sabato 18 settembre 2021

Trieste, simboli e curiosità sulla scheda

Ultimo capoluogo di regione chiamato al voto il 3 e il 4 ottobre per rinnovare la propria amministrazione è Trieste: pur essendo il capoluogo di una regione a statuto speciale, in questo caso le date per il voto coincidono con quelle determinate a livello nazionale.
Sulla scheda elettorale finiranno 10 candidati (incluso il sindaco uscente Roberto Dipiazza), che potranno avvalersi dell'appoggio di 21 liste: si tratta di una situazione non molto diversa rispetto a quella vista nel 2016, quando si erano presentati 11 candidati, sostenuti da 20 liste). Alcuni simboli, addirittura, sono proprio identici a quelli utilizzati cinque anni fa, anche quando nel frattempo sono cambiate le grafiche dei rispettivi partiti.

Roberto Dipiazza

1) Dipiazza per Trieste

Il sorteggio ha collocato in prima posizione, "in alto a sinistra" sulle schede, la candidatura del sindaco uscente, Roberto Dipiazza, da più parti dato per favorito anche in quest'occasione (nel 2016 aveva vinto al ballottaggio). Proprio come cinque anni fa, lui si presenta sostenuto da sei liste e l'estrazione ha voluto che la prima a finire sulle schede fosse la formazione civica più legata al candidato sindaco, Dipiazza per Trieste. Si tratta dello stesso emblema impiegato nel 2016 e nel 2011 (in quel caso a sostegno di Roberto Antonione), con la seconda "I" del cognome sostituita dall'alabarda triestina (un segno che tornerà spesso in questa tornata elettorale): in primo piano c'è una stilizzazione del mare (con una fascetta tricolore che spunta e finisce sotto il cognome), mentre sullo sfondo si vede il palazzo del Municipio.
  

2) Lega

In seconda posizione, sulla scheda e all'interno della coalizione di Dipiazza, appare il primo dei partiti del centrodestra che hanno rinnovato il sostegno al sindaco uscente: si tratta della Lega, che nel 2016 come Lega Nord aveva sfiorato il 10% (ed è probabile che questa volta il risultato sia migliore). Cinque anni fa, oltre al nome completo originario (e al nome di Salvini, già presente nel segmento inferiore, sia pure in bianco), il contrassegno conteneva il "Sole delle Alpi", peraltro già molto ridotto, e la bandiera biancorossa a strisce con l'alabarda triestina; in questo caso, invece, si è impiegato il simbolo inaugurato alle elezioni politiche del 2018 (con il riferimento a "Salvini premier"), senza alcuna indicazione territoriale.
  

3) Noi con l'Italia

La terza lista di Dipiazza, 
Noi con l'Italia, ha rischiato di non finire sulle schede: le candidature erano state escluse perché molte firme dei sottoscrittori erano state autenticate da Renzo Tondo (già presidente della giunta regionale) come parlamentare e le norme regionali non prevedevano che quelle figure potessero validamente autenticare. Il Consiglio di Stato ha però riconosciuto l'applicabilità anche nella regione a statuto speciale delle nuove norme statali (art. 14 della legge n. 53/1990, modificata dal "decreto Semplificazioni" convertito) che prevedono espressamente che i parlamentari possano autenticare le firme elettorali. Così è arrivato sulle schede il simbolo di Noi con l'Italia, in cui il nome è stato di molto ridotto per permettere l'inserimento del riferimento a Dipiazza (sopra il tricolore pennellato); a sinistra spunta anche un'alabarda rossa, non proprio armonica in quel contesto.
  

4) Cambiamo Trieste

L'alabarda compare anche, stavolta in bianco (e sembrando un po' meno "fuori contesto"), sul simbolo della quarta lista, Cambiamo Trieste, versione locale del partito di Giovanni Toti. Non è solo una questione di nomi: basta uno sguardo per rendersi conto che tutto l'emblema è stato riletto in chiave "marittima", sia aggiungendo un profilo stilizzato di onde nel segmento arancione (che sembra quasi una barca), sia trasformando il tricolore svelato a frottage in una sorta di vela (al punto che l'alabarda sembra quasi un albero della "barca" arancione). Soluzione originale, ma non proprio ben riuscita (e lo stesso contorno "sbocconcellato" della scritta "Cambiamo" non è proprio memorabile).
 

