In Lombardia, oltre che a Milano, si vota anche in un capoluogo di provincia, cioè a Varese. La competizione, cui partecipa anche il sindaco uscente, è più affollata che in passato ma nemmeno troppo: coloro che aspirano alla carica di sindaco sono 7, con 18 simboli di lista a loro sostegno. Per dare un'idea, nel 2016 i candidati alla guida del comune erano stati 6, mentre le liste su cui avevano potuto contare erano state 16 (i numeri erano stati più alti nel 2011, con 10 aspiranti sindaci e 18 liste).
Caterina Cazzato
1) Noi civici per Varese
Il sorteggio ha collocato al primo posto la candidatura di Caterina Cazzato, avvocata, tarantina di origine, consigliera di parità vicaria della provincia di Varese, già tra le persone schierate nel 2016 nella lista Paolo Orrigoni sindaco (proposto dal centrodestra). Cazzato in suo sostegno avrà una sola lista, Noi civici per Varese: il simbolo nella parte superiore (con i due settori rossi che lasciano una striscia bianca in mezzo) ricorda lo stemma comunale, mentre sotto spiccano la "n" e la "c" blu, intersecate, realizzate a partire da corone circolari ritagliate. Un dettaglio non da poco: il capolista è Claudio Chiappucci, el Diablo, già ciclista di primissimo livello, che peraltro nel 2015 aveva già provato a correre - è il caso di dirlo - come candidato sindaco a Saronno, ma le firme raccolte non erano state sufficienti.
Giuseppe (Pippo) Pitarresi
2) Sinistra Alternativa Varese
La seconda lista che si incontra sulla scheda è l'unica presentata in appoggio della seconda candidatura sorteggiata, quella di Pippo Pitarresi, palermitano da quasi quarant'anni trapiantato a Varese, già consigliere comunale dal 2006 al 2011. La lista si chiama Sinistra Alternativa Varese e il suo stesso simbolo - un po' artigianale, come emerge da vari dettagli - rappresenta una netta scelta di campo. Sotto al segno di una mano più forte che ne stringe e sorregge un'altra, c'è la miniatura del Partito comunista italiano (di cui Pitarresi è il segretario varesino), ma a fianco non può sfuggire l'immagine del Movimento Che Guevara, rappresentato proprio dalla celebre icona tratta dalla fotografia scattata da Alberto Korda e collocata su fondo rosso.
Carlo Alberto Coletto
3) Azione - #obiettivo2030
Subito dopo quella di Pitarresi c'è un'altra candidatura sostenuta da una sola lista (il sorteggio le ha quasi tutte concentrate nella prima parte della scheda). L'aspirante sindaco è Carlo Alberto Coletto, commercialista di 59 anni e tra i fondatori a Varese di Azione. Ed è proprio espressione del partito guidato da Carlo Calenda l'unica formazione presente in appoggio a Coletto. Sul piano simbolico si è scelta una curiosa inversione: il fondo del simbolo è blu (in questo caso solo bordato di giallo oro), ma l'area che ospita il nome del partito e il riferimento a Calenda è bianca e gli elementi contenuti sono stati dunque virati al blu. Si segnala, nella parte inferiore, l'hashtag #obiettivo2030, utilizzato da Coletto fin dal lancio della sua candidatura.
Daniele Zanzi
4) Varese 2.0 - La città in un giardino
Per la quarta candidatura di fila che in questo turno elettorale è appoggiata soltanto da una lista l'estrazione ha sorte ha indicato Daniele Zanzi, già vicesindaco dell'amministrazione guidata da Davide Galimberti fino a quando, a maggio di quest'anno, l'incarico gli è stato revocato. In quel momento è maturata l'idea di partecipare in forma autonoma alle elezioni, recuperando la propria lista Varese 2.0, già schierata nel 2016 e già allora contenente un riferimento a Zanzi (ovviamente non come aspirante sindaco). La grafica è stata però rivoluzionata: al posto del rosso domina il verde chiaro, in particolare quello di un fiore stilizzato al centro. Non a caso il contrassegno contiene anche lo slogan "la città in un giardino", legato all'appellativo di "città giardino" che nel corso degli anni Varese ha conquistato.
