mercoledì 3 agosto 2022

ItalExit e Alternativa, insieme per mantenere il dissenso in Parlamento

Immagine ricostruita
Fin dai giorni immediatamente successivi allo scioglimento delle Camere tanto ItalExit quanto Alternativa avevano lamentato la difficoltà legata alla raccolta in estate e in un tempo brevissimo delle sottoscrizioni necessarie per presentare liste, denunciando il rischio concreto di una barriera alla partecipazione alle elezioni. Il 31 luglio hanno scelto di continuare a farlo, ma unendo le loro forze per cercare di raccogliere comunque le firme richieste dalla legge. Questa mattina, in una conferenza nella sala stampa della Camera, Gianluigi Paragone (ItalExit), Pino Cabras e Francesco Forciniti (Alternativa) hanno presentato il loro progetto elettorale comune, mostrando ufficialmente anche il simbolo: si tratta, in sostanza, del simbolo di ItalExit nella sua ultima versione (con il logotipo del partito inserito nella parte inferiore rossa dell'esagono di fondo e l'espressione "Per l'Italia con Paragone" in evidenza e in blu nella freccia centrale bianca), integrato con il riferimento ad Alternativa nella parte superiore verde dell'esagono (il nome è stato ripetuto subito sotto la miniatura del simbolo, così da renderlo leggibile anche sulle schede elettorali).
La conferenza è stata aperta da Paragone, che ha dato conto delle ragioni dell'alleanza e dei suoi fini: "Con Alternativa abbiamo condiviso l'opposizione al governo Draghi, attraversando insieme momenti anche di difficoltà oggettiva, con i tentativi di anestetizzare e comprimere il Parlamento: riteniamo che anche le ultime scelte intraprese, finalizzate a cercare di escludere dalle elezioni le forze del 'campo antagonista', abbiano la logica di non creare il bis di una forza che possa conquistare terreno e spazio politico in un paese che farà esplodere la protesta sociale". Per Paragone "l'opposizione deve disturbare il manovratore, se non lo fa non è opposizione; qui il manovratore ha dimostrato di non voler essere disturbato, ma noi siamo forti per questa battaglia intrapresa insieme e così ci presenteremo agli italiani, facendo i conti con l'ultima scorrettezza del sistema, che vuole mandarci fuori. 750-1000 firme da raccogliere in agosto sono un'impresa, non per incapacità nostra, ma perché molti italiani sono lontani dai luoghi di residenza e non è un caso che finora si sia sempre evitato di tenere elezioni politiche a settembre, preservando il periodo delle ferie degli italiani; in più quelle firme devono essere autenticate da persone che a loro volta possono essere in ferie o comunque lontane dai loro luoghi di servizio". 
Nel ringraziare i militanti che - una volta definito il simbolo per le liste - sono già impegnati nella raccolta ("dimostrano che c'è voglia di politica"), Paragone ha chiarito meglio il senso della battaglia per ottenere le sottoscrizioni e partecipare al voto: "Se la politica e le istituzioni non capiscono che il dissenso deve rimanere in un perimetro istituzionale, questo dissenso andrà fuori dalle istituzioni e agirà da fuori: questo non significa voler fare l'incendiario, ma voler essere realisti. Noi non stiamo chiedendo di entrare in Parlamento con certezza, vogliamo solo poter correre in una partita che si democratica, altrimenti avremo elezioni non libere e democratiche ma rese complicate, dal Capo dello Stato in giù, in un periodo drammatico: quando la crisi scoppierà in faccia a quelle persone, questo paese non sarà più in grado di reggerne le pressioni e saranno affari loro. Per quanto mi riguarda, la mia scelta l'ho fatta: o queste voci entreranno in Parlamento, o io accompagnerò quelle voci del dissenso fuori dal Parlamento e faremo i conti da fuori". 
Sul punto ha insistito anche Cabras, sostenendo che "il Parlamento appena sciolto non rappresentava più il popolo italiano nella sua interezza: queste Camere erano nate su una spinta di cambiamento riversatasi su vari partiti, ma il sistema politico dei governi tecnici e dei vincoli esterni ha in seguito riassorbito molti parlamentari. Un gruppo ridotto di persone elette, inclusi noi e gli aderenti a ItalExit, ha continuato in solitudine a rappresentare un popolo che non era più rappresentato dal Parlamento; abbiamo così assistito al tentativo di impedire che ci sia ancora questa voce in Parlamento", tentativo che sarebbe stato attuato "combinando una pessima legge elettorale allo scioglimento in estate, rendendo in certe circostanze quasi proibitiva la raccolta delle firme". Alternativa e ItalExit, secondo Cabras, faranno di tutto "per invitare i cittadini a firmare e a garantire così il pluralismo dell'offerta elettorale, ma dovevamo denunciare il tentativo di tenere fuori dalle elezioni voci che su