5) Forza Italia

Quinta lista sulla scheda e nella coalizione in appoggio al sindaco uscente è quella di Forza Italia, cioè proprio il partito di Dipiazza: con il suo 14,47% nel 2016 era stata la forza politica più votata del centrodestra. Sarà forse anche per questo che il tempo sembra essersi fermato sulla scheda elettorale: il simbolo, infatti, è identico a quello che cinque anni fa aveva ottenuto quei voti, concepito con una grafica che aveva come base il contrassegno presentato da Fi alle elezioni europee del 2014, con il cognome di Berlusconi della stessa larghezza della bandierina e l'eventuale aggiunta dei riferimenti personali o territoriali in alto. In seguito - soprattutto dal 2018 - il modello simbolico è cambiato, ma a Trieste si è preferita la grafica già vista (che tra l'altro dà più risalto al cognome di Dipiazza).
 

6) Fratelli d'Italia

La questione appena accennata si ripropone anche con il simbolo dell'ultima lista della coalizione, vale a dire Fratelli d'Italia. Nel 2016 era stato usato il simbolo delle europee del 2014, vale a dire il "cannocchiale" con il simbolo di An che nascondeva il nodo tricolore e il cognome di Giorgia Meloni incastrato in alto tra il bordo del cerchio e il nome del partito. Questa volta si è scelto come base il contrassegno elettorale del 2018, ma si è ridotto lo spazio per il nome della leader (e si è spostato il più possibile in basso il simbolo ufficiale di Fdi) pur di inserire il nome di Dipiazza. E siccome questo è davvero molto evidente (probabilmente la font è Nexa Black), per non far perdere rilievo al cognome di Meloni si è adottato lo stesso carattere, rendendolo dunque più spesso a dispetto del calo di dimensioni. Tutto questo, però, ha reso il semicerchio superiore particolarmente pieno e "ammassato".

Arlon Stok

7) Podemo

Dopo le sei liste presentate a sostegno del sindaco uscente, si trova l'unica lista che appoggerà Arlon Stok, giovane designer e manager. La formazione politica si chiama Podemo, si è costituita nel 2018 - anche con l'idea di prepararsi al voto del 2021 - e con la spagnola (Unidas) Podemos non ha nulla a che vedere: alla base c'è l'idea di "offrire ai triestini l'opportunità di vedere le proprie potenzialità finalmente realizzate", mentre gli amministratori attuali non sarebbero in grado di svilupparle. "Podemo", nell'idioma locale, sarebbe una presa di coscienza di quelle potenzialità (legate anche alla conoscenza delle lingue), in risposta al frequente "no se pol" (che, per i promotori del progetto, spesso va letto come "no se vol"). Il simbolo, su fondo rosso, ha come elemento principale nove pallini bianchi disposti in modo da ricordare l'alabarda triestina (ma volendo anche una freccia o una figura umana stilizzata).
 

Franco Bandelli

8) Futura

Un altro candidato che avrà il sostegno di una sola lista è Franco Bandelli. Già aspirante sindaco nel 2011 (sostenuto dalla lista Un'altra Trieste e da due formazioni di destra), questa volta si presenta alle elezioni di ottobre con l'appoggio di una lista civica, denominata Futura: questa si qualifica come "movimento civico di Trieste, per Trieste. Progetti chiari e fattibili, senza troppe chiacchiere". Per l'occasione, il simbolo a toni di azzurro e blu contiene il nome scelto (in carattere Helvetica, disposto un po' in "stile Forza Italia"), collocato sopra una veduta della città: in quell'immagine si può riconoscere facilmente, sulla sinistra e in primo piano, il Faro della Vittoria, con la statua alata sulla sommità.

Riccardo Laterza

9) Adesso Trieste

Si cambia candidato (il quarto, in ordine di sorteggio) e anche qui rispunta l'alabarda. Riccardo Laterza (urbanista e pianificatore) si presenta infatti appoggiato dalla lista Adesso Trieste, lista creata da persone giovani interessate a dare un futuro alla loro città "cambiando le regole del gioco", rendendola davvero inclusiva e solidale: si tratta certamente di una formazione civica (come suggerisce anche l'espressione "Patto per la città", scritta anche in sloveno), ma la sensibilità può dirsi anche di sinistra (non a caso, ha raccolto anche il sostegno di Sinistra italiana). Nel simbolo, come si diceva, torna l'alabarda, trasformata nella "punta" di un testimone da passare di mano in mano, come segno del citato patto (e di un auspicato avvicendamento alla guida del comune); i colori del fondo sono arancione e blu. 
 

Giorgio Marchesich

10) Federazione del Territorio libero di Trieste

La sfilata delle candidature che godono dell'appoggio di una sola lista prosegue con Giorgio Marchesich, presente anche nel 2016 tra gli aspiranti sindaci. Lui, allora come oggi, si presenta sostenuto dalla Federazione del Territorio libero di Trieste, il cui simbolo inevitabilmente ripropone la già nota alabarda triestina di colore bianco su fondo rosso; accanto all'arma si trovano le sigle Sto (che indica il concetto di Territorio libero di Trieste in sloveno) e Ftt (questa volta la sigla sembra in inglese, a meno di intendere "Federazione del territorio di Trieste"). Nel 2016 erano arrivati oltre 1700 voti e l'1,77% dei consensi; difficile dire se questa volta il progetto susciterà un interesse maggiore.
 

