Certe decisioni a volte si prendono a malincuore, ma lo si fa soprattutto per evitare grane di qualunque tipo; qualcosa di simile è accaduto, probabilmente, nei giorni scorsi ad Avezzano, centro importante della provincia aquilana. Sulla scheda elettorale, infatti, non ci sarà il simbolo di Forza Italia; ci sarà qualcosa che lo richiama, ma non troppo da vicino, perché un emblema più somigliante è stato cambiato all'ultimo minuto, prima ancora che le liste fossero depositate, per evitare di dover affrontare opposizioni e ricorsi.
Il problema, in effetti, si era manifestato già nelle settimane precedenti. A febbraio, infatti, i militanti locali di Forza Italia erano divisi al loro interno. Qualcuno riteneva opportuno appoggiare la candidatura di Gabriele De Angelis, per ottenere uno schieramento unitario di centrodestra; la condizione posta a tutti i potenziali alleati, tuttavia, era la rinuncia al simbolo ufficiale del partito, utilizzando lo strumento della lista civica. Questo non era gradito a un'altra fazione forzista, che a lungo ha cercato un altro candidato per una corsa autonoma (con tutti i rischi che ciò aveva, in termini di risultato elettorale), ma certamente riconoscibile: era questa la posizione, per esempio, di Paola Pelino, senatrice di Forza Italia di Sulmona.
L'11 marzo, tuttavia, la situazione si è fatta più delicata: da una parte, la stessa Pelino e il coordinatore regionale forzista Nazario Pagano avevano convenuto sull'opportunità di utilizzare un simbolo "civico" per "la specificità della competizione elettorale di Avezzano"; dall'altra, il consigliere regionale Emilio Iampieri e i consiglieri comunali uscenti Mariano Santomaggio e Vincenzo Ridolfi avevano scelto di sostenere De Angelis. Questo aveva provocato la protesta di Maurizio Bianchini, coordinatore locale di Fi, sostenitore della corsa con la tradizionale bandierina: visto il diverso orientamento dei vertici regionali e degli eletti locali del partito, lui si è dimesso da coordinatore, parlando di impossibilità di seguire "chiari percorsi politici, sacrificandoli all’altare dell’inciucio, della confusione e dell’interesse particolare".
Per mantenere comunque una certa riconoscibilità, si era deciso di presentare un simbolo civico molto simile a quello di Forza Italia. La lista, infatti, era stata chiamata Forza Avezzano e il nome si trovava proprio sulla bandierina forzista, al posto del nome tradizionale, con in basso l'indcazione del candidato sindaco. In qualche modo l'emblema sembrava andare incontro alle esigenze di riconoscibilità manifestate dalla senatrice Pelino (diventata commissaria del partito), senza compromettere del tutto le richieste di De Angelis, che puntava ad aggregare più forze possibili senza insegne di partito.
Qualcosa però non dev'essere andato liscio, visto che il 12 maggio è stato lo stesso coordinatore regionale forzista Pagano a disporre la sostituzione del contrassegno, alla vigilia del deposito delle candidature (prima dunque che intervenisse in qualunque modo la sottocommissione elettorale circondariale). I giornali hanno parlato di "timore di possibili ricorsi", anche se non era ben chiaro chi avrebbe potuto farli, visto che a decidere era l'autorità che aveva competenza sul simbolo a livello locale, come da statuto.
Sta di fatto che è sparita la bandierina, ma il nome è rimasto, bianco su fondo azzurrino; peraltro, "Forza Avezzano", con tanto di striscia tricolore tra le parole giusto per non perdere i riferimenti politici nazionali, abbandona il carattere Arial per prendere l'Helvetica, proprio come il simbolo forzista tradizionale. Certo, il potere evocativo della bandiera era decisamente maggiore, ma il riferimento al partito di Berlusconi non sfugge a un occhio abbastanza attento. E se questo fa dormire sonni tranquilli, al riparo dai ricorsi, ben venga.
Il problema, in effetti, si era manifestato già nelle settimane precedenti. A febbraio, infatti, i militanti locali di Forza Italia erano divisi al loro interno. Qualcuno riteneva opportuno appoggiare la candidatura di Gabriele De Angelis, per ottenere uno schieramento unitario di centrodestra; la condizione posta a tutti i potenziali alleati, tuttavia, era la rinuncia al simbolo ufficiale del partito, utilizzando lo strumento della lista civica. Questo non era gradito a un'altra fazione forzista, che a lungo ha cercato un altro candidato per una corsa autonoma (con tutti i rischi che ciò aveva, in termini di risultato elettorale), ma certamente riconoscibile: era questa la posizione, per esempio, di Paola Pelino, senatrice di Forza Italia di Sulmona.
L'11 marzo, tuttavia, la situazione si è fatta più delicata: da una parte, la stessa Pelino e il coordinatore regionale forzista Nazario Pagano avevano convenuto sull'opportunità di utilizzare un simbolo "civico" per "la specificità della competizione elettorale di Avezzano"; dall'altra, il consigliere regionale Emilio Iampieri e i consiglieri comunali uscenti Mariano Santomaggio e Vincenzo Ridolfi avevano scelto di sostenere De Angelis. Questo aveva provocato la protesta di Maurizio Bianchini, coordinatore locale di Fi, sostenitore della corsa con la tradizionale bandierina: visto il diverso orientamento dei vertici regionali e degli eletti locali del partito, lui si è dimesso da coordinatore, parlando di impossibilità di seguire "chiari percorsi politici, sacrificandoli all’altare dell’inciucio, della confusione e dell’interesse particolare".
Per mantenere comunque una certa riconoscibilità, si era deciso di presentare un simbolo civico molto simile a quello di Forza Italia. La lista, infatti, era stata chiamata Forza Avezzano e il nome si trovava proprio sulla bandierina forzista, al posto del nome tradizionale, con in basso l'indcazione del candidato sindaco. In qualche modo l'emblema sembrava andare incontro alle esigenze di riconoscibilità manifestate dalla senatrice Pelino (diventata commissaria del partito), senza compromettere del tutto le richieste di De Angelis, che puntava ad aggregare più forze possibili senza insegne di partito.
Qualcosa però non dev'essere andato liscio, visto che il 12 maggio è stato lo stesso coordinatore regionale forzista Pagano a disporre la sostituzione del contrassegno, alla vigilia del deposito delle candidature (prima dunque che intervenisse in qualunque modo la sottocommissione elettorale circondariale). I giornali hanno parlato di "timore di possibili ricorsi", anche se non era ben chiaro chi avrebbe potuto farli, visto che a decidere era l'autorità che aveva competenza sul simbolo a livello locale, come da statuto.
Sta di fatto che è sparita la bandierina, ma il nome è rimasto, bianco su fondo azzurrino; peraltro, "Forza Avezzano", con tanto di striscia tricolore tra le parole giusto per non perdere i riferimenti politici nazionali, abbandona il carattere Arial per prendere l'Helvetica, proprio come il simbolo forzista tradizionale. Certo, il potere evocativo della bandiera era decisamente maggiore, ma il riferimento al partito di Berlusconi non sfugge a un occhio abbastanza attento. E se questo fa dormire sonni tranquilli, al riparo dai ricorsi, ben venga.
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