Davide Galimberti
5) Partito democratico
La quinta candidatura sorteggiata è quella del sindaco uscente, Davide Galimberti, che un po' a sorpresa nel 2016 aveva "espugnato" il fortino leghista di Varese dopo (tra l'altro) due mandati da sindaco di Attilio Fontana, futuro presidente della regione. L'estrazione ha indicato come prima lista quella del Partito democratico, cioè della forza politica che cinque anni fa era risultata di gran lunga la più votata (con il suo 24,24% aveva staccato anche la Lega Nord). Non sembra un caso, dunque, che il simbolo impiegato sia esattamente lo stesso visto anche nel 2016, con una fascetta verde inserita sotto al logo del Pd per inserire il cognome del sindaco uscente e subito sotto la parola "sindaco".
6) Europa Verde - Verdi
La seconda lista della coalizione che sostiene Galimberti - le formazioni presentate sono in tutto 8, il primato di questo turno elettorale - è quella di Europa Verde - Verdi. Si tratta, in qualche modo, di un ritorno rilevante: i simboli legati ai Verdi, infatti, sono stati a lungo assenti dalle schede elettorali varesine (salvo errore, si deve tornare al 2006 per trovare il contrassegno della Federazione dei Verdi). Qui all'emblema ufficiale (con tanto di nome e girasole del Partito verde europeo e di Sole che ride dei Verdi italiani) si aggiunge il nome del comune, mentre in basso si è ricavato un segmento bianco per inserire il riferimento al candidato sindaco, unito agli stessi quattro elementi colorati che accompagnano il contrassegno usato a Milano a sostegno di Beppe Sala.
7) MoVimento 5 Stelle
Terza lista presentata a sostegno del sindaco uscente è quella del MoVimento 5 Stelle, che nel 2016 non si era presentato alle elezioni (mentre aveva partecipato nel 2011, ottenendo il 3,18% sostenendo come aspirante cittadino Francesco Cammarata, ovviamente presentandosi in forma autonoma rispetto alle altre forze politiche). Anche a Varese, dunque, si è perseguito il disegno di alleanza tra Pd e M5S (non portato avanti, invece, nella vicina Milano); il simbolo schierato in quest'occasione è ovviamente l'ultima versione di quello ufficiale, che riduce di poco gli elementi grafici tradizionali del MoVimento e nella parte inferiore ha aggiunto il segmento rosso con il riferimento al 2050.
8) Lavoriamo per Varese
Quarta formazione che appoggia la ricerca di riconferma di Galimberti è Lavoriamo per Varese, qualificata come lista civico-politica, da collocare nell'area moderata e riformista: capolista è Stefano Malerba, indicato come aderente a Italia viva (e tra chi ha promosso questo progetto c'è anche la deputata Maria Chiara Gadda, sempre di Iv ma che ha tenuto a distinguere questo progetto dal suo partito; il nome però ricorda almeno in parte Lavoriamo per Milano, riconducibile alla stessa area). Il simbolo è dominato dal colore rosso sfumato, che occupa più di metà del cerchio; in alto quattro corone circolari di colore diverso sembrano rimandare in qualche modo al concetto del lavoro di squadra, con gli ingranaggi.
9) Partito socialista italiano
Della coalizione che sostiene Galimberti in questa sua seconda corsa a sindaco c'è anche il Partito socialista italiano: anche questo in qualche modo è un ritorno, visto che per anni non ci sono stati segni socialisti sulle schede delle amministrative (nel 2006 c'è stata la Rosa nel Pugno, per ritrovare lo Sdi occorre andare al 2002). Insieme al Psi torna anche il garofano, che dal 2019 troneggia di nuovo nel simbolo del partito: in quest'occasione viene usato come contrassegno proprio l'emblema ufficiale, secondo la decisione del Psi di Enzo Maraio di partecipare al maggior numero di competizioni elettorali possibili con le proprie insegne, in modo da rendersi finalmente riconoscibile.
