Il panorama elettorale che si comporrà domenica 22 ottobre si completa, come anticipato con l'articolo precedente, con le elezioni provinciali che riguarderanno il territorio della provincia autonoma di Trento. Rispetto al contemporaneo voto che riguarderà il rinnovo del consiglio provinciale di Bolzano, l'elezione trentina sarà sicuramente più affollata: elettrici ed elettori troveranno infatti ben 24 simboli sulla scheda, a sostegno di 7 aspiranti alla presidenza della giunta provinciale. incluso il presidente uscente, Maurizio Fugatti, confermato dal centrodestra come candidato.
Se le norme elettorali trentine sono più simili a quelle vigenti in molte regioni (per cui si vota contestualmente per il presidente e per il consiglio, con la possibilità di formare coalizioni e la previsione di un premio di maggioranza per la coalizione o lista più votata (con l'assegnazione degli altri seggi in ragione proporzionale), anche in Trentino è previsto il deposito dei contrassegni prima della presentazione delle liste, tra il 44° e il 43° giorno precedenti il voto (quindi tra l'8 e il 9 settembre scorsi).
In quel periodo sono stati depositati addirittura 50 emblemi, più del doppio di quelli che finiranno sulle schede (
ma pur sempre uno in meno rispetto a quelli presentati nel 2018): tra quelli non utilizzati ci sono sia le versioni alternative di contrassegni effettivamente concorrenti, sia simboli di partiti che non hanno presentato liste. Di seguito si indicheranno i simboli sulla scheda, dando conto delle eventuali varianti; alla fine si citeranno gli emblemi cui non è seguita la presentazione di liste.
Maurizio Fugatti
1) Fugatti presidente
La sorte ha collocato al primo posto la candidatura del presidente uscente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: la sua coalizione, con otto liste sarà la più numerosa di questo turno elettorale. Prima formazione estratta è la lista personale legata al candidato, che non a caso porta il nome di Fugatti presidente. Fondo blu scuro, cognome del presidente uscente e ricandidato in evidenza, sottolineato anche da una pennellata rosso porpora: sono solo questi gli elementi grafici contenuti nel contrassegno, per una formazione decisamente personalizzata in questa competizione che prevede l'elezione diretta.
2) Lega
Senza che ciò fosse prevedibile in qualche modo, il sorteggio ha collocato subito dopo il contrassegno della formazione più legata al presidente uscente quello del suo partito di appartenenza, la Lega. Rispetto a cinque anni fa, quando la lista prese il 27,09% (risultando nettamente la più votata di tutte), il simbolo presenta una variante significativa: via la bandiera trentina, via il riferimento all'autonomia, ma via anche il cognome di Matteo Salvini, sostituito da quello dello stesso Fugatti (stesso giallo, rilievo appena minore a causa della lunghezza maggiore), con la parola "presidente" al di sotto (curiosamente la versione diffusa online è leggermente diversa, quanto a proporzioni delle scritte, rispetto a quella che si vede su manifesti e schede).
3) Fratelli d'Italia
Il nome di Fugatti è invece sparito - rispetto a cinque anni fa - dal simbolo di Fratelli d'Italia, ovviamente elemento fondamentale della coalizione di centrodestra. Nel 2018 la sortita elettorale non era stata troppo fortunata (1,45% e nessun seggio ottenuto), mentre questa volta è possibile che il risultato sia diverso e benefici della presenza a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni. Non sembra un caso che il contrassegno utilizzato sia proprio quello che colloca in grande evidenza il nome della leader e attuale Presidente del Consiglio, giusto sopra al simbolo ufficiale; come capolista, tra l'altro, è stato indicato Claudio Cia, che nel 2018 aveva guidato la lista Agire per il Trentino (sempre a favore di Fugatti e in grado di ottenere un eletto, cioè lo stesso Cia).
