Il viaggio nei capoluoghi di provincia chiamati al voto continua, ma questa volta cedo volentieri la parola ad Antonio Folchetti, esemplare Doc della categoria dei #drogatidipolitica e tra i più assidui frequentatori attivi (anche come suggeritori di questo sito). Questo è il suo primo articolo qui e si merita tutta la mia gratitudine: buona lettura.
Tra le città chiamate a rinnovare le amministrazioni comunali il prossimo 26 maggio, Perugia è senza dubbio tra gli "osservati speciali". I motivi di tale importanza non risiedono soltanto nel fatto che sia tra i pochi capoluoghi di regione chiamati al voto: su un piano prettamente di politics, l'interesse degli addetti ai lavori si concentra soprattutto sulle possibili conseguenze elettorali della recente inchiesta sulla sanità della regione Umbria, che hanno portato alle dimissioni - per ora "congelate" - della presidente Catiuscia Marini (Pd). A contendersi la fascia da sindaco saranno 10 candidati, supportati complessivamente da ben 22 liste: si tratta di un incremento notevole rispetto alle comunali del 2014, quando i candidati a sindaco erano soltanto 6 e le liste in campo 14. Analizziamo nel dettaglio i simboli nei quali si imbatteranno gli elettori perugini, seguendo rigorosamente l’ordine in base al quale si collocano sulla scheda.
Marco Mandarini
1) Alternativa riformista
La prima lista che compare è quella di Alternativa riformista, in appoggio al candidato a sindaco Marco Mandarini, imprenditore con un (lontano) passato nel Pci. Si presenta come una lista civica, ma non è certo una novità per la politica umbra: attiva da diversi anni, Alternativa riformista era già presente alle ultime regionali, quelle del 2015, con un simbolo particolarmente curioso, sul quale campeggiava in bella vista una foglia di canapa indiana. Nel nuovo simbolo, decisamente più ordinato sul piano grafico, la foglia – verde su sfondo bianco – rimane ma ne occupa solo il semicerchio superiore. In basso c'è la dicitura "Alternativa Riformista", appena sopra "Mandarini sindaco": entrambe emergono chiaramente in bianco su sfondo rosso.
2) Perugia partecipata
Un taglio piuttosto simile riguarda la seconda lista in appoggio a Mandarini. Si tratta della lista Perugia partecipata (definita "civica di ispirazione ecologista"), con la medesima dicitura "Mandarini sindaco" e gli stessi colori, sebbene il logo sia accentrato in un'ulteriore cornice circolare, che a sua volta alterna i colori bianco e rosso. La particolarità del simbolo di Perugia partecipata, tuttavia, sta negli stemmi dei cinque rioni in cui è storicamente suddiviso il centro storico della città, ognuno dei quali corrispondente ad una delle porte di accesso: Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Eburnea, Porta Susanna, Porta Sant'Angelo. Basterà questa scelta inclusiva per mettere da parte mettere d’accordo tutti e deporre le rivalità tra rioni almeno per il periodo elettorale? Chissà. Certo, non si può dimenticare che il territorio comunale conta numerosissime frazioni (Perugia è il terzo capoluogo di regione italiano per superficie), e i voti tocca andare a prenderli anche lì…
Andrea Romizi
3) Giovane Perugia
Subito dopo le due di Mandarini, il sorteggio ha collocato le otto liste che compongono la coalizione in sostegno ad Andrea Romizi, che nel 2014 era riuscito a strappare la città al centrosinistra per la prima volta dal dopoguerra e viene visto come il favorito. Cominciamo con la lista Giovane Perugia, un'aggregazione nata per iniziativa di un gruppo di giovani legati al centrodestra, tra i quali il testimone di nozze dello stesso Romizi. Il simbolo, su sfondo blu, raffigura - come dichiarano gli stessi promotori - una versione stilizzata della celebre Fontana Maggiore, situata nel centro storico, in un azzardato incrocio di colori anche contrastanti fra loro. Si nota inoltre che non appare il nome del candidato a sindaco.
