venerdì 31 maggio 2024

Potenza, simboli e curiosità sulla scheda

Oltre a Bari, l'altro capoluogo di regione chiamato a rinnovare la propria amministrazione l'8 e il 9 giugno è Potenza. La guida del comune cambierà di certo (cosa che era accaduta anche nel 2019): il sindaco uscente, Mario Guarente (del centrodestra, che nel 2019 aveva vinto per un soffio al ballottaggio) non si è ricandidato. Si contenderanno il suo ruolo 5 persone, sostenute in tutto da 17 liste; se il numero di aspiranti sindaci è rimasto identico rispetto a cinque anni fa, i simboli sulla scheda sono aumentati (nel 2019 erano 14).
 
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Francesco Fanelli

1) Noi moderati

Dopo la scelta di Mario Guarente di non ripresentarsi, con l'idea di "favorire l'allargamento del centrodestra, al fine di dare al futuro governo cittadino una maggioranza quanto più ampia e stabile possibile", a rappresentare il centrodestra è Francesco Fanelli, sorteggiato per primo e sostenuto da 7 liste (il massimo di questa tornata). Il primo simbolo, secondo l'ordine stabilito dall'estrazione, è quello di Noi moderati, che si presenta all'elettorato potentino con il suo emblema ufficiale fissato al congresso fondativo (non c'è dunque alcuna indicazione nominale o territoriale all'interno del contrassegno).
 

2) Fratelli d'Italia

Seconda lista estratta della coalizione di centrodestra è quella di Fratelli d'Italia, che nel 2019 aveva ottenuto il 9,55%, collocandosi come terza lista (anche se al risultato avevano concorso pure Forza civica e il Popolo della Famiglia, presenti all'interno del contrassegno comune). Per questa tornata elettorale, il partito della Presidente del Consiglio schiera l'emblema in uso nelle contemporanee elezioni europee (diverso da quello visto dal corpo elettorale potentino alle regionali lucane di aprile), con il nome e il cognome di Giorgia Meloni giallini e in evidenza al centro (su fondo blu), tra il nome di Fdi e la fiamma tricolore.
  

3) Lega

Il sorteggio ha collocato al terzo posto la lista della Lega, vale a dire il partito di cui è espressione il candidato sindaco Fanelli. A differenza di quanto si è visto in vari altri comuni, la forza politica ha scelto di impiegare il contrassegno elettorale sfoggiato in occasione del voto politico del 2018, dunque con l'espressione "Salvini premier" nel segmento blu collocato sotto alla statua di Alberto da Giussano; nel 2019 - anno in cui la lista della Lega, con il 13,65%, era risultata la più votata della coalizione vincitrice e la seconda più votata nel complesso - la parola "premier" era stata sostituita dal riferimento alla Basilicata

4) Amiamo Potenza

Al quarto posto della coalizione in appoggio a Fanelli si trova l'emblema della prima formazione dichiaratamente civica, Amiamo Potenza. In questo caso l'unico elemento grafico riconoscibile è un cuore collocato in posizione centrale in una prospettiva curiosa, descritto da un nastro in parte ripiegato su se stesso, colorato di blu e di verde come le scritte (quei colori, in fondo, sono le tinte dominanti nello stemma, perché caratterizzano il fondo dello scudo e le fronde); il testo, collocato ad arco nella corona individuata da due circonferenze concentriche, è delimitato da due pallini (di colore opposto rispetto alla parola adiacente).
 

5) Potenza civica

Altra formazione della coalizione di centrodestra facilmente individuabile come civica, come il nome stesso suggerisce, è Potenza civica. I colori scelti per il contrassegno (azzurro di fondo, blu del segmento che ospita il riferimento al candidato, uso del tricolore) in effetti ammiccano comunque a un elettorato moderato (tipico del centrodestra) potendosi nel contempo rivolgere a tutti; l'uso di un'immagine in bianco e nero della Torre Guevara, tuttavia, sembra molto più vicino al modo di presentarsi di una formazione innanzitutto e fondamentalmente civica. Questa lista, peraltro, è la sola a contenere il cognome del candidato sindaco.
 

6) Forza Italia

In sesta posizione si colloca la lista di Forza Italia, che cinque anni fa aveva sfiorato il 7%, superata anche da Idea (ma era riuscita comunque a ottenere tre consiglieri). Se all'epoca era stato impiegato il simbolo che ora è descritto nello statuto e ad esso allegato (con la dicitura "Berlusconi presidente"), il contrassegno attuale è quello visto anche in altre competizioni contemporanee, senza la parola "presidente" e - come si è abituati a vedere a partire dalle elezioni politiche del 2022 - con il riferimento al Partito popolare europeo disposto ad arco nel semicerchio superiore.  
 

7) Orgoglio lucano - La vera Basilicata

Ultima lista della coalizione è frutto della fusione di due delle formazioni che alle ultime elezioni regionali hanno sostenuto la candidatura di Vito Bardi, cioè Orgoglio lucano e La vera Basilicata. Lo stesso simbolo, in qualche modo, risulta essere una crasi dei due contrassegni visti in aprile, peraltro composti con lo stesso carattere: il sottilissimo tricolore aderente alla circonferenza interna e i due segmenti con base "a onda" viene da Orgoglio lucano, il colore della Vera Basilicata tinge il segmento inferiore; alle tinte si aggiunge il rosso, in parte presente nello stemma comunale di Potenza. 
 

