Si è celebrato stamattina il terzo appuntamento con le conferenze stampa presso la Camera della lista
Libertà promossa in vista delle prossime elezioni europee da
Sud chiama Nord e dal suo
leader,
Cateno De Luca: il quadro simbolico si è fatto più completo, oltre che più complesso. Il contrassegno elettorale, infatti, ha visto riempirsi due dei cerchi bianchi visti finora, ma altri due hanno cambiato posto e dimensione e sono comparsi gli spazi per altre due "pulci" in miniatura, uno delle quali è già stato occupato. È probabile che il contrassegno cambi ancora da qui a un mese (il deposito al Viminale è previsto dal 21 al 22 aprile), ma per ora si è di fronte a uno degli emblemi più affollati della storia, quasi certamente a quello più ricco di simboli della serie delle elezioni europee (il record probabilmente è detenuto dal fregio dell
'Alleanza Nord presentato dalla Lega Lombarda nel 1989).
Fa il suo ingresso nella compagine Libertà la formazione
I Civici in Movimento, rappresentata al tavolo di relazione dall'ex sindaco di Amatrice (2009-2018, periodo funestato dal sisma del 2016) ed ex consigliere regionale del Lazio (2018-2023)
Sergio Pirozzi, indicato come presidente federale del soggetto politico: all'evento di oggi hanno partecipato anche la dottoressa Desirée Merlini, consigliera e già assessora di Monza, Giovanni Sgroi (medico anch'egli), sindaco di Rivolta d'Adda e Luigi Abbate, consigliere di Taranto e coordinatore federale dei Civici in Movimento. "Ho accettato di rappresentare i civici - ha spiegato Pirozzi - perché vengo da lì, da un mondo che in politica e nelle istituzioni arriva a un certo punto e poi si ferma, perché non ha una rappresentanza strutturata: occorrono altri passaggi nei quali ci si accorge che le istanze dei territori e di chi sta sul campo non sono considerate".
Il simbolo, probabilmente di conio assai recente e collocato al centro del contrassegno, subito al di sotto della parola "Libertà", pone in evidenza la parola "Civici" mentre in filigrana s'intravede "l'impronta non di un mocassino, ma di uno scarpone, perché chi è civico e lavora sui territori sa quali sono i problemi delle persone": del resto l'impronta dello scarpone - allora rossa -
era stata l'elemento caratterizzante della lista Sergio Pirozzi presidente, con cui lo stesso Pirozzi era stato eletto nel 2018 in consiglio regionale (mentre nel 2019 poco prima delle europee si erano mossi i primi passi di un'altra creatura pirozziana, Siamo l'Italia, con cuore d'Italia e tricolore su fondo blu). "Credo che questa sia una giusta battaglia - ha aggiunto Pirozzi - la nostra sfida è portare qualcuno in Europa per rappresentare le istanze dei civici. Sarà dura, ma alle mie squadre, amministrative o sportive, ho sempre detto che l'importante è arrivare al traguardo con la maglia sudata. Lo faremo sforzandoci in campagna elettorale, aprendo la campagna ad Amatrice, raccontando le vere storie dei territori, anche quelli in cui la ricostruzione dopo il terremoto non è arrivata, a differenza di quel che raccontano i
media: altro che un 'mondo al contrario', siamo un mondo a parte, non viene più raccontato. Sono tornato, deluso un po' da Matteo Salvini, ma molto di più da Giorgia Meloni, che ha tradito molti principi".
