Restando al Sud nel viaggio tra i capoluoghi di provincia che rinnovano l'amministrazione, una tappa obbligata è Lecce. E questo non solo perché si torna al voto dopo soli due anni dalle precedenti elezioni (dopo una riattribuzione di seggi per mano del Consiglio di Stato, il sindaco Carlo Salvemini si era trovato senza maggioranza e ha scelto, dopo alcuni mesi, di dimettersi), ma perché a quanto pare queste sono le elezioni dei record: non tanto per il numero di aspiranti sindaci, che sono soltanto cinque, ma per le liste schierate. Se nel 2017 se n'erano presentate 23, ed erano già parecchie, quest'anno sulla scheda dovranno trovare posto 27 addirittura simboli (e dovevano essere 28, per non parlare delle 30 previste mesi prima), con una coalizione - quella di centrodestra - che conta su 13 formazioni, praticamente occupando metà della scheda. E a questo punto per fortuna nel 2014 si è deciso di cambiare il modello e di ridurre gli spazi destinati a ogni lista, perché altrimenti qui si sarebbe dovuto approntare un lenzuolo...
Adriana Poli in Bortone
1) Giovane Lecce
Il sorteggio ha collocato "in alto a sinistra", in prima posizione, Adriana Poli Bortone, che del comune di Lecce è stata sindaca dal 1998 al 2007. L'ex ministra delle risorse agricole del primo governo Berlusconi si presenta sostenuta da quattro liste (dovevano essere cinque, ma quella di Io Sud - formazione da sempre legata all'aspirante sindaca - è stata esclusa perché non tutte le firme necessarie erano state autenticate): la prima estratta è Giovane Lecce, guidata da Gianni Gallo e volta a riavvicinare alla politica proprio i giovani, puntando soprattutto sui temi della sicurezza e dello sport. La lista, cromaticamente basata sui quattro colori nazionali (e già a colpo d'occhio collocabile più a destra che a sinistra) si distingue per la foto centrale, con uno scorcio del teatro romano della città, quasi a voler mettere i giovani al centro della scena (anche se il monumento non è certo giovane e, volendo, lo si può interpretare come i giovani che stanno a guardare).
2) Fiamma tricolore
Il secondo simbolo estraneo non può che indurre qualche pensiero nel #drogatodipolitica che lo guarda. Già, perché si tratta dell'emblema del Movimento sociale Fiamma tricolore, nella sua versione più recente - quella in uso dal 2003 - con l'elemento grafico qualificato come una "goccia tricolore seghettata". Non lo si è visto spesso di recente (e quando è accaduto di solito era assieme ad altri emblemi, come quello di Forza Nuova cui era abbinata nel cartello Italia agli italiani). Ma chi ha buona memoria non può dimenticare che nel 2013 Luca Romagnoli, allora segretario della Fiamma, aveva partecipato al tentativo di far tornare Alleanza nazionale, guidato da Francesco Storace e, appunto, Adriana Poli Bortone: il comitato centrale della Fiamma, tuttavia, votò contro quella decisione e Romagnoli e parte del gruppo dirigente dovette lasciare il partito (che da allora quasi sparì). Ora, invece, Fiamma e Poli Bortone sono di nuovo dalla stessa parte: e se avessero avuto ragione coloro che nel 2013 dovettero levare le tende?
3) Adriana Poli Bortone sindaco
La terza lista a sostegno della candidatura di Poli Bortone è di natura tanto civica quanto personale: l'impressione non può essere diversa, per una formazione denominata semplicemente Adriana Poli Bortone sindaco (e non sindaca, ma sarebbe stato difficile aspettarsi qualcosa di diverso in questo caso). Il simbolo, basato anch'esso sul tricolore e sul blu, vuole dare l'idea della dinamicità grazie all'uso delle forme curvilinee, anche se la parte bianca con il tondo scuro centrale sembra quasi una lama rotante e gli elementi rosso e verde appaiono come le sue scie date dal rapido movimento. Magari l'idea non è passata nemmeno per l'anticamera del cervello, ma in qualche modo l'immagine va letta...
4) Movimento popolare leccese
Il quarto e ultimo simbolo a sostegno di Adriana Poli Bortone è quello del Movimento popolare leccese, formazione presente nel tessuto sociale della città da almeno una decina di anni (come dimostra anche il motto "utili per passione" scritto nel contrassegno). Pur dimostrandosi molto critico verso la politica in generale, ha scelto di sostenere la corsa dell'ex sindaca Poli Bortone, anche se il nome non figura comunque nell'emblema. Che appare decisamente dominato dall'azzurro (su cui si staglia l'acronimo del movimento), anche se sul piano cromatico non manca un riferimento alla città con una "sottolineatura" gialla e rossa, per connotare territorialmente il logo.