Pierluigi Smaldone

8) MoVimento 5 Stelle

La seconda candidatura, in base all'ordine di sorteggio, è quella di Pierluigi Smaldone, consigliere comunale uscente (eletto con la lista Potenza città giardino) che ha manifestato l'idea di presentarsi come sindaco già negli ultimi mesi del 2023. Potrà contare sul sostegno di tre liste. Come prima è stata sorteggiata quella del MoVimento 5 Stelle: il contrassegno impiegato riproduce il simbolo ufficiale indicato nello statuto, nella sua ultima versione (con il riferimento al 2050 come anno della neutralità climatica abbinato al logo classico in uso dal 2009). 
 

9) Potenza ritorna

La seconda lista a sostegno di Smaldone è Potenza ritorna, che è il nome dell'intera "coalizione civica" come detto dallo stesso Smaldone. Se il nome indica l'idea della necessità di un rilancio della città, non è di immediata lettura, almeno per chi scrive, il contrassegno impiegato: i due segmenti verde e rosso, con altri piccoli elementi (uno blu e uno giallo) sembrano dare l'idea di un mezzo da guidare (i primi punti del programma, del resto, riguardano la mobilità); al di sotto c'è il riferimento al candidato sindaco, con il cognome inserito in una fascetta rossa. Sicuramente il cerchio risulta piuttosto pieno.
 

10) Città nuova con Smaldone

Non appare meno pieno, ma sembra meglio proporzionato il contrassegno della lista Città nuova con Smaldone. Il nome scelto per la formazione è tipico di un gruppo civico che intende rinnovare l'amministrazione cittadina, ma il contrassegno mostra che alla lista concorrono almeno due formazioni politiche: il colore di fondo del simbolo e il monogramma collocato in basso identificano il concorso di Democrazia solidale - Demos; il sole che ride collocato al centro, d'altra parte, è chiaro indice della partecipazione al progetto elettorale di Europa Verde - Verdi. Sotto al nome della lista è ugualmente evidente il riferimento al candidato.  
 

Vincenzo Telesca

11) Insieme per Potenza - la Grande Lucania

Sono cinque le liste presentate in appoggio alla terza candidatura estratta, quella di Vincenzo Telesca, capogruppo uscente del gruppo misto in consiglio comunale. La prima a essere sorteggiata è Insieme per Potenza - la Grande Lucania, che nel simbolo ha la sagoma blu dell'intera Basilicata, con la città capoluogo indicata con un puntino; sulla regione emerge la "X" gialla che indica il "per". Non sembra felicissima la scelta dell'uso del verde per il nome della lista e ancor meno lo è l'uso del carattere Cooper (decisamente insolito su una scheda elettorale) e la deformazione della seconda parte del nome, peraltro quasi invisibile nel segmento inferiore blu.  
 

12) Potenza democratica - La Potenza dei cittadini

La seconda lista che appoggia Telesca è quella su cui più si dibatte. Potenza democratica - La Potenza dei cittadini, infatti, è vicina al Partito democratico o almeno a una sua parte, ma non ne è diretta espressione perché si sarebbe registrata una spaccatura al suo interno (e il sostegno di alcune figure rilevanti a Smaldone): per questo il simbolo dem non è sulla scheda. Certo, le iniziali di "Potenza democratica" sono proprio quelle (la P verde e la D rossa, non a caso) e sono inserite nel simbolo della lista La Potenza dei cittadini, già visto nel 2019 a sostegno di Bianca Andretta: nella doppia corona rossa emerge la figura del leone, che ricorda l'elemento principale dello stemma comunale; nella zampa, però, questa volta ci sono una spiga e una rosa, quella del socialismo europeo a lungo usata da Sdi e Psi. 
 

13) Basilicata casa comune per Potenza

Si ha inevitabilmente una sensazione di già visto guardando il contrassegno della lista Basilicata casa comune per Potenza: si tratta infatti della declinazione locale di una delle formazioni che - come suggerisce il nome stesso - avevano partecipato alle ultime elezioni regionali a sostegno del candidato presidente del centrosinistra Piero Marrese. Il simbolo è stato mantenuto pressoché identico rispetto al voto di aprile: in alto, su fondo bianco, c'è sempre la casa stilizzata in verde, con al di sotto il mare increspato altrettanto stilizzato, a toni di azzurro-blu; nel segmento in basso, al posto del nome del candidato, è indicato il comune. 


14) Uniamoci per Potenza

Nel contrassegno del 2019 della lista La Potenza dei cittadini c'era anche - là dove ora c'è un tricolore creato a frottage - un disegno schizzato di un ponte, anzi, del ponte Musmeci sul Basento. Questa volta, invece, un'immagine più realistica dello stesso ponte - in un'immagine comunque in bianco e nero - è contenuta nella fascia centrale del contrassegno di Uniamoci per Potenza, unica lista della coalizione a contenere il riferimento all'aspirante primo cittadino Vincenzo Telesca; il rosso e il blu del fondo del cerchio, anche qui, sono mutuati dallo stemma comunale. 
 

