venerdì 10 maggio 2019

Sogno Italia, fare componente da soli è 10 Volte Meglio

I frequentatori abituali di questo luogo lo sanno: uno sguardo periodico alla composizione delle Camere, con le etichette di gruppi e componenti del gruppo misto, è sempre istruttivo, illuminante e - non di rado - foriero di sorprese. Uno degli osservatori più attenti di questo fenomeno è Salvatore Curreri, professore associato di diritto pubblico all'Università degli Studi di Enna: nel suo ultimo articolo scritto per laCostituzione.info, intitolato Una componente politica nel gruppo misto della Camera non si nega a nessuno, mette in luce e racconta movimenti parlamentari che pochi finora avevano notato e che hanno, tra l'altro, risvolti anche simbolici.
Sì, perché l'autorizzazione, data dal Presidente della Camera il 18 aprile 2019, alla creazione della componente del gruppo misto denominata Sogno Italia - 10 Volte Meglio è un fatto tutt'altro che secondario, per lo studioso del diritto costituzionale e parlamentare, per chi guarda al sistema politico in Italia e all'universo simbolico della nostra politica. 
Della questione generale ci si è già occupati con larghezza nella scorsa legislatura, ricordando - come fa Curreri - che se il regolamento della Camera prevede come norma che una componente del gruppo misto sia formata da almeno dieci deputati, l'eccezione ammette che ne bastino tre nel caso di minoranze linguistiche o qualora i parlamentari richiedenti "rappresentino un partito o movimento politico la cui esistenza, alla data di svolgimento delle elezioni per la Camera dei deputati, risulti in forza di elementi certi e inequivoci, e che abbia presentato, anche congiuntamente con altri, liste di candidati ovvero candidature nei collegi uninominali" (art. 14, comma 5, secondo periodo).
Ricordata la norma regolamentare da applicare in questo caso, fanno parte della componente Sogno Italia - 10 Volte Meglio i deputati Silvia Benedetti, Salvatore Caiata e Catello Vitiello, eletti all'inizio della legislatura sotto il contrassegno del MoVimento 5 Stelle e prima membri di una diversa componente sempre del misto, denominata Maie - Sogno Italia. Vale però la pena lasciare la parola a Curreri che nel suo articolo ricostruisce con una certa precisione gli eventi che hanno portato al casus reflectionis di questo articolo (e pongono le basi per un discorso giuridico-politico-simbolico serio e approfondito):


Proprio le variazioni intervenute all'interno di quest’ultima componente politica sono all'origine della nuova appena costituita. Va, infatti, ricordato che essa si poté costituire il 20 aprile 2018 solo grazie all'iniziativa del deputato Borghese, l’unico dei suoi componenti che rappresentasse un partito presentatosi alle elezioni, per l’appunto il Movimento Associativo Italiani all’Estero nelle cui liste egli era stato eletto in America meridionale. Gli altri cinque deputati che avevano costituito tale componente politica (Benedetti, Caiata, Cecconi, Tasso e Vitiello) erano stati, infatti, tutti eletti per il MoVimento 5 Stelle dal quale, per note vicende che non vale la pena qui ripercorrere, erano stati subito espulsi appena dopo essere stati dallo stesso movimento candidati.
Quando, a seguito di presumibili contrasti interni, il deputato Borghese, nella qualità di Presidente e legale rappresentante del MAIE, ha comunicato la revoca del consenso ad essere rappresentato da tale componente politica (che nel frattempo aveva cambiato denominazione in MAIE-Movimento associativo italiani all’estero-Sogno Italia), la componente politica è stata ovviamente dichiarata cessata perché non più rappresentativa di un partito o movimento politico presentatosi alle elezioni (seduta del 18 febbraio 2019). 
Mentre, però, il giorno dopo lo stesso Borghese con altri due ex pentastellati (Cecconi e Tasso), ha subito costituito una nuova componente politica (Movimento Associativo Italiani all’Estero), sempre grazie alla propria decisiva adesione, gli altri tre pentastellati (Benedetti, Caiata e Vitiello) avrebbero dovuto rinunciare a tale possibilità, essendo stati eletti per un partito già costituitosi in gruppo parlamentare. Invece – e qui sta la novità – [...] il 18 aprile 2019 il Presidente della Camera, accogliendo la loro richiesta, li ha autorizzati a costituire la componente politica del gruppo misto Sogno Italia – 10 Volte Meglio che, come già dimostra la immaginifica, quasi dannunziana denominazione, non corrisponde ad alcun partito o movimento politico presentatosi alle elezioni.

