mercoledì 17 agosto 2022

Impegno civico, simbolo ammesso ma diffidato da chi rivendica il nome

Tra i contrassegni per le elezioni politiche del 25 settembre prossimo depositati durante la #MaratonaViminale tra venerdì e domenica  e accettati nelle scorse ore c'è anche quello di Impegno civico - Centro democratico, che dunque si appresta a presentare le proprie liste per Camera e Senato tra domenica e lunedì nelle varie corti d'appello. C'è chi pensa però che Luigi Di Maio non dovrebbe dormire sonni tranquilli, nel senso che quelle liste potrebbero incontrare ostacoli a causa del nome usato per distinguere la lista, secondo qualcuno già "occupato" in politica da molti anni. Di questo, per lo meno, è convinto Fabio Desideri, presidente di Confimprese World, eletto consigliere regionale nel 2005 nella Lista Storace, già sindaco di Marino dal 2000 al 2002 e ancora prima (dal 1996) consigliere comunale sempre a Marino, in entrambi i casi per una lista denominata proprio Impegno civico.
Si era già accennato nei giorni scorsi, quando era stato reso noto il nome della lista / forza politica di Di Maio e poi questa era stata presentata, che Desideri aveva rivendicato la costituzione mediante un atto notarile dell'associazione politica Impegno civico nel 1994, prima della partecipazione alle amministrative di Marino del 1996 e del 2000 (dalle ultime uscì eletto sindaco proprio Desideri), ritenendo dunque che Di Maio non potesse impiegare quel nome senza prima raggiungere un accordo con chi l'aveva impiegato già almeno un quarto di secolo prima. A questo proposito, all'indomani dell'evento di presentazione di Di Maio e Tabacci, Desideri aveva annunciato, "dopo aver sentito tanti amici che presero parte all’esperienza politica di Impegno civico, negli anni 1996 e 2000", di essersi rivolto a un collegio legale (con gli staff degli avvocati Eugenio Pisani di Marino e Rocco Caminiti di Roma) perché questo valutasse "con massima attenzione, le correlazioni con l’esperienza del nostro Impegno civico in quegli anni, la nostra storia e la nostra denominazione, verificando se ricorrano gli estremi che necessitano di azioni di tutela nelle sedi competenti", appunto per proteggere "la storia di Impegno civico".
Ora che il rito del deposito dei contrassegni elettorali si è compiuto, indicando così ufficialmente con quale emblema le varie forze politiche intendono partecipare al voto, Desideri avrebbe compiuto un passo ulteriore: "Ieri - ha fatto sapere domenica - i nostri avvocati hanno notificato, presso gli uffici ministeriali, dopo la presentazione del simbolo di Impegno Civico, a Di Maio e Tabacci, formale diffida a presentare le liste di Impegno civico, comunicando inoltre agli stessi che in caso di presentazione delle liste sarà immediatamente presentato ricorso nei termini di legge. Speriamo sinceramente che Di Maio e Tabacci non creino le condizioni che ci obblighino a dover ricorrere alla Magistratura al fine di evitare la presentazione delle liste il prossimo 21 agosto".
Fin qui le dichiarazioni pubbliche di Desideri, di cui si deve certamente tenere conto. Chi però frequenta questo sito ricorderà che, non appena il nome del nuovo progetto politico di Di Maio è stato reso noto, uno sguardo rapido agli ultimi quattro anni di elezioni amministrative ha fatto emergere almeno una trentina di usi del nome "Impegno civico" nelle competizioni locali tra il 2019 e il 2022: viene da domandarsi, quindi, se Desideri abbia reagito contro gli altri gruppi che abbiano usato quel nome con le stesse forme ora praticate nei confronti di Di Maio e Tabacci. "È verissimo - spiega a Isimbolidelladiscordia.it - 'Impegno civico' è una dicitura molto usata e più volte utilizzata in appuntamenti elettorali. Il problema è che un conto è la presenza alle amministrative, che hanno carattere locale, un conto è la valenza e l’utilizzo su base nazionale della lista Impegno civico. Il dato locale è l’essenza di una presenza nelle istituzioni di territorio per favorire la partecipazione dei cittadini, tutt'altra cosa è la presenza a livello nazionale in uno schieramento politico". 
Sulla sua pagina di LinkedIn, Desideri ha condiviso tra l'altro un articolo dell'agenzia Dire in cui si dava conto dell'esistenza almeno di un'altra associazione politica denominata "Impegno civico", fondata questa volta a Bologna nel 1993, dunque addirittura un anno prima di quella cui si riferisce Desideri. E se i #drogatidipolitica non possono non notare - grazie al sito dell'associazione - che tra i presidenti si è annoverato per un paio di anni anche Nino Luciani (sì, proprio il segretario-depositante della Dc), in quell'articolo si dice che uno dei fondatori, 
Giuseppe Maria Mioni (già consigliere comunale a Bologna per Forza Italia), ha chiesto a Di Maio e Tabacci di rinunciare a quel nome. "Non è chiaro - ha scritto Desideri su LinkedIn, riferendosi all'associazione bolognese - se abbia mai partecipato alle elezioni, come nel caso di Impegno civico di Marino, sin dal 1996, ma è certo che esisteva. Entrambe le associazioni, sia quella di Bologna sia quella di Marino, sono state costituite con atto notarile. A questo punto, sarà difficilissimo per Di Maio e Tabacci contestare la fondatezza dei ricorsi in caso di presentazione delle liste. Sin da ora mi appello all'ex consigliere Mioni, del comune di Bologna, affinché voglia condividere l'iniziativa di tutela della nostra storia per la quale, nella prossima settimana, rivolgeremo un forte appello, a tutti i leader dei partiti presenti in parlamento, per la salvaguardia dei ricordi e delle esperienze di tanti italiani che non possono esserci sottratti da Di Maio e Tabacci".
