Negli ultimi due giorni in rete si erano rincorse le notizie della separazione delle strade di Cateno De Luca, ex sindaco di Messina ora candidato alla presidenza della Regione Siciliana, e di Dino Giarrusso, europarlamentare (eletto con il M5S, poi fuoriuscito) ed ex "iena" che aveva cofondato con lui il movimento politico Sud chiama Nord: le divergenze su come affrontare queste elezioni politiche, arrivate con notevole anticipo rispetto a quanto era stato preventivato, hanno causato la rottura e avevano fatto pensare alla fine del progetto politico lanciato solo a giugno. In effetti è tramontato quel simbolo, ma il nome si è conservato, come "sottotitolo" di un altro progetto, la cui denominazione principale è De Luca sindaco d'Italia. Nulla a che vedere, ovviamente, con l'espressione cara a Matteo Renzi per identificare un modello di legge elettorale (e, in fondo di forma di governo): il nome si ispira direttamente all'esperienza di Cateno De Luca, per come si è caratterizzata e vuole continuare a connotarsi in futuro. In questi giorni si sta lavorando perché il soggetto politico possa partecipare alle prossime elezioni politiche e di certo non solo in Sicilia: si è parlato di questo nella conferenza stampa tenuta ieri mattina alla sala stampa della Camera.
Il nuovo progetto ha una dimensione tanto regionale quanto nazionale: è confermata, come si diceva, la candidatura di De Luca alla guida della giunta siciliana, con il sostegno probabile di tre liste (Orgoglio siculo, Sicilia Vera e, ovviamente, De Luca sindaco di Sicilia) e lui è sicuro della sua vittoria (incidentalmente, le dimissioni di Musumeci di oggi hanno fatto fissare la data del voto per il 25 settembre, in concomitanza con le elezioni nazionali). Intanto però a queste elezioni politiche pensa davvero: non sfugge uno dei suoi ultimi post su Facebook, in cui proclama "Tra 10 anni sarò il Sindaco d’Italia! Palazzo Chigi aspettami ... per ora devo lavorare per la mia Sicilia! Nel frattempo con il progetto Sud chiama Nord De Luca Sindaco d'Italia eleggeremo almeno 15 deputati e 5 senatori che porteranno avanti le istanze del territorio e dei Sindaci di tutta Italia". Questa è infatti l'idea alla base del soggetto politico, "un movimento popolare e al tempo stesso - così è stato definito in apertura della conferenza stampa - un partito che, ispirandosi ai principi autonomistici e federativi dei territori vuole definire e attuare un vero e proprio patto di solidarietà Sud-Nord, integrando anche un nuovo quadro di politiche nazionali ed europee volto a eliminare le sperequazioni sociali, economiche e infrastrutturali tra il Meridione e il resto dei territori europei che non rendono competitivo il 'sistema Italia'".
"Quello che presentiamo oggi non è l'ennesimo movimento, ma un'opportunità" ha sottolineato il giornalista Ismaele La Vardera, ora presidente di Sud chiama Nord. "In questo momento storico, in cui il dibattito politico consiste nel chiedersi se dare o no il diritto di tribuna a Di Maio o su quale sia il destino di Calenda o di Fratoianni, mentre il Mezzogiorno d'Italia è fuori dall'agenda di tutti i partiti dell'arco costituzionale, noi parliamo di cose concrete, fatti, amministrazione. Abbiamo scelto di parlare di 'sindaco d'Italia' perché oggi e da tempo i comuni e gli amministratori locali, coloro che portano avanti il paese, sono lasciati da soli, sono avamposti abbandonati e deserti: vogliamo rappresentare questa situazione e dare voce a loro. Saremo dunque presenti in tutte le Regioni schierando proprio gli amministratori che ci hanno chiesto aiuto e vedono in Cateno De Luca, sindaco prima di Fiumedinisi e di Santa Teresa di Riva, poi di Messina, l'esempio concreto di buona amministrazione".
A sostegno di De Luca sono intervenuti il professore di diritto tributario Raffaello Lupi e il docente di procedura penale ed ex parlamentare di Forza Italia Carlo Taormina (poi legato anche al MoVimento 5 Stelle e a Italia libera): "Rientro nei palazzi della politica dopo molti anni, francamente non l'avrei mai voluto fare, ma qui non si fanno promesse o libri dei sogni. Credo che quest'iniziativa sarà fonte di una rivoluzione nel nostro panorama politico, in grado di rivoltare l'Italia come un calzino: questo movimento parte dalla realtà, abbiamo la prova che, dov'è andato, Cateno De Luca ha risolto le cose e ha creato una mentalità seguita anche da chi è arrivato dopo di lui". Secondo Taormina, che sarà candidato alla Camera, De Luca è "sindaco d'Italia" perché "il suo modello di amministrazione si può esportare per rilanciare le entità comunali in tutto il paese, potenziando le loro capacità di gestione della politica, a partire dalla valorizzazione delle polizie locali per curare davvero la sicurezza. Questo movimento vuol essere davvero federalista e autonomista: il Nord deve capire che può essere 'ancora più Nord' se il Sud riesce ad arrivare al suo stesso livello di economia e infrastrutture".