Ha partecipato alla conferenza stampa anche Vito Comencini, 36 anni, della provincia di Verona, deputato leghista nella scorsa legislatura e da dicembre presidente dell'Associazione Popolo Veneto: "Sud chiama Nord e il nord risponde, anzi, il regno delle due sicilie chiama e le terre della Repubblica Serenissima rispondono - ha spiegato - Devo ringraziare Roberto Castelli per la mia presenza qui, perché lui è partito per primo, ma noi portiamo qualcosa in più, appunto le terre della Serenissima. Popolo Veneto è un movimento nato da poco ma con la grande ambizione di lottare: ci sono tante battaglie valoriali, identitarie, di sovranità, a difesa di molte categorie che non si sentono rappresentate, c'è chi aveva creato aspettative su queste battaglie e poi le ha tradite. Non si poteva stare a guardare, pensando semplicemente alle europee in cui il 50% o il 60% delle persone non vota perché non trova rappresentate le proprie idee: un'alternativa bisognava darla, riprendendo la battaglia non solo dell'autonomia, ma del federalismo, di cui più nessuno parla, e anche gli amministratori locali meritano risposte dallo Stato e dall'Unione Europea".
Se l'emblema ufficiale dell'associazione Popolo Veneto include una statua di San Marco evangelista con a fianco un leone accovacciato, inserita in un fumetto giallo collocato su fondo blu (i colori di Verona) e con la dicitura "Sovrano e identitario" al di sotto del nome dell'ente, per l'occasione la statua a due figure è stata sostituita da una delle immagini del leon de guera, vale a dire il leone con la zampa sul Libro chiuso e la spada brandita con l'altra zampa anteriore. Si tratta dello stesso tema presente nel simbolo leghista, con l'immagine del leone riportata dal 1997 sullo scudo del guerriero di Legnano. La miniatura del simbolo occupa il cerchio nella parte superiore, a sinistra di Sud chiama Nord, nel posto che prima era stato del Movimento per l'Italexit (il cui fregio è stato spostato nella parte inferiore, sempre a destra); a destra di Sud chiama Nord ora si trova il simbolo del Partito popolare del Nord, prima collocato nella parte inferiore al centro (e sono cambiate anche le dimensioni, ora ridotte).
Nel contrassegno non ha trovato posto (e non è un caso) il simbolo di
Rassemblement valdôtain, movimento politico costituito a novembre dello scorso anno, "indipendente da qualsiasi altro partito politico esistente e riconosce come suo primo obiettivo quello di difendere liberamente, senza alcuna remora, gli interessi di tutti i valdostani siano essi di nascita, adozione o scelta" (così era scritto nella nota di presentazione), partendo da quattro consiglieri regionali eletti con la Lega nel 2020. "Siamo un piccolo partito - ha detto il presidente
Davide Bionaz - nato subito dopo l'estate, grazie a persone che nella loro storia personale hanno sempre difeso l'autonomismo valdostano, che significa difendere e propagare in Italia, in Europa e nel Mondo le idee del federalismo e dell'Europa dei popoli: solo loro rappresentano loro specificità, linguistiche, alimentari e culturali, un patrimonio che rischia di andare disperso e non viene considerato. Noi abbiamo trovato una totale assonanza di idee con Sud chiama Nord, Cateno De Luca e Roberto Castelli; il patrimonio dell'autonomia e del federalismo è stato disperso e negli ultimi mesi calpestato dalla semplice idea che la difficoltà di eleggere, per le norme in vigore, un rappresentante valdostano: L'Italia è un paese di montagne, dal Monte Bianco alle Cime di Lavaredo all'Etna: è un territorio difficile, quelle difficoltà vanno riconosciute e chi le ha va aiutato e premiato, innanzitutto con i soldi dell'Europa".
Il simbolo del Rassemblement valdôtain schiera, su fondo rosso, un leone rampante bianco stilizzato, con coda biforcuta; quell'emblema sarà visibile nella sola circoscrizione Nord-Ovest, perché l'idea è di presentare una lista espressione della minoranza francese, da collegare a Sud chiama Nord - Libertà per il cumulo dei voti e l'eventuale assegnazione dei seggi. Occorre però notare che non sono previste dalla legge esenzioni per le minoranze linguistiche, per cui la lista non risulta essere esente dalla raccolta firme (a meno che improvvisamente in quel contrassegno non spunti qualche pulce di partito esente...), dunque su questa si dovrebbero raccogliere almeno 15mila firme, 1500 delle quali in Valle d'Aosta.
