Si candiderà e non si ritira, anzi, ora ha presentato pure il simbolo che dovrebbe contrassegnare la propria candidatura. Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, la partita delle elezioni regionali del Lazio vuole giocarla in prima linea, senza relegarsi nella panchina a bordo campo su cui normalmente siede nelle sue vesti di allenatore.
Certo, presentare un possibile emblema elettorale alla stampa non equivale alla candidatura (basti pensare alle ultime elezioni comunali a Roma, con Guido Bertolaso che alla fine si è ritirato pur avendo già l'emblema per la propria lista e quello "personalizzato" di Forza Italia), ma di sicuro è un passo necessario - un simbolo serve comunque - e importante, perché è la prima occasione per comunicare la propria identità, il proprio progetto.
Pirozzi ha dunque scelto di candidarsi e lo ha fatto con un simbolo molto semplice, d'impatto, di chiara leggibilità e immediatamente riconoscibile. Il fondo è bianco, come sempre più raramente è accaduto negli ultimi anni: su di esso spicca la dicitura "Sergio Pirozzi presidente", con il nome e soprattutto il cognome in grande evidenza, in font Twentieth Century Black (un carattere di per sé netto e imponente, tagliato ad angolo vivo). Sul piano grafico, tra il cognome e "presidente" c'è giusto una striscetta tricolore, elemento molto meno evidente di una chiara impronta di scarpone da montagna, con il classico carrarmato, dalla campitura sgranata come quella che si lascia dopo un contatto con un terreno non omogeneo (come quello coperto da macerie) o, semplicemente, man mano che si continua a camminare.
Lungi dall'essere una semplice calzatura, gli scarponi per il sindaco di Amatrice e aspirante presidente della Regione Lazio sono da sempre un simbolo del suo territorio e della sua gente: "Non conoscono i territori, non hanno gli scarponi", aveva dichiarato neanche due settimane fa per criticare i governanti che avrebbero predisposto misure del tutto inefficaci per rilanciare le imprese delle zone terremotate; gli stessi scarponi sono stati regalati in aprile al ministro Franceschini (in visita ad Amatrice), "perché queste sono le scarpe per stare su questa terra". Il concetto, poi, si accompagna a quello dell'impronta, che nella conferenza stampa è stato adeguatamente enfatizzato: "Penso sia giusto ridare voce ai territori, ai sindaci, al mondo del volontariato, dei professionisti che hanno lasciato nella loro vita un'impronta". Lasciare un segno, dunque, come programma e come carattere necessario dei candidati che dovranno costituire la compagine di Pirozzi.
Unico elemento che può lasciare un po' perplessi è il colore dell'impronta; nell'immagine proiettata sullo schermo del Sgm Conference Center di via Portuense sembra risultare rossa, cosa che potrebbe ricordare il sangue e non tranquillizzare gli elettori. Il sindaco di Amatrice però preferisce sottolineare un altro dettaglio: "Nel mio logo c'è l'orma di uno scarpone che va avanti, andrò avanti comunque", in risposta alle critiche arrivate dal centrodestra dopo la notizia della sua candidatura, accusata di spaccare l'elettorato di quell'area politica. L'impronta, non a caso, sarà pure di un piede sinistro ma "punta a destra", come Pirozzi ha tenuto a sottolineare.
Le prossime settimane saranno decisive per dare concretezza alla corsa del sindaco di Amatrice - che non sarebbe obbligato a dimettersi, visto che la nuova legge elettorale regionale impone le dimissioni prima del deposito delle candidature ai soli sindaci dei comuni sopra i 20mila abitanti - verso la Pisana; il primo passo, intanto, è stato fatto e la prima impronta (di scarpone) è stata lasciata.
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