Al di là dei toni diversi della richiesta (un invito a cambiare nome, senza fare accenno a iniziative legali) proveniente da Bologna, proprio l'emergere dell'esistenza di un'altra associazione - sempre costituita con atto notarile - spinge a interrogarsi su quanto possa pretendere Desideri: se l'associazione bolognese esisteva da prima della sua, non avrebbe forse più titolo per sentire lesi i propri diritti al nome e all'identità personale? E, già che ci si è, un'altra domanda si fa strada: il fatto che Di Maio e Tabacci intendano impegnarsi e candidarsi nella coalizione di centrosinistra ha per caso contribuito a rafforzare in Desideri l'intenzione di tutelare l'associazione-lista che aveva co-fondato, oppure anche altre collocazioni politiche non avrebbero cambiato il suo agire?
"Io parlo per quello che mi riguarda - spiega sempre Desideri per lettrici e lettori di questo sito -. Credo che la nostra lista sia stata la prima a presentarsi a un appuntamento elettorale eleggendo donne ed uomini nelle istituzioni locali e depositando simbolo e denominazione alle commissioni elettorali competenti per territorio. Non discuto l'eventuale presenza di Impegno civico di Di Maio e Tabacci nel centrosinistra, nel centrodestra o al centro; eccepisco invece che quella lista Impegno civico possa essere presente sul piano nazionale senza che nessuno ci abbia chiesto se questo fosse possibile, visto che noi avevamo provveduto a tutelare la nostra associazione con un atto pubblico. Ritengo comunque che forse una riflessione vada fatta sui comportamenti di Di Maio, Tabacci etc.: se più soggetti che hanno già impiegato in politica la denominazione 'Impegno civico' li invitano a ritirare il simbolo e a non utilizzarlo, il fatto che costoro vadano avanti senza alcuna considerazione per tutti noi non è forse un comportamento da valutare e magari da stigmatizzare?".
A quanto si può comprendere, il progetto di Desideri è presentare ricorsi o in ogni caso rivolgersi alle varie corti d'appello in cui Impegno civico di Di Maio e Tabacci presenterà le proprie liste, facendo presenti le proprie ragioni. Di questo si prende atto, ma sembra opportuno fare alcune valutazioni relative al procedimento elettorale: innanzitutto, tra le competenze degli uffici elettorali circoscrizionali e regionali c'è l'accertamento dell'identità dei depositanti, dell'avvenuto deposito dello statuto/dichiarazione di trasparenza e del programma, dell'uso di un contrassegno presentato e ammesso, dei requisiti della lista presentata (data di presentazione, numero e regolarità delle eventuali sottoscrizioni, composizione della lista), della copertura dei collegi, dei requisiti delle singole persone candidate, mentre non ci sarebbe la valutazione di eventuali doglianze di soggetti che non partecipano alle elezioni, specie se relative al nome della lista (e, di riflesso, al simbolo utilizzato); si deve poi ricordare che non è possibile impugnare davanti all'Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di cassazione eventuali decisioni di ammissione di una lista e, in ogni caso, sono legittimati a ricorrere al collegio di seconde cure solo i delegati dell'eventuale lista ricusata o che abbia visto escludere una o più candidature. 
Per chi non partecipa al procedimento elettorale, insomma, non è prevista la possibilità di partecipare all'iter di valutazione dell'ammissibilità delle liste, né si può pensare che gli uffici elettorali possano ritenere inutilizzabile un contrassegno ritenuto ammissibile dal Viminale e sul quale non vi siano state opposizioni in Cassazione. In effetti, sempre nel tentativo di tutelare il proprio contrassegno, Desideri avrebbe potuto presentare il simbolo del "suo" Impegno civico (contenente una stretta di mano sopra l'immagine di una torre, collocata al centro di una struttura blu a orbite - simili a quelle classiche degli elettroni - e su un fondo coloro rosa chiaro) come contrassegno elettorale, magari con l'intento di opporsi all'ammissione del fregio di Di Maio e Tabacci e far decidere l'Ufficio elettorale centrale nazionale, non tanto sulla confondibilità del simbolo - oggettivamente diverso - quanto piuttosto su quella del nome. Tra i 101 contrassegni arrivati in bacheca, però, quello di Desideri in effetti non si è visto, così il contrassegno di Impegno civico depositato personalmente da Di Maio e Tabacci è stato ammesso senza problemi: ora, dunque, sembra difficile contestarlo in sede elettorale. Ovviamente resta aperta la possibilità di cercare tutela sul piano civilistico, facendo valere - in particolare - eventuali lesioni del diritto al nome o all'identità personale dell'associazione che esiste da più tempo; difficile dire quale esito potrebbe avere un'azione simile in tribunale. Di certo, Fabio Desideri sembra intenzionato a tutelare la storia della propria associazione-lista: si vedrà in quali sedi e con quali esiti.  

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