4) Unione di centro
Il nome del candidato alla presidenza è sparito anche dal contrassegno dell'Unione di centro, che torna dunque al sul simbolo ufficiale, con lo scudo crociato sopra la filigrana dei vecchi simboli di Ccd e De su fondo azzurro (insieme al nome del partito), mentre nel segmento rosso superiore c'è il riferimento all'Italia (mentre nell'emblema alternativo depositato cinque anni fa si leggeva la parola "Trentino"). Nel 2018 l'Udc aveva raccolto il 2,08%, più di Fdi, ma questo non era bastato a conquistare un eletto: il partito di Lorenzo Cesa ci riprova, sperando di avere più fortuna in questa nuova consultazione.
5) Forza Italia
I quattro partiti principali della coalizione di centrodestra sono stati collocati tutti vicini dal sorteggio: in quinta posizione sulla scheda, infatti, si ritrova Forza Italia, che riparte dal 2,82% di cinque anni fa, sufficiente a mandare un rappresentante in consiglio provinciale (Giorgio Leonardi, attuale capolista). Il contrassegno schierato in quest'occasione sembra una crasi tra quello delle precedenti elezioni provinciali e dell'ultimo voto politico: l'elemento principale è sempre la bandierina tricolore, con sotto il riferimento a Berlusconi e sopra quello a Fugatti (come il fregio del 2018), ma in alto ad arco è stata inserita la dicitura "Partito popolare europeo" (come nelle elezioni generali del 2022).
6) La Civica
La coalizione a sostegno di Fugatti, oltre alla "lista del presidente", comprende anche una formazione di natura civica, denominata proprio La Civica. Il capogruppo è Mattia Gottardi, assessore provinciale uscente (ex ex sindaco di Tione) che nel 2018 era stato uno dei due eletti della formazione Civica Trentina. Oltre che parte del nome, la lista riprende anche l'idea del profilo della montagna sullo sfondo, anche se qui il cielo è bordeaux sfumato (il nome invece è scritto in un azzurro scuro più simile a quello di cinque anni fa); su un versante bianco della montagna si staglia - parzialmente nascosta dalla "C" di "Civica" - una stilizzazione dell'aquila trentina di San Venceslao.
7) Partito autonomista trentino tirolese
Questa volta tra le formazioni che sostengono la candidatura di Maurizio Fugatti c'è anche il Partito autonomista trentino tirolese, che invece nel 2018 aveva corso in autonomia, in appoggio a Ugo Rossi (ottenendo il 12,58% e risultando la terza formazione per numero di voti, pur se trasformatisi in soli tre seggi, oltre a quello per il candidato presidente). Il simbolo è l'ultima versione di quello già noto (con la doppia stella alpina su fondo nero e la sigla del Patt con la "a" rossa su una fascetta bianca); questa volta, però, il fregio è inserito in una circonferenza rossa completata dalla dicitura "+ autonomisti + popolari" disposta ad arco.
Il Patt, peraltro, è una delle formazioni cui non corrisponde un solo contrassegno depositato, ma più d'uno, in questo caso addirittura cinque. Oltre a quella effettivamente scelta per le schede elettorali, infatti, il Partito autonomista trentino tirolese ha scelto di depositare la versione ufficiale del suo simbolo (quella contenuta nella circonferenza rossa), quella precedente (senza la sigla sotto i fiori) e anche i due soggetti politici e culturali che hanno operato in precedenza in Trentino e di cui il Patt si considera il continuatore: l'Associazione studi autonomistici regionali (che nel suo emblema alla fiaccola accesa univa già due stelle alpine) e il Partito popolare trentino tirolese (nato nel 1948 come evoluzione dell'Asar). Nessuna intenzione di usare i simboli storici: solo - com'era avvenuto nel 2018 - la volontà di proteggerli da usi di altri soggetti politici (cinque anni fa peraltro erano state depositate altre due grafiche storiche, stavolta omesse).
8) Fassa
Chiude la coalizione a sostegno di Fugatti una lista che era già presente nel 2018 nella stessa compagine: una formazione denominata semplicemente Associazione Fassa, che candida come capolista il segretario politico Luca Guglielmi (Elena Testor, già presidente, è senatrice, eletta con la Lega dal 2018). Si tratta di un movimento politico - così è stato scritto nel sito - nato "in (e per) la Valle di Fassa, all'insegna di una nuova Politica, fatta di concretezze e di proposte volte a migliorare la nostra Comunità". Nel simbolo - schierato anche nel 2013, oltre che cinque anni fa - domina la parola "Fassa", che in bianco si staglia sul cielo sopra il profilo delle torri del Vajolet e un arcobaleno (anche se con colori diversi da quelli usuali).
