Come lo scorso anno, inizio a dare conto dei simboli presentati nei comuni più importanti tra quelli chiamati al voto l'11 giugno. Si inizia da Genova, test importante per varie ragioni. Da una parte, la mancata ricandidatura di Marco Doria rende molto interessante la battaglia tra l'aspirante primo cittadino del centrosinistra, Gianni Crivello, e quello del centrodestra, Marco Bucci; dall'altra, la nota disputa anche legale tra il MoVimento 5 Stelle e la vincitrice delle comunarie, Marika Cassimatis, poi finita con la presentazione di una lista autonoma da parte di quest'ultima e il simbolo ufficiale del M5S affidato al suo sfidante, Luca Pirondini, introduce un elemento di imprevedibilità nella competizione.
Arcangelo Maria Merella
Il primo candidato sindaco a essere stato sorteggiato è Arcangelo Merella, sostenuto da una sola lista, quella dei Ge9Si - SìAmo Genova (uno dei tanti casi in cui la parola "Siamo" è stata spacchettata tra l'affermazione e l'amore). Merella, assessore quando era sindaco Pericu e iscritto al Psi, partecipa con un progetto civico articolato in nove punti (come suggerisce il 9 inserito nel nome, chiaramente rivolto ai cittadini) e con una proposta in chiave costruttiva, più per dire dei "sì" che per una politica dei "no", ritenuta per troppo tempo padrona di Genova. E' riconoscibile, anzi, riconoscibilissimo il porto (addirittura con la gru), assieme ad altri segni notevoli come la Lanterna; i colori evidenti del simbolo sono quelli della città, anche se il grigio dello sfondo è un po' avvilente.
Tocca poi al candidato del centrodestra unito occupare il terzo posto nel manifesto e sulla scheda. A sostegno di Marco Bucci, manager, amministratore delegato di Liguria digitale, sono state presentate cinque liste, il numero più alto in questo turno elettorale a Genova. La prima tra le liste sorteggiate è quella della Lega Nord, che utilizza come di consueto il suo simbolo tradizionale, con il riferimento al segretario Salvini nel segmento su cui sembra sostenersi Alberto da Giussano. L'emblema, peraltro, è personalizzato con la bandierina bianca con croce rossa della nazione Liguria, più evidente del "Sole delle Alpi", relegato in basso a destra.
La seconda lista della coalizione sarà quella di Fratelli d'Italia, anch'essa impegnata nel sostegno al candidato comune di centrodestra. Per l'occasione - e anche in altre città per questo turno elettorale - l'emblema è stato in parte modificato e, bisogna ammetterlo, non in meglio. In alto è rimasto il riferimento alla leader Giorgia Meloni, anche se è stata cambiata la font e ora la scritta è meno schiacciata ma meno spessa, un po' in contrasto con il nome. Il riferimento alla candidatura di Bucci sta nel segmento lasciato bianco (com'era avvenuto, per esempio, l'anno scorso a Roma proprio con Meloni), per cui la "pulce" di Alleanza nazionale è stata spostata in alto, sulle corde tricolori, proprio là dove doveva stare il nodo. Ma, a parte che il nodo non sporge nemmeno dalla parte della corda rossa (al punto che sembra essere stato tolto del tutto), l'emblema di An è ancora più piccolo rispetto al passato, al punto tale che il suo azzurro si confonde con quello dello sfondo. In queste condizioni, forse è meglio toglierlo del tutto...
Dopo Fratelli d'Italia, l'altro simbolo tradizionale sorteggiato è quello di Forza Italia, sul quale c'è davvero pochissimo da dire, anzi, quasi nulla: si tratta infatti della versione dell'emblema forzista inaugurata alle elezioni europee del 2014, con la bandierina classica a onde (senza ombre nel testo) e il solo cognome di Silvio Berlusconi. Non c'è altro in questo caso: non l'indicazione della città in cui si presenta la lista, non il nome del candidato sindaco (benché Bucci sia fortemente sostenuto da Giovanni Toti, uomo forte di Forza Italia nella regione di cui è presidente). Si dà quasi l'idea che per i dirigenti locali di Fi la lista sarà votata già solo per il suo simbolo. O così, forse, loro sperano.
Si incontra poi l'unica formazione realmente civica, almeno a guardare il simbolo, a sostegno di Bucci. Si tratta, per l'esattezza, della sua "lista personale", per la quale è stato scelto il nome - tra la profezia e la speranza - Vince Genova (per dire che il voto andrebbe a favore della città, prima ancora che del candidato): fondo arancione, scritte blu a prova di vista appannata (le dimensioni del cognome del candidato in questo cerchio battono ogni altro emblema inserito nella scheda); nel mezzo, una bandiera con la croce di San Giorgio - quella della Repubblica di Genova, per chi se lo fosse dimenticato - separa il nome della lista dall'indicazione del candidato, ma i bordi a doppia curva ricordano un po' la bandiera forzista.
