domenica 19 maggio 2019

Piemonte, simboli e curiosità sulla scheda

Oltre alle elezioni europee e al turno più nutrito di elezioni amministrative, non si può dimenticare che domenica prossima si voterà anche per le regionali in Piemonte, dopo che cinque anni fa l'annullamento del voto del 2010 fece riaprire le urne anzitempo. Il presidente uscente, Sergio Chiamparino, se la vedrà con tre avversari (cinque anni fa c'erano sei contendenti ai nastri di partenza) e i piemontesi troveranno sulla scheda in tutto 14 liste (due in meno rispetto al 2014). Candidati e liste verranno presentati secondo l'ordine sorteggiato con riguardo alla circoscrizione di Torino.

Giorgio Bertola

1) MoVimento 5 Stelle

Il sorteggio ha collocato al primo posto il candidato alla presidenza Giorgio Bertola, indicato dal MoVimento 5 Stelle. La formazione politica che guida la città di Torino nel 2014 era stata la seconda più votata (con il 20,35%, solo il Pd aveva fatto meglio) e il candidato presidente, Davide Bono, aveva sfiorato il secondo posto. Anche questa volta la corsa del candidato alla guida della regione è solitaria, non essendoci altre liste alleate; il simbolo è quasi lo stesso di allora, fatta eccezione per il sito indicato nella parte inferiore, che ora è Ilblogdellestelle.it. Certamente per il M5S quello regionale è un test importante, perché almeno in parte dipenderà dal gradimento dell'amministrazione torinese.

Alberto Cirio

Subito dopo il MoVimento 5 Stelle, la sorte ha indicato come aspirante presidente Alberto Cirio, candidato unitario del centrodestra. Dal momento che è sostenuto da una coalizione e in Piemonte si applica ancora - al di là delle disposizioni sull'esenzione dalla raccolta firme - la disciplina nazionale cedevole, ai candidati presidenti è concesso adottare un contrassegno unico per distinguere la loro candidatura. Cirio ha scelto un simbolo semplice e pulito, con il suo cognome scritto a caratteri cubitali (stessa font Helvetica di Forza Italia) e racchiuso tra due segmenti circolari, uno rosso e uno verde. Di facile lettura, non può passare inosservato e non lascia dubbi.

2) Sì Tav sì lavoro per il Piemonte nel cuore

La prima lista in appoggio a Cirio sorteggiata nella circoscrizione di Torino è quella forse dal nome più lungo: Sì Tav sì lavoro per il Piemonte nel cuore. Al di là del riferimento alla candidatura di Cirio (anche qui impossibile da non notare), appare il primo riferimento pro Tav - ma ce ne saranno molti altri e si nota il nome "Piemonte nel cuore" (con le ultime due parole scritte in modo decisamente lezioso e, stavolta, ben poco appariscente), nome del progetto politico promosso dal consigliere regionale uscente Gianluca Vignale (Movimento nazionale per la sovranità, ma eletto con Fi), poi unitosi a Sì Tav sì lavoro di Bartolomeo (Mino) Giachino, che ha promosso varie manifestazioni a favore dell'alta velocità. Dopo aver iniziato la raccolta firme, partecipa alle elezioni con l'esenzione concessa dalla Lega: grazie a questo, è l'unica lista civica della coalizione di centrodestra.

3) Unione di centro - Ppe

Decisamente più politica appare la lista sorteggiata successivamente, quella dell'Unione di centro, che in ogni caso indica chiaramente la sua posizione in queste elezioni (nel 2014, con Ncd, aveva sostenuto la candidatura di Enrico Costa) inserendo "Cirio presidente" nel segmento rosso di solito dedicato all'Italia (e, un tempo, a Casini). Da notare che, questa volta, sotto allo scudo crociato non c'è solo il riferimento all'Udc (riportato in sigla e non per esteso), ma anche quello al Ppe, probabilmente per allargare la base della lista (non a caso, tra i candidati della circoscrizione di Torino, c'è anche Mauro Carmagnola, tra i dirigenti della Democrazia cristiana guidata da Renato Grassi e Gianni Fontana).

4) Lega

All'interno della coalizione unitaria di centrodestra non poteva mancare il simbolo che in questo momento ha più potenziale trainante, quello della Lega. In questo caso non c'è nessun riferimento all'imprenditore Cirio, candidato come presidente, ma siamo pur sempre alle regionali, per cui la Lega ne tiene conto: accanto ad Alberto da Giussano, infatti, c'è la raffigurazione della bandiera piemontese e sotto al nome di Salvini, al posto del riferimento al "premier", c'è quello alla nazione Piemonte. E se nel 2014 alla Lega Nord era andato il 7,66% (dopo lo scandalo dei rimborsi che aveva colpito vari esponenti del partito), questa volta le cose andranno probabilmente in modo abbastanza diverso.

