sabato 16 maggio 2015

Umbria, l'Alternativa riformista all'aroma di cannabis

C'è da starne certi: stavolta in Umbria, davanti ai manifesti delle candidature per le regionali, si fermeranno tutti (per lo meno, quelli che saranno a piedi, e si spera solo loro). Perché vorranno essere sicuri di averci visto bene e di non avere preso un abbaglio. E invece no, nessun errore, nessun'allucinazione (per lo meno anzitempo): quella in bella evidenza sul simbolo di Alternativa riformista, sovrimpressa su un cielo azzurro, appena venato di nuvole, è proprio una foglia di Cannabis sativa, meglio nota come "canapa indiana". Un segno che non lascia dubbi e comprensibile a chiunque abbia una minima pratica del mondo quotidiano finirà sulle schede per il rinnovo del consiglio regionale umbro e avrà un suo candidato alla presidenza, Amato John de Paulis
Sul sito di Alternativa riformista, De Paulis (64 anni) è descritto come "biologo e medico veterinario, 64 enne, salesiano e scultore per passione; ecologista e animalista, dedito alla filosofia Taoista e praticante di Tai chi e di Feng shui". Nato negli Stati Uniti e cittadino italiano dal 1980 (si è laureato in medicina veterinaria a Perugia e vive a Corciano), dieci anni dopo ha iniziato la sua esperienza politica, come consigliere di circoscrizione sempre a Perugia, prima coi Verdi arcobaleno, poi coi Verdi. Dal 2000 al 2005 è stato collaboratore di Carlo Ripa di Meana, quando questi era consigliere regionale in Umbria. Ci aveva riprovato nel 2009, candidandosi a sindaco di Perugia con LiberiAmo Perugia!, una lista di "civici, ecologisti, laici, radicali" che purtroppo arrivò ultima, prendendosi lo 0,53% dei voti disponibili.
Il simbolo, va ammesso, non era un capolavoro: troppi colori e troppo materiale, non assemblato nel modo più gradevole possibile. Nel 2011, però, l'impegno grafico di De Paulis era stato maggiore nel fondare il Pct, ossia il Partito Cielo^Terra (era scritto proprio così): "un insieme di persone sensibili, non violente di tutto il mondo - così era scritto nel sito - che riconoscano la necessità di instaurare un governo planetario, che agisca in armonia con la natura, garantendo gli stessi diritti a tutta l’umanità, salvaguardando tutte le specie animali e vegetali, in un ambiente tutelato". Il contrassegno, senza dubbio, non poteva passare inosservato: praticamente la raffigurazione dell'Uomo Vitruviano di Leonardo, con il cerchio tinto di blu e il quadrato di verde, colori che si ritrovano anche sui segno del Taijitu disegnato sul ventre dell'uomo. La scelta, ovviamente, non era stata causale: "Il quadrato – aveva spiegato De Paulis a Umbria24.it – simboleggia la terra e il cerchio azzurro il cielo. L’uomo vitruviano, che tocca cielo e terra, è l’intermediario tra il cielo e la terra; è l'uomo che ha la responsabilità di come vanno le cose nel mondo".
Nel 2013 aveva poi fondato l'associazione politico-culturale Alternativa Riformista, che il suo simbolo ce l'aveva anche, tutto verde, leggermente eccentrico, sia per il cerchio interno volutamente tangente in alto, sia perché il nome non stava tutto nella circonferenza di contorno. Sarà forse la consapevolezza che tanto su quell'emblema bisognava mettere le mani (proprio perché tutto doveva essere contenuto nel cerchio, senza fuoriuscite), sta di fatto che già all'inizio di febbraio l'emblema era stato completamente modificato. E se era sparito anche il logo dell'Umbria (la stilizzazione dei tre Ceri di Gubbio, di Sant'Ubaldo), di verde c'era rimasta solo la "foglia di maria".
Non era lì a caso, ovviamente e non c'è la minima ombra di provocazione gratuita. Perché quella di De Paulis è certamente una lista a tutti gli effetti, col suo programma dettagliato che spazia dalla scuola al turismo, dall'agricoltura ai trasporti, ma l'occhio - manco a dirlo - cade lì, sul punto intitolato "Fallimento del proibizionismo" e diventa quasi un imperativo categorico cliccare sul link per approfondire il tema. L'idea di fondo è messa subito in chiaro: "cercare di spezzare il crimine organizzato, sia nazionale che di importazione", agendo su due punti fondamentali collegati a due campi "minati", la prostituzione e la cannabis. Disegno libertario fine a se stesso? Nemmeno per sogno, dati alla mano: "in Umbria - si legge nel sito - il mercato illegale delle Droghe in generale e dalla Prostituzione vale circa 1,35 miliardi di euro l’anno. Il Bilancio della Regione è a sua volta di circa 7,2 miliardi di euro e che questa cifra legata all’illegalità è sottratta dagli incassi erariali della regione". 
Si va così a leggere il progetto in tema di canapa indiana, "prodotto naturale e di facile coltivazione", che si rifà a quanto già accade oltre i patrii confini, in qualche paese: un progetto che prevede la coltivazione personale fino a sei piante di cannabis (senza alcuna particolare autorizzazione), la coltivazione in forma associata (con pagamento di una imposta agricola comunale e segnalazione alle Autorità competenti) e la coltivazione agricola estensiva o industriale (per farmacie e case farmaceutiche), riservata agli imprenditori agricoli professionali e assoggettata alle regole della produzione agricola. Certo, non potrebbe essere l'Umbria a permettere tutto questo, se non altro per il fatto che la coltivazione di cannabis è ancora oggi proibita e per consentirla ci vorrebbe una legge dello stato (e almeno una proposta in Parlamento c'è). Le battaglie di testimonianza però servono sempre e De Paulis non ha l'aria di chi vuole sottrarsi.
Nel voto umbro che si approssima certamente quello appena visto è il simbolo più scioccante, ma non è la prima volta che la "foglia" appare. Manco a dirlo, a osare per primi erano stati i radicali. Così, alle comunali di Roma del 1997, la Lista Pannella si presentò con un simbolo tatticissimo, con la forma del Taijitu già sperimentata nel 1994, con la parte superiore tradizionalmente gialla (era così già dal 1992) e quella in basso bianca, con il segno della pace e la rose au poing a fare da "punti" nelle rispettive aree. Ma sotto la scritta "antiproibizionista e referendaria" nemmeno un debole d'occhi avrebbe potuto non riconoscere la foglia più celebre del mondo (e non si parla dell'edera repubblicana).
Più della lista Pannella in sé, però, avevano osato i presentatori della Lista radicale pugliese, che già nel 1980 erano stati così audaci da sfilare la rosa dal pugno (radicale ormai da qualche anno) e sostituirla con una foglia di cannabis, nera sulla scheda ma assolutamente riconoscibile per chiunque. E che gli elettori la riconobbero, lo testimonia il fatto che alle regionali di quell'anno non arrivò neppure ultima: di voti (di protesta o no) ne intercettò 1868, oltre il triplo della Lega comunista rivoluzionaria. In termini percentuali però erano solo lo 0,09% e non furono sufficienti a raccogliere nemmeno un consigliere. Ora Amato De Paulis ci riprova, magari con il segreto auspicio che vada un po' meglio: probabilmente non immaginerà di vincere, ma sapere che più di qualcuno, vedendo quel suo simbolo verde shocking, ha cercato di capire e si è informato sarà già un buon motivo per combattere ancora. Comunque la si pensi.

Nessun commento:

Posta un commento