Arturo Baglivo
5) MoVimento 5 Stelle
Quelle che si celebreranno domenica saranno le terze elezioni comunali cui parteciperà una lista del MoVimento 5 Stelle. Se la prima volta, nel 2012, la lista era rimasta sotto al 3% (un po' meglio aveva fatto il candidato sindaco, il futuro parlamentare Maurizio Buccarella, comunque rimasto fuori dal consiglio), due anni fa si era sfiorato il 5% e l'aspirante primo cittadino, Fabio Valente, era riuscito a ottenere un seggio. Ora il M5S prova a ottenere di più, sempre con una corsa solitaria - che stavolta è a sostegno di Arturo Baglivo - e con il simbolo utilizzato per la prima volta alle politiche del 2018. Tra l'altro, Lecce è uno dei pochi comuni in cui sono stati usati tutti e tre i siti che si sono avvicendati nel contrassegno (Beppegrillo.it nel 2012, Movimento5stelle.it nel 2017, Ilblogdellestelle.it ora).
Carlo Maria Salvemini
6) Civica.
Può contare su ben otto liste Carlo Maria Salvemini, eletto sindaco nel 2017 (e figlio dell'ultimo sindaco di centrosinistra della città). Il sorteggio ha collocato al primo posto nella coalizione la lista Civica., frutto dell'unione dei gruppi Una buona storia per Lecce (che due anni fa aveva ottenuto un consigliere) e Idea per Lecce (rimasta fuori dal consiglio). Il progetto intende unire le forze per lavorare in modo più efficace. E se il punto nel nome (che spicca bene, giallo su fondo rosso vermiglione, mentre le altre parole sono bianche) può sembrare un errore di battitura, sono i componenti stessi a spiegare che non è così: "Non a caso ci mettiamo un punto - spiegano a SalentoLive24 - Intendiamo mettere a frutto un lavoro già fatto, intrapreso in questi 18 mesi. Perché crediamo che le energie idee e impegni vivano facendo le cose insieme".
7) Puglia popolare
Si schiera con Salvemini anche una forza politica dell'area moderata, Puglia popolare, che alle spalle ha ovviamente l'esperienza alfaniana di Alternativa popolare, dalla quale però si è distaccata (non senza dispute di natura politica e giuridica in regione, come si è già detto in questo sito). In questo caso, tra l'altro, il simbolo ufficiale della forza politica che fa riferimento in regione a Massimo Cassano - testo bianco su fondo blu - ha pure una connotazione locale, con l'inserimento del nome di Lecce e di due pennellate con i colori tradizionali della città (comunicati alla squadra di calcio). E se due anni fa Lecce popolare era parte del centrodestra di Mauro Giliberti, oggi Puglia popolare è organico al centrosinistra (e anche in regione sostiene Emiliano).
8) Sveglia Lecce
La terza lista sorteggiata, tra quelle in appoggio a Salvemini, non rappresenta una novità per i leccesi: Sveglia Lecce, infatti, era presente anche sulla scheda di due anni fa, tra quelle che avevano sostenuto la candidatura di Alessandro Delli Noci e che, al secondo turno, si apparentarono ufficialmente con Salvemini. Ora che quest'ultimo ha scelto proprio Delli Noci come suo futuro vicesindaco (in caso di vittoria ovviamente), era quasi ovvio che quella lista entrasse a far parte della nuova compagine di centrosinistra. Il simbolo è quasi uguale, al di là del diverso nome sostenuto e del profilo della sveglia, che due anni fa sembrava un po' più scuro, ma il concetto "destatorio" per i leccesi rimane valido.
9) Lecce città pubblica
Tra le liste del centrosinistra on poteva mancare nemmeno Lecce città pubblica, se non altro perché nel 2017 era stata quella con il risultato migliore all'interno della coalizione di Salvemini (con l'8,57% aveva battuto anche, pur se di poco, il Pd), ponendosi in sostanza come formazione civica di riferimento dello stesso candidato sindaco; all'origine, il gruppo di lavoro legato alla lista era nato come gruppo consiliare nel 2015 e come associazione si è proposto di raccogliere i "senza tessera" per dare loro spazi di partecipazione. A contraddistinguere il simbolo, oltre al semicerchio inferiore giallo, anche una forma multicolore, che riprende - comprimendolo - il logo dell'associazione-gruppo nata appunto nel 2015 per opera di Salvemini e altri usciti da Lecce bene comune.
