L'aveva promesso e, alla fine, l'ha fatto sul serio. Ora il nome di Antonio Di Pietro non è più sul simbolo dell'Italia dei Valori. Lui resta presidente onorario, ma ha in qualche modo liberato un posto.
Non si è limitato a mettersi in posizione defilata, come alle regionali del 2005, quando il nome c'era ma più in basso (pur mantenendo lo stesso font corposo che lo rendeva piuttosto visibile). Questa volta il cognome non c'è proprio e nessun patronimico lo sostituisce: "Per noi questo è un vantaggio - ha spiegato il fondatore del partito - perché si deve proseguire nel cammino di spersonalizzazione della politica. La nuova Idv deve avere la forza, il coraggio e l’umiltà di non essere più un partito personale. Ora bisogna essere squadra". In primo piano, dunque, c'è solo il nome della forza politica, con un carattere bastone molto pulito, con grande evidenza per le parole Italia e Valori, rigorosamente in maiuscolo grassetto.
"Un cambiamento grafico nella continuità per un partito che cambia logo e segretario senza però discostarsi troppo dal passato": così definisce il nuovo segno gratico Niccolò Bertorelle, studente di Comunicazione Politica e Sociale all'Università Cattolica di Milano (e collaboratore del blog Pane & Politica). Nell'emblema, presentato stamattina alla festa dell'Idv a San Sepolcro da Di Pietro e dal segretario nazionale Ignazio Messina, c'è ancora il gabbiano dei colori dell'arcobaleno, anche se è in posizione più defilata, in alto a destra (lasciando ai maligni tutte le interpretazioni del caso). Sotto all'elemento testuale, poi, spunta per la prima volta un accenno di tricolore, una striscetta leggera e sfumata, quasi una sottolineatura del nome che il contrassegno contiene. "Non è un caso che abbiamo voluto inserirlo nel simbolo - ha spiegato Ignazio Messina -. Per noi è un riferimento alla Costituzione, quella Costituzione che abbiamo sempre strenuamente difeso e che altri vogliono invece stravolgere".
Il tutto è su un fondo azzurrino, leggermente sfumato in modo radiale, con la parte più chiara al centro: a guardarlo meglio, peraltro, si scopre che è un cielo, con nuvole quasi impercettibili. Eppure, la prima resa grafica del nuovo simbolo introduce qualcosa di nuovo, una sorta di effetto tridimensionale quasi inedito per un contrassegno politico: lo sfondo colorato, come nota anche Bertorelle, è infatti inserito in una coroncina bianca, con il contorno interno marcato di azzurro scuro, come se l'emblema avesse una sorta di cornice, sulla quale peraltro il tricolore e il gabbiano in parte finiscono. Una sorta di idea tridimensionale e parzialmente dinamica, assente dagli altri segni di identificazione delle forze politiche attualmente presenti in Parlamento.
Come è noto, l'Idv questa volta non ha eletti, visto che era parte di Rivoluzione civile che non ha superato gli sbarramenti previsti dalla legge elettorale. Inizia dunque da San Sepolcro un percorso di nuovo radicamento e partecipazione che, per l'Idv, non sarà facile. E' significativo che, in qualche modo, questo inizio sia marcato dal cambio di emblema: non è un taglio netto con la storia di prima, è solo un modo per girare pagina nello stesso libro. Sperando che il nuovo capitolo dia più soddisfazione di quello precedente.