Ugo Rossi

11) Movimento 3V

Anche a Trieste, a quanto pare, è riuscito a presentarsi il Movimento 3V, cioè "Vaccini vogliamo verità": con Trieste, il soggetto politico può dire di essere riuscito a partecipare alle elezioni amministrative di tutti i capoluoghi di regione. Il simbolo, naturalmente, è lo stesso già visto negli altri comuni (e alle suppletive di Siena): al centro la sigla "3V" (ciò che resta dell'antico nome), intorno le parole "Verità  e "Libertà" e una spessa circonferenza rossa a racchiudere tutto. Anche la piazza elettorale triestina sarà una buona occasione per parlare e confrontarsi sulla libertà della cura e dignità della persona, senza limitarsi alle questioni legate ai vaccini o alla pandemia (anche perché il Movimento 3V è nato ben prima, già nel 2019). Candidato sindaco è Ugo Rossi, giovane ingegnere civile ambientale.

Alessandra Richetti

12) MoVimento 5 Stelle

Non si ferma la sfilata delle persone candidate alla carica di sindaco con il sostegno di una sola lista. Questa volta tocca ad Alessandra Richetti, che è presidente uscente della VI circoscrizione. Eletta nel 2016 con il MoVimento 5 Stelle, si ripresenta questa volta come aspirante sindaca, ma sempre con l'appoggio del M5S. Rispetto a cinque anni fa, il simbolo è rimasto quasi uguale, fatta eccezione per una lieve riduzione degli elementi grafici caratterizzanti e per l'inserimento - nella parte inferiore del cerchio - di un segmento rosso nel quale trova posto il 2050, anno preso come riferimento (tencologico, sociale, economico, ma anche politico) per il "nuovo" M5S guidato da Giuseppe Conte.

 

Aurora Marconi

13) Trieste verde

Dopo Richetti, il sorteggio ha indicato un'altra aspirante alla carica di sindaco. Aurora Marconi, consigliera uscente della VII circoscrizione (eletta con la lista No Ferriera Sì Trieste) si candida prestando attenzione soprattutto a temi legati all'ambiente e alla povertà. A sostenerla è il gruppo Trieste verde, presentatore della lista Trieste, il cui simbolo è "un frondoso albero dalle profonde radici con la sola scritta Trieste, ché le inutili aggettivazioni di parte le lasciamo agli inutili altri". Si tratta di un emblema presentato in combinata con un'analoga lista nel vicino comune di Muggia, dove il candidato sindaco è Maurizio Fogar (già aspirante primo cittadino a Trieste nel 2016 proprio per 
No Ferriera Sì Trieste e in un primo tempo dato in corsa nuovamente a Trieste per la lista in commento, prima che emergenze ambientali di vasta portata in vista gli suggerissero di candidarsi a Muggia).
 

Francesco Russo

14) Partito democratico

Penultimo candidato sindaco è Francesco Russo, già segretario generale dell'associazione dem TrecentoSessanta, senatore per il Pd nella XVII legislatura e attualmente vicepresidente del consiglio regionale. Se nel 2016 Russo aveva perso le primarie del centrosinistra (le vinse il sindaco uscente Roberto Cosolini, poi sconfitto da Dipiazza), questa volta tocca a lui correre per la guida del comune, sostenuto da sei liste. La prima, indicata dal sorteggio, è quella del Partito democratico: il simbolo è quello tradizionale (con l'aggiunta del nome in sloveno), con la parte inferiore del contrassegno tinta di blu e contenente il riferimento al candidato sindaco (da notare il carattere impiegato, piuttosto originale). 
 

15) Uniti per un'altra città - Združeni Za Drugacno Mesto

Seconda formazione tra quelle presentate in appoggio alla candidatura di Russo è Uniti per un'altra città (anche qui il simbolo stesso riporta pure la versione in sloveno: "Združeni Za Drugacno Mesto"). Si tratta di una lista che cerca di unire varie sensibilità di sinistra, messa in piedi da Articolo Uno e Open FVG per offrire, come si legge in un comunicato, "una lettura della città - e gli occhiali necessari a vedere… - del suo essere, delle fragilità e delle potenzialità della sua comunità. Ed ovviamente, idee e proposte per trasformarla, per renderla migliore, più aperta, più inclusiva, più solidale, più ricca (economicamente, culturalmente, socialmente)". Il simbolo visualizza - forse in modo un po' naïf, proprio quest'idea di "un'altra città", da vivere in modo più sereno.
 