15) Potenza prima

Praticamente gli stessi colori, anche se con toni diversi, si ritrovano nell'ultima estratta tra le cinque liste presentate a sostegno di Telesca, Potenza prima. Si tratta di un gruppo civico presente in consiglio comunale grazie a Enzo Stella Brienza e Michele Beneventi. Nel contrassegno spiccano due cerchi, rispettivamente di colore blu e rosso, leggermente sovrapposti, collocati sopra alla denominazione della lista in un comunissimo carattere Arial; tutti gli elementi sono posti a sinistra di un segmento nero, come se fossero graficamente "allineati a destra".
 

Maria Grazia Marino

16) Forza del Popolo

Quarta candidatura alla guida del comune di Potenza è quella di Maria Grazia Marino, avvocata (come i suoi concorrenti citati fin qui), che si presenta sostenuta da Forza del Popolo, il partito guidato da Lillo Massimiliano Musso che aveva ottenuto una certa notorietà dopo la partecipazione alle elezioni politiche del 2022 e alle suppletive monzesi di qualche mese più tardi, ma era rimasto escluso dalle ultime regionali sarde. In questo caso il contrassegno utilizzato coincide con il cuore del simbolo impiegato finora, con l'acronimo del nome in bianco su fondo blu (con "unghietta" rossa) inserito in una circonferenza tricolore. 
 

Francesco Carmine Giuzio

17) La Basilicata possibile

L'ultima candidatura in questo turno elettorale amministrativo a Potenza, sempre in ordine di sorteggio, è quella di Francesco Carmine Giuzio, laureato in scienze politiche, esperienze rilevanti nel volontariato e nella società civile (nonché allenatore di calcio a cinque), capogruppo uscente in consiglio comunale di La Basilicata possibile: si tratta della formazione (promossa da realtà civiche, ambientaliste e di sinistra alternativa) che nel 2019 candidò alle regionali e alle comunali potentine Valerio Tramutoli, approdando nel secondo caso al ballottaggio e sfiorando la vittoria. Come allora, quattro archi "a mezzaluna" (rosso, giallo ocra, verde e blu) formano una sorta di corona per il nome della lista, senza riferimenti al candidato. 

mercoledì 29 maggio 2024

Perugia, simboli e curiosità sulla scheda

Presenta un numero significativo di simboli la competizione in cui è in palio la guida dell'amministrazione di Perugia. Dopo il doppio mandato da sindaco di Andrea Romizi, il comune doveva necessariamente cambiare la figura di vertice. Si candidano a quel ruolo 5 persone, sostenute da 19 liste; se i numeri sembrano alti, si ricordi che nel 2019 gli aspiranti sindaci erano 10, con l'appoggio di 22 simboli.
 

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Leonardo Caponi

1) Partito comunista italiano - Perugia contro guerra e neoliberismo

Tra coloro che aspirano alla carica di sindaco risulta primo, in base al sorteggio, Leonardo Caponi, già senatore tra il 1994 e il 2001 prima per Rifondazione comunista (era stato il primo segretario regionale), poi per il Partito dei comunisti italiani. Ed è proprio l'evoluzione di quella forza politica, cioè il Partito comunista italiano, a sostenere Caponi; il simbolo, quasi identico a quello storico del Pci, è collocato in dimensioni ridotte all'interno del contrassegno, davanti a una rappresentazione stilizzata (e molto geometrica) di Palazzo dei Priori; nella corona rossa che la racchiude si legge il motto che si pone come seconda parte del nome della lista, Perugia contro guerra e neoliberismo.
 

Margherita Scoccia

2) Per Scoccia sindaco - Perugia civica

Per la successione a Romizi, il centrodestra ha scelto di puntare su Margherita Scoccia, assessora uscente (o forse, in questo caso, l'interessata preferirebbe "assessore") all'urbanistica e all'edilizia. È suo il record di liste in questo turno elettorale: 8 in tutto. La prima estratta è Per Scoccia sindaco - Perugia civica, probabilmente la più vicina all'aspirante prima cittadina. Il cognome della candidata, scritto in giallo, spicca sul fondo fucsia nella parte superiore del cerchio; sotto a una fascetta tricolore c'è la dicitura "Perugia civica" a fianco di un fiore bianco stilizzato a sei petali (lo stesso che figura come "puntino" sulla "i" di Scoccia).
 

3) Fratelli d'Italia

Il secondo posto all'interno della coalizione trainata dal centrodestra è toccato alla lista di Fratelli d'Italia, vale a dire il partito della stessa Scoccia. Diversamente dalle competizioni di questo turno elettorale viste sin qui, il partito della Presidente del Consiglio si presenta con una grafica diversa, che riprende la struttura "a cannocchiale" ed è simile a quella impiegata cinque anni fa; se però allora, sopra al simbolo ufficiale di Fdi, c'era solo la dicitura "per Andrea Romizi", questa volta in alto c'è - come lo si è visto in vari comuni negli scorsi anni - il nome di Giorgia Meloni "per" la nuova candidata, il cui nome si prende dunque lo spazio di maggiore visibilità
 

4) Futuro giovani

Si propone come una lista civica attenta soprattutto all'elettorato meno âgé Futuro giovani, collocata in terza posizione. In alto compare una stilizzazione fucsia della Fontana Maggiore della città di Perugia; il nome è scritto in azzurro su fondo bianco (carattere bastoni), mentre il riferimento alla candidata è riportato in bianco nella parte inferiore (con la parola "sindaco" in un rettangolo fucsia). Nel semicerchio inferiore, sulla tinta azzurra del fondo, emergono in filigrana le frecce del fast forward che hanno caratterizzato la campagna di Scoccia ("Il futuro non si ferma") e si ritrovano anche nelle "o" di "Futuro" e "Scoccia".
 

