venerdì 16 febbraio 2024

Abruzzo, simboli e curiosità sulla scheda

Dopo la Sardegna (chiamata al voto il 25 febbraio), la seconda Regione a rinnovare i suoi organi nel 2024 sarà l'Abruzzo: le urne saranno aperte il 10 marzo e la campagna elettorale è ufficialmente iniziata da qualche giorno, con l'ammissione di tutte le liste presentate (dopo che i primi esami degli uffici elettorali avevano dato luogo a decisioni difformi).
La scheda non sarà troppo affollata e apparirà piuttosto regolare nella composizione: si affronteranno due soli candidati alla presidenza della giunta, entrambi sostenuti da 6 liste, per un totale di 12 simboli sulla scheda. Si tratta di una competizione meno "ricca" rispetto a quella dell'elezione precedente, nel 2019: allora le candidature a presidente erano state quattro, per un totale di 15 formazioni a sostegno. In questo post si seguirà l'ordine di presentazione sorteggiato per la circoscrizione dell'Aquila.

Marco Marsilio

1) Democrazia cristiana - Unione di centro

Il sorteggio ha collocato al primo posto sui manifesti e sulle schede la candidatura del presidente di giunta uscente, Marco Marsilio, espressione del centrodestra. La prima lista su cui può contare è quella che unisce la Democrazia cristiana (da intendersi come il partito guidato da Gianfranco Rotondi, che nel 2018 fu eletto proprio in Abruzzo) e l'Unione di centro di Lorenzo Cesa. Il simbolo è una variazione rispetto a quello dell'Udc: sullo sfondo azzurro ci sono sempre le vecchie vele di Ccd e De (più grandi), in primo piano c'è lo scudo crociato nella versione usata da anni dall'Udc, ma piuttosto ingrandito, a svantaggio delle due etichette di partito. Curiosità, a Teramo e nel capoluogo in un primo tempo non era stata ammessa la lista: l'ufficio centrale circoscrizionale aveva ravvisato una potenziale confondibilità col simbolo della Dc guidata da Totò Cuffaro (che non si presenta, ma deve aver lamentato un uso del nome senza titolo); l'audizione del rappresentante della lista ha però fatto rientrare il problema. 
 

2) Forza Italia

Seconda lista sorteggiata è quella presentata da Forza Italia, che in Abruzzo impiega lo stesso contrassegno sfoggiato in Sardegna, pensato per l'uso dopo la morte di Silvio Berlusconi. In particolare, il fregio elettorale prende come modello l'emblema schierato alle elezioni politiche del 2022, che aveva aggiunto il riferimento al Partito popolare europeo; al centro del cerchio bianco c'è sempre la bandierina tricolore, ma al di sotto ora c'è soltanto il cognome di Berlusconi (largo quanto il vessillo), senza più l'appellativo "Presidente" (cosa che permette alla bandiera di occupare più spazio rispetto al passato).
 

3) Marsilio presidente

Terza formazione a sostegno del presidente uscente è quella qualificabile come "lista personale" o "del presidente": Marsilio presidente, appunto. Il contrassegno scelto è molto semplice e diretto: cerchio color verde acqua che contiene soltanto - in posizione centrale - il nome della lista, con il cognome di Marsilio in maggior evidenza (anche grazie al colore blu molto scuro) e la qualifica presidente in bianco: si tratta anche dell'unico simbolo a contenere il nome del presidente uscente. Volendo, la palette cromatica adottata può apparire derivata dai tre colori dello stemma regionale (bianco, verde, blu), che vengono richiamati senza essere citati direttamente.

4) Lega

Come quarta lista sulle schede aquilane si trova la Lega, che partecipa per la seconda volta alle elezioni regionali abruzzesi, ma soprattutto arriva all'appuntamento come forza politica più votata in assoluto alle regionali di cinque anni fa (27,53%), benché non fosse quella cui il candidato apparteneva. Il simbolo schierato è lo stesso utilizzato nel 2019, minivariante di quello inaugurato con le elezioni politiche del 2018: unica differenza è il riferimento all'Abruzzo sotto al cognome di Matteo Salvini (tra i più evidenti di questo turno elettorale), al posto della parola "presidente". 
 

5) Fratelli d'Italia

Subito dopo la Lega sulla scheda della circoscrizione dell'Aquila si trova il simbolo di Fratelli d'Italia, vale a dire il partito cui Marsilio appartiene: c'è da attendersi, vista la situazione politica nazionale, che la lista possa andare ben oltre il 6,49% ottenuto nel 2019. Rispetto a cinque anni fa, il contrassegno di lista è piuttosto simile: la struttura è quella del simbolo ufficiale del partito, ma il nome di Fdi è stato rimpicciolito ancor di più per lasciare il posto al riferimento alla leader e presidente del consiglio Giorgia Meloni (mentre alle precedenti elezioni c'era l'indicazione "Marsilio presidente": una sostituzione che non passa inosservata).
 

