Prosegue il nostro viaggio tra i simboli di partiti e liste in corsa per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio. Oggi facciamo tappa in quel di Pesaro, seconda città delle Marche per numero di abitanti e storica roccaforte rossa, dal dopoguerra a oggi ininterrottamente amministrata da sindaci di area Pci-Pds-Ds-Pd. Le liste presentate sono 15, un terzo in meno rispetto alle comunali del 2014, quando erano 22: più lieve la diminuzione degli aspiranti alla fascia da sindaco, in totale 6, soltanto uno in meno di cinque anni fa. Passiamo in rassegna i simboli in cui si imbatteranno a breve gli abitanti della città di Rossini, seguendo l'ordine di apparizione sulla scheda.
Nicola Baiocchi
1) Lega
Si inizia con il centrodestra, che candida a sindaco Nicola Baiocchi, 42 anni, avvocato. Come primo emblema, il sorteggio ha premiato (o almeno così viene da dire, stando alle consolidate teorie degli espertissimi di "casistica elettorale") la Lega, che a Pesaro presenta il suo contrassegno classico, con una sola differenza: sotto Salvini, al posto di "premier", compare il nome della città. Si tratta di una variante piuttosto diffusa nelle varie città al voto, come i fedeli lettori di questo sito hanno avuto modo di osservare (anche se di solito compare il nome della regione/nazione). Anche qui, lo scopo è confermare l'egemonia sulla coalizione di centrodestra, già ottenuta alle politiche dello scorso anno: e il nome di Salvini sul simbolo, ça va sans dire, aiuta eccome.
2) SìAmo Pesaro
Il secondo posto è occupato dal simbolo della lista SìAmo Pesaro, con capolista Roberta Crescentini, già candidata sindaca per il centrodestra nel 2014. Il simbolo è racchiuso da un bordo rosso ed è composto da due parti: quella superiore vede il gioco di parole (ormai piuttosto frequente, a dire la verità) dello sdoppiamento in due del verbo "Siamo" - che diventa "Sì/amo" - agevolato da un'alternanza tra nero e rosso. L'accento di "Sì" prende vita divenendo una freccia rivolta in alto a destra e dal colore verde, analogamente allo sfondo della parte inferiore del simbolo, nella quale trova spazio in bianco l'opportuna precisazione di “Lista Civica”, sotto una banda sottile con i colori della bandiera italiana. Il simbolo non è particolarmente dissimile da quello presentato cinque anni fa, quando la lista riuscì ad agguantare il seggio per poco più di cento voti.
3) Baiocchi sindaco - Prima c'è Pesaro
Scorrendo, troviamo l'altra lista civica - verosimilmente, la più legata all'aspirante primo cittadino - il cui logo è suddiviso obliquamente da due semicirconferenze di dimensioni ineguali: in quella più estesa spicca il nome Baiocchi sindaco, in due colori e font diversi ("Sindaco" in corsivo manoscritto), stessa dicitura che viene tra l’altro riportata nei manifesti di Baiocchi. Nella parte in basso, troviamo un altro evidente richiamo alla natura civica della lista: Prima c’è Pesaro, con la scelta piuttosto infelice del "c'è" tratteggiato in un corsivo giallo-blu difficile da leggere. Nel complesso, tuttavia, l'impatto visivo supera l’esame: sarà anche in grado di attrarre gli elettori non affiliati ai partiti?
4) Forza Italia
Schiera invece invece uno dei contrassegni standard per le elezioni comunali di questa tornata Forza Italia, solo riadattandolo per l’occasione: sotto l’immancabile bandiera, emerge in bella vista il cognome di Berlusconi, al quale segue "per Pesaro", e non "per Baiocchi", come nel caso di altre città in cui vi sono espliciti riferimenti a candidati sindaci espressione di Fi (o che comunque i forzisti considerano vicini). Il partito dell’ex Cavaliere spera almeno di conservare il consenso ottenuto la volta scorsa (7,39% e 3 seggi), confidando in un complessivo incremento dei voti per la coalizione e, contestualmente, in una loro vantaggiosa redistribuzione, dal momento che il numero delle liste di centrodestra è sensibilmente diminuito: da 8 a 5.
5) Fratelli d'Italia
Si presenta “intatto” il simbolo di Fratelli d’Italia, con il nome di Giorgia Meloni in alto ma privo, anche in questo caso (come si è visto analogamente a Perugia, ma non a Cremona e Pavia), delle aggiunte “sovranisti” e “conservatori” ai lati della fiamma di missina memoria: si tratta, insomma, del simbolo schierato alle politiche dello scorso anno. Dopo il 2% delle precedenti comunali e il 4,1% alle politiche, il partito punta al salto di qualità, sperando di trarre beneficio dalla candidatura a sindaco di un proprio esponente: Baiocchi, infatti, è segretario cittadino di Fdi. Nella peggiore delle ipotesi, la rappresentanza in consiglio dovrebbe comunque essere assicurata.