La coalizione a favore di Marco Bucci si completa con l'emblema composito della Lista Enrico Musso - Direzione Italia. E' ben identificabile - e occupa la maggior parte del contrassegno - il logo del partito di Raffaele Fitto, anche se il leone da bianco che era diventa azzurro, come se fosse presente in trasparenza, rischia di non essere percepito al meglio. La parte superiore del contrassegno, invece, è riservata alla Lista Musso - la prima parola è stata resa più evidente, come colore - che aveva corso nel 2012 e al quale si può in parte ricondurre anche l'elemento tricolore che separa le due aree (solo per la forma però, il colore è più legato a Direzione Italia). Musso, che si è legato al partito di Fitto, non è candidato, ma a quanto pare ha voluto dare continuità al suo impegno per la città.
Segue poi quella che è facilmente identificabile come formazione personale dell'aspirante primo cittadino: Lista Crivello sindaco. La grafica è decisamente essenziale e poco fantasiosa, ma se non altro l'immagine che esce è pulita ed equilibrata: i colori sono quelli della città (e del Genoa), il carattere "bastoni" usato - un Franklin Gothic - è netto e chiaro per il lettore. Certo, con un look così scarno non c'è posto per un'identificazione territoriale o per dire - come l'entourage della lista fa sapere - che la compagine "rappresenta tanti mondi, professioni e competenze diverse" e si pone come "lista del fare, per Genova e il suo futuro". Se non altro, però, sa farsi riconoscere bene dagli elettori.
Terza delle quattro liste che sostengono Crivello è la civica Genova cambia, guidata da Simone Leoncini, presidente del municipio Centro Est e possibile candidato sindaco. Il simbolo si fa notare per l'uso accorto dei colori, tra rottura (soprattutto per l'arancione) e attenzione negli effetti (si guardi l'area campita di verde, a "onde sovrapposte"). Stranisce la font secondaria - Grilled Cheese, un po' da cartoon - utilizzata per l'espressione "lista civica", ma è molto più interessante l'hashtag #Noisindaco inserito in basso, con totale identificazione tra cittadini e amministrazione. Come nel simbolo di Ge9si, colpisce la sfilata dei segni territoriali di Genova, forse anche troppo affollata (la Lanterna, il Bigo, la stazione di Brignole, la fontana di Crosa di piazza De Ferrari, porta Soprana...), senza che ci sia spazio per dire che la lista, priva di tesserati di partito, si impegna soprattutto per il sociale e tutti i diritti civili.
Ultimo emblema della coalizione in appoggio a Crivello è quello del Partito democratico, anche in questo caso (come per Forza Italia) senza alcuna caratterizzazione personale e territoriale. Quello del Pd, dunque, è l'unico emblema di partito tra quelli schierati dal centrosinistra. Una scelta che in qualche modo colpisce, soprattutto considerando le parole dello stesso candidato sindaco: "Sono molti anni che non ho una tessera partito, orgoglioso di venire dal partito Comunista di Enrico Berlinguer che diceva: si può essere conservatori purché si conservino valori irrinunciabili della vita". Non vedere falci e martelli ma solo l'emblema dei dem, obiettivamente, un certo effetto lo fa.
Paolo Putti
Secondo, nell'ordine di sorteggio, è risultato Paolo Putti, già consigliere del M5S, ma uscito dal MoVimento alcuni mesi fa per dar vita a una lista civica propria che - per le stesse dichiarazioni del candidato sindaco - intende puntare al ballottaggio. "Chiamami Genova" (virgolette comprese) è il nome scelto per un progetto che si pone in modo confidenziale, proiettato verso i cittadini, poco artificiale e molto vissuto (lo mostra anche la scelta della font manuale per scrivere il nome del comune). Nella lista, accanto a esponenti di Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione Comunista e altri fuoriusciti dal M5S, ci sono esponenti della società civile, come Sara Gallo, nipote di don Andrea, e Andrea Podestà, docente e saggista di musica d'autore.Marco Bucci
La seconda lista della coalizione sarà quella di Fratelli d'Italia, anch'essa impegnata nel sostegno al candidato comune di centrodestra. Per l'occasione - e anche in altre città per questo turno elettorale - l'emblema è stato in parte modificato e, bisogna ammetterlo, non in meglio. In alto è rimasto il riferimento alla leader Giorgia Meloni, anche se è stata cambiata la font e ora la scritta è meno schiacciata ma meno spessa, un po' in contrasto con il nome. Il riferimento alla candidatura di Bucci sta nel segmento lasciato bianco (com'era avvenuto, per esempio, l'anno scorso a Roma proprio con Meloni), per cui la "pulce" di Alleanza nazionale è stata spostata in alto, sulle corde tricolori, proprio là dove doveva stare il nodo. Ma, a parte che il nodo non sporge nemmeno dalla parte della corda rossa (al punto che sembra essere stato tolto del tutto), l'emblema di An è ancora più piccolo rispetto al passato, al punto tale che il suo azzurro si confonde con quello dello sfondo. In queste condizioni, forse è meglio toglierlo del tutto...