5) Forza Italia

Nel 2014 il miglior risultato della coalizione di centrodestra lo aveva fatto Forza Italia, con il suo 15,54%, anche se certamente in passato il partito aveva raccolto molto di più in quella regione. Ora il partito di Silvio Berlusconi torna sulle schede, con un emblema simile a quello di cinque anni fa: uniche differenze sono la bandiera, leggermente fuori dal cerchio per fare più spazio al cognome del leader (sul modello del contrassegno delle politiche 2018) e il nome del candidato, scritto in orizzontale e non più ad arco come nel 2014. L'inserimento del nome di Cirio dimostra certamente un impegno diretto di Fi nella campagna elettorale: saranno gli elettori a dimostrare se quello sforzo sarà riconosciuto.

6) Fratelli d'Italia

Ultima lista della coalizione di centrodestra in appoggio ad Alberto Cirio è quella di Fratelli d'Italia, che nel 2014 aveva invece scelto una strada solitaria, sostenendo la corsa alla presidenza di Guido Crosetto, uno dei fondatori del partito nel 2012. Allora il simbolo della lista - calco di quello presentato alle europee che si svolgevano in contemporanea - conteneva il nome del candidato presidente; questa volta, invece, si è scelto di usare un emblema uguale in tutto a quello che i piemontesi troveranno sulla scheda delle elezioni europee, con i riferimenti alla leader Giorgia Meloni, ai sovranisti e ai conservatori. La volta scorsa con il 3,74% era arrivato un consigliere, cosa accadrà stavolta?

Sergio Chiamparino

Subito dopo Cirio, il sorteggio torinese ha collocato l'altro aspirante presidente sostenuto da una coalizione di liste, vale a dire Sergio Chiamparino. Le liste in tutto sono sette, una in più dello scorso anno (mentre Cirio ne ha due in meno rispetto a quelle che avevano sostenuto Gilberto Pichetto nel 2014). A questi simboli si deve aggiungere quello del "listino" Sì Chiamparino presidente, anch'esso occhieggiante alle posizioni favorevoli alla Tav. Qui il logo è decisamente meno pieno e più "bianco" rispetto a quello di Cirio; resta il motivo tricolore, ma colpisce l'assoluta "piattezza" dell'emblema, che è sì pulito, ma potrebbe essere fatto con un elementare programma, anche per l'uso della font Calibri, impostata di default in Microsoft Word.

7) +Europa

Sulle schede per le regionali, i torinesi troveranno come prima lista del centrosinistra +Europa, il cui simbolo ha come base quello depositato in occasione delle elezioni europee: c'è la bandiera sventolante dell'Europa, ma anche quella italiana, che per la corsa verso Bruxelles serviva a richiamare la presenza di Italia in Comune (che qui, come si vedrà, ha una propria lista). Nel punto in cui stava il nome del partito di Pizzarotti, in questo caso viene inserito l'inevitabile riferimento "Sì Tav", riempito di varie tonalità di rosso e arancione con una texture simile a quella del nome di +E (si tratta di uno dei simboli realizzati con più cura grafica). In lista, ovviamente, ci sono anche esponenti storici di Radicali italiani come Silvio Viale (la segretaria Silvja Manzi è nel "listino").

8) Chiamparino per il Piemonte del Sì

Rieccola, la "lista del Monviso", com'era stata chiamata nel 2014 la formazione civica e legata a doppio filo alla figura del candidato presidente del centrosinistra. Se allora il nome era semplicemente Chiamparino per il Piemonte, questa volta la sagoma arancione del Monviso ospita un'etichetta più lunga, Chiamparino per il Piemonte del Sì. E giusto per non far pensare che l'aver rimarcato la posizione pro Tav del presidente uscente della regione sia stato fatto en passant, il "Sì" è stato addirittura evidenziato collocandolo all'interno di un cerchio bianco, rendendolo più visibile. Nel 2014 la lista ottenne il 4,86% e l'elezione di due consiglieri: non male, ma non sarà facile difendere il risultato.