6) Noi moderati

Ultima formazione delle sei a sostegno di Marsilio è Noi moderati, vale a dire il partito guidato da Maurizio Lupi che debutta alle regionali abruzzesi. Il simbolo è quello ufficiale, ma proprio nella circoscrizione del capoluogo (e non anche nelle altre) la lista era stata in un primo tempo ricusata a seguito di un esposto dell'Udc - ne hanno parlato i media locali - in cui si sarebbe paventato un rischio di confusione della lista attuale con quella che corse alle politiche del 2022 e di cui era parte anche l'Udc (insieme, tra gli altri, a Noi con l'Italia); non è passata inosservata la scaramuccia interna a due soggetti della coalizione (che peraltro si sarebbe accompagnata a "migrazioni" inattese di candidati).
 

Luciano D'Amico

7) Abruzzo insieme

Seconda (e ultima) candidatura alla guida della giunta regionale abruzzese è quella di Luciano D'Amico, già rettore dell'Università di Teramo. Lo sostiene un centrosinistra allargato, ma la prima lista sorteggiata per la circoscrizione del capoluogo è quella più legata al candidato: Abruzzo insieme. Quel nome era presente anche nelle liste di cinque anni fa (e si è indicato il candidato presidente di allora, Giovanni Legnini, come promotore della lista con vari amministratori e figure non lontane dall'area dem). Il simbolo è molto semplice, con il verde che tinge la circonferenza, il semicerchio superiore (che contiene il nome) e l'apostrofo del cognome del candidato, riportato nella parte inferiore.
 

8) D'Amico presidente - Riformisti e civici

Seconda formazione del "campo largo" è D'Amico presidente - Riformisti e civici. Si tratta della lista cui concorrono soprattutto il Partito socialista italiano (presente con la miniatura del suo simbolo nella parte inferiore gialla sfumata) e Italia viva (declinata qui in Abruzzo vivo, con un'interessante resa grafica), ma c'è anche +Europa. La parte superiore del contrassegno - un semicerchio ampliato blu, con il riferimento giallo al candidato che concorre, quanto a evidenza, con quello di Salvini - contiene anche la miniatura di Abruzzo in comune, lista presentata nel 2019 e gruppo nel consiglio regionale in scadenza.
 

9) Azione

Il nome dell'aspirante presidente D'Amico ha grandissimo rilievo (ben più che nella "lista personale") anche nella lista di Azione: il mondo libdem, dunque, non si presenta unito, ma corre in almeno due formazioni distinte. Il simbolo è quello che si è già visto altrove, con il nome sfumato del partito nel semicerchio bianco superiore e il riferimento al candidato (e non a Carlo Calenda) in quello blu inferiore; in quello spazio del cerchio è presente anche la dicitura "Socialisti Popolari Riformatori", che sembra ampliare sensibilmente il raggio d'azione della lista rispetto a quello che il semplice simbolo del partito suggerisce.
 

10) MoVimento 5 Stelle

Nel 2019 aveva sfiorato il 20%, perdendo qualcosa rispetto a cinque anni prima ma quasi doppiando il Pd; ora il MoVimento 5 Stelle si presenta per la terza volta alle regionali abruzzesi, ma non più da solo (a sostegno della propria candidata Sara Marcozzi), bensì all'interno del citato "campo largo" che appoggia D'Amico. Il simbolo schierato in quest'occasione, diverso da quello delle due elezioni precedenti, è quello indicato nello statuto, con il riferimento al 2050 posto nel segmento rosso collocato sotto agli elementi ormai tradizionali di quel fregio politico-elettorale (cioè il nome con la V di fantasia e le cinque stelle gialle).
 

11) Partito democratico

Quinta lista della coalizione larga che si oppone a Marsilio è quella del Partito democratico, in cerca di riscatto dopo il deludente 11,14% ottenuto nel 2019 (quando era candidato Giovanni Legnini). Il contrassegno riproduce nella parte superiore il simbolo del partito, ma lo riduce di dimensione per consentire l'inserimento del cognome del candidato alla presidenza, anche in questo caso in grande evidenza (spenta giusto un po' dal colore verdino che tinge anche il segmento inferiore in cui è inserito l'appellativo "presidente": una soluzione grafico-cromatica inaugurata già con le elezioni politiche del 2008).
 

12) Alleanza Verdi e Sinistra

Ultima delle liste della coalizione che sostiene D'Amico (e ultima delle liste riportate su manifesti e schede) è quella presentata da Alleanza Verdi e Sinistra. Il contrassegno impiegato parte ovviamente da quello usato alle elezioni politiche (del resto consente di evitare la raccolta firme), ma con due piccole modifiche: nella parte superiore, al posto del riferimento alle Reti civiche, si legge l'espressione "Abruzzo progressista e solidale", mentre nella parte inferiore è stato inserito - a costo di ridurre gli altri spazi all'interno del cerchio, dando l'impressione di un emblema un po' troppo ammassato - un segmento biconvesso con il riferimento a Democrazia solidale, che entra nella lista e giustifica il nome inserito in alto.

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