5) Unione di centro

Della coalizione in appoggio a Scoccia fa parte anche l'Unione di centro, che presenta il suo simbolo ufficiale, con lo scudo crociato in primo piano (sopra le vele del Ccd e di Democrazia europea che emergono in filigrana sullo sfondo azzurro) e il nome in basso disposto ad arco. L'unica variante riguarda il segmento rosso collocato in alto: al posto della parola "Italia", infatti, c'è una figura stilizzata che ricorda un po' la Fontana Maggiore e un po' la chiesa di San Michele arcangelo, stretta tra il bordo superiore e la dicitura, su due righe, "Scoccia sindaco" (la ripetizione del maschile non marcato della carica indica che la scelta linguistica è voluta).
 

6) Fare Perugia con Romizi - Forza Italia

Nella compagine trainata dal centrodestra non manca Forza Italia, che impiega il suo simbolo ufficiale, descritto nello statuto (dunque con la dicitura "Berlusconi presidente"); il partito, tuttavia, concorre a una lista più ampia, denominata Fare Perugia con Romizi, promossa dunque dal sindaco uscente, dirigente forzista (il suo cognome, scritto in arancione su fondo blu nel segmento superiore del cerchio, in proporzione è forse l'elemento più evidente del contrassegno). Alla lista civico-politica, come sottolineato dai media, concorrono anche i gruppi Civici X di Andrea Fora e l'associazione Fuori Tutti (legata al vicesindaco Gianluca Tuteri e all'assessore Gabriele Giottoli).
 

7) PerugiAmica

Al sesto posto della coalizione in appoggio a Scoccia si trova la lista PerugiAmica. Se il nome sembra comunicare soprattutto una vicinanza tra amministrazione e cittadinanza, il contenuto grafico del contrassegno indica inequivocabilmente una sensibilità animalista (e l'intento di promuovere iniziative politiche mirate per chi ha animali domestici) da parte dei promotori: su fondo verde chiaro sfumato, infatti, si stagliano con nettezza le sagome in verde scuro di un gatto e di un cane; lo stesso colore tinge il riferimento alla candidata. Altro elemento distintivo è la "A" corsiva (in carattere Brush Script) condivisa tra le due parole del nome.
 

8) Progetto Perugia

Si pone come formazione civica-moderata la lista Progetto Perugia, riproposta dopo le due partecipazioni alle ultime due consulazioni (passando dal 4,78% del 2014 al 14,84% del 2019). Rispetto a quei due precedenti, il nome della lista è molto più visibile, perché è stato portato in primo piano insieme all'ulteriore stilizzazione della Fontana Maggiore già vista in passato (in quella stessa posizione, prima, c'era il riferimento a Romizi); in basso invece, sono indicate - in forma di hashtag - le parole d'ordine "impegno", "fiducia" e "futuro". Rimane simile la struttura cromatica che gioca sui colori fondamentali (rosso in primo piano, giallo e azzurro); si aggiunge poi un presumibile riferimento ai colori della stampa in quadricromia (ciano, magenta, nero e giallo). 
 

9) Lega

Chiude la coalizione di centrodestra la lista della Lega, che cinque anni fa era stata la più votata tra quelle in appoggio a Romizi con il 15,05%, superata soltanto dal Pd (sarà interessante valutare i rapporti di forza nella nuova ). Anche in questa consultazione elettorale, come si è visto pure altrove, il riferimento al segretario federale Matteo Salvini è sparito, sostituito dalla dicitura "Perugia per Scoccia" collocata nel segmento blu sotto Alberto da Giussano: si tratta di scelte non indifferenti, che contemperano maggior attenzione ai territori e una rivalutazione circa il potenziale attrattivo "automatico" del nome del leader quando le competizioni sono legate al territorio.
 

Davide Baiocco

10) Alternativa riformista - Italexit

Terza candidatura, in ordine di sorteggio, è quella di Davide Baiocco, sostenuto da una coalizione di due liste. La prima, di natura politica, si presenta come una "bicicletta" che unisce Alternativa riformista (il partito legato ad Amato John de Paulis che partecipò alle elezioni regionali del 2015 e alle comunali perugine del 2019, in appoggio al candidato Marco Mandarini e sempre con la foglia di cannabis sativa stilizzata in primo piano) e Italexit: il partito si riconosce per la freccia bianca su esagono verde-rosso, ma il nome è scritto con un lettering diverso (molto più comune) e nella freccia si legge la dicitura "per Perugia con Baiocco sindaco", col riferimento al candidato ripetuto due volte in pochi centimetri.
 