4) Blu
La dimensione "simbolica" è a dir poco preponderante nella seconda delle liste pro-Romizi. In coerenza con il colore dominante sul contrassegno, la lista Blu - Romizi sindaco - piuttosto spoglia graficamente, al di là dei contorni bianchi di un presumbile cuore o di una B coricata - nasce per iniziativa di Adriana Galgano (già deputata nella precedente legislatura con Scelta Civica) e rappresenta in realtà la diretta emanazione dell’omonima associazione,Bella Libera Umbria (acronimo di Blu), nata lo scorso anno, e che nel suo manifesto rivendica il valore del civismo per "il desiderio di partecipare alla vita politica ma non di vivere di politica". Sicuramente il processo di organizzazione e strutturazione territoriale fa supporre che le ambizioni di questo soggetto politico non si fermino alle amministrative di Perugia. E quindi, dimostrare il proprio peso in questa occasione significherebbe porre le basi per le prossime regionali (ancora non è chiaro se si voterà in autunno, nel 2020 o chissà quando), con l'obiettivo di colorare di blu l'intera regione.
5) Forza Italia
A seguire, troviamo Forza Italia, che ripete anche in questo caso il tipico schema adottato da anni per le elezioni comunali: sotto lo storico simbolo, la consueta formula "Berlusconi per" seguita dal cognome del candidato sindaco. Lontani ormai i tempi in cui si poteva contare sull'effetto-traino che il nome del Cavaliere garantiva, Forza Italia dovrà puntare sui propri candidati in lista, in particolare di alcuni amministratori uscenti. Difficilmente riuscirà a replicare il risultato del 2014, quando - con l'11,7% e 9 seggi - conquistò un'indiscussa egemonia nella maggioranza, salvo poi perdere qualche pezzo per strada nel corso dei cinque anni. Il "passivo" di quasi sette punti percentuali rispetto alla Lega alle politiche del 2018 è stato già un primo campanello d'allarme: ora toccherà fare i conti con altre cinque liste civiche molto agguerrite.
6) Perugia capitale verde
Una delle civiche in questione è Perugia capitale verde, che fa riferimento all'avvocato Urbano Barelli, vicesindaco uscente. Quest’ultimo si era candidato a sindaco nel 2014, raccogliendo un bottino magro (3,8%, con le liste in suo appoggio al 3,3%), ma sufficientemente appetibile per esercitare un certo "potenziale di coalizione", per citare il sempre valido Sartori: infatti, tra il primo e il secondo turno, l’accordo con Romizi portò a un apparentamento ufficiale, con conseguente ingresso in giunta per il leader della coalizione. Stavolta, Barelli ha allestito una formazione con un'impronta chiaramente ambientalista, sia nei temi che nella scelta dei candidati. E ne risente,ovviamente, anche il simbolo: la già menzionata Fontana Maggiore, sotto la quale si stende una foglia, con dietro ben riconoscibile la merlatura del Palazzo dei Priori. Il tutto in un'alternanza di verde e azzurro “pallido” su sfondo bianco, che - sebbene non faccia risaltare subito all'occhio il logo
- rende piuttosto gradevole l’'effetto visivo.
7) Romizi sindaco - Progetto Perugia
Colpisce per la disomogeneità delle proporzioni il logo di Romizi sindaco - Progetto Perugia, la lista civica di ispirazione moderata e cattolica che nel 2014, con il 4,8%, contribuì notevolmente alla storica vittoria. Il simbolo - identico a quello delle precedenti amministrative . è egemonizzato dal cognome di Romizi (in corsivo), presumibilmente al fine di rimarcare l’inscindibilità del legame con il candidato a sindaco, con l’obiettivo di accreditarsi come lista civica "ufficiale" (nel senso di personale): non a caso, la cronaca locale parla di "brand Romizi”. Solo nella fascetta celeste in basso compare "Progetto Perugia", al fianco di una confusa immagine stilizzata, forse anch'essa riconducibile ai motivi della Fontana Centrale, e che sembra inserita come a forzato riempimento di uno spazio vuoto.
8) Perugia civica
Solleticherà senz'altro l’attenzione dei drogati di politica che popolano questa pagina la lista Perugia civica, il cui emblema vede al centro un leone che cammina da sinistra verso destra. E subito la memoria non può che tornare ai Conservatori e Riformisti, il movimento fondato da Raffaele Fitto nel "lontano" 2015 (sì, in politica quattro anni possono corrispondere a un'era geologica) e poi rinominato Direzione Italia. Oltre al protagonista a quattro zampe, anche l'alternanza del bianco con il blu scuro - due colori frequentamente utilizzati nel mondo del centrodestra - può lasciare il beneficio del dubbio su una possibile derivazione partitica di questo soggetto politico. Tuttavia, Perugia civica rivendica la sua natura già nel nome stesso, così come nelle candidature espresse (per lo più espressioni dell’associazionismo e delle professioni), sebbene fra i principali esponenti compaiano almeno due ex personaggi storici del centrosinistra cittadino, Nilo Alcudi e Franco Parlavecchio.