Il caso qui interessa, perché di fatto questa è la prima componente del misto della Camera nata, dal 2018, non solo per dare ricetto a una sigla politica - parlare di "forza" forse è troppo - sorta nel corso di questa legislatura (era accaduto, in fondo, anche con la formazione della componente Maie - Sogno Italia), ma la cui nascita è stata consentita grazie all'apporto di un diverso soggetto politico, che ha partecipato alle elezioni senza però ottenere alcun eletto. Il simbolo di 10 Volte Meglio, infatti, era apparso sulle schede elettorali della Camera in dieci regioni italiane, dunque quel movimento aveva i requisiti per essere ritenuto esistente "alla data di svolgimento delle elezioni per la Camera dei deputati [...] in forza di elementi certi e inequivoci", anche perché per essere presente aveva raccolto le firme. Per inciso, visto che di simboli si parla, per vedere quello di Sogno Italia bisogna andare per forza - come aveva notato AdnKronos - sul database dell'Ufficio italiano brevetti e marchi e, peraltro, se ne può vedere solo una versione in bianco e nero, depositata il 3 ottobre scorso da Caiata (che peraltro, in base a recenti notizie di stampa, è stato dato come aderente a Fratelli d'Italia, anche se alla Camera risulta ancora aderente alla componente, che diversamente scenderebbe sotto il numero minimo di membri).
Non si tratta certo del primo caso di componente del gruppo misto costituita pur se priva "d’identità politico-elettorale", come sottolineato da Curreri (che produce anche un breve elenco) e come si era già detto meno di tre anni fa su questo sito e anche un paio di anni fa, quando nella scorsa legislatura il 20 marzo 2017 la presidente della Camera Laura Boldrini autorizzò la componente politica Alternativa Libera - Tutti insieme per l’Italia, significativa in questa sede perché i membri erano tutti stati eletti nelle liste del MoVimento 5 Stelle. Non scandalizza quasi più nessuno il fatto che, in qualche caso in modo piuttosto trasparente, quelle componenti con un "aiutino" extraparlamentare siano nate per avere a disposizione tempo di aula, spazi e risorse per il personale a servizio dei parlamentari (o per non perderli, qualora una componente esistente abbia "perso pezzi" per strada o, come in questo, caso, si verifichi una scissione), generalmente in cambio di visibilità e sostegno alle iniziative o alle istanze del soggetto politico che consente la nascita della componente. 
Il fatto è che, per Salvatore Curreri, l'autorizzazione di questo tipo di componenti del gruppo misto sembra "disattendere la lettera e la ratio della disposizione regolamentare, evidentemente ispirata a consentire ugualmente a forze politiche minoritarie presentatesi alle elezioni (requisito politico) di costituire all'interno del gruppo misto una propria componente politica, pur essendo composte da meno di dieci deputati (requisito numerico)" e non a favorire "formazioni politiche dal sicuro fascino parlamentare ma prive, per il passato, di radicamento elettorale e dall'assai dubbio futuro seguito". In particolare, dal momento che la decisione in tema di costituzione di componenti è tutta del Presidente o della Presidente della Camera, senza che chi ricopre la carica debba motivare la sua scelta, il costituzionalista vede nell'autorizzazione data da Fico un incentivo al transfughiso e al frazionismo parlamentare, perché per "un (malinteso) rispetto politico, quasi che una componente nel misto non si debba negare a quanti ne facciano richiesta" finiranno per bastare sempre "appena tre deputati fuoriusciti o espulsi da un gruppo parlamentare", with a little help from their friends, amici da cercare quasi sempre fuori dalle aule di Camera e Senato. 
Tutto ciò, tra l'altro, marcherebbe una differenza ancora maggiore con la disciplina di Palazzo Madama, il cui regolamento già prima non prevedeva formalmente l'esistenza delle componenti del gruppo misto (anche se di fatto le etichette vengono usate lo stesso, senza particolare valore: al momento si tratta di Liberi e Uguali, Psi, +Europa e Maie); a partire da questa legislatura, poi, una riforma regolamentare consente di costituire solo gruppi di partiti che abbiano partecipato alle elezioni del Senato con un loro contrassegno, dunque non c'è spazio per gruppi che rappresentino eventuali partiti nati in corso di legislatura. Questo, come sottolinea ancora Curreri, "consente non solo una più efficiente ed efficace organizzazione dell’attività parlamentare, che la proliferazione dei soggetti politici rischia seriamente di compromettere, ma risponde anche all'elementare principio democratico secondo cui sono i partiti votati dagli elettori a costituirsi in gruppi parlamentari e componenti politiche, non - viceversa - i parlamentari a riunirsi in gruppi e componenti politiche per costituire un partito".