Ha invece trovato posto nel contrassegno, anche a costo di aggiungere due "pallini" più piccoli, l'emblema bianco e nero con la dicitura-nome
Capitano Ultimo. Questo perché tra i candidati della lista ci sarà anche
Sergio De Caprio, appunto il "capitano Ultimo", a lungo impegnato come carabiniere in operazioni antimafia e "arrestatore" di Totò Riina e vari altri criminali: nome votato da Fratelli d'Italia nel 2013 alle elezioni del Presidente della Repubblica e assessore regionale alla tutela dell'Ambiente in Calabria dal 2020 al 2021, De Caprio è - salvo errore - alla sua prima candidatura e, per quanto se ne sa, è uno dei pochissimi riferimenti grafici a un singolo candidato che concorre alla formazione di una lista. "Ultimo - ha proclamato Cateno De Luca - è la Storia, ma non può essere solo questo: rappresenta, non solo per la Sicilia, quel pezzo di Stato che ha chiuso una fase, arrestando un macellaio, non un semplice criminale. Non vogliamo solo la sua candidatura, ma che nel nostro
brand ci sia un messaggio chiaro ai mafiosi e ai voti della mafia, non vogliamo né gli uni né gli altri".
De Luca ha anche illustrato altri aspetti del progetto di "alleanza ampia che ha come comune denominatore meno Europa, più sovranità, più autonomia, più equità. Sud chiama Nord è da sempre civico e federalista: vista la mia storia e le mie vittorie contro i partiti posso dare lezioni di civismo, per questo costruiamo la prima rete civica nazionale, per diventare protagonisti con un brand ben preciso. Stiamo continuando a contaminare di democrazia un sistema oligarchico, senza temere il fatto che un giorno chi sta camminando con noi possa candidarsi contro di noi. Per noi questo progetto rappresenta lo Sbarco dei Mille al contrario: da mille a maggio vogliamo arrivare a un milione a giugno. Dico a chi ha discusso con noi finora e non ha ancora scelto di unirsi alla lista Libertà che c'è ancora tempo: vi aspettiamo, il fronte della Libertà deve volare alto sopra i personalismi, speriamo che la Pasqua faccia riflettere".
"Il mondo civico - ha spiegato Laura Castelli - è nelle radici di Sud chiama Nord, perché nasce dal civismo concreto, fatto di persone che nella loto vita hanno fatto e continuano a fare attività nelle loro amministrazioni. Oggi presentiamo l'unione di persone e di civiche che per la prima volta stanno insieme in uno strumento nazionale, messo a disposizione con generosità. Poi abbiamo l'onore di continuare a costruire sul Nord, con un progetto importante che schiera il simbolo del leone ben noto ai veneti, in rappresentanza di un Nord abbandonato e anche un po' tradito. Con noi c'è anche una parte importante della Valle d'Aosta e c'è anche 'Capitano Ultimo': siamo felici che anche lui aderisca a questo progetto, vuol dire che siamo sulla strada giusta".
Nell'attesa di scoprire quali saranno gli altri simboli che completeranno il contrassegno di Libertà, non sfugge ai #drogatidipolitica l'evento di presentazione della nascente lista a Milano: si terrà sabato 23 marzo (ore 11) all’Hotel Cavalieri, l'hotel di Roberto Bernardelli, con una lunga storia prima nella Lega Nord, poi in altre formazioni autonomiste e "nordiste" (fino a Grande Nord). "Sono sempre stato affascinato dalla prima Lega - ha detto sempre Cateno De Luca in conferenza Stampa - non dalla Lega salottiera di Matteo Verdini, che non mi interessa. Il nostro slogan sarà Roma Ladrona: i leghisti di Salvini non lo possono dire perché sarebbe come dare del ladrone a Salvini". Il tempo per riempire gli spazi vuoti c'è ancora, chissà chi spunterà...