lunedì 18 luglio 2022

Gruppi ai parlamentari M5S pro governo Draghi? L'offerta di L'Italia C'è

Entro qualche manciata di ore si potrà sapere qualcosa di più sul destino della XVIII Legislatura, se dunque Mario Draghi confermerà le sue dimissioni e ci si dovrà attendere uno scioglimento delle Camere in tempi rapidi (e un voto in autunno) o se il governo continuerà a operare nella pienezza dei suoi poteri anche dopo la "parlamentarizzazione" della crisi, magari dopo un nuovo voto di fiducia sull'eventuale mozione presentata a sostegno dell'esecutivo. Molti occhi sono puntati soprattutto sul MoVimento 5 Stelle, dopo la scelta di non partecipare al voto sulla questione di fiducia posta sulla conversione del "decreto-legge aiuti", alla base delle dimissioni presentate da Draghi (benché il Presidente della Repubblica non le abbia accolte, chiedendo al Presidente del Consiglio di presentarsi in Parlamento): fin da quel momento, i media si occupano del dibattito interno al MoVimento, tra chi sostiene le tesi del presidente Giuseppe Conte ("Non abbiamo tolto la fiducia al governo, ma senza chiarezza sui punti che abbiamo posto non potremo condividere responsabilità di governo") e le posizioni di chi non vuole comunque revocare partecipazione e sostegno al governo Draghi.
In questa situazione concitata e non ancora definita, non è passato inosservato l'intervento pubblicato sabato sui social network dai profili del movimento politico L'Italia C'è, attraverso il suo coordinatore nazionale Piercamillo Falasca: nel testo diffuso si parla esplicitamente della possibilità di dare sostegno ai parlamentari che volessero uscire dai gruppi del MoVimento 5 Stelle, accogliendoli in nuovi gruppi chiaramente volti ad appoggiare l'esecutivo guidato da Mario Draghi. In particolare, dopo aver rimarcato che non sono venute meno "le ragioni politiche del Governo Draghi", sostenendo che "non possiamo permetterci l'immobilismo e la paralisi, come hanno scritto il sindaco di Milano Beppe Sala e altri 10 sindaci di grandi città", Falasca ha rilevato che quella stessa posizione "sta emergendo in una parte consistente dei gruppi parlamentari del M5S", informando come "alcuni di questi parlamentari - sempre più distanti dalla linea distruttiva di Giuseppe Conte" abbiano contattato L'Italia C'è. "Siamo disposti ad accoglierli - ha continuato Falasca - e a lavorare con loro alla nascita di due gruppi parlamentari a Camera e Senato a sostegno del governo Draghi, aperti alla partecipazione di altri componenti delle Camere attualmente nel gruppo misto o in altre formazioni politiche, ai quali chiederemmo ovviamente di sottoscrivere un impegno programmatico preciso, basato sul sostegno all’Agenda Draghi e sulle proposte de L'Italia C'è". Falasca ha concluso sottolineando che quella proposta "vuol avere una valenza pienamente politica, e come tale la mettiamo a disposizione del presidente del Consiglio e di tutti i cittadini. Non è una decisione che avremmo assunto, prima di questa crisi, perché l'obiettivo de L'Italia C'è è (e continua a essere) quello di promuovere una iniziativa politica dal basso, che valorizzi le esperienze associative e civiche di tutta Italia".
In questi giorni, in effetti, chi ha parlato di possibili, nuove fratture nelle compagini parlamentari del MoVimento 5 Stelle ha anche spesso precisato che coloro che dovessero abbandonare i gruppi del M5S per continuare a sostenere il governo Draghi non avrebbero intenzione di approdare nei gruppi di Insieme per il futuro, ma sceglierebbero una via autonoma rispetto a quella di chi ha seguito Luigi Di Maio: in questo senso, la soluzione proposta da Falasca potrebbe tornare utile. Al momento sono riferibili al movimento L'Italia C'è quattro deputati: oltre a Gianfranco Librandi (che con Falasca ha depositato "L'Italia C'è" e altri segni come marchi) ci sono Gennaro Migliore (membro come Librandi del gruppo di Italia viva, nonché presidente dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo), Camillo D'Alessandro (altro deputato di Iv) ed Emanuela Rossini (eletta nella lista Svp-Patt e membro della componente Minoranze linguistiche del gruppo misto): se a costoro si unissero dunque almeno altre 16 persone elette alla Camera, potrebbe nascere il gruppo denominato "L'Italia C'è" (magari abbinato a un'altra denominazione, se chi avesse l'idea di abbandonare il gruppo del M5S volesse sceglierne una). 