9) Fratelli d’Italia
Tra le liste in corsa figura anche Fratelli d'Italia che presenta, invece, una variante del suo contrassegno ufficiale. Nella parte alta non vi sono riferimenti a Giorgia Meloni: al loro posto troviamo, sempre scritto in giallo, "per Andrea Romizi". Inoltre, alla sinistra e alla destra della matrioska contenente l'immancabile fiamma, non compaiono i due corollari "sovranisti" e "conservatori", posti invece sul simbolo delle europee. Nel 2014 ottenne un lusinghiero 4,3%, portando in Consiglio Comunale tre rappresentanti, nel frattempo divenuti cinque; il risultato in città è ulteriormente migliorato alle politiche dello scorso anno, con il 6,7%. Si potrà fare addirittura di meglio, anche senza il nome della indiscussa leader sull'emblema?
10) Lega
Oltre a Giovane Perugia, l'altro simbolo della coalizione di centrodestra che non contiene al suo interno il nome del candidato a sindaco è quello della Lega: presentandosi nella sua versione ormai classica, con Alberto da Giussano, l'unica "concessione territoriale" è il "Salvini per Perugia" che appare in basso, con il cognome del ministro dell’Interno ben distinguibile in giallo, analogamente al simbolo utilizzato per le elezioni politiche ed europee. È proprio la concomitanza con le europee che giocherà un ruolo importante per gli equilibri intracoalizionali: la Lega punta a consolidare il risultato delle scorse europee, confermandosi primo partito del centrodestra, e c'è da scommettere che l'effetto trascinamento del leader nazionale possa fare la differenza. In questo, dare all'elettore la possibilità di trovare Salvini anche sulla scheda per le comunali aiuta non poco…
Cristina Rosetti
11) #NoiCittadini
Punta all'essenzialità Cristina Rosetti, già candidata a sindaco per il MoVimento 5 Stelle nel 2014 (ottenne oltre il 19%), a guida della lista civica #NoiCittadini. La scelta del colore marrone scuro e di una font ben poco accattivante, su uno sfondo suddiviso obliquamente a metà (con deboli strisce bianche che tentano di spezzare lo stradominio del giallo) non rendono certo il simbolo tra i migliori di questa consultazione. È facile immaginare che il colore giallo sia un rimando alla precedente appartenenza politica della Rosetti, che ha abbandonato il M5S proprio perché in dissenso con la scelta dei vertici di bloccare una sua ricandidatura alla massima carica comunale. Sarà interessante verificare quanto consenso la lista #NoiCittadini sottrarrà al suo ex partito, tenendo conto che spesso le scissioni interne al M5S non pagano. Valga per tutti il caso Cassimatis di Genova.
Giordano Stella
12) Coscienza verde
Altro candidato che corre da indipendente, e con una sola lista civica in suo sostegno, è Giordano Stella, esperto di energie e sviluppo sostenibile e fondatore dell’associazione Coscienza verde, trasformatasi - in questa occasione - in un gruppo politico che concorre per le elezioni comunali mettendo al centro i temi ambientali, la tutela territorio, i beni comuni, la democrazia partecipativa. L'emblema, piuttosto immediato, consiste in due mezzelune verdi che, unite, compongono una C. In basso, nello stesso colore vi è scritto soltanto "Coscienza verde", dunque nome e logo. Niente artifizi, niente postille superflue: sostenibili anche nel simbolo.
Katia Bellillo
13) Perugia città in Comune
E per la gioia di tutti gli appassionati di Seconda Repubblica, torna alla ribalta Katia Bellillo, figura storica della sinistra non solo regionale: già ministra nei governi D'Alema e Amato, ancora oggi ricordata soprattutto per la memorabile rissa del 2001 con Alessandra Mussolini nel salotto di Porta a Porta. La lista da lei capeggiata si presenta seguendo, nella forma e nella sostanza, il modello del cerchio rosso riconducibile a numerose esperienze a sinistra del Pd in varie città italiane, con l’aggiunta di una banda di colore amaranto con su scritto il nome, Perugia città in comune: la sovrapposizione sul rosso non sembra graficamente ineccepibile. Da notare, poi, la "Sindaca" declinata al femminile. Non sono presenti simboli di partito, ma la lista è sostenuta da Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Pci, L’Altra Europa, Sinistra anticapitalista: insomma, l'intera galassia rossa della città che, per la prima volta da quando c'è l'elezione diretta del sindaco, si presenta in autonomia.
