sabato 23 luglio 2022

R come Renzi, Riformisti, Radio Leopolda: nuova veste per Italia viva? (di Mauro Bondì e Gabriele Maestri)

Più o meno improvvisamente è tempo di elezioni e Matteo Renzi si prepara ad affrontare la sua prima campagna elettorale nazionale fuori dal Pd. L'ex Presidente del Consiglio, dopo aver lasciato i dem nel 2019 (poco dopo la nascita del secondo governo Conte), aveva fondato Italia viva, partito liberale e riformista (ispirato notoriamente all'esperienza francese di Macron).
Con il tempo in Francia il partito di Macron -
La République En Marche! - ha finito per "svuotare" il Parti Socialiste; se più di una voce aveva attribuito anche a chi aveva seguito Renzi l'idea di "svuotare il Pd", il progetto sembra in realtà essere stato via via accantonato, dopo i modesti risultati raggiunti da Iv sia nei sondaggi, sia nelle reali competizioni elettorali. Di certo in questo momento per Italia viva la strada di un rientro in Parlamento sembra decisamente in salita: senza un'organica alleanza con Azione, +Europa e le altre compagini liberali e libdem, la soglia di sbarramento rischia di essere un problema, come pure la possibilità di avere una buona rappresentanza in Parlamento. L’ex capo del governo, dunque, avrebbe deciso di effettuare un restyling - o, se si preferisce, un rebranding - della sua creatura politica, iniziando a proporre agli elettori un nome e un simbolo completamente nuovi. Se n'è avuta la prova ieri sera, quando lo stesso Renzi è intervenuto al Tg1 avendo alle sue spalle un pannello con un simbolo diverso da quello che era stato scelto alla Leopolda del 2019 (opera di Proforma di Giovanni Sasso).
La svolta in realtà era nell’aria e se ne parlava da tempo, almeno da quando - sempre alla Leopolda, ma all'ultima edizione, tenutasi il 19 novembre 2021 - Renzi e i suoi avevano iniziato a collaudare un nuovo vessillo assai diverso da quello originario di Iv. Si trattava già allora della "R rovesciata" (o specchiata), creata dalla combinazione di tre forme (bianco, azzurro e verde) curvilinee spezzate su un fondo blu scuro. All’epoca la "R" stava per "Radio Leopolda" - cioè il modo in cui era stata ribattezzata la manifestazione in quell'anno - ma molti iniziavano a intravedere in quel logo qualcosa di più vicino a un simbolo partitico che a un semplice brand
La "R rovesciata" è poi diventata l’emblema dei podcast realizzati nei mesi scorsi da Matteo Renzi e i parlamentari di Italia viva, nonché il logo di tutte le attività e trasmissioni di Radio Leopolda (emittente in onda online dalla metà di gennaio). Nella ENews 787 del 12 maggio scorso, un primo segno rilevante: "La R rovesciata e controcorrente di Radio Leopolda (ma anche di riformisti e rottamatori) sarà sempre più presente alle nostre iniziative. Chi vuole la metta anche sul telefonino", indicando anche un link per poterla scaricare. La stessa ENews si premurava anche di annunciare che "La R rovesciata è anche nella copertina de Il Mostro", il libro dello stesso Renzi allora in uscita per i tipi di Piemme a partire dalla propria "mala esperienza" con "inchieste, scandali e dossier": si trattava ovviamente di una "R" diversa, nello stile e nei colori, ma intanto c'era già il tentativo di richiamare un'immagine già nota a chi aveva sostenuto e continuava a sostenere l'ex Presidente del Consiglio. Sempre lui, non a caso, il 27 maggio a Omnibus ha dichiarato che ""La 'R' sta diventando il simbolo di chi non si accontenta di come vanno le cose, e vuole rovesciare, e penso che la rivedremo in futuro..."
Il futuro a quanto pare è arrivato, dopo la 
crisi di governo di questi giorni. Ieri mattina Pasquale Napolitano sul Giornale parlava di una "lista R" per una corsa solitaria come opzione alternativa a un rassemblement elettorale dell'area riformista che continua a riconoscersi in Draghi. Il simbolo era appunto la "R rovesciata" di Radio Leopolda (solo quella, senza altre scritte), che peraltro proprio da ieri compare sul sito www.matteorenzi.it in alto a sinistra, al posto delle iniziali "mr". Poi è arrivata l'intervista al Tg1, con alle spalle ancora la "R rovesciata", ma stavolta incastonata in un vero e proprio logo simil-elettorale circolare. Nella parte inferiore del cerchio, un segmento curvilineo bianco contiene in evidenza e in maiuscolo il cognome di Matteo Renzi (come ormai da anni si è abituati a vedere sulle schede, anche se finora Renzi non aveva mai inserito il suo nome nei simboli o nei contrassegni elettorali, né nel Pd né in Iv); sotto, il riferimento a "Italiaviva" (azzurro come la gambetta inferiore della R e senza spazio) è quasi impercettibile. In alcune delle immagini diffuse si è letto il riferimento alla "Sfida RIFORMISTA": è realistico pensare che R stia proprio per "Riformisti" e che possa essere il nome con cui i renziani si presenteranno alle politiche del 25 settembre. R, in fondo, sta anche per "Renew Europe", gruppo al Parlamento europeo di cui fanno parte gli eurodeputati passati a Italia viva (attraverso il Pde, di cui è segretario Sandro Gozi), come pure i macroniani. Non è mancato chi, con un po' di malizia, ha interpretato la scelta come un ulteriore tocco personalistico dell'ex Presidente del Consiglio: è facile dire, infatti, "R come Renzi". Un'operazione simile, in fondo, è già stata fatta fin dal 2017 proprio dal presidente della Repubblica francese Macron, quando ha chiamato il suo partito appunto "La Republique En Marche!", ove la sigla "EM" delle due parole in maggiore evidenza riprende proprio le iniziali del fondatore, Emmanuel Macron. 
C'è chi apprezza il nuovo emblema, ritenendolo rappresentativo e "di rottura", c'è già qualche critica ("sembra fatto con Paint"); si scoprirà nelle prossime settimane se finirà sulle schede e, prima ancora, nelle bacheche del Viminale. Cambiare simbolo poco prima delle elezioni è tendenzialmente rischioso, ma se Italia Viva dovesse alla fine presentarsi al di fuori delle coalizioni, questo contrassegno potrebbe essere molto utile a Matteo Renzi: essendo costretto a superare il 3% per ottenere parlamentari (senza possibilità di ottenerne nei collegi uninominali), puntare su un simbolo che lo identifica in pieno - grazie al cognome e magari a quella R rovesciata - potrebbe fare parte di una strategia incisiva per raccogliere il maggior numero di voti, in ogni modo possibile. Qualcuno accuserà Renzi di ulteriore personalizzazione, ma in quelle condizioni è quasi inevitabile che la lista che ha bisogno di emergere metta in gioco il suo leader, il suo nome, la sua immagine. 

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