L'Associazione Fassa è il soggetto politico che ha presentato il maggior numero di contrassegni, in tutto otto. Si tratta di microvarianti di quello utilizzato sulle schede, con l'inserimento di parole diverse, in particolare in ladino (lingua diffusa in Val di Fassa): "Moviment", "Dolomites", "Inant" (avanti); ci sono anche "Heimat" (termine tedesco per riferirsi alla "casa" o alla "piccola patria", "autonomia" e i cognomi di Fugatti e del capolista Guglielmi. Pure in questo caso l'idea è di coprire tante alternative diverse, per consentire varie scelte e marcare l'uso di determinate parole e concetti.
Alex Marini
9) MoVimento 5 Stelle
Seconda candidatura estratta è quella di Alex Marini, eletto nel 2018 come consigliere del MoVimento 5 Stelle (che allora aveva ottenuto il 7,23% ed era riuscito a portare in consiglio anche il proprio candidato presidente Filippo Degasperi). Il nono posto sulla scheda è occupato proprio dal M5S, che rispetto alle precedenti elezioni ha scelto di schierare la versione più recente del suo simbolo - lo stesso visto alle elezioni politiche del 2022 e fissato nello statuto - che dà maggior spazio al rosso sotto le cinque stelle "classiche", ospitando anche il riferimento al 2050 come anno dell'auspicata neutralità climatica.
Francesco Valduga
10) Italia viva
La terza candidatura indicata dal sorteggio è quella di Francesco Valduga, fino a poco tempo fa sindaco di Rovereto e indicato come candidato dal centrosinistra ampio. Pure in questo caso si è di fronte a una coalizione piuttosto nutrita, solo un po' meno ricca di quella di Fugatti, con sette liste in tutto. La prima formazione estratta della compagine di Valduga è Italia viva, che debutta alle provinciali trentine (come capolista è stata individuata l'ex senatrice di Iv Donatella Conzatti) e corre - in modo non scontato, viste le posizioni a livello nazionale - nel centrosinistra; il simbolo utilizzato per la lista è quello ufficiale del partito, senza altre indicazioni inserite all'interno del contrassegno elettorale.
Pure Iv ha scelto di presentare alcune varianti del simbolo, due che aggiungevano il riferimento al Trentino (in due diversi colori), con o senza l'indicazione del candidato presidente, e una in cui il nome diventava "Autonomia viva", riducendo le dimensioni della "spunta volante" (e con il riferimento all'aspirante presidente).
11) Campobase
Seconda lista della coalizione a sostegno di Valduga è Campobase, una formazione locale, anch'essa al debutto alle elezioni provinciali (è stata costituita nel 2022) e che annovera tra i fondatori lo stesso Valduga. Ricco di amministratori locali (attuali e passati), il partito di caratura civica si presenta con un contrassegno a fondo verde sfumato, con al centro una grande "T" bianca tagliata in basso; nel segmento orizzontale è riportato il nome della forza politica (composto con lettere maiuscole e miniscole), mentre nella parte superiore è stato aggiunto il riferimento al candidato alla presidenza della provincia.
Pure Campobase, in effetti, ha scelto di depositare più di un contrassegno: si è però limitata a offrire in deposito una sola grafica in più, vale a dire la versione ufficiale del proprio simbolo (descritta all'interno dello statuto). Si tratta in particolare dell'emblema dominato solo dalla "T" bianca e provvista di nome su fondo verde, senza l'indicazione del candidato. Sembra probabile che il partito abbia scelto di presentare entrambi gli emblemi essenzialmente per valutare nei giorni successivi se utilizzare il contrassegno con o senza riferimento all'aspirante presidente, senza che l'alternativa tra le due grafiche possa far pensare al tentativo di ampliare la tutela del simbolo (la differenza è minima e non tale da consentire una protezione oggettivamente maggiore).
