sabato 2 luglio 2022

Dieci anni simbolici: un traguardo "simbolo" da festeggiare insieme

Occorre avere rispetto del tempo che scorre, così come delle energie che in quel tempo vengono profuse, da chiunque vengano. Il 2 luglio 2012, giusto dieci anni fa, veniva pubblicato il primo post del blog I simboli della discordia: si era partiti dall'inizio, illustrando la differenza tra simbolo e contrassegno, parole che sarebbero state alla base di ogni successivo intervento e che era giusto spiegare a chi fosse capitato - per caso o per interesse - sulle pagine di quel nuovo spazio sulla Rete. 
Il blog era nato essenzialmente per soddisfare alcune esigenze: innanzitutto, far conoscere i contenuti del libro I simboli della discordia (pubblicato pochi giorni prima da Giuffrè) e aggiornarli, nella certezza che altre liti "simboliche" - più o meno in prossimità delle elezioni - sarebbero sorte anche in seguito. Non era meno importante, però, cercare di rendere la materia dei simboli dei partiti - praticata fin dall'infanzia e mai davvero accantonata dallo sventato gestore di queste pagine - accessibile per chiunque avesse avuto la necessità (magari per lavoro o per la scelta di presentare una lista) o anche solo la curiosità di saperne di più
Dietro questa seconda esigenza si celava anche l'auspicio che, prima o poi (ma chissà se e quando), potessero riconoscersi e ritrovarsi nelle pagine di quel sito anche le non poche persone che vivevano la politica come una passione viscerale e irredimibile, non a caso raggruppate nella categoria dei #drogatidipolitica. Che si trattasse di persone curiose o fanatiche fino al midollo (e, per esperienza comune, affamate di dettagli e microepisodi), in ogni caso, era necessario dare spazio anche alle vicende non sfociate in ricorsi e decisioni sull'uso dei simboli, ma più semplicemente legate alla nascita di un nuovo partito, alla scelta di cambiare emblema o magari alla storia di qualche lista dal fregio elettorale curioso o storico, che meritava di essere raccontata. In tutto questo, infine, oltre che narrare era importante illustrare, nel senso di mostrare le immagini di cui si parlava, cosa che nel libro giuridico non era stato possibile fare.
Che il terreno dei simboli potesse risultare interessante per un pubblico più ampio rispetto a quello dei semplici appassionati lo dimostrarono i primi articoli e servizi dedicati da alcuni siti, quotidiani e rubriche televisive di rilievo nazionale, nei primi mesi del 2013, quando furono presentati i contrassegni per le elezioni politiche del 2013 e fin dall'inizio emersero vari tentativi di clonare i simboli del MoVimento 5 Stelle e delle liste di Antonio Ingroia e Mario Monti (oltre che di rivendicare un uso elettorale già consolidato dell'uso del Partito pirata), anche se il Viminale li bloccò. In quelle settimane si fece più concreto il progetto di far nascere un altro libro, per raccontare in modo più pop - ma ugualmente serio, sullo stile di questo sito - la materia dei simboli, narrando anche scaramucce e curiosità di vario tipo e allegando un vero e proprio "catalogo" piuttosto completo di emblemi schierati nel corso del tempo. Nella primavera del 2014, dopo la prima #MaratonaViminale (quella che precedette le elezioni europee: altre ne sarebbero venute, nel 2018 e nel 2019), nacque Per un pugno di simboli, pubblicato da Aracne e con la prefazione impagabile del venerato maestro dei #drogatidipolitica Filippo Ceccarelli: quel volume, dopo oltre otto anni, avrebbe certamente bisogno di un robusto aggiornamento, anche se al momento mancano il tempo e l'editore giusto (ma chi lo sa...).
Una delle soddisfazioni più importanti legate al sito - che dal 2015, per essere più riconoscibile, si raggiunge attraverso il dominio www.isimbolidelladiscordia.itarrivava dal veder crescere il numero di persone interessate all'argomento e che - a volte senza che ci sia mai stata una conoscenza di persona - sceglievano di interagire: chi chiedeva informazioni, chi suggeriva approfondimenti, chi andava oltre e proponeva temi o si offriva di scrivere qualcosa. In una testata giornalistica si parlerebbe di "redazione"; qui manca una testata, non ci sono contratti o altre forme di obblighi (chi gestisce il sito e lo riempie di contenuti, così come chi propone o scrive, lo fa con il tempo che ha), ma di fatto si è formato via via un gruppo di lavoro e di "ricerca", da intendere come persone che si imbattono in notizie o spunti da sviluppare personalmente o almeno da segnalare a chi avrebbe potuto trasformarli in un testo. Senza di loro - che in tutti questi anni hanno messo a disposizione la loro risorsa più preziosa, il tempo, senza che chi scrive ora abbia potuto ripagarla in modo concreto - il sito sarebbe molto più povero e probabilmente si sarebbe consunto via via, specie nei periodi politicamente più intensi o personalmente più pesanti: già solo per questo, meritano la più ampia gratitudine. 