Dopo Fratelli d'Italia, l'altro simbolo tradizionale sorteggiato è quello di Forza Italia, sul quale c'è davvero pochissimo da dire, anzi, quasi nulla: si tratta infatti della versione dell'emblema forzista inaugurata alle elezioni europee del 2014, con la bandierina classica a onde (senza ombre nel testo) e il solo cognome di Silvio Berlusconi. Non c'è altro in questo caso: non l'indicazione della città in cui si presenta la lista, non il nome del candidato sindaco (benché Bucci sia fortemente sostenuto da Giovanni Toti, uomo forte di Forza Italia nella regione di cui è presidente). Si dà quasi l'idea che per i dirigenti locali di Fi la lista sarà votata già solo per il suo simbolo. O così, forse, loro sperano.
Si incontra poi l'unica formazione realmente civica, almeno a guardare il simbolo, a sostegno di Bucci. Si tratta, per l'esattezza, della sua "lista personale", per la quale è stato scelto il nome - tra la profezia e la speranza - Vince Genova (per dire che il voto andrebbe a favore della città, prima ancora che del candidato): fondo arancione, scritte blu a prova di vista appannata (le dimensioni del cognome del candidato in questo cerchio battono ogni altro emblema inserito nella scheda); nel mezzo, una bandiera con la croce di San Giorgio - quella della Repubblica di Genova, per chi se lo fosse dimenticato - separa il nome della lista dall'indicazione del candidato, ma i bordi a doppia curva ricordano un po' la bandiera forzista.
La coalizione a favore di Marco Bucci si completa con l'emblema composito della Lista Enrico Musso - Direzione Italia. E' ben identificabile - e occupa la maggior parte del contrassegno - il logo del partito di Raffaele Fitto, anche se il leone da bianco che era diventa azzurro, come se fosse presente in trasparenza, rischia di non essere percepito al meglio. La parte superiore del contrassegno, invece, è riservata alla Lista Musso - la prima parola è stata resa più evidente, come colore - che aveva corso nel 2012 e al quale si può in parte ricondurre anche l'elemento tricolore che separa le due aree (solo per la forma però, il colore è più legato a Direzione Italia). Musso, che si è legato al partito di Fitto, non è candidato, ma a quanto pare ha voluto dare continuità al suo impegno per la città.
Marco Mori
Dopo i simboli della coalizione a sostegno di Bucci, è stato sorteggiato il nome di Marco Mori, nato a Rapallo (quindi nemmeno troppo lontano). da poco meno di un anno segretario di Riscossa Italia - Euroexit, partito - rappresentato in Senato da Paola De Pin - che si può qualificare come "sovranista", anche se in generale intende ripristinare la piena applicazione della Costituzione così com'era stata scritta, abbandonando così l'UE, l'euro e l'ideologia e la pratica neoliberiste. Il simbolo è proprio quello nazionale, con il tricolore a forma irregolare su fondo giallo e cerchio interno azzurro in posizione eccentrica. Quello di Genova per Riscossa Italia è il primo appuntamento importante, per vedere in concreto che seguito può avere il progetto.Marika Cassimatis
Praticamente a metà del manifesto e della scheda si colloca il simbolo della concorrente più discussa delle ormai prossime elezioni genovesi, Marika Cassimatis. Benché un'ordinanza del tribunale di Genova l'avesse in sostanza rimessa nelle condizioni di partecipare al voto con il M5S, la candidata ha scelto di correre comunque e da sola, con la Lista Cassimatis Genova. Si è già detto in passato che, ben lungi dal voler sfruttare un emblema simile a quello del MoVimento 5 Stelle, anche solo per quanto riguarda i colori (il giallo, è vero, c'è anche nel simbolo del partito di Beppe Grillo, ma è decisamente poco per parlare di copia), la lista Cassimatis scglie come proprio segno di riconoscimento una fenice, che più che dal fuoco e dalle sue ceneri sembra nascere dal mare di Genova abbastanza mosso.Stefano Arrighi