12) Alleanza Verdi e Sinistra
Terzo soggetto elettorale della coalizione a sostegno della candidatura di Valduga è Alleanza Verdi e Sinistra, vale a dire il soggetto che unisce soprattutto Europa Verde (che peraltro aveva detto di "non opporsi" alla proposta di Valduga, avendo avanzato una proposta diversa, in particolare il giornalista Alberto Faustini, che aveva raccolto anche l'interesse del "terzo polo") e Sinistra italiana. Il contrassegno è lo stesso inaugurato in occasione delle elezioni politiche dello scorso anno, senza alcuna modifica o aggiunta di natura territoriale; la presenza di due formazioni di sinistra nel 2018 non aveva permesso ai due gruppi di raccogliere voti sufficienti per ottenere un eletto.
13) Fascegn
Della coalizione di centrosinistra largo fa parte anche la lista Fascegn, parola ladina che indica gli abitanti della Val di Fassa. L'associazione-lista - contraltare di Fassa, schierata nel centrodestra - intende "andare oltre la Neva Ual", ossia la Nuova Unione autonomista ladina che nel 2019 ha raccolto l'eredità della Ual (che nel 2018 aveva presentato il simbolo senza poi presentare liste). In qualche modo i colori pervinca e verde oliva che coprono due aree del cerchio (quasi a ricordare il cielo e la valle, con la montagna bianca in mezzo) sono parenti dell'azzurro e del verde della Ladinia; nel simbolo trova spazio il motto "vicini ai cittadini", riportato in italiano e in ladino.
Si segnala che l'associazione Fascegn ha voluto presentare altre due versioni del contrassegno (con la stessa struttura grafica e cromatica), che peraltro non contenevano il nome del soggetto politico, pur senza rinunciare in ciascuno a un tocco di ladino: il primo simbolo riportava nella parte centale bianca la dicitura "Ladins per l'autonomia", mentre il secondo conteneva la dicitura "Zivica per Fascia" (un po' compressa in orizzontale per farla stare su una sola riga).
14) Casa autonomia.eu
Quinta lista nella coalizione presentata in appoggio a Valduga è quella espressione del Movimento Casa autonomia.eu, che sul suo sito web si qualifica come "movimento autonomista, popolare e democratico", nato a novembre dello scorso anno per opera di Paola Demagri e Michele Dallapiccola, eletti nel 2018 con il Patt. "Segui il giallo!" recita lo slogan della lista e in effetti il simbolo è costituito da tre dischi gialli di tonalità diverse, concentrici e sovrapposti (con tanto di uso delle ombre); il nome corrisponde al sito del movimento e la "M" è conformata come la stilizzazione di una piccola catena montuosa.
15) Azione
Si è dichiarata fin dall'inizio parte della coalizione di centrosinistra ampio (denominata "Alleanza democratica autonomista") anche Azione, che dunque concorre nella stessa compagine di Italia viva, ma ciascuna delle due formazioni politiche presenta una propria lista. Il simbolo utilizzato dal partito di Carlo Calenda è quello ufficiale indicato e descritto dallo statuto, con il logo blu-verde (con la "A frecciata" all'inizio) nella parte superiore su fondo bianco, mentre nel semicerchio inferiore blu si trova l'espressione "Con Calenda" scritta in bianco, con il cognome del leader del partito in grande evidenza.
16) Partito democratico
Chiude la coalizione presentata in appoggio a Valduga la lista del Partito democratico, che nel 2018 era stato il secondo soggetto più votato (ma il suo 13,92% equivaleva a poco più della metà dei voti leghisti) e aveva ottenuto quattro consiglieri. Il contrassegno schierato in quest'occasione è lo stesso impiegato cinque anni fa: si tratta del simbolo ufficiale nazionale, al quale è stata semplicemente aggiunta la dicitura "del Trentino" al di sotto, senza alcun riferimento al nome della persona candidata (presente, come si è visto, soltanto nell'emblema della lista Campobase, la più vicina a Valduga).
