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lunedì 9 novembre 2015

Terra nostra, alloro tricolore per la Meloni e Fdi

Se entro gennaio - parole della leader Giorgia Meloni - si dovrà tenere il prossimo congresso di Fratelli d'Italia, secondo la logica inclusiva e ampliativa indicata dall'ultima assemblea della Fondazione Alleanza nazionale, i dirigenti del partito si sono dotati di uno strumento per arrivare meglio preparati all'obiettivo. Il nome scelto per questo strumento è Terra nostra - Italiani con Giorgia Meloni e lo scopo è andare "oltre" i Fratelli (d'Italia), per rispondere "all'esigenza di ampliare la rappresentatività della destra", attraverso la partecipazione di persone provenienti dal mondo della politica, delle associazioni, e delle categorie. 
La trasversalità dell'iniziativa, presentata alla Camera il 4 novembre, è testimoniata dai nomi dei promotori. C'è un "fratello" di provenienza Pdl (e prima Fi), Giuseppe Cossiga, già sottosegretario berlusconiano alla difesa (e figlio dell'ex "picconatore" Francesco); un altro ex sottosegretario Pdl, Alberto Giorgetti, ora è in Forza Italia (dopo una parentesi in Ncd), mentre non hanno avuto incarichi di governo Leopoldo Facciotti (avvocato, impegnato nel mondo dell'impresa) e Walter Rizzetto, eletto nel MoVimento 5 Stelle e ora nelle file di Alternativa libera ("Sono molto attento, soprattutto a partire dai territori, a quello che può essere un rilancio del centrodestra - ha detto -. Serve ritornare fuori da questi palazzi e poter dire ai cittadini che il centrodestra, o la destra, c'è anche su alcuni temi su cui è stata latitante negli ultimi anni, diritti, ambiente ed ecologia"). 
Il nome di certo non è nuovo. "Terra Nostra", infatti, era il tema dell'edizione 2015 di Atreju e richiamava i bisogni e i diritti degli italiani, "spesso discriminati a casa loro": l'etichetta, dunque, era ed è un equilibrio tra l'orgoglio e la rivendicazione di qualcosa che si sente tanto proprio quanto minacciato. Fratelli d'Italia (o, se non altro, la sua evoluzione) dovrebbe essere il futuro a medio termine del gruppo-comitato, avendo alle spalle la costruzione di un programma condiviso che consenta di camminare insieme: per fare questo, però, occorreva unire coloro che vedono in Giorgia Meloni l'emblema del progetto di recupero di un centrodestra vincente, creando un gruppo, senza strutture e riti partitici. 
La stessa Meloni si è premurata di dire che "Terra nostra non è un altro partito, ma un comitato di persone libere non organizzate gerarchicamente, che fanno un percorso parallelo a Fratelli d'Italia" e che dovrebbero riunirsi nella loro prima assemblea il 29 novembre, in vista del citato congresso ri-costituente di Fdi. Nemmeno la Meloni e i "quattro", però, potevano sottrarsi al rito dell'immagine: alla fine della conferenza stampa la leader di Fdi ha mostrato ai giornalisti "un loghetto che abbiamo immaginato". Un emblema non a caso quadrato (e che poco si presta a essere adattato alla forma circolare), come a voler fugare ogni dubbio sulla possibilità che qualcuno voglia presentarlo alle elezioni. La forma e la font bastoni utilizzate, del resto, ricordano in parte il logo di Azione Giovani, presieduta dalla Meloni a suo tempo; al posto della fiaccola con vampe tricolori, due rami speculari (uno verde e uno rosso) con sette foglie ciascuno, a contorno dell'espressione "Terra nostra" come una corona d'alloro. Il nome del progetto, però, è meno evidente della dichiarazione "Italiani con Giorgia Meloni": forse si riferisce anche a questo (e al similalloro) l'interessata, nell'ammettere che il simbolo è "molto napoleonico, infatti a La Russa piace". 
L'idea di "Terra nostra" era piaciuta ai proponenti all'assemblea della Fondazione An della "mozione dei quarantenni" e a Prima l'Italia (vicina a Gianni Alemanno), disponibili a un confronto per costruire una "casa comune della destra". Nuove dichiarazioni dei vertici di Fdi hanno però escluso ogni dialogo con l'associazione annunciata dai "quarantenni" e che stamattina sarà presentata a Roma a palazzo Ferrajoli: si è negato spazio ad "accordi o convergenze con chi da mesi agisce nel tentativo di danneggiare l’unico movimento politico che ha dimostrato" di poter restituire "speranza alla destra italiana" e precisato che "gli iscritti di Fratelli d’Italia che aderiranno a percorsi non concordati col nostro movimento se ne chiamano fuori per sempre". 
Inevitabile la risposta piccata di Marco Cerreto, portavoce di Prima l'Italia, il quale si è chiesto cosa pensasse della questione il cda della fondazione: "il simbolo di An - ha ricordato, contestando gli indirizzi di Fdi - è stato concesso sotto il vincolo di una completa apertura del movimento a tutte le persone e a tutti i movimenti politici che appartengono all'area di destra". Per conoscere il progetto dei "quarantenni" si dovrà attendere qualche ora, per quello dei "meloniani" ci vorrà più tempo, ma il sospetto è che l'atmosfera non si calmerà facilmente, tanto per cambiare.

