A differenza che in altre regioni, nelle Marche non c'è un vero affollamento di liste e simboli, la scheda alla fine sarà piuttosto gestibile quanto a dimensioni e spazi: questo non significa affatto che il quadro sia semplice e ovvio. A partire dal fatto, ovviamente, che il due volte governatore della regione Gian Mario Spacca, fino a poco fa legato al Pd, sarà sostenuto da uno schieramento di centrodestra di cui è parte anche il simbolo di