11) Forza Perugia

La seconda lista, Forza Perugia, si spiega molto meglio inquadrando la biografia di Baiocco: perugino, calciatore professionista, ha militato per cinque stagioni nella squadra di calcio locale, giocando anche in Serie A e allenato pure da Serse Cosmi tra il 2000 e il 2002. Sapendo questo si comprende più facilmente il nome "calcistico" della lista, l'uso dei colori bianco e rosso (che caratterizzano sia lo stemma cittadino, sia la divisa della squadra) e l'immagine delle mani che abbracciano il cuore. Baiocco - che ha giocato in molte altre squadre, inclusa la Juventus, e ora allena la primavera del Gubbio - aveva annunciato la sua candidatura già poco meno di un anno fa, riuscendo a mantenere il suo proposito.
 

Massimo Monni

12) Monni sindaco - #Perugiamerita

Oltre a Caponi, un altro candidato si presenta sostenuto da un'unica lista: si tratta di Massimo Monni, già socialista, eletto consigliere regionale nel 2010 con il Pdl (non confermato cinque anni dopo con Per l'Umbria popolare) e ora a capo di una formazione al di fuori dai poli, denominata Monni sindaco - #Perugiamerita, pensata per il rilancio della città. Se il logo unisce il blu (del cerchio "tagliato" centrale) al fucsia carico  della corona, non passano certo inosservati i simboli di Partito socialista italiano, Italia viva e Tempi nuovi - Popolari uniti (il soggetto politico promosso da Giuseppe Fioroni) collocati nella parte inferiore del contrassegno.
 

Vittoria Ferdinandi

13) Partito democratico

Chiude la rassegna delle candidature Vittoria Ferdinandi, psicologa clinica, direttrice nel corso degli anni di vari ristoranti, incluso il "Numero Zero, progetto di inclusione socio-lavorativa di pazienti psichiatrici. Ferdinandi in questa campagna può contare sul sostegno di sette liste: in ordine di sorteggio la prima risulta essere quella del Partito democratico, che come nei tre appuntamenti elettorali precedenti ha scelto di schierare il suo simbolo ufficiale nazionale, senza aggiungere alcun riferimento al comune o alla persona candidata (nel 2019 aveva ottenuto il 17,18%, dimezzando i suoi risultati precedenti ma risultando comunque la forza più votata).
 

14) Pensa Perugia

La seconda formazione estratta è Pensa Perugia, che a giudicare dalla grafica ha come forza trainante Azione. Lo dimostrano i caratteri impiegati e l'uso del blu e del verde sfumato (identici a quelli del partito di Carlo Calenda); in più, nella parte inferiore, il simbolo di Azione è ben più grande di quelli di Socialisti per Perugia (con una raffigurazione della Marianna, ma è evidente che il Psi ufficiale ha fatto altre scelte), Perugia in Europa (e la coloritura modulare del testo è evidentemente quella di +Europa) e Laboratorio civico (che su fondo arancio-rosso contiene un altro disegno della Fontana Maggiore). Nella parte superiore il cognome di Ferdinandi ha grande rilievo, mentre la disposizione degli altri elementi testuali non sembra troppo ordinata.
 

15) Alleanza Verdi e Sinistra - Sinistra umbra - Volt

A Perugia in appoggio a Ferdinandi si presenta anche Alleanza Verdi e Sinistra, ma per l'occasione la collaborazione si allarga anche ad altri soggetti, la cui visibilità nel contrassegno costringe a restringere gli spazi per Europa Verde e Sinistra italiana (e sparisce del tutto il riferimento alle Reti civiche). Sotto al segmento curvilineo a due "basi" diviso a metà tra Ev e Si, infatti, trova spazio l'associazione Sinistra umbra (che accanto al nome mostra tre quadrati, uno rosso, uno verde e uno viola: gli stessi colori del partito greco Syriza), mentre nella parte inferiore c'è uno spazio minuscolo anche per Volt, il cui logo è collocato ovviamente su fondo viola.
 

16) Perugia per la sanità pubblica

Accanto a formazioni di chiara matrice politica ce ne sono alcune di natura civica: è il caso di Perugia per la sanità pubblica, lista civica che mira a difendere e rilanciare la tutela della salute a livello locale, contrastando i tagli alle risorse pubbliche destinate a ciò. La lista si è dotata di un contrassegno rosso con elementi bianchi (riprendendo dunque i colori cittadini), con il nome del comune scritto sopra una stilizzazione dei monumenti di piazza IV Novembre (Palazzo dei Priori, Fontana Maggiore e cattedrale di san Lorenzo); il concetto di "Sanità pubblica" risulta essere il più evidente di tutto il fregio elettorale.
 

17) MoVimento 5 Stelle

A differenza che altrove, a Perugia è stata possibile l'alleanza tra Pd e MoVimento 5 Stelle: della coalizione in appoggio a Ferdinandi, dunque, fa parte anche il M5S che propone sulla scheda elettorale l'ultima versione del suo simbolo ufficiale, da statuto. Il MoVimento riparte dal 7% sfiorato nel 2019, a sostegno solitario della propria candidata sindaca Francesca Tizi (cinque anni prima, però, la percentuale ottenuta era stata più che doppia); si vedrà se questa volta l'alleanza - finora sottoposta all'elettorato perugino solo alle regionali del 2019 - avrà effetti sul consenso per la lista.
 