10) Volt - Varese radicale
Nella compagine presentata in appoggio alla riconferma di Galimberti spunta anche la lista dei giovani europeisti di Volt, che dunque riesce a essere presente in entrambi i capoluoghi di provincia interessati alle elezioni in Lombardia (considerando anche Milano, anche se in questo caso dovremmo parlare di Città metropolitana). In questo caso il simbolo ha i colori originari, con il nome in bianco su fondo viola. Questo però è stato ridotto sul fondo (con un curioso profilo "morbido") per inserire il riferimento all'associazione Varese radicale, che ha concorso alla presentazione della lista. Quasi impossibile da leggere, su quelle dimensioni, il riferimento al candidato sindaco sotto al logo di quell'associazione.
11) Lista Davide Galimberti sindaco - Varese PratiCittà
Le ultime due liste della coalizione che sostiene il sindaco uscente hanno natura civica. La prima era già presente alle elezioni del 2016 come "lista personale" dell'aspirante primo cittadino (la seconda più votata della coalizione, con l'8,42%): rispetto ad allora, la Lista Davide Galimberti sindaco ha aggiunto quest'ultima parola, tenuto gli stessi colori del simbolo (fondo azzurro, nome un po' bianco e un po' verde) e tolto le "virgolette" che erano state inserite nel cerchio. Queste sono state sostituite con l'espressione "Varese PratiCittà", progetto presentato già alla fine dello scorso anno: l'idea era di puntare tutto - per il secondo mandato - sul senso pratico e sulla concretezza. Anche per questo, forse, le "V" contenute nel simbolo hanno allungato il segmento di destra, come a voler sembrare la "spunta" delle cose già fatte.
12) Progetto concittadin*
Ultima formazione su cui Davide Galimberti può contare per cercare la riconferma è il Progetto concittadin*. Andando a vedere i risultati elettorali di cinque anni fa si nota che è l'evoluzione (concettuale prima che grafica) della lista Progetto concittadino, che con il 3,71% aveva ottenuto un consigliere e aveva sfiorato il secondo. Della lista inizialmente dovevano far parte anche i Verdi (che poi come si è visto hanno preso un percorso autonomo, pur sempre dentro la coalizione); il simbolo comunque è quasi identico (stessi colori verde e arancione), ma si vedono anche una pennellata gialla e l'asterisco viola del gruppo CollettiVa* ("la nostra azione politica - spiegava il collettivo - vuole riportare al centro del dibattito quei temi che troppo spesso vengono relegati ai margini. Gli stessi margini in cui si incontrano le fragilità e i bisogni delle persone. L'asterisco sta lì a rappresentare tutto questo e a ricordarci che solo attraverso un'azione politica collettiva, determinata e dal basso, possiamo vivere i margini e portarli al centro del dibattito pubblico". In più significa anche un atteggiamento inclusivo sul piano del genere.
Francesco Tomasella
13) Varese libera
Dopo il record di liste per Galimberti, sulla scheda si incontra di nuovo una candidatura sostenuta da un solo simbolo. L'aspirante sindaco in questo caso è Francesco Tomasella, già militante di Forza Nuova (poi considerato vicino a Vox Italia), animatore da tempo del comitato Varese libera con posizioni nettamente contrarie alle restrizioni causa Covid-19. E proprio Varese libera è la lista presentata in vista di questo appuntamento elettorale (che ovviamente ha un programma non certo limitato alle questioni legate alla pandemia). Emerge con evidenza nel simbolo la figura di San Vittore, patrono di Varese: a livello di curiosità, inizialmente la bandiera era quella con la croce di san Giorgio e la figura reggeva la palma del martirio; già a luglio, tuttavia, la bandiera è stata cambiata e la palma è stata tolta, probabilmente per evitare la ricusazione come soggetto religioso.
Matteo Luigi Bianchi
14) Varese con Bianchi sindaco
Chiude la rassegna delle persone candidate a sindaco finite sulla scheda elettorale Matteo Luigi Bianchi, proposto dal centrodestra. Le liste su cui può contare sono cinque e il sorteggio ha indicato per prima Varese con Bianchi sindaco: al di là del nome generico, che potrebbe far pensare a una lista personale, guardando il simbolo emerge subito il carattere politico della formazione. Il contrassegno infatti contiene le miniature dei simboli di Forza Italia, Noi con l'Italia e Il Popolo della famiglia (indicati in ordine decrescente di dimensioni. Nel 2016 Fi aveva ottenuto l'11,15% e tre consiglieri (il Pdf si era limitato a sfiorare il 2%): più difficile fare previsioni su come possa andare questa volta, ma forse non era ovvio attendersi un blocco simile nella stessa lista.