Filippo Degasperi
17) La me val - Primiero - Vanoi - Mis
Non sono soltanto due le coalizioni in questa consultazione elettorale trentina. La terza, in rigoroso ordine di estrazione, è quella presentata in appoggio a
Filippo Degasperi, che - come si è ricordato - si era candidato come presidente della provincia nel 2018 per il M5S, poi nel 2020 si era proposto come aspirante sindaco di Trento con una propria lista civica. La prima delle tre formazioni che appoggiano Degasperi è
La me val ("La mia valle"), lista molto legata al territorio della valle di Primiero, Vanoi e Mis, località citate anche nel contrassegno: questo, in particolare, rappresenta una lontra che emerge dalle acque di una verde valle (all'animale è legata
una leggenda sull'origine del luogo) e scruta le Dolomiti "arrossate" per il fenomeno dell'enrosadira.
18) Onda
Il colore rossastro sfumato delle montagne si ritrova anche nei rilievi sullo sfondo del simbolo della lista Onda, che appunto in primo piano mostra un'onda (che quasi costruisce una mezzaluna, tra un flutto e l'altro) davanti a una valle e alle montagne. Del resto, si chiamava Onda civica Trentino la lista con cui Degasperi si era candidato nel 2020 a sindaco di Trento e la formazione attuale si pone in qualche misura in continuità con quella (ma dell'esperienza non fa parte il consigliere comunale trentino Andrea Maschio, eletto appunto nel 2020 e concretamente non coinvolto in questa nuova esperienza elettorale: lo si ritroverà in un'altra lista).
La grafica sopra descritta (unita alla parola "Onda" nera con la "O" tinta di rosso) è racchiusa in una circonferenza nera, che nella sua parte inferiore lascia spazio alle parole "lavoro", "ambiente" e "società" scritte in maiuscolo e disposte ad arco. Nella grafica destinata alle schede gli elementi appena ricordati sono a loro volta racchiusi in un'altra circonferenza, stavolta grigia e decisamente più sottile; in sede di deposito preventivo dei contrassegni, tuttavia, i promotori di Onda hanno scelto di presentare anche una variante priva della citata circonferenza grigia, a costo di rendere il simbolo di forma non perfettamente circolare (non è dato quindi sapere il motivo di questa scelta, che ovviamente nulla cambia sul piano della tutela del fregio elettorale).
19) Unione popolare
Il terzo e ultimo contrassegno della coalizione che sostiene Filippo Degasperi è quello di Unione popolare (senza il riferimento a Luigi De Magistris presente alle elezioni politiche dello scorso anno), che dunque domenica 22 ottobre sarà presente contemporaneamente sulle schede trentine e su quelle di Monza-Brianza per le suppletive (che continueranno anche il giorno dopo). Vale la pena sottolineare che il simbolo di Up non figura tra quelli depositati presso la presidenza della provincia: la legge provinciale n. 2/2003, infatti, prevede che i partiti possano presentare in prima battuta il loro contrassegno, ma non impedisce che altre formazioni usino emblemi non depositati, purché questi ultimi non siano confondibili con quelli presentati in precedenza (in più pare che Up avesse presentato il simbolo già all'inizio, ma un vizio nella documentazione avrebbe suggerito il ritiro, ripiegando sulla semplice presentazione delle liste).
Sergio Divina
20) Giovani per Divina presidente
Quella su cui può contare Degasperi non è la sola coalizione a tre: ce n'è anche un'altra (pensata in realtà a quattro punte), che appoggia invece la candidatura di Sergio Divina, già consigliere provinciale, regionale e parlamentare della Lega Nord e questa volta in corsa in via autonoma e non a sostegno di Fugatti. La prima lista è Giovani per Divina presidente, formazione in cui il candidato meno giovane - il capolista Luca Valentini - è del 1973. Il simbolo - semplice e diretto, a dispetto della limitata cura grafica - è azzurro e bianco, con la parola "Giovani" in un certo rilievo (anche grazie alla forma "inclinata") e sormontata da una catena montuosa stilizzata; nella parte inferiore, invece, spicca il cognome del candidato presidente.