Nicola Giannelli
6) Fuoricentro
Subito dopo la coalizione di centrodestra, ecco la prima novità di questa consultazione elettorale. Parliamo di Fuoricentro, una lista di area civica (ma esplicitamente di parte) il cui nome - come si legge in una nota - sta a indicare una visione "orientata a una dimensione omogenea e connessa in ogni suo aspetto". Il candidato a sindaco è Nicola Giannelli, professore di Scienza dell’amministrazione all'Università di Urbino, e la lista può vantare anche il sostegno dell'ex primo cittadino ed ex deputato Pd Oriano Giovanelli. Il simbolo mostra, su uno sfondo verde prato, il nome della lista marcato da scanalature e affiancato da una matita rossa stilizzata. In basso, ci pensa la didascalia a connotare politicamente la lista: "Sinistra verde solidale". Le ambizioni e i progetti sono piuttosto chiari: adesso Fuoricampo dovrà convincere gli elettori, guardando anche alla sua sinistra, come si vedrà più avanti fra poco.
Francesca Frenquellucci
7) MoVimento 5 Stelle
In occasione delle politiche del 2018, il MoVimento 5 Stelle si è imposto sia in città che nei comuni circostanti (tanto alla Camera quanto al Senato), strappando così al Pd un primato storico. Ma le elezioni comunali, si sa, sono tutt'altra storia. E infatti la base da cui partiranno i pentastellati è quel 16,2% ottenuto cinque anni fa che ha permesso di far entrare in Consiglio comunale una pattuglia di ben cinque consiglieri: una di loro, Francesca Frenquellucci, è oggi la candidata sindaca (dopo numerose polemiche in merito alle procedure di selezione della candidatura). Se non altro, questa volta non avranno a che fare con liste di disturbo, a differenza di quanto accaduto nel 2014.
Matteo Ricci
8) Il Faro di Pesaro
Il primo dei sei simboli che sostengono la ricandidatura del sindaco uscente Matteo Ricci - la sua è la coalizione più numerosa - è Il Faro di Pesaro. Non sarà una novità per gli elettori, che avevano già trovato questa lista civica nel 2014, riservandole un dignitoso 2,5% e un consigliere in aula. Si definisce "la lista dei quartieri", poiché ricomprende al suo interno personalità di differente estrazione, che rappresentano l’intero territorio comunale. L'emblema differisce in vari aspetti da quello della precedente elezione: sullo sfondo, il disegno del monte San Bartolo di Pesaro, sul quale spicca il faro della città; in basso, l’opportuna precisazione "luce dal San Bartolo", la stessa luce che promana anche dalla O finale di "Faro". Dopo il 26 maggio, scopriremo se (e quanto) gli elettori saranno stati illuminati…
9) Forza Pesaro! Sportivi per Matteo Ricci
A scorrere incontriamo un'altra civica, impostata su font vivaci e giovanili. La lista prende il nome di Forza Pesaro! Sportivi per Matteo Ricci e vede come capolista Mila Della Dora, arbitro di calcio, attuale assessore al benessere, il cui nome è ben visibile anche sul simbolo. Quest’ultimo gioca sul contrasto bianco/rosso (che sono anche i colori sociali delle squadre di calcio e di basket della città), con un tocco di blu per l’esortativa "Forza" - anche se i colori, come si vedrà, ricordano qualcosa - e nel complesso si presenta piuttosto equilibrato. Volendo indugiare in un eccesso di pignoleria, qualche parola in meno avrebbe reso il simbolo più snello e pulito, soprattutto se considerato nelle dimensioni - più ridotte di quelle qui mostrate - che andrà ad assumere sulla scheda.
10) Giovani - è tempo
Ricci ha poi incassato il sostegno di un'altra civica, Giovani - è tempo, nata per iniziativa di un gruppo fortemente connotato dal punto di vista anagrafico (il più "anziano" dei candidati è del 1991, e non ne mancano altri nati dopo il 2000) ma politicamente aperto e trasversale. L'emblema è caratterizzato da una enorme G nera, che copre l’intero cerchio e che sfuma verso il basso fino a scomparire; sopra è scritto in giallo il nome della lista, il tutto su uno sfondo viola, colore non certo tra i più frequenti nella produzione simbolica, forse per via dell’inevitabile dose di superstizione da cui neppure la politica è immune (anzi!). Ma, in fondo, essere giovani non significa forse avere anche il coraggio di sfidare i tabù?