15) Fratelli d'Italia
Cinque anni fa, nella coalizione che aveva sostenuto il candidato del centrodestra Paolo Orrigoni, c'era anche Fratelli d'Italia, che con il 3,48% era però rimasta fuori dal consiglio comunale. Un simile esito sembra difficile da immaginare questa volta, vista la forza che il partito sta dimostrando a livello nazionale e locale. Rispetto al 2016, quando era stato impiegato il contrassegno di Fratelli d'Italia - An usato alle europee (ma con intorno una corona bianca che recava il riferimento al candidato e l'espressione "Varese cresce"), stavolta il modello è il simbolo delle politiche del 2018: il nome di Giorgia Meloni è sensibilmente ridotto per fare spazio all'espressione "Bianchi sindaco".
16) Per una grande Varese
La coalizione a cinque comprende anche due liste di natura maggiormente civica, indicate una dopo l'altra. La prima a essere sorteggiata è Per una grande Varese (civica anche se è stata lanciata direttamente da Giancarlo Giorgetti all'inizio di luglio). Il simbolo è piuttosto scuro, confrontato a quelli che normalmente si vedono sulla scheda elettorale: interamente basato su testo e colori, comprende il riferimento al sindaco stretto tra il nome scelto (legato a una delle prime frasi di Bianchi: "farò di nuovo grande Varese") e il riferimento a "Varese città giardino", entrambi visti come auspici da realizzare restituendo l'amministrazione cittadina al centrodestra.
17) Varese ideale - Bianchi sindaco
La seconda lista che appare piuttosto civica è Varese ideale - Bianchi sindaco. In realtà, a ben guardare, al centro si riconosce la struttura del simbolo presentato a sostegno di Roberto Maroni alle regionali del 2013 (Maroni presidente, con croce di san Giorgio tracciata col gesso/pastello a cera). Lo stesso nome "Varese ideale" rientra nel più ampio progetto "Lombardia ideale" che ha appoggiato la candidatura di Attilio Fontana alla guida della regione nel 2018 (proprio uno dei consiglieri, Giacomo Cosentino, risulta promotore della lista) e che è stato declinato in vari comuni lombardi all'interno delle coalizioni di centrodestra, ponendosi spesso come lista "personale" non lontana dall'area leghista e comunque attenta a valorizzare le identità locali.
18) Lega
Ultima lista a finire sulla scheda e formazione di chiusura della coalizione che appoggia Bianchi è proprio quella della Lega, il partito per il quale Matteo Bianchi ricopre la carica di deputato (dopo essere stato sindaco di Morazzone per un mandato intero e un altro interrotto dall'elezione alla Camera). Tocca a lui trainare la coalizione, dopo che fino all'inizio di giugno sembrava che il candidato sindaco potesse essere Roberto Maroni (oltre tre anni dopo la fine del suo mandato da presidente della giunta lombarda). Il simbolo è una variante di quello usato alle politiche e alle europee, con il riferimento alla Lombardia al posto della parola "premier" sotto al cognome di Matteo Salvini. Qui però, a differenza che a Milano, è tornata la pulce della Lega Lombarda (dunque con il guerriero di Legnano sopra la sagoma della regione) come la si era vista in tutti i simboli precedenti: la cosa non stupisce affatto, visto che la Lega (autonomista) lombarda è nata proprio a Varese nel 1984...
inevitabile osservare come certi simboli della coalizione di centrodestra sembrino essere stati asseblati con una certa fretta, a cominciare dal listino "Bianchi sindaco". Che sia uno strascico delle difficoltà che ha avuto la suddetta coalizione nel trovare un candidato?
RispondiEliminaPuò essere, anche se forse non dipende per forza dal candidato: un po' ovunque si è persa la buona abitudine di programmare le campagne, per cui anche quando il candidato o la candidata c'è si arriva tardi...
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