Non pare invece che al momento al Senato ci siano figure direttamente riferibili a L'Italia C'è (anche se le relazioni non mancano): oltre a questo, bisognerebbe anche tenere conto di come i partiti in grado di consentire la formazione di un gruppo in corso di legislatura - per avere partecipato alle ultime elezioni "uniti o collegati", dunque con simbolo visibile, "conseguendo l'elezione di Senatori" - ormai scarseggino, anche dopo la lettura "squarciante" delle norme regolamentari "anti-transfughismo" introdotte nel 2017. Dopo che il Psi ha permesso la nascita del gruppo di Italia viva (grazie a Riccardo Nencini, eletto in un collegio uninominale in quota Insieme Italia-Europa - Psi), che l'Italia dei valori ha consentito la nascita del gruppo ora chiamato "Uniti per la Costituzione - C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Alternativa - P.C. - Ancora Italia - Progetto SMART - I.d.V." (grazie a Elio Lannutti, eletto nel M5S ma tornato frattanto all'Idv, a sua volta ritenuta in grado di far nascere il gruppo in virtù della partecipazione alla lista Civica popolare, cui al Senato poteva riferirsi almeno Pierferdinando Casini, eletto in un collegio uninominale e tuttora membro del gruppo Per le Autonomie) e dopo che - da ultimo - Centro democratico ha fatto nascere il gruppo di Insieme per il futuro (nonostante Emma Bonino, unica eletta in un collegio uninominale in quota +Europa - Cd, avesse già formato e tuttora aderisca a una componente del gruppo misto grazie a quella lista comune), è rimasta probabilmente solo l'Udc a poter permettere la nascita di un gruppo autonomo, in forza dell'elezione di Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone in collegi uninominali in rappresentanza della lista presentata con Noi con l'Italia (che invece non ha eletto senatori, tranne Gaetano Quagliariello che però sta nel gruppo misto, membro della componente Italia al centro).
A prescindere dalla possibilità di formare un gruppo autonomo a Palazzo Madama, L'Italia C'è lavora comunque per strutturarsi ulteriormente: non a caso, il 17 e il 18 settembre è previsto - sempre ovviamente che non si tengano elezioni anticipate - l'evento fondativo del movimento politico, intitolato La forza del lavoro. La Terra di domani e programmato presso il Teatro Parenti a Milano. Oltre a Falasca, Librandi, Migliore, Rossini e D'Alessandro, è stato indicato tra gli animatori Federico Pizzarotti, sindaco di Parma fino alle ultime elezioni e con il quale L'Italia C'è ha stabilito una "collaborazione organica"; le conclusioni dell'evento sono state invece affidate al sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Sempre a Milano, tra l'altro, è legata una piccola innovazione che ha riguardato il simbolo di L'Italia C'è dalla fine di giugno: nella parte inferiore del cerchio, infatti, è apparsa - su un segmento irregolare blu - la dicitura minuscola "i riformisti". Un post pubblicato sulla pagina di L'Italia C'è ricordava la nascita, un anno prima, della lista civico-politica "I Riformisti", qualificata come "esperimento che dovrebbe ispirare le scelte di molti piccoli e grandi partiti del fronte liberal-democratico" e ritenuta "determinante per la vittoria al primo turno e soprattutto per convincere i ceti produttivi, il mondo del lavoro e delle professioni, i più giovani e il mondo dell’associazionismo e del terzo settore, della bontà della proposta di Beppe Sala". Rilevato che dopo le amministrative milanesi "altre iniziative in giro per l’Italia hanno usato la nostra denominazione 'I riformisti' e molti hanno evocato quell’aggettivo per descrivere l’area politica ancorata all’Agenda Draghi, all’europeismo e alla modernizzazione del Paese" e con l'intenzione di dare peso all'area riformista anche in vista delle elezioni del 2023, la nota proseguiva notando che "i promotori de 'I Riformisti' oggi partecipano alla costruzione del progetto de L'Italia C'è e ne sono ogni giorno di più parte integrante. Per questo, oggi integriamo 'I riformisti' nel simbolo de L'Italia C'è". La scelta, a quanto pare, non è stata accolta da tutti i gruppi che hanno partecipato a quella lista (si vedano i post di dissenso pubblicati da Milano in Azione e +Europa Milano); è segno, in ogni caso, del tentativo di costruire qualcosa di più solido nell'area riformista-riformatrice. Con la possibilità che L'Italia C'è acquisti visibilità in Parlamento negli ultimi mesi di questa legislatura, se questa andrà a scadenza naturale e si verificheranno le condizioni per la nascita dei gruppi.

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