Altra corsa solitaria, dopo quelle viste prima e continuando con l'analisi del manifesto elettorale, è quella di Stefano Arrighi, candidato sindaco espresso dal Popolo della Famiglia. L'emblema, manco a dirlo, è quello che dallo scorso anno abbiamo iniziato a veder spuntare alle amministrative delle grandi città (ma non solo). In particolare, sul simbolo c'è ancora la famiglia tradizionale (con tanto di madre vestita di rosa e di padre in blu), con due figli (vestiti nello stesso modo) che nel disegno sembrano contenti di essere lì buoni e cari, senza combinare marachelle o altri colpi di testa. Sarà merito dell'auspicio "No gender nelle scuole"?Cinzia Ronzitti
Tutt'altra atmosfera si respira con l'emblema sorteggiato subito dopo, quello del Partito comunista dei lavoratori, che non poteva mancare a Genova: proprio di quella città, infatti, è originario il leader storico della formazione, Marco Ferrando. A sostegno di Cinzia Ronzitti c'è il simbolo consueto, con il globo blu sullo sfondo, la falce e il martello rossi in primo piano. La particolarità di queste elezioni, volendo, è di "arnesi" sulla scheda non ce ne sono altri: Ronzitti, infatti, è l'unica candidata a dirsi apertamente comunista, così come non ci sono altr* aspirant* prim* cittadin* con il sostegno di formazioni comuniste. Cinque anni fa, per dire, di coppie falce-martello se n'erano viste tre...Giovanni Crivello
Al penultimo posto tra i candidati è stato sorteggiato Gianni Crivello, candidato del centrosinistra e assessore uscente alla protezione civile. La prima lista sorteggiata è A sinistra, che fa capo ad Articolo 1 - Mdp e a Genova che osa, esperienza politica generata dall'iniziativa del gruppo "giovane" di Rete a sinistra, vista alle regionali del 2015. E se il nome ricorda quello della lista presentata allora, altrettanto fa la struttura a tre colori e tendenzialmente curvilinea del contrassegno; questa volta, però, è ben riconoscibile la stilizzazione del "Grande Bigo" progettato da Renzo Piano per le Colombiadi del 1992, ispirandosi alla gru da carico e scarico dello stesso porto di Genova.Segue poi quella che è facilmente identificabile come formazione personale dell'aspirante primo cittadino: Lista Crivello sindaco. La grafica è decisamente essenziale e poco fantasiosa, ma se non altro l'immagine che esce è pulita ed equilibrata: i colori sono quelli della città (e del Genoa), il carattere "bastoni" usato - un Franklin Gothic - è netto e chiaro per il lettore. Certo, con un look così scarno non c'è posto per un'identificazione territoriale o per dire - come l'entourage della lista fa sapere - che la compagine "rappresenta tanti mondi, professioni e competenze diverse" e si pone come "lista del fare, per Genova e il suo futuro". Se non altro, però, sa farsi riconoscere bene dagli elettori.
Terza delle quattro liste che sostengono Crivello è la civica Genova cambia, guidata da Simone Leoncini, presidente del municipio Centro Est e possibile candidato sindaco. Il simbolo si fa notare per l'uso accorto dei colori, tra rottura (soprattutto per l'arancione) e attenzione negli effetti (si guardi l'area campita di verde, a "onde sovrapposte"). Stranisce la font secondaria - Grilled Cheese, un po' da cartoon - utilizzata per l'espressione "lista civica", ma è molto più interessante l'hashtag #Noisindaco inserito in basso, con totale identificazione tra cittadini e amministrazione. Come nel simbolo di Ge9si, colpisce la sfilata dei segni territoriali di Genova, forse anche troppo affollata (la Lanterna, il Bigo, la stazione di Brignole, la fontana di Crosa di piazza De Ferrari, porta Soprana...), senza che ci sia spazio per dire che la lista, priva di tesserati di partito, si impegna soprattutto per il sociale e tutti i diritti civili.
Ultimo emblema della coalizione in appoggio a Crivello è quello del Partito democratico, anche in questo caso (come per Forza Italia) senza alcuna caratterizzazione personale e territoriale. Quello del Pd, dunque, è l'unico emblema di partito tra quelli schierati dal centrosinistra. Una scelta che in qualche modo colpisce, soprattutto considerando le parole dello stesso candidato sindaco: "Sono molti anni che non ho una tessera partito, orgoglioso di venire dal partito Comunista di Enrico Berlinguer che diceva: si può essere conservatori purché si conservino valori irrinunciabili della vita". Non vedere falci e martelli ma solo l'emblema dei dem, obiettivamente, un certo effetto lo fa.