sabato 18 aprile 2015

Mo! Una lista civica per la Campania, per sguardi attenti

Va bene, la maggior parte dell'attenzione nella sfida per conquistare la regione Campania se la prendono Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca, come da prevedibile copione. Qualcuno, tuttavia, potrebbe avere notato la presenza di un nuovo emblema, piuttosto curioso, destinato a non passare inosservato. L'elemento dominante, infatti, è un'esclamazione (con tanto di punto apposito a sottolinearla), che di fatto si trasforma nel nome della "lista civica" pensata per le elezioni regionali campane.
E' infatti Mo! la denominazione di questo gruppo che candida alla guida della regione Marco Esposito, caposervizio presso il quotidiano Il Mattino, un'istituzione per i partenopei; Il sito della lista, oltre a snocciolare i meriti che hanno portato a scegliere Esposito come presidente ideale ("Sapevi che Marco Esposito...?" è praticamente una rubrica dello spazio web), si preoccupa di giustificare quel nome così particolare: "Mo. Perché è ora di agire. E perché è urgente farlo. La crisi non aspetta: distrugge posti di lavoro e moltiplica l’emigrazione. E non aspetta il cancro, che falcia vite con ferocia crescente". I promotori della lista ce l'hanno con i politici "dall’accento toscano o padano disposti a elogiare il tempo dei Borbone pur di continuare a raccattare consensi elettorali". Per loro è chiaro che non ci si deve affidare ai professionisti delle promesse o a "politici locali bravi a servire il potente di turno". "Mo tocca a noi tirare fuori la nostra terra dal baratro - scrivono ancora -. Non tradiremo, perché non possiamo tradire noi stessi. La storia insegna che questa terra fertile viveva meglio quando si governava da sola. Ci proveremo con la determinazione di chi sa che la nostra è la battaglia della vita. E ci riuscireMO!" 
Per fare questo, per continuare con frutto battaglie sui fronti dell’ambiente, della salute, della giustizia, del lavoro, il gruppo in questione sa di non poter dire solo "no", ma di dover fare proposte concrete, per cui impegnarsi adesso, anzi, moLa parola (anche senza apostrofo), che "oggi è viva nelle regioni centro-meridionali", come nota il Vocabolario Treccani, pur essendo diffusa in un'ampia area ricorda soprattutto la Campania e soprattutto Napoli: non a caso, proprio in quella provincia la lista ha raccolto le firme per candidarsi, mentre continua la ricerca di sottoscrittori per le altre circoscrizioni (i candidati, invece, ci sono già). E' ora di agire e, ancora prima, è ora di prendere la parola, anche (ma non solo) in Rete: così sembra di capire, vedendo il "fumetto" che è stato ritagliato nel centro vuoto della "o" di Mo. 
Questo simbolo, tuttavia, a chi ha uno sguardo attento ha qualcosa di familiare, di già visto: la sagoma gialla dell'Italia meridionale e quelle onde del mare stilizzate, infatti, non appaiono proprio nuove. E infatti, andando a ripescare i contrassegni presentati in occasione delle elezioni europee, è subito riemerso l'emblema di "Terra Nostra", una lista di scopo che aveva l'obiettivo di presentare una petizione al Parlamento europeo per chiedere - così si può ancora leggere online - l'istituzione di una Commissione straordinaria che mettesse in mora lo Stato italiano e gli enti locali inefficaci, facendo al tempo stesso accertamenti e proposte in materia di ambiente, salute, lavoro e diritti fondamentali violati nell'Ue, partendo (guarda caso) dall'Italia meridionale
Non a caso, la pagina Facebook contrassegnata dal nuovo emblema è "X il Sud", la stessa che l'anno scorso aveva fatto da cassa di risonanza e strumento di diffusione per il progetto di Terra Nostra, anche se poi nessuna lista era stata presentata, visto che la soglia prevista era proibitiva. Le stesse onde stilizzate (e, in qualche modo, l'idea del focus sul Mezzogiorno) si vedono anche - anzi, sono state usate per prime - nell'emblema dell'Unione mediterranea, "movimento giovane, fondato a Napoli il 24 novembre 2012 nel corso di un'assemblea pubblica che ha elaborato, passo per passo, la Carta dei principi". Il nome e il logo del Movimento - presieduto da Francesco Tassone, mentre Esposito ne è il segretario - erano stati scelti con votazioni pubbliche e il simbolo, in particolare, "per Statuto è di proprietà dell'Assemblea dei soci". Finalmente, dunque, quegli elementi grafici avranno il loro battesimo, per lo meno a Napoli. "Il fiume di consensi e simpatie che stiamo raccogliendo è straordinario per un progetto politico - spiega il candidato governatore Esposito - chi incontra MO, se ne innamora". Toccherà alle urne misurare il livello di amore tra gli elettori?