18) Orchestra per la Vittoria

Si propongono come pienamente civiche le ultime due liste della coalizione di Ferdinandi, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio. In sesta posizione si trova Orchestra per la Vittoria, denominazione che gioca con il nome della candidata sindaca (nella sua speranza che questo possa essere di buon auspicio) e con l'idea di un lavoro coordinato di squadra (come, appunto, in un'orchestra) tra persone candidate ed elettrici/elettori per raggiungere il risultato sperato. Il fondo bianco e rosso rimanda, anche qui, ai colori cittadini, mentre il color sabbia di "Ferdinandi sindaca" si ritroverà anche nell'ultimo contrassegno.
 

19) Vittoria Ferdinandi sindaca - Anima Perugia

L'ultimo emblema che si incontra sulla scheda elettorale è quello della lista civica Anima Perugia, altro gioco di parole che vorrebbe riferirsi sia all'anima della città (che la lista vorrebbe incarnare e in cui chi vota dovrebbe identificarsi), sia al proposito di animare il comune perché guadagni in vitalità. Il fondo color sabbia - anche se forse si dovrebbe dire color pietra o color marmo - con i suoi disegni impercettibili sembra ricordare, in qualche modo, la vista dall'alto della solita Fontana Maggiore; il nome della candidata domina al centro del cerchio (e la scelta del femminile "sindaca" anche qui è tutt'altro che casuale).

martedì 28 maggio 2024

Piemonte, simboli e curiosità sulla scheda

L'8 e il 9 giugno, oltre che per il rinnovo di poco meno di metà delle amministrazioni comunali italiane e l'elezione dei 76 europarlamentari spettanti all'Italia, si vota per eleggere il presidente della giunta regionale e i membri del consiglio regionale del Piemonte: com'è noto, si tratta della terza elezione collocata in anni diversi da quelli del maggior numero di regioni chiamate al voto (quelli che finiscono con le cifre 0 e 5) a causa dell'annullamento del voto del 2010 che ha portato a nuovi comizi elettorali nel 2014. 
Si affronteranno cinque aspiranti alla carica di Presidente, incluso l'uscente Alberto Cirio (centrodestra): nel 2019 erano stati uno di meno, mentre nel 2014 se ne erano contati sei. Quanto al numero delle liste, ne sono state presentate 13 (anche se nella circoscrizione di Biella sulla scheda ne finiranno solo 12); si conferma il calo rispetto agli anni precedenti (erano state 14 nel 2019, 16 nel 2014). Di seguito ecco i simboli sulla scheda, proposti secondo l'ordine sorteggiato per la circoscrizione di Torino

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Alberto Costanzo

1) Libertà

Il sorteggio ha collocato in prima posizione Alberto Costanzo, 62 anni, avvocato con studio a Casale Monferrato: alle ultime elezioni politiche si è candidato con Italexit, mentre in passato si è proposto come candidato sindaco a Casale Monferrato (nel 2004 con Casale tricolore, nel 2019 con Casapound e Nuova Voce civica), dopo una militanza precedente (fino al 2001) in Alleanza nazionale. Costanzo è il candidato presidente di Libertà, la lista di forze antisistema promossa da Cateno De Luca. 
Se la struttura rimane quella del contrassegno "nazionale" (scritta "Libertà" su segmento centrale biconcavo color carta da zucchero, inclinato di un paio di gradi), merita più attenzione il contenuto: sopra la scritta ci sono le miniature di Noi Popolo Unito (comitato - sorto nasce "da una aggregazione di tutti i movimenti, i partiti, i gruppi organizzati, le sigle, i cittadini e le cittadine che [...] da qualche anno si stanno opponendo ad una politica schizofrenica che prende ordini da strutture sovranazionali (Unione Europea, Nato, OMS, …) e bada esclusivamente a difendere gli interessi della grande finanza" - di cui è portavoce lo stesso Costanzo e che aveva lamentato la difficoltà per le forze politiche non rappresentate nelle istituzioni di partecipare, anche per la previsione della legge elettorale regionale n. 12/2023 che non considera valide le firme autenticate prima dell'indizione delle elezioni), Sud chiama Nord - De Luca sindaco d'Italia (forza che ha concesso l'esenzione dalla raccolta firme), Grande Nord e il Popolo della Famiglia; sotto la scritta appaiono invece Movimento per l'Italexit, Vita, Partito Pensionati + Salute e Insieme liberi - UscIta. Il contrassegno è lo stesso sia per il "listino" regionale, sia per le liste circoscrizionali.

Francesca Frediani

2) Piemonte popolare

La seconda posizione su manifesti e schede è toccata a Francesca Frediani, consigliera regionale uscente, eletta nel 2019 nel torinese con il MoVimento 5 Stelle e fondatrice nel 2021 della componente del gruppo misto Movimento 4 ottobre (gruppo fuoriuscito dal M5S) - ribattezzata nel 2022 Unione popolare. A sostenerla è la lista Piemonte popolare, cui concorrono Potere al Popolo, Partito della Rifondazione comunista, Sinistra anticapitalista e ManifestA, nonché varie figure indipendenti e i collettivi universitari Cambiare Rotta (la lista è esente grazie alla consigliera Frediani, presente nel gruppo misto da oltre due anni). Il simbolo ha il fondo per metà rosso e per metà arcobaleno, per richiamare l'idea della pace; sotto al nome, collocato in primo piano (con una stellina sulla "i" di "Piemonte" e una sottolineatura gialla) si leggono le parole "pace diritti lavoro ambiente". Il contrassegno è lo stesso sia per il "listino" regionale, sia per le liste circoscrizionali.
 