9) Liberi Uguali Verdi

In Piemonte le compagini di Liberi e Uguali e della Federazione dei Verdi hanno scelto di unire le forze e di presentare una lista il cui nome è la sostanziale crasi dei nomi, Liberi Uguali Verdi. Il simbolo è molto pulito ed equilibrato, ma graficamente poco parente di quelli originari: unico elemento conservato sono le font utilizzate per comporre le parole ("Liberi", tra l'altro, qui è in maiuscolo), ma non c'è il sole che ride e, quanto alle "foglioline", sono diventate due, una verde e una rossa nella parte superiore (le diverse dimensioni si riferiranno alla lunghezza del nome o al "peso" delle due componenti?). Un emblema in ogni caso elegante, che dice abbastanza del programma senza citare (ovviamente) Tav, e nemmeno il candidato presidente.

10) Moderati per Chiamparino

Siamo in Piemonte, quindi è abbastanza naturale che all'interno della coalizione di centrosinistra compaia anche il simbolo dei Moderati, la formazione guidata da Giacomo Portas. Come in passato, la struttura del simbolo (con un segmento tricolore e un altro blu con le stelle d'Europa) è stata modificata per inserire il nome del candidato alla presidenza della regione: rispetto a cinque anni fa, però, si è tolto molto spazio ai colori nazionali nel segmento superiore, forse per non disturbare la lettura dei nomi contenuti all'interno del contrassegno. Con il suo 2,46%, nel 2014 la lista aveva ottenuto l'elezione di un consigliere di maggioranza: ora ci riprova, naturalmente.

11) Chiamparino Sì - DemoS - Democrazia solidale

Lista piuttosto inedita, quella che segue, ma è piuttosto chiara la sua collocazione, al pari della sua origine. Chiamparino Sì, come messaggio, è piuttosto chiaro, visto che tre simboli su sette contengono il riferimento pro Tav, che è anche un generico invito a una politica propositiva e non di costante opposizione. Il riferimento all'Agenda 2030 dà conto dell'attenzione allo sviluppo sostenibile, il riferimento all'autonomia è un diverso modo di guardare al ruolo della regione, ma conta soprattutto il riferimento contenuto nella parte inferiore del contrassegno: quello a DemoS - Democrazia solidale, rete (evoluzione del soggetto politico nato come componente parlamentare e ora guidato da Paolo Ciani e Mario Giro) che in Piemonte ha messo radici tra l'associazionismo cattolico (ma non solo).

12) Italia in Comune

Se alle elezioni europee Italia in Comune ha scelto di correre con +Europa anche (e soprattutto) per sperare di superare in modo più agevole lo sbarramento del 4%, in Piemonte il partito di Alessio Pascucci e Federico Pizzarotti ha scelto di presentare una propria lista, pur rimanendo nella stessa coalizione di centrosinistra in cui si colloca +E. Il simbolo presentato è quello nazionale, senza alcuna indicazione di carattere territoriale o riferimenti al candidato presidente: non è detto che arrivi l'elezione di un consigliere, ma il gruppo cerca comunque di concorrere, trattandosi finora della partecipazione autonoma di livello più alto per questo soggetto politico.

13) Partito democratico

Chiude lo schieramento della coalizione di centrosinistra, almeno secondo il sorteggio effettuato per Torino, la lista del Partito democratico, che cinque anni fa con il suo 36,17% aveva sbaragliato tutte le altre liste. Certo i tempi sono decisamente cambiati ed è tutto meno che scontato che il Pd ottenga un risultato anche solo vicino a quello del 2014; i dem, in compenso, in quest'occasione hanno adottato esattamente lo stesso contrassegno schierato cinque anni fa, con il logo rimpicciolito per fare spazio al nome del candidato alla guida della regione e al segmento verde in cui è inserita la parola "presidente". Simbolo che vince, insomma, non si cambia: basterà?

Valter Boero

14) Il Popolo della famiglia

Ultimo aspirante presidente della regione è il cuneese Valter Boero, che si presenta sostenuto soltanto dal Popolo della famiglia. Il partito fondato da Mario Adinolfi è alla prima partecipazione alle regionali piemontesi (e, a dire il vero, si tratta anche delle prime regionali cui la forza politica quest'anno corre), ma - più che diffondersi sull'emblema con la famigliola pastellata, sempre uguale a se stesso - merita di essere segnalato che questa è l'unica lista ad avere raccolto le firme per partecipare alle elezioni regionali: tutte le altre, infatti, si sono presentate in forza delle esenzioni che la legge regionale riconosce (direttamente o attraverso la dichiarazione di un capogruppo consiliare). Lo sforzo messo in campo per partecipare alle elezioni, di per sé, merita rispetto.

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