Una cosa è certa: nulla di ciò che viene inserito all'interno di un contrassegno elettorale sta lì per caso. Anche un emblema di cattivo gusto o brutto da vedere, specie di una formazione di peso, è stato studiato e ogni elemento ha una sua ragione di essere. Così non è passato inosservato il simbolo che la Lega Nord ha intenzione di presentare alle prossime elezioni europee: come in un gioco delle differenze (o, se si preferisce, del "celo manca"), si va a vedere cosa è sparito, cosa è rimasto e cosa è stato aggiunto.
Nessuno ovviamente ha toccato la parte fondamentale del contrassegno, Alberto da Giussano con la spada sguainata e con il leone di San Marco sullo scudo, così come il nome del partito è ben fermo al suo posto. C'è anche il Sol, il "sole delle alpi" scelto come emblema della Padània, ma è ridotto a un bollino di tre millimetri di diametro sulla scheda: a fare da contrappeso, nella parte sinistra del cerchio alla stessa altezza, la "Pulce" di Die Freiheitlichen, il partito altoatesino impegnato nella tutela della minoranza tedesca e che con la Lega condivide vari punti, a partire dal contrasto all'immigrazione clandestina.
Se qualcosa manca, questa volta, è proprio il riferimento alla Padania; al più, è stato stemperato nel marcatore "Autonomie", stretto tra il nome, il guerriero e la pulce, ma non si può certo dire che nel contrassegno abbia un ruolo preponderante. Per ora, poi, il segretario Matteo Salvini ha scelto di non inserire il suo cognome all'interno dell'emblema, per non personalizzare troppo la battaglia. Non sparisce però il segmento blu in cui il nome del leader o il riferimento alla Padania trovavano posto: in quella sorta di palchetto è stato messo un elemento nuovo, almeno per la simbologia leghista, "Basta €uro".
Probabilmente è la prima volta che in italia si usa con coscienza il simbolo della moneta unica (soprattutto per demolirla),anche se non è proprio quello ufficiale adottato alla fine degli anni '90. Ma se Salvini e gli altri si sono limitati a esplicitare la loro battaglia già intrapresa contro questo caposaldo dell'Europa di oggi, non si può certo dire che siano arrivati per primi. Giusto dieci anni fa, infatti, fece la sua prima uscita nazionale il Comitato No Euro, creato l'anno prima dal piemontese Renzo Rabellino per condurre una battaglia contro la moneta una gestita dalla Bce e contro la pratica del signoraggio. Come esordio si portò a casa 70mila voti nella circoscrizione del Nord-Ovest (più della Fiamma tricolore, più della coppia Pri-Sgarbi, più di Mastella e Segni messi assieme). Negli ultimi anni No Euro era una pulce sempre presente nei contrassegni di Rabellino, in particolare la Lista del Grillo parlante (declinata al plurale per evitare le bocciature) e certamente anche quest'anno farà la sua figura. Quello di Salvini non sembra un omaggio al politico piemontese, anzi non è escluso che la Lega abbia inserito "Basta €uro" anche per giocare uno scherzetto all'inventore della Lega padana anni dopo la sua uscita dal Carroccio: Rabellino, in ogni caso, usa il suo segno da oltre dieci anni e non ha nulla da temere.