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La posizione del costituzionalista è comprensibile e almeno in parte condivisibile. Personalmente, a dire il vero, trovo eccessiva la "stretta" data in Senato, che mi pare che punisca fin troppo la scelta di "cambiare idea" (certamente non viola il divieto di mandato imperativo, ma mi pare molto severo non concedere a partiti nuovi, magari consistenti, la visibilità che meritano); allo stesso modo, ammetto l'incoerenza tra i due regolamenti di Camera e Senato (dovuto all'atteggiamento schizofrenico di chi ha votato una riforma in un ramo del Parlamento e non l'ha invece appoggiata nell'altro), anche se non si può far finta che quelle differenze regolamentari non esistano. 
Ciò detto, è innegabile che, dalla XIV legislatura (2001-2006) in poi, alla Camera si è assistito a un'interpretazione sempre meno restrittiva, che è passata dal richiedere al partito intenzionato a costituire una componente  "un simbolo, una denominazione, un’attestazione documentaria o, comunque, una qualche forma di notorietà" al momento delle elezioni, all'ammettere la costituzione di componenti a una certa distanza dalle elezioni (pur se relative a partiti che avevano corso al voto precedente, come l'Udeur e i Repubblicani europei), fino a consentire - come si è visto - a partiti di nuova costituzione di avere la propria componente, accostando il proprio nome a quello di una sigla che aveva partecipato alle ultime elezioni, anche se non aveva ottenuto eletti (l'apripista fu Gianfranco Rotondi, che per avere la componente autonoma della sua Democrazia cristiana dovette appoggiarsi ai Verdi-Verdi, ribattezzati per l'occasione Ecologisti democratici).
Emesso un giudizio, occorre comunque guardare con realismo alla situazione: se si è concesso a 10 Volte Meglio di impiegare il proprio nome per far nascere una componente autonoma del gruppo misto, sarà difficile poi negare la stessa cosa ad altre forze politiche. Quali sigle sono disponibili per far nascere nuove componenti, dunque? Il "parco liste", rispetto al passato, risulta rinnovato, visto che non hanno presentato nemmeno una candidatura il Pli, il Ppa e Tutti insieme per l'Italia; anche senza di loro, tuttavia, le sigle teoricamente a disposizione sono una ventina, anche se probabilmente il numero di quelle realisticamente utilizzabili non va molto oltre la decina
Difficile, per esempio, che qualcuno voglia costruire una componente utilizzando i nomi di CasaPound Italia, Italia agli italiani (il cartello di estrema destra che riuniva Forza nuova e Fiamma tricolore), Autodeterminatzione (per il suo carattere locale), Partito comunista, Per una sinistra rivoluzionaria e, volendo, Potere al popolo! (c'era una certa distanza tra la "sinistra" parlamentare e quell'area); qualche speranza in più potrebbero avere formazioni pur marcatamente politiche come Pri-Ala (i repubblicani hanno già partecipato in passato), Rinascimento - Mir (potrebbero avere interesse a una maggiore visibilità), Blocco nazionale per le libertà (vale lo stesso per la formazione che univa Italia Reale e DemoCristiana di Denis Martucci), Grande Nord (in chiave antileghista lo sbarco parlamentare sarebbe un toccasana) e Il Popolo della Famiglia (anche qui la visibilità sarebbe ottima). 
Ancora più spendibili, anche se non necessariamente disponibili, sarebbero formazioni dal nome più "neutro" come Italia nel cuore, Lista del Popolo per la Costituzione (anche se il gruppo di Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa potrebbe non essere interessato a ogni collaborazione), Partito valore umano, Patto per l'autonomia (di carattere locale, ma il nome è universale), SiAmo (in tempi di no vax sarebbe un bel colpo) e tre sigle viste soltanto nella circoscrizione estero della Camera, Movimento delle LibertàUnital l'enigmatica Free Flights to Italy. E a questo punto un pensiero sorge, irrefrenabile: perché diavolo non ha raccolto le firme W la Fisica, così da poter fare capolino a Montecitorio almeno per un periodo nei prossimi quattro anni? 

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