certi temi sono addirittura maggioritarie. Negli anni vari partiti hanno ritenuto sacrificabili milioni di persone che hanno sofferto tantissimo: noi vogliamo che queste persone abbiano la possibilità di essere rappresentate e possano prendersi una piccola vendetta politica verso chi le ha tradite". Tutto ciò passerebbe attraverso la candidatura di persone "che 'hanno schiena' e hanno dimostrato in concreto di essere disposte a sacrificarsi, a perdere il loro ruolo sociale o a mettere da parte ambizioni personali: non abbiamo usato il bilancino come i 'signori 70 e 30' o gli altri personaggi che pensano di avere seggi sicuri, che con questi meccanismi elettorali non sono sicuri per nessuno; lavoreremo per scombinare i giochi e rendere insicura ogni pretesa di sicurezza". Il progetto comune di Alternativa e ItalExit, ha concluso Cabras, vuole "conservare una saldatura nata nell'opposizione per portarla in un progetto che rappresenterà milioni di persone, il servizio migliore che possiamo fare per gli italiani".
L'intervento di Forciniti è stato ancora più rivolto al futuro: "La prossima legislatura potrà essere quella della 'pacificazione' o del definitivo sfaldamento del tessuto sociale, fiaccato da una politica di regime, propaganda e odio che ci ha messi gli uni contro gli altri. Occorrerà scrivere un nuovo patto sociale che non sia più basato sulla cieca obbedienza a un potere che ti impone di credere in qualcosa senza dare spiegazioni, perfettamente incarnato da Draghi: siamo chiamati a una reazione innanzitutto sociale e poi democratica, attraverso il voto, che faccia scattare in noi un istinto di sopravvivenza, altrimenti non ci sarà scampo per il nostro Paese". Definendo l'alleanza con ItalExit come "naturale" ("Nell'ultimo anno e mezzo ci simo ritrovati dalla stessa parte, in piazza e in Parlamento, senza nemmeno doverlo concordare"), Forciniti ha sottolineato come la lista comune che ci si sforza di presentare serva "anche a garantire che in Parlamento ci sia uno spicchio di persone che non si piegherà e non si farà commissariare, mettendo il suo cervello in naftalina per convenienza politica".
Se la conferenza stampa è stata anche l'occasione per indicare alcune candidature sotto le insegne affiancate di ItalExit e Alternativa - tra queste, quelle del leader della protesta dei lavoratori portuali triestini Stefano Puzzer, del medico Andrea Stramezzi, del giornalista e blogger Francesco Amodeo, della giudice onoraria Lina Manuali (che a Pisa nel 2021 aveva assolto un persona disapplicando uno dei Dpcm emanati da Conte, da lei ritenuto illegittimo) e dell'avvocata Consuelo Locati (che ha difeso vari familiari delle vittime bergamasche della pandemia da Sars-CoV-2) - resta in primo piano il problema della raccolta firme, per cui Gianluigi Paragone si era rivolto al Presidente della Repubblica già dopo l'approvazione dell'emendamento Magi-Costa alla Camera (bollandolo come "porcatina") e tuttora chiede che lo incontri o almeno intervenga: "Chiediamo al Capo dello Stato se è garante del gioco democratico oppure no, se si prende la responsabilità di tenere fuori queste forze che al sistema non piacciono, ma fin qui sono state in grado di portare nelle istituzioni la voce disperata, il grido di dolore di molte persone". 
Per Paragone la soluzione - che Mattarella, si suppone, dovrebbe suggerire in sede di moral suasion o almeno essere evocata in modo generico con un intervento a tutela del pluralismo elettorale - potrebbe avere la forma dell'ulteriore dimezzamento delle firme da raccogliere (riducendole a un quarto di quanto richiesto dalla legge, cioè a 375 sottoscrizioni, come nel 2013 e nel 2018) oppure, in alternativa, dell'esenzione a tutti i gruppi e componenti del gruppo misto presenti nelle Camere. Un'ulteriore via - che questo blog peraltro aveva caldeggiato - è stata implicitamente indicata da Cabras, ricordando che nel contrassegno elettorale condiviso di ItalExit e Alternativa "ci sono due simboli di partiti che sono inseriti nel Registro dei partiti politici e si sono organizzati, ma nonostante questo con la legge elettorale attuale non avrebbero diritto di presentare liste se non all'esito di una corsa a ostacoli immaginata da menti chiaramente malate. Un personaggio come Tabacci, che fa politica da quando avevo i primi vagiti, 'erede' di un simbolo che trasmette a se stesso di legislatura in legislatura, può invece esentare dalla camurrìa della raccolta firme chi ne usufruisce e credo che questo ponga dei problemi di uguaglianza". Difficile immaginare se un intervento in una di queste direzioni, a macchina elettorale ormai avviata, possa davvero arrivare. Il problema, in ogni caso, rimane. 

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