21) Noi con Divina presidente
Più generalista si presenta la seconda formazione elettorale a sostegno dell'ex senatore, denominata Noi con Divina presidente. Il colore del fondo è un po' diverso (leggermente più chiaro rispetto al simbolo precedente), ma qui l'ingrediente principale è senza dubbio il riferimento a Divina (qui proposto con un altro carattere, sempre bastoni), ancora più dell'elemento identitario collettivo ("Noi") e del tricolore ricostruito con tre tracce di gesso nel semicerchio superiore azzurro. Si tratta evidentemente della formazione elettorale più vicina all'aspirante presidente, dalla quale è lecito aspettarsi il risultato migliore della coalizione.
22) Alternativa popolare per il Trentino
Della compagine a sostegno di Divina fa parte anche una lista dichiaratamente partitica, che non passa certo inosservata per chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica: si tratta di Alternativa popolare per il Trentino, declinazione locale del partito che fu fondato - con il nome di Nuovo centrodestra - da Angelino Alfano e che ora è guidato da Paolo Alli e coordinato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Raramente il simbolo - con il cuore simil-Ppe su fondo blu - finisce sulle schede, quindi questa sortita elettorale, guidata dal capolista e consigliere uscente (già leghista) Ivano Job - in lista c'è pure il citato Maschio - merita di essere segnalata.
Elena Dardo
23) Alternativa
Il sorteggio si è divertito - come con l'accostamento iniziale tra Fugatti presidente e Lega - a collocare al penultimo posto, subito dopo la lista di Alternativa popolare, la candidatura a presidente di Elena Dardo (unica donna a presentarsi), coordinatrice regionale di Alternativa, altro partito che si è visto e si vede piuttosto poco sulle schede elettorali. Forza politica nata nel 2021 per scissione dal M5S in opposizione al suo appoggio al governo Draghi (e ora guidata da Emanuela Corda, dopo l'addio di Mattia Crucioli), Alternativa in questa competizione elettorale schiera il suo emblema ufficiale, con la "A" bianca strappata collocata su fondo arancione, insieme al nome stesso del partito.
Marco Rizzo
24) Democrazia sovrana popolare
Ultimo aspirante presidente della provincia autonoma di Trento è Marco Rizzo, leader del Partito comunista e qui candidato per Democrazia sovrana popolare, coalizione di forze "di resistenza al modello tecnocratico e globalista", costituita in continuità politica - almeno nelle intenzioni dei fondatori - con il progetto elettorale Italia sovrana e popolare del 2022. Il simbolo contiene il tricolore creato dalle due tracce verde e rossa di pastello (decisamente mutuate dal simbolo dei Progressisti del 1994) su fondo bianco e il nome della forza politica, con la stellina rossa sopra la "I" e la parola "sovrana" in stile manoscritto.
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Simboli di liste non presentate
Democrazia cristiana
Tra le forze politiche che hanno depositato il contrassegno senza che a ciò sia seguita la valida presentazione di liste, si ritrova innanzitutto (in ordine alfabetico) la Democrazia cristiana: si tratta del partito guidato da Totò Cuffaro - colui che ha commissionato il simbolo attuale, con la bandiera bianca crociata di rosso su fondo blu - e che in Trentino ha come esponente più autorevole l'ex parlamentare Renzo Gubert; pur in mancanza della lista (non si sa se ci sia stata o meno l'intenzione di presentarla), non è trascurabile che l'attuale Dc sia almeno presente tra i simboli depositati nel territorio che fu patria di Alcide De Gasperi.
Futuri Comuni
Ha presentato il simbolo, pur senza usarlo per distinguere una propria lista, anche l'associazione culturale e politica Futuri Comuni, nata formalmente nel 2021 - come si legge nel sito - da un gruppo di giovani attivisti e amministratori locali (per cui "Comuni" ha la maiuscola) per promuovere e facilitare il dialogo su temi di attualità a carattere nazionale e locale. Il soggetto aderisce all'Alleanza democratica autonomista di centrosinistra, sostenendo candidature di quelle liste (in particolare quella di Mariachiara Franzoia, nella lista del Pd). Il simbolo è costituito dal nome dell'associazione su due righe, con le due parole collegate da tre archi sfumati blu-viola-rosa, come a ricordare un emiciclo di un'assemblea elettiva; gli stessi colori tingono la circonferenza esterna.
