Italia viva, che aveva rinominato il suo gruppo alla Camera - anche alla Lista Civica Nazionale - L'Italia C'è, ma il gruppo coordinato da Piercamillo Falasca e Federico Pizzarotti ha scelto di aderire a questo progetto politico-elettorale comune, insieme al Partito repubblicano italiano (che giorni fa aveva stipulato un accordo con Iv), nonché probabilmente altre forze di cui si è parlato in questi giorni (quali Mezzogiorno federato, legato a Claudio Signorile, che si è posto come "facilitatore" nei confronti di Federico Pizzarotti, e Insieme, già vicino a Italia viva; c'è chi ha parlato dei Moderati guidati da Giacomo Portas, ma non è affatto sicuro e lui, a precisa richiesta, non commenta). In ogni caso, le tre forze principali fanno tutte riferimento a "renew europe.", il gruppo parlamentare europeo - nato dalla convergenza di Alde e Pde, partito di cui è segretario Sandro Gozi - di cui fanno parte Nicola Danti (Iv) e lo stesso Calenda e in cui si riconosce lo stesso gruppo di LCN - L'Italia C'è. Si tratta del solo riferimento a un gruppo parlamentare europeo (cui si aggiungono, per ora, quelli al Ppe in Forza Italia e al Partito verde europeo nel simbolo composito della Alleanza Verdi e Sinistra, comunque più di quanti se ne siano mai visti alle elezioni politiche) e uno dei pochi in lingua inglese incontrati fin qui (tra questi, appunto, quello all'European Green Party).
Renzi in persona ha confermato la scelta di non emergere, tanto nel contrassegno comune quanto nel percorso verso il voto, commentando così: "Lascio volentieri che sia Carlo Calenda a guidare la campagna elettorale. Talvolta abbiamo discusso, lo sapete, ma i punti che ci uniscono sono molti di più di quelli che ci dividono. Chi ci crede deve fare di tutto per unire, non per dividere. E io ci credo. Per questo faccio il primo passo con il sorriso: perché so che sarete in tanti a camminare con noi. Io faccio politica da tanti anni e ho avuto l'onore di servire ai livelli apicali la mia città, il mio Paese, la mia comunità. Ho imparato che bisogna sempre essere ambiziosi, puntare in alto, non sognare in piccolo. Ma ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol"; Calenda, per parte sua, ha ringraziato Renzi "per la generosità". 
In generale, l'aver scelto la via di una sola lista aiuta a raggiungere l'obiettivo di non restare sotto la soglia del 3% per ottenere rappresentanza grazie ai seggi da ottenere - essenzialmente nelle circoscrizioni con più seggi - nella quota proporzionale. Il tentativo ha il volto di un simbolo unitario che come nome ha la somma del nome della figura scelta come volto principale e delle etichette delle due principali forze politiche (altri inserimenti sono stati evitati, probabilmente per scelta dello stesso leader, per evitare di rendere il simbolo illeggibile); sui social è stato diffuso l'hashtag #Italiasulserio, ma nel contrassegno non ce n'è traccia. Graficamente l'esito non è memorabile, anche se sulla scheda il cognome di Calenda emerge, mentre si distingue assai meno l'elemento politicamente più interessante dell'emblema, ossia il riferimento al gruppo europeo: fa emergere, infatti, il tentativo di dare corpo in Italia a un progetto che non sia solo elettorale, accostando forze che in altri Paesi avrebbero costituito un unico soggetto politico. Ce ne sono altre in Italia nella stessa area, ma hanno preso altre strade: presto conosceremo il loro destino simbolico.

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