Giuliano Giubilei
14) Partito democratico
Scorrendo lungo la scheda, troviamo poi la coalizione di centrosinistra, che candida a sindaco Giuliano Giubilei, giornalista perugino del Tg3, al debutto in politica. Dopo lo shock del 2014, con la mancata riconferma dell'ex sindaco Boccali, la scelta di una figura estranea ai partiti è parsa la più adeguata al Pd locale, che si era comunque riconfermato come la prima forza in città anche alle ultime politiche (benché con una percentuale assai ridimensionata, se si pensa ai vecchi fasti). Il simbolo del Partito democratico è lo stesso che la direzione del partito ha selezionato per tutte le città: nessun nome, né altro riferimento. Quello di Perugia sarà considerato un banco di prova dal respiro nazionale per i democratici, soprattutto in considerazione dello scandalo Sanitopoli, e che potrebbe aprire scenari nuovi in vista delle regionali.
15) Giubilei sindaco
Subito dopo il Pd, troviamo la lista Giubilei sindaco, che comprende candidati provenienti dall'associazionismo, dallo sport, dalla militanza studentesca. A rimarcare la connotazione civica della lista, lo slogan "Idee, Persone, Perugia." (con un punto finale, caratteristica piuttosto rara tra i simboli) che trova spazio nel "blocco" rosso in basso a destra, che fa da contraltare all'altra, blu - decisamente più grande - collocata invece in alto a sinistra, nella quale spicca il nome del candidato a sindaco a caratteri cubitali. Si spera così intercettare più voti possibili di coloro che - per dirla con il linguaggio del politicante - "guardano alla persona, e non al partito". In fondo, si tratta pur sempre di un professionista...
16) Socialisti - Articolo Uno - Civici popolari
Ecco un altro simbolo in grado di far accendere i radar ai fanatici della materia: quello che raccoglie Articolo Uno, il Partito socialista italiano (che qui è meno invisibile che altrove, in virtù di una lunga tradizione) e i Civici Popolari (ciò che resta di Alternativa popolare, confluita in Civica popolare). Le tre sigle trovano spazio in un contrassegno che, sebbene equilibrato nei colori (e con il tocco di eleganza di "per Perugia" in stile handwriting), appare più come un patchwork realizzato all'uopo per esigenze momentanee, e destinato ad essere messo da parte una volta superato l’appuntamento elettorale. Come si può notare, resiste in alto la rosa (che fu) del Pse, presente anche nel simbolo dei Socialisti riformisti delle comunali del 2014. Da soli,riuscirono a superare il 5%. Stavolta, forse, potrebbero accontentarsi anche di meno, a patto di eleggere almeno un consigliere.
17) Rete civica - Perugia in Europa
La quarta lista della coalizione di centrosinistra prende il nome di Rete Civica – Perugia in Europa. Ad essa hanno aderito, tra gli altri, Anima Civica (un gruppo strutturatosi nel giugno 2018 a seguito di un'assemblea popolare fortemente critica nei confronti dell’amministrazione uscente) e +Europa. Il simbolo si compone di due parti, separate da un’ampia fascia bianca: è opportuno notare il ben riuscito accostamento fra l'arancione e il blu (per questo piuttosto diffuso tra gli emblemi delle liste civiche), oltre alla presenza di un estratto della bandiera Ue, coperta per un quarto dalla dicitura "con Giubilei". Sul piano grafico, indubbiamente, emerge la perizia di chi ha concepito l'emblema.