16) Partito animalista

Fa parte della coalizione che sostiene la corsa di Francesco Russo, come terza lista, anche il Partito animalista, avendo l'intento di offrire il proprio impegno per i "diritti" degli animali domestici e non dei triestini (collaborando anche con le associazioni che sul territorio li difendono). La formazione politica guidata a livello nazionale da Cristiano Ceriello in quest'occasione manda sulla scheda il suo simbolo tradizionale (con le impronte animali ormai collocate nella parte alta della fascia rossa centrale), con l'aggiunta - nella parte inferiore - dell'aggettivo "ambientalista" (scritto in verde), per sottolineare l'impegno anche sulla riqualificazione delle aree verdi e sulla tutela degli ambienti carsici.  
 

17) Lista Russo - PuntoFranco

La quarta formazione della coalizione di centrosinistra è quella più legata al candidato sindaco: la Lista Russo - PuntoFranco è infatti la sua formazione personale, pensata per "cambiare gli schemi della politica triestina". L'idea, come si legge nel sito, è "
far incontrare persone con storie e sensibilità diverse, ma accomunate dall’idea che occuparsi del bene comune è una cosa troppo importante per essere lasciata solamente ai politici di professione. È uno spazio per chi ha perso fiducia nella politica ma ha ancora voglia di impegnarsi per Trieste". Il nome parte ovviamente dal concetto di "porto franco" (ben noto ai triestini) e lo sviluppa, per creare uno spazio di discussione: anche per questo, il simbolo fonde la stilizzazione di un "chiodino puntatore" di una mappa a quella dell'onnipresente alabarda, ovviamente su sfondo rosso. 
 

18) 'TS 21-26

La quinta formazione a sostegno di Russo è forse quella più plurale, sul piano politico: 'TS 21-26 è frutto infatti dell'impegno comune di Italia viva, Cittadini, Partito socialista italiano e Unione slovena (Slovenska skupnost, il cui simbolo in miniatura è l'unico visibile all'interno del contrassegno, probabilmente per le stesse ragioni che hanno suggerito in altri simboli l'inserimento dei nomi anche in sloveno), quattro forze moderate e riformiste che hanno cercato di unirsi nel nome di un disegno comune. Il nome scelto per la lista si riferisce proprio alla città (TS come Trieste) e all'orizzonte temporale della consiliatura 2021-2026, nella speranza che il lavoro comune possa essere apprezzato e riconosciuto.
 

19) Noi pensionati insieme

Ultimo emblema della coalizione che appoggia nella sua corsa elettorale Francesco Russo è quello della lista Noi pensionati insieme, nata a Trieste per farsi "portavoce delle esigenze di una fascia di popolazione che di fatto non si sente troppo tutelata, anche alla luce di una serie di oggettive difficoltà" (si legge in un comunicato diffuso giorni fa). Il simbolo adottato per la tornata elettorale si basa su una fascia tricolore morbida appoggiata su uno sfondo azzurro chiaro sfumato, con il nome della lista scritto sopra (un po' in nero, un po' in verde: a conti fatti, senza irridere nessuno, sembra l'emblema meno riuscito dell'intera coalizione, quanto a resa grafica e ad accostamenti cromatici).

Tiziana Cimolino

20) Europa Verde

Ultimo nome pubblicato sulla scheda, sulla base del sorteggio, è quello di Tiziana Cimolino, medico di medicina generale e con un lungo impegno ambientalista al suo attivo. La sua candidatura come sindaca è sostenuta da due liste. La prima, in base al sorteggio, è quella di Europa Verde: il soggetto politico non ha scelto infatti di schierarsi con il centrosinistra ufficiale (nel quale, invece, c'è il Partito animalista), ma ha preferito sostenere la propria candidata Cimolino in modo autonomo. Il simbolo è quello ufficiale, con girasole verde-europeo e Sole che ride su fondo verde; al posto del riferimento testuale all'European Green Party, c'è l'espressione "Trieste verde" scritta anche in tedesco e in sloveno.
 

21) Sinistra in comune - Levica

Seconda formazione a sostegno di Cimolino (e ultima lista presente sulla scheda) è Sinistra in comune - Levica (l'ultima parola significa "sinistra" in sloveno), che ha scelto di appoggiare la candidata di Europa Verde. Sinistra in comune si qualifica come "anticapitalista, antifascista, antirazzista e antisessista", nonché come "l'unica presenza esplicitamente di sinistra alle prossime amministrative triestine": in essa convergono Rifondazione comunista, Sinistra anticapitalista e vari candidati indipendenti di area La lista si definisce  e vuole rappresentare esplicitamente gli interessi delle classi sociali meno abbienti. Nel simbolo si notano la stella frecciata, che rimanda al Partito della sinistra europea, e l'espressione "Avanti popolo", con l'ultima "o" sostituita da falce e martello. 

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