10) Noi per Lecce
Formalmente la lista che segue come da sorteggio, Noi per Lecce, è nuova, nel senso che sulla scheda prima d'ora non ci era mai finita; non è però nuova per chi ha seguito la politica leccese, perché nel 2012 era tra le formazioni possibili a sostegno della candidatura di Loredana Capone (che aveva vinto le primarie prevalendo proprio su Salvemini). Nel contrassegno emerge forte il concetto di comunità, attraverso "Noi" in grande rilievo; la struttura grafica del segno, con i due rettangoli l'uno dentro l'altro, crea un po' di movimento e ricorda in piccola parte la soluzione adottata da Beppe Sala nel 2016 e dal comitato "Basta un Sì" dello stesso anno, ma ovviamente non ci sono legami con quelle esperienze.
11) Lecce nel Cuore - Unione di centro - Popolari
Il nome di Lecce nel Cuore (scritto in corsivo handwriting, per dare una parvenza di eleganza) inevitabilmente rimanda a un'esperienza locale e civica, così come il cuore vorrebbe richiamare l'amore per la città. La presenza del simbolo dell'Unione di centro (nel 2017 legata a Delli Noci), tuttavia, rende assai più difficile parlare di una lista esclusivamente civica; lo stesso richiamo ai Popolari contenuto nel cuore riporta alla mente inevitabilmente l'esperienza dei Popolari per Emiliano (2015), di cui erano parte proprio l'Udc, Centro democratico e Realtà Italia. Anche allora c'era un cuore di mezzo e il risultato grafico non era stato dei migliori; stavolta va un po' meglio, ma nemmeno troppo.
12) Coscienza civica - IdeAzione
Altra lista nata dall'unione di realtà preesistenti è Coscienza civica: essa, nata nel 2018 come associazione, ha unitoo le forze di Cambiamo Lecce, Lecce area metropolitana e Un'altra Lecce, tutte liste che avevano sostenuto la corsa di Delli Noci. Il nome rimanda ai concetti di consapevolezza, riflessione, azione per la comunità, etica ed appartenenza; la grafica accosta rettangoli e quadrati di vari colori (quasi alla Mondrian), come a dare l'idea di un mosaico variegato. All'interno del contrassegno trova posto anche la "pulce" di ideAzione, altro gruppo locale (qualificato come "indipendente responsabile circolare sociale") rappresentato da un puzzle a forma di lampadina.
13) Partito democratico
L'ultima lista della coalizione di Salvemini a essere sorteggiata è quella del Partito democratico: quello del 2017 non poteva certo dirsi un grande risultato (8,46%), considerando che cinque anni prima era arrivato un paio di punti in più; in ogni caso, essendo la forza politica fondamentale di quell'area, la sua presenza anche questa volta era scontata. Unica costante di tutti questi anni sembra essere il simbolo: questa, infatti, è la terza scadenza elettorale locale in cui il Pd impiega il suo simbolo nazionale, senza indicare il nome del candidato sindaco o altri riferimenti a Lecce. Una scelta che, tuttavia, non dovrebbe essere indice di minor impegno.
Mario Fiorella
14) Sinistra comune
Ciò che era rimasto del progetto Lecce bene comune che non ha appoggiato la candidatura di Salvemini si è ritrovato a sostenere un'altra lista assieme a Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Pci e Articolo Uno. Sinistra comune, nomen omen scritto a caratteri decisi su fondo rosso scuro (anche se sulla scheda rischia di sembrare tendente al fucsia), appoggia la candidatura a sindaco di Mario Fiorella, magistrato in pensione, e cerca di porsi come alternativa solida al centrosinistra, puntando soprattutto sulle battaglie legate alle diseguaglianze sociali, al diritto al lavoro e alla tutela del territorio. Anche se, con una sinistra più unita, forse la lotta sarebbe meno ardua.
Saverio (Erio) Congedo
15) CasaPound Italia
La nutritissima coalizione - 13 liste - a sostegno di Saverio Congedo, candidato del centrodestra, inizia con una sorpresa, che assieme ad altre che seguiranno farebbe parlare piuttosto di destra. Già, perché la prima delle liste sorteggiate è quella di CasaPound Italia, che normalmente corre da sola (come aveva fatto due anni fa a Lecce) ma qui entra a far parte a pieno titolo della compagine di centrodestra. La tartaruga con guscio ottagonale istoriato a frecce, dunque, sembra trovare localmente una nuova casa, potenzialmente vincente: una mossa, questa, che difficilmente passerà inosservata, anche se l'alto numero di liste potrebbe non giovare alla rappresentanza delle singole formazioni.