Francesca Tizi
18) MoVimento 5 Stelle
Nessuna novità grafica per quel che concerne il MoVimento 5 Stelle, che candida a sindaco Francesca Tizi, docente di Diritto processuale civile presso l’università cittadina. L'obiettivo (non facile) è arrivare al ballottaggio, per poi affrontare Romizi in uno scontro a due: in questa ipotesi, la conquista della fascia potrebbe invece non essere così improbabile, vista l’elevata competitività del M5S nei ballottaggi (tendenza confermata anche dai risultati delle comunali in Sicilia di domenica scorsa). Ma al secondo turno bisogna anzitutto arrivarci: i pentastellati dovranno sperare nel voto disgiunto, tenendo conto, oltre che dello strappo ad opera della ex capogruppo Rosetti, anche del deficit di liste rispetto al centrosinistra: e tutti – non solo i seguaci dei Simboli della discordia – conoscono il valore aggiunto che i singoli candidati di lista, con le loro preferenze, apportano in un'elezione amministrativa.
Antonio Leonardo Ribecco
19) CasaPound Italia
Un altro logo che non subisce variazioni è quello di CasaPound Italia, che qui presenta per la prima volta una propria lista per le elezioni comunali. Il candidato a sindaco è Antonio Leonardo Ribecco, il quale si era candidato alla Camera lo scorso anno nel collegio maggioritario di Perugia, ottenendo in città poco più dell’1%. L’obiettivo di entrare in Consiglio appare piuttosto proibitivo, salvo apparentamenti con il centrodestra dopo il primo turno (ipotesi molto remota): tuttavia, fu proprio in una città della provincia di Perugia, Todi, che nel 2017 il centrodestra allargò la coalizione prima del ballottaggio (poi vinto per appena 16 voti), spalancando a CasaPound le porte della civica assise.
Carmine Camicia
20) Perugia con il cuore
Proverà a dire la sua anche il consigliere uscente Carmine Camicia, eletto in Forza Italia, poi passato con il Psi, e che ora prova a ritagliarsi un suo spazio con la sua mini-coalizione civica. La prima delle due liste sorteggiate, Perugia con il cuore, è formata da due semicerchi: rosso quello superiore, in cui è riportato il nome della lista; bianco quello inferiore, con scritto in blu "Carmine Camicia sindaco". In posizione centrale si staglia un cuore leggermente inclinato, al cui interno trova posto un'immagine di piazza IV Novembre, con la già citata fontana e il palazzo dei Priori ben
riconoscibili. Curiosità per i seguaci del blog: Perugia con il cuore è sostenuta anche da due vecchie conoscenze dei seguaci di questo sito, Giampiero Catone e Angelo Sandri. Inizialmente, infatti, anche la Dc avrebbe dovuto far parte della coalizione Camicia, allestendo una propria lista: il progetto è poi tramontato, e la scheda elettorale rimarrà a secco di scudi crociati.
21) Nazione e Futuro
Sono appena 21 i candidati consiglieri che compongono la lista di Nazione e Futuro, un partito politico avente sede proprio a Perugia (e che, per il momento, sembrerebbe operare solo lì e in zone limitrofe), il cui simbolo - come da Statuto ufficiale - consiste in "un cerchio con sfondo bianco al cui interno, concentriche al cerchio esterno, sono stilizzate due frecce, quella esterna di colore verde e quella interna di colore rossa, mentre al centro del cerchio è stilizzato un cuore azzurro sopra al quale in sequenza centrata vi sono inscritte le parole Nazione e Futuro in colore nero". Anche Nazione e Futuro ha scelto di appoggiare Camicia, ma il fondatore e presidente, l'imprenditore ed ex militare Ivano Serafino Saitta, non è tra i candidati in lista. L’augurio da parte di tutti i drogati di politica è che un eventuale flop in questa tornata elettorale non faccia desistere Saitta dalle sue manifeste aspirazioni nazionali: anche per Nazione e Futuro un posto sulle bacheche del Viminale si troverà.
Salvatore Iacobelli
22) Il Popolo della Famiglia
Ultimo simbolo sorteggiato è quello del Popolo della Famiglia, anch'esso rimasto identico a quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, soprattutto nelle elezioni amministrative. Per la prima volta il partito di Mario Adinolfi sarà in lizza per le comunali di Perugia, candidando a sindaco Salvatore Iacobelli, già impiegato presso il Tribunale locale, ma anche tenore, appassionato d'arte e, per giunta, volontario nelle missioni cattoliche. La poliedrica personalità dell'aspirante primo cittadino sarà sufficiente per superare la soglia del 3% per entrare in Consiglio comunale? Il giudizio, per questo come per ogni altro profilo rilevante, spetterà agli elettori
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