11) Una città in Comune
Altra lista già nota all'elettorato pesarese è Una città in Comune, che nel 2014 si presentò sempre nella coalizione di centrosinistra, riportando il 3% e un seggio, ottenuto da Enzo Belloni, poi nominato assessore. Lo stesso Belloni che, stavolta, ha deciso di recitare un ruolo di primo piano, non accontentandosi di fare il capolista. E allora il simbolo di cinque anni fa - la riproduzione dell'elegante Palazzo Ducale cittadino, oggi sede della prefettura – rimane lo stesso, ma viene compresso verso l’alto, proprio per far spazio al nome di Belloni, scritto a caratteri cubitali rossi su sfondo bianco. In questo modo, dicono i promotori, "la lista diventa più riconoscibile": sicuramente non passerà inosservata.
12) Matteo Ricci - il nostro sindaco
Se "squadra che vince non si cambia", lo stesso discorso varrà per i simboli. E infatti anche la lista civica "ufficiale" del sindaco Ricci presenta un contrassegno abbastanza simile a quello del voto del 2014, in occasione del quale si piazzò al secondo posto nella coalizione, con oltre il 6% e due seggi ottenuti. Mantenendo il fondo bianco, la dicitura "lista civica" (in grigio) è passata in alto, ed oltre a essa ne è stata aggiunta un’altra (sempre in grigio) che riporta "il nostro sindaco", in chiaro senso rafforzativo. Resta l’hashtag #ungranbelpo’, che riprende spiritosamente un’espressione tipica del gergo locale. I #drogatidipolitica, peraltro, noteranno facilmente che la civica Ricci ricorda vagamente - nella sua impostazione e nei colori, già incontrati in Forza Pesaro! - le liste Adesso!, promosse in varie città italiane da Matteo Renzi per allargare il bacino di consenso oltre il Pd. E, data la stretta fede renziana dell'attuale sindaco di Pesaro, è lecito supporre che quel modello possa aver fornito almeno l’ispirazione…
13) Partito democratico
L’estrazione ha riservato l’ultimo posto, tra le sei liste del centrosinistra, all'unica dichiaratamente partitica. Si tratta, ovviamente, del Partito democratico, che presenta un logo rievocante il modello grafico veltroniano (ma non ditelo a Ricci...), con il bordo verde e soprattutto con il nome di Matteo Ricci a caratteri piuttosto ampi (sempre in verde), spezzato dal segmento in basso, con il titolo "sindaco" bianco su fondo verde. Anche in questo caso, il tentativo è quello di rendere il più evidente possibile il rapporto tra sindaco e partito, nella consapevolezza che - sebbene Ricci sia considerato il favorito - ripetere il 41,2% di cinque anni rimane ormai una chimera anche per il più ottimista dei militanti.
Claudio Nigosanti
14) Comunisti per Pesaro
Gli ultimi trent'anni di storia ci hanno dimostrato che non è mai facile mettere d'accordo i vari partiti comunisti che popolano lo scenario politico italiano. A Pesaro, invece, la quadra è stata trovata (per il momento) intorno al nome di Claudio Nigosanti, candidato sindaco ed esponente del Pci (quello di Mauro Alboresi, nato sulle ceneri dell’ex Pdci, per intenderci). La lista prende il nome di Comunisti per Pesaro e mette al centro del proprio simbolo - rigorosamente rosso - una grande composizione di falce, martello e stella, tutte gialle, mentre in basso ci sono le tre "pulci" corrispondenti ai rispettivi partiti che hanno aderito al progetto: oltre al già citato Pci, c'è Rifondazione Comunista e si vede pure - in barba a chi l'aveva data per morta - Sinistra anticapitalista, nata da una scissione di Sinistra Critica. La parola ora tocca agli elettori che non possono rinunciare alla falce e martello: apprezzeranno lo sforzo?
Francesco Scavolini
15) Servire Pesaro insieme
L’ultima casella della scheda è riservata a un'altra lista civica, nata per sostenere Francesco Scavolini, cognome tipicamente pesarese che, nell'immaginario collettivo, rimanda immediatamente alla nota azienda di cucine, che con il suo stabilimento ha rappresentato per decenni un motore dell’economia del circondario. In tutti i casi, Servire Pesaro insieme - che s'ispira esplicitamente alla Dottrina Sociale della Chiesa (e il verbo "servire", a tal proposito, appare piuttosto evocativo) - presenta un simbolo piuttosto ordinario per le civiche: domina il cognome del candidato sindaco, con il nome della lista che trova posto nel taglio in basso, caratterizzato per la V di "servire" che si trasforma in una freccia rossa (come a scongiurare paragoni inadatti ad altri simboli con la V rossa, tracciata però a mano). Volendo giocare con le omonimie - in fondo siamo in chiusura! - il 27 maggio scopriremo se Scavolini sarà il più amato dei pesaresi...
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