16) Democrazia cristiana
Anche il secondo simbolo della coalizione di Congedo non può sfuggire all'attenzione dei #drogatidipolitica. Perché a loro non interessa solo sapere che si tratta della Democrazia cristiana, ma occorre precisare subito dopo che la Dc in questione è quella che si riconosce a livello nazionale nella segreteria di Angelo Sandri: lo dimostra, in particolare, la forma arcuata dello scudo e la sua collocazione su fondo bianco, il che lo distingue da tutte le altre Democrazie cristiane che coesistono - spesso in modo litigioso - nel panorama politico italiano. In questo caso la Dc-Sandri è riuscita a raccogliere le firme e a presentarsi: quanto riuscirà a raccogliere in questa coalizione?
17) Movimento sociale italiano - Destra nazionale
Guardare i simboli di questa compagine di centrodestra provoca un oooh continuo. Dopo la destra di CasaPound e la nostalgia da Prima Repubblica della Dc-Sandri, ecco la stessa nostalgia prendere le forme del Movimento sociale italiano - Destra nazionale, cioè proprio il simbolo del Msi-Dn utlizzato alle ultime elezioni politiche cui aveva partecipato (datate 1992), con la fiamma tricolore e la base trapezoidale rosse con le lettere color oro. Si tratta senza ombra di dubbio del Msi di Gaetano Saya e Maria Cannizzaro - lo testimoniano alcune immagini sul profilo Fb di quest'ultima: l'ammissione si spiega probabilmente con un'interpretazione permissiva delle disposizioni sulla confondibilità. Per giunta, il Msi è nella stessa coalizione di Fratelli d'Italia, con la stessa fiamma per cui Saya è in causa con Fdi...
18) Congedo sindaco
Dopo tre liste politiche che più politiche non si può, la sorte ha collocato una lista certamente civica, che più di ogni altra appare legata al candidato sindaco. Il nome della formazione, infatti, è semplicemente Congedo sindaco (e, a leggerlo così, sembra quasi un modo per dire che si sta salutando il primo cittadino...) e anche la grafica è decisamente essenziale: un cerchio arancione e un elemento blu che ne occupa la maggior parte, con all'interno un "segnaposto" con freccia blu che invita ad andare avanti. Questo, in fondo, può essere il senso di quel piccolo segno, oltre che indicare i punti del programma che certamente anche Congedo ha messo in campo.
19) Forza Italia
Tornando alle liste politiche, c'è inevitabilmente quella di Forza Italia, partito storicamente forte in Puglia, anche se non come un tempo: due anni fa aveva sfiorato il 9%, ma nel 2012 il Pdl era andato vicino al 28% (nel frattempo una parte degli iscritti era andata con Alfano, ma soprattutto era uscito il gruppo legato a Raffaele Fitto, che nel 2017 con Direzione Italia aveva preso il 17,48%). In questo caso, il simbolo segue la base grafica di quello del 2018, con i vertici verdi della bandierina fuori dal cerchio, ma il cognome di Berlusconi viene stirato in verticale, perché sotto non c'è nessun altro riferimento, nemmeno al candidato sindaco. Il perché si vedrà tra poco.
20) Sentire civico
Dopo la bandierina tricolore forzista, la sorte ha collocato le sagome colorate di Sentire civico, movimento legato all'ex vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici, Gaetano Messuti (parte della giunta di Paolo Perrone e già in passato indicato come potenziale candidato sindaco). Le "idee in movimento", come recita lo slogan riportato nel contrassegno, intendono dare slancio al territorio, mettendo la classe politica al servizio delle proposte dei cittadini attivi. La coralità della cittadinanza attiva è raffigurata proprio dalle cinque sagome umane colorate in modo diverso, unico guizzo grafico (e cromatico) di un emblema che comunque appare equilibrato e ben leggibile.
21) Fratelli d'Italia
La scelta di Saverio Congedo come candidato del centrodestra è passata attraverso le primarie, che lo hanno visto prevalere di qualche punto proprio su Messuti. Congedo, che è consigliere regionale, è soprattutto il coordinatore pugliese di Fratelli d'Italia: non stupisce affatto non aver trovato il suo nome nel simbolo forzista (Fi stava con Messuti), ma stupisce ancora meno che nel contrassegno di Fdi, mutuato da quello che sarà sulla scheda delle europee, al posto del nome di Giorgia Meloni si possa trovare l'espressione "Congedo sindaco". E proprio su Fratelli d'Italia dovrebbero convergere i voti di Direzione Italia, con i fittiani compresi nei "Conservatori" indicati nel simbolo (con la paura di qualche candidato storico di Fdi di restare fuori dal consiglio per questi nuovi ingressi in lista e tra gli elettori).