Alcuni appuntamenti curati da chi si è aggiunto via via, tra l'altro, hanno arricchito molto il sito. Dal 2016, per esempio, si è cercato di seguire con più attenzione e in modo sistematico le elezioni amministrative, analizzando simbolo per simbolo l'offerta elettorale nei principali comuni chiamati al voto, ma dedicando attenzione anche ai piccoli e piccolissimi centri, ogni volta che ne valeva la pena. Dal 2018 una parte degli articoli di "simboli e curiosità sulla scheda" è costantemente curata da Antonio Folchetti, che - al di là di aver avuto la non trascurabile sventura di aver avuto chi scrive tra i suoi docenti - analizza sempre ogni quadro elettorale con attenzione e impiegando i suoi "ferri del mestiere" politologici. Già dal 2016, invece, Massimo Bosso offre a lettrici e lettori di questo sito un viaggio sempre stimolante nei comuni "sotto i mille", indagando un fenomeno elettorale a molti sconosciuto e che meritava di essere analizzato a dovere: quei viaggi, tra l'altro, hanno portato nel 2019 alla pubblicazione - con Youcanprint.it - di M'imbuco a Sambuco!, libro curato dallo stesso Bosso (con il sottoscritto) per raccontare un quarto di secolo di liste singolari presentate in Piemonte (la regione più ricca di microcomuni) e all'interesse di alcuni media (da Striscia la Notizia ad Adnkronos).
Altre persone, nel corso degli anni, hanno dato il loro contributo al sito con loro articoli. Nella maggior parte dei casi hanno preferito non scrivere direttamente, ma con i loro suggerimenti hanno aiutato a trovare le notizie di cui parlare (magari sfuggite al curatore del sito, in altre faccende affaccendato), hanno suggerito punti di vista o, con il dialogo e il confronto, hanno arricchito le riflessioni: non a caso i loro nomi figurano, se non nella "redazione" del sito (e tra le persone più assidue, senza far torto a nessuno e nel rispetto di chi nel corso degli anni non si è voluto palesare, oltre ad Antonio Folchetti vanno segnalati Arturo Famiglietti, Marco Chiumarulo e Massimo Parecchini), almeno nell'elenco di coloro cui il sito deve la sua crescita e che a ogni fine anno si allunga sempre di più. Con l'avvento della pandemia, che ha cambiato decisamente molti orizzonti (suggerendo anche, da fine marzo del 2020, un mese di silenzio assoluto, perché parlare di simboli mentre intorno si continuava a morire e a soffrire era del tutto fuori luogo), si è anche presa più confidenza con gli strumenti tecnologici per dialogare e coinvolgere persone senza bisogno di organizzare un evento "fisico". In questo è stato essenziale l'apporto di Francesco Morganti: proprio in quella difficile primavera del 2020, propose che la pagina Facebook legata al sito - curata con più assiduità e aggiornata puntualmente dall'inizio del 2018 - ospitasse la presentazione del libro del comune amico Vincenzo Iacovissi Un socialista a Palazzo Chigi, assieme a Francesco Bragagni. La formula della presentazione con la piattaforma Streamyard si è dimostrata idonea anche per altre occasioni, così si è inaugurata la pagina Video del sito: lì sono ospitati i filmati delle altre presentazioni svolte e altri eventi cui si è partecipato a distanza (incluse le conversazioni su Instagram - l'account era stato nel frattempo aperto all'inizio del 2020 - con Stefano Mentana, "malato di politica" e giornalista di TPI, sulle elezioni amministrative romane del 2021 e sulle suppletive del 2022). 
Con il tempo, dunque, il sito è cresciuto, tra avventure, difficoltà e sfide (e anche qualche scivolone e mancanza, da ammettere senza problemi). Si sperava di fare qualcosa di solido e duraturo, ma l'idea che il racconto dei simboli durasse dieci anni andava sinceramente oltre ogni attesa e forse anche oltre ogni ambizione iniziale; spesso i simboli sono e restano al centro della narrazione, altre volte ne sono solo un ingrediente, per più ampie considerazioni sul "diritto dei partiti" o sul diritto parlamentare. Dall'inizio del 2020 si superano quasi sempre le 20mila visite al mese (quando avere sfiorato una prima volta quell'obiettivo a gennaio del 2013 era sembrato un risultato imbattibile): si può fare certamente di meglio, ma già questo risultato soddisfa abbastanza. Difficile dire - sinceramente - quanto si potrà andare ancora avanti: il tempo di cui si è parlato all'inizio continua a scorrere, quello a disposizione è sicuramente minore rispetto al passato e la fatica aumenta. Si farà comunque il possibile per continuare a riempire questo spazio di contenuti: di certo, ci si riuscirà soprattutto grazie a chi vorrà dare il suo contributo in termini di tempo e conoscenze. Oggi, comunque, è giusto festeggiare il traguardo del decennale, così come lo si farà l'8 luglio, in una chiacchierata online tra alcune delle persone che hanno contribuito a costruire questa realtà: i risultati importanti sono merito del "gruppo di lavoro e di ricerca" e vanno festeggiati insieme. La torta è solo virtuale, ma a ogni persona che si senta coinvolta spetta una fetta. "Simbolica", per l'appunto.

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