Vale la pena sottolineare che la stessa associazione aveva presentato pure un altro contrassegno, che non conteneva il logo ufficiale dell'associazione, ma piuttosto la denominazione
+Futuri Comuni, con il "più" giallo, il fondo blu con le stelle d'Europa e un garofano che spuntano da dietro il nome, mentre il contorno del cerchio ha cinque colori. Gli elementi grafici e cromatici suggeriscono che questo dovesse essere il contrassegno pensato per la lista comune di +Europa, Futuri Comuni e Partito socialista italiano, volta a rafforzare l'area riformista e liberaldemocratica all'interno della stessa coalizione e annunciata alla fine di agosto (anche se poi non la si trova sulla scheda elettorale).
Identità autonomista tirolese
Si è detto prima che la coalizione a sostegno di Sergio Divina avrebbe dovuto essere composta in origine da quattro liste: tra i contrassegni depositati, infatti, c'è anche quello della lista Identità autonomista tirolese, che al centro propone una stella alpina a colori, pur se su fondo nero, davanti a una catena montuosa stilizzata, sopra al nome della lista in cui la parola "autonomista" è messa in evidenza in rosso. Si apprende tuttavia che la lista non sarebbe stata ammissibile per la mancanza di parte dei documenti richiesti (il quotidiano online ilT parla della carenza di "alcuni certificati" che non avrebbe consentito il deposito fruttuoso della lista).
La Catena
Ebbene sì, tra i simboli depositati c'era anche quello legato a
Bruno Franco, noto alla schiera di #drogatidipolitica per aver
depositato a partire dal 2013 (e poi l'anno dopo con maggiore fama alle europee) proprio il simbolo da lui concepito,
La Catena. Emblema di sicuro impatto e probabilmente anche un po' divisivo, con la sua scure a doppia lama e la catena che da lì nasce e circonda tutto il simbolo, anche questa volta è rimasto solo sui manifesti di deposito dei contrassegni, probabilmente per la difficoltà di raccogliere le firme senza alcuna agevolazione (com'era accaduto alle comunali di Trento nel 2020).
Partito socialista italiano
Si è già detto della lista +Futuri Comuni che era stata immaginata e poi non si è concretizzata; si diceva pure che parte di quella formazione doveva essere anche il Partito socialista italiano, con il suo (recuperato) garofano all'interno del contrassegno. Proprio il Psi, peraltro, aveva scelto di depositare cautelativamente il proprio emblema, anche per marcare la propria presenza in una competizione elettorale non certo irrilevante come questa; il partito è comunque parte dell'Alleanza democratica autonomista, a sostegno della candidatura di Valduga insieme alle altre forze del centrosinistra allargato.
Trentino autonomista libero
Chiude la rassegna dei contrassegni presentati ma non utilizzati sulla scheda delle elezioni provinciali di Trento il trio di emblemi depositati per conto della lista Trentino autonomista libero, formazione sorta nel 2022, legata all'imprenditore Albino Wegher, molto interessata alla difesa dell'autonomia trentina (senza "influenze romane" o partitocratiche limitanti) e critica nei confronti della giunta Fugatti. Proprio per questo sembrava che la forza politica fosse seriamente intenzionata a presentare una propria lista da contrapporre alla coalizione di centrodestra (anche se molti dei promotori vengono da quell'area o dal Patt); alla fine, però, la lista non è nata, né nella coalizione di Divina (dove sembrava che potesse schierarsi), né altrove.
Resta però il simbolo che, oltre alle parole del nome (scritto in carattere Calibri, con "Trentino" in evidenza), contiene uno scorcio delle Alpi, un'aquila in volo, varie genziane e tre stelle alpine; curiosamente, la formazione ha depositato anche due varianti, una senza le stelle alpine e l'altra senza le genziane (in entrambi i casi i fiori mancanti sono stati letteralmente "ritagliati", lasciando il bianco al loro posto, anche quando si sarebbe potuta vedere di nuovo la montagna).