22) Il Popolo della famiglia
Tra le liste della coalizione di centrodestra ha piena cittadinanza anche quella del Popolo della famiglia, che certamente non si trova a disagio in compagnia degli altri simboli della compagine. Si tratta della prima partecipazione leccese per il partito fondato da Mario Adinolfi: gli elettori, dunque, troveranno il simbolo con la famigliola tracciata a pastello e il monito "no gender nelle scuole" con cui finora avevano familiarizzato solo alle ultime elezioni politiche. Probabile che non raccolga granché, ma se si tratta di portare voti al candidato sindaco - a patto che qualcuno non faccia il "disgiunto" - anche un contributo piccolo può essere determinante.
23) Salento Europa
Tra le liste legate a Congedo c'è anche Salento Europa, che non si limita dunque a uno sguardo alla sola Lecce. Si tratta di un'associazione politico-culturale legata a Fabrizio Camilli e Luca Russo, già attiva nel sociale e particolarmente interessata ai temi della sicurezza e della legalità. Il simbolo, per esprimere la dimensione europea del Salento - una terra a sé, volendo, nell'intera Puglia - riempie di stelle il contorno del simbolo, tinto di rosso e di giallo come l'intera provincia leccese. Nel contrassegno non c'è una cartina del Salento, come ci si potrebbe immaginare, ma una bandierina italiana, forse perché in fondo, per guardare all'Europa, occorre passare attraverso l'Italia.
24) Lecce Città del Mondo
Il quartultimo simbolo sulla scheda è già ben noto agli elettori leccesi: Lecce Città del Mondo (tutte maiuscole contenute nel nome) era infatti presente sulle schede nel 2007, nel 2012 e due anni fa, anche se nei primi due appuntamenti conteneva il nome di Paolo Perrone (di fatto era la sua civica personale) e nel 2017 quello di Mauro Giliberti. L'idea era ed è di rimarcare il ruolo di Lecce e l'importanza che merita: il fondo blu, in due tonalità, richiama facilmente una collocazione di centrodestra; il nome ora citato, ovviamente, è quello di Congedo, ma per il resto l'emblema è rimasto lo stesso, compreso il tocco di leggerezza dato dal "con" scritto a mano.
25) Andare oltre - Prima Lecce
La terzultima lista sorteggiata è frutto dell'unione di due diversi progetti politici. Il primo, Andare oltre, fa riferimento al sindaco di Nardò Pippi Mellone; il secondo, Prima Lecce, è il seguito della lista civica Grande Lece ed è invece legato a Roberto Marti, cresciuto - come l'altro esponente appena citato - nelle giovanili di An. Insieme hanno scelto di mettere in piedi un'unica lista, unendo i loro nomi e mettendo nel simbolo comune il profilo di alcuni dei monumenti più noti di Lecce: la Porta San Biagio, la colonna di Sant'Oronzo, il campanile del Duomo e il "Sedile" di Piazza Sant'Oronzo. Il tutto condito, ovviamente, con i colori leccesi e il riferimento al candidato sindaco.
26) L'Altra Italia
Anche il penultimo simbolo non è sconosciuto, se non agli elettori leccesi, almeno ai frequentatori assidui di questo sito: L'Altra Italia, infatti, ha partecipato ad alcune elezioni nei comuni sotto i mille abitanti l'anno scorso, ma soprattutto ha depositato il proprio emblema alle ultime elezioni europee. Così in tanti hanno potuto vedere l'aquila ricavata dai corni della fiamma tricolore del vecchio Msi (fiamma che dunque è presente nel Msi-Saya, in Fdi e qui, oltre che nella rilettura "a goccia" della Fiamma tricolore): il progetto guidato da Mino Cartelli (e con Vincenzo Miggiano come tesoriere) arriva dunque anche in località importanti e promette di estendersi anche altrove.
27) Lega
Dopo una carrellata così lunga, siamo comunque arrivati alla fine della coalizione di centrodestra e anche della scheda elettorale. Il compito di chiudere tutto spetta in questo caso alla Lega, che per la prima volta si presenta a Lecce (anche se due anni fa aveva corso la lista di Noi con Salvini, sempre nel centrodestra, ma si era dovuta accontentare di sfiorare lo 0,6%). Da notare che, alle politiche dell'anno scorso, il 6,9% dei votanti di Lecce aveva "crociato" (come si dice da queste parti) il simbolo con Alberto da Giussano: tutt'altra musica rispetto a due anni fa, quindi a questo giro - con il riferimento alla Puglia a sostituire quello al "Premier", ma con la costante di Salvini - le cose potrebbero andare decisamente meglio. A patto di trovare spazio, in una foresta di 13 liste...
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