"Non eravamo pronti per queste elezioni anticipate - ha ammesso De Luca - visto che stavamo lavorando al progetto De Luca sindaco di Sicilia, che ci vede protagonisti di una nuova stagione di rinnovamento e libertà della nostra terra; in vista del voto a scadenza naturale della legislatura avevamo pensato a Sud chiama Nord, che non è un nuovo partito, ma una reazione del territorio che si consolida, dai piccoli comuni che ho amministrato, a quelli come Messina fino ad arrivare all'intera Sicilia, in cui vinceremo. Lo scioglimento delle Camere ci ha spiazzati, ma non ci siamo fatti prendere in contropiede: abbiamo anticipato la strategia, cercando di essere presenti nel maggior numero di collegi". Nel suo intervento, De Luca ha provato a indicare i tratti fondamentali del progetto: "L'amministrazione è una cosa, la politica è un'altra. La gente vuole essere amministrata, mentre oggi il concetto di buona amministrazione o di buon governo è scomparso dalla politica: amministrare significa non stuprare. Da amministratori sappiamo che ogni impresa che se ne va impoverisce la base impositiva e farà aumentare la pressione fiscale per gli altri: abbiamo bisogno che l'Italia e l'Europa non spingano le imprese ad andarsene, ma le aiutino a restare e aiutino noi a farle restare, magari con un piano decennale di riallineamento con cui evitare anche che chi resta qui a fare impresa sia strozzato economicamente. 'Sindaco d'Italia' non indica l'egocentrismo o la megalomania di Cateno De Luca, che peraltro ci sta tutto, non l'ho mai negato; è il nostro messaggio chiaro e forte, perché si porti avanti un'amministrazione e una politica di territorio, senza distacco da questo. Vogliamo rafforzare i poteri e le tutele dei sindaci, mentre oggi hanno paura sia ad agire sia a restare fermi; negli ultimi anni i sindaci sono stati trasformati in dazieri e prendono le sputazzate, ma nessuno chiama a responsabilità chi li mette in quelle situazioni. Servono norme concepite e scritte meglio, simulando in modo più accurato i loro effetti sui territori; serve anche garantire a tutti lo stesso punto di partenza, in modo che chi ha più capacità possa emergere senza sentire il bisogno di ricorrere alla raccomandazione".
Tutto questo e molto altro è "riassunto" in un simbolo semplice e "letteral-cromatco" che ricorda molto i simboli che a maggio hanno sostenuto la candidatura - vittoriosa - a sindaco di Messina di Federico Basile. Su fondo giallo (che occupa oltre metà del cerchio, in un segmento "crescente") si legge la dicitura nera e rossa "De Luca sindaco d'Italia"; subito sotto, in una fascia rossa, è riportato il nome "Sud chiama Nord" (con i due riferimenti geografici in grassetto, senza che però il testo segua la grafica del simbolo originario, con le frecce); resta vuoto, in basso, un piccolo segmento bianco. "Non abbiamo alcuna intenzione di consegnarci a qualcuno - ha detto De Luca evocando il tema delle alleanze -. Siamo riusciti a governare la tredicesima città d'Italia, cioè Messina, stando fuori dagli schieramenti politici e riusciremo a governare la Sicilia; nel frattempo eleggeremo i nostri parlamentari, perché il territorio ci mette nelle condizioni di poterlo fare".
Perché il simbolo possa finire sulle schede, tuttavia, è necessario raccogliere le firme, visto che la forza politica non è rappresentata in Parlamento e non ha partecipato alle ultime politiche o europee. Su questo problema si è diffuso il deputato Carmelo Lo Monte (eletto con la Lega, ora nel gruppo misto, componente Centro democratico - Italiani in Europa): "Il voto il 25 settembre è un'anticipazione non giustificata di alcuni soggetti che pensano di avere già in tasca il risultato: questi signori si accorgeranno di avere sbagliato i conti. I problemi legati alla raccolta firme però ci sono, così con deferenza e rispetto chiederei al Presidente della Repubblica di intervenire, perché è in discussione la democrazia partecipata: dare la possibilità ai cittadini di organizzarsi in chiave elettorale e raccogliere le firme è un diritto da garantire costituzionalmente, per cui diciamo a Mattarella, di cui conosciamo il garantismo, che bisogna intervenire ridimensionando il numero di firme da raccogliere. Noi abbiamo chiaro il coraggio del nostro leader e la sua organizzazione, le firme le raccoglieremo: se qualcuno pensa di metterci fuori con questo espediente, di nuovo, sbaglia i conti. Ci rivolgiamo comunque al presidente Mattarella, non per una richiesta egoistica, ma per un motivo nobile: dobbiamo difendere giorno per giorno la democrazia, ma siamo anche convinti che i cittadini e i territori debbano poter tornare a essere protagonisti". "Il Presidente della Repubblica - ha aggiunto De Luca - deve avere un occhio di riguardo perché queste elezioni le ha volute il palazzo e non la gente: noi non vogliamo sconti, ma buon senso e attenzione per il territorio, che non può sempre essere soffocato da posizioni politiche che hanno stabilito di danzare sul cadavere dell'Italia. Ora comunque stiamo completando le liste e lunedì inizieremo ufficialmente la raccolta firme". I banchetti e i tavolini per le firme, dunque, saranno il primo banco di prova diffuso per l'aspirante "sindaco d'Italia".
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