Sarah Disabato

3) MoVimento 5 Stelle

Il sorteggio ha collocato una dopo l'altra tutte e tre le candidature appoggiate da una sola lista: dopo Costanzo e Frediani, tocca a Sarah Disabato, eletta cinque anni fa sempre nella circoscrizione di Torino nella lista del MoVimento 5 Stelle. Ed è proprio con il M5S che Disabato si presenta anche questa volta: in Piemonte non si è concretizzata alcuna alleanza con il Pd o con altre forze politiche che altrove hanno scelto di presentarsi in coalizione con il partito guidato da Giuseppe Conte. Anche in questa competizione elettorale il M5S si presenta con il proprio simbolo ufficiale nella sua ultima versione (con il riferimento al 2050 - anno della neutralità climatica - in un segmento rosso sotto alla parte consolidata del logo). Anche in questo caso il contrassegno è lo stesso sia per il "listino" regionale, sia per le liste circoscrizionali.
 

Alberto Cirio

Si ripresenta alle elettrici e agli elettori piemontesi il presidente uscente della giunta regionale, Alberto Cirio, sempre sostenuto dal centrodestra: può contare infatti sull'appoggio di cinque liste. In questo caso, però, la legge consente al candidato presidente appoggiato da una coalizione di dotarsi di un contrassegno che non sia per forza "l'insieme dei contrassegni delle liste collegate": per questo, il "listino" regionale di Cirio si distingue con un contrassegno che ha in primo piano la denominazione "per il piemonte" (rossa e blu, come i colori dello stemma regionale) e sullo sfondo la sagoma del Piemonte.
 

4) Noi Moderati

Prima formazione elettorale del centrodestra indicata dal sorteggio è quella che nella coalizione ha la storia più recente, Noi moderati. Il partito guidato a livello nazionale da Maurizio Lupi concorre a questa competizione elettorale con il suo simbolo ufficiale - il nome bianco e giallo in carattere bastoni corsivo, su fondo azzurro blu sfumato e "ondina" tricolore che in basso delimita un piccolo segmento bianco - senza alcuna aggiunta o modifica (non ci sono dunque riferimenti alla candidatura del presidente o al territorio in cui la lista viene presentata). Non può sfuggire, tra i candidati della circoscrizione di Torino, la presenza di Roberto Gremmo, autonomista storico che ha accettato di rimettersi in gioco in questa lista. come a voler dire che gli autonomisti veri non stanno nella Lega.
 

5) Fratelli d'Italia

Al secondo posto all'interno della coalizione di Cirio c'è Fratelli d'Italia, partito che nel 2019 aveva sfiorato il 5,5% in regione - attestandosi come terza forza della coalizione di maggioranza - ma in questo caso aspira a un risultato decisamente migliore. Anche alle elezioni regionali piemontesi il partito guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni impiega il contrassegno schierato alle contemporanee elezioni europee (e inaugurato alle regionai sarde): il riferimento evidente alla leader al centro, su fondo blu, tra il nome della forza politica in alto e - sotto a una striscia tricolore - la fiamma tricolore in basso.
 

6) Lega

La forza più votata in assoluto nel 2019 era stata la Lega, con il suo 37,11% si era aggiudicata 17 seggi dei 22 destinati alle liste circoscrizionali della maggioranza. In quest'occasione il partito lotterà per difendere il risultato di cinque anni fa, anche se le condizioni politiche non sono identiche a quelle di allora; identico è invece il contrassegno, con la statua di Alberto da Giussano nel mezzo, tra la parola "Lega" in alto (scritta con il consueto carattere Optima) e la dicitura "Salvini Piemonte" (con il cognome del leader leghista in grande evidenza, in giallo) in basso, nel segmento blu; a sinistra della statua del guerriero di Legnano, poi, c'è la bandiera piemontese.
 

7) Cirio presidente - Piemonte moderato liberale

Il quarto posto nella coalizione di centrodestra è toccato alla lista più vicina al presidente in cerca di riconferma: ci si riferisce alla lista "civica" - così si legge nel contrassegno - Cirio presidente - Piemonte moderato liberale. Nessun dubbio sul fatto che il cognome di Cirio sia l'ingrediente principale di questa grafica elettorale; il bianco, il blu e il rosso (che tinge solo la parola "Piemonte") richiamano i colori dello stemma regionale; la dicitura collocata in basso richiama in parte le forze che concorrono alla formazione della lista (Moderati, storicamente vicini al centrosinistra ma non questa volta, Torino Bellissima, Piemonte nel Cuore, Tempi Nuovi con Giorgio Merlo e Azione, che indica alcune candidature).
 

8) Forza Italia - Udc - Pli

Chiude la coalizione di centrodestra l'ultimo partito da indicare, nonché quello in cui si riconosce lo stesso presidente della giunta regionale, Forza Italia. In questo caso la bandierina forzista, il riferimento al Partito popolare europeo e - soprattutto - il cognome di Silvio Berlusconi vengono sacrificati nelle dimensioni per lasciare spazio, nel segmento circolare blu collocato in basso, al cognome di Cirio (il suo peso visivo è analogo a quello del contrassegno visto sopra); in basso si leggono anche, pur molto piccoli, i riferimenti all'Unione di centro (Udc) e al Partito liberale italiano (Pli). Va precisato che la lista di Fi non sarà presente sulle schede della provincia di Biella: l'esclusione dalla lista di Lorenzo Leardi (ritenuto incandidabile per la condanna subita nel processo "Rimborsopoli", senza che fosse ritenuta efficace la riabilitazione) ha portato al non rispetto della parità di genere all'interno della lista composta da due soli candidati, dunque alla bocciatura dell'intera lista (Tar e Consiglio di Stato hanno respinto i ricorsi).
 

Giovanna (Gianna) Pentenero

Ultima candidatura estratta è quella di Giovanna Pentenero (nota come "Gianna"): è lei - dal 2021 assessora al lavoro e sicurezza a Torino, nonché ex assessora regionale sotto le presidenze Bresso e Chiamparino e consigliera nella legislatura intermedia - la persona individuata dal centrosinistra. Anche in questo caso è stato scelto un contrassegno diverso dalla somma dei simboli delle liste: un semplice cerchio bianco bordato di rosso, con l'espressione "Gianna Pentenero presidente", con il nome e il cognome (più evidente) in rosso e l'ultima parola in grigio, sottolineata in rosso. Pure in questo caso l'emblema è poco evidente e poco di richiamo, anche nel tentativo di evitare che qualche elettore metta la croce solo su questo senza segnare alcun simbolo di lista (stratagemma che peraltro non è consentito - e forse non è del tutto corretto o paritario - alle candidature appoggiate da una sola lista, visto che c'è l'obbligo di usare lo stesso contrassegno dell'unica lista).
 

9) Stati Uniti d'Europa per il Piemonte

La coalizione in appoggio a Pentenero si apre - almeno a Torino - con la lista Stati Uniti d'Europa per il Piemonte, lista che somiglia nella sua composizione a quella promossa per le elezioni europee. Si nota facilmente, infatti, come sia quasi uguale la parte superiore (con il nome tinto dalla texture +europea blu, inserito in un fumetto e collocato sopra la bandiera d'Europa sventolante su fondo giallo); sotto si vedono quattro dei sei simboli di partito inseriti nel contrassegno delle europee (Psi, +Europa, Italia viva, Libdem europei), disposti ad arco sopra all'espressione "Pentenero presidente". Il contrasssegno risulta essere il più "pieno" della competizione, più o meno al livello di quello di Libertà.
 

10) Pentenero presidente

Si presenta come molto più semplice e lineare il contrassegno della seconda lista, indicata come "Lista civica" e chiamata semplicemente Pentenero presidente. La grafica, con l'espressione "Lista civica" rossa in alto su segmento bianco e il resto del nome scritto in bianco su fondo rosso ricorda molto i contrassegni delle liste "personali", con nomi legati alla società civile, che hanno accompagnato le candidature a sindaco di Torino di Piero Fassino nel 2016 e di Stefano Lo Russo nel 2021: in qualche modo sembra che si sia voluto esportare il modello per portarlo sull'intero territorio regionale.
 

11) Piemonte ambientalista e solidale

Appare ugualmente vicina alla candidata Pentenero la terza lista, Piemonte ambientalista e solidale. I colori adottati dal simbolo (il verde acqua del fondo, il verde più chiaro e il bianco del testo) sono mutuati direttamente da Democrazia solidale - DemoS; dalla stampa si apprende che concorrono alla formazione anche Alleanza verde e civica, Alleanza dei Democratici (il gruppo legato a Pino De Michele), Volt Europa e Giorgio Bertola, nel 2019 candidato alla presidenza della regione per il M5S e questa volta indicato come capolista di Piemonte ambientalista e solidale nella circoscrizione di Torino. 

12) Alleanza Verdi e Sinistra - Possibile

La quarta forza della coalizione che sostiene Pentenero è l'unica a non avere nel simbolo un riferimento all'aspirante presidente per il centrosinistra: Alleanza Verdi e Sinistra. Il simbolo utilizzato in quest'occasione è quasi identico a quello coniato in vista delle elezioni politiche del 2022; si deve però dare conto dell'aggiunta di Possibile, inserito - quasi come contraltare di Reti civiche - nella parte destra del contrassegno. Il fregio elettorale che ne risulta è molto simile a quello delle ultime elezioni regionali in Friuli - Venezia Giulia (allora però c'erano anche le versioni plurilingue dei due partiti principali della federazione)
 

13) Partito democratico

Ultima lista che completa la compagine in appoggio a Pentenero è quella del Partito democratico, che anche in Piemonte adotta una soluzione grafica già vista altrove: il logo di Nicola Storto risulta ridotto nelle dimensioni per consentire l'inserimento di un segmento verde in cui trova posto il riferimento alla candidata presidente. Nel 2019 il Pd aveva ottenuto il 22,44%, ottenendo comunque 9 seggi; questa volta la lista combatterà, probabilmente, oltre che per trainare la coalizione, anche per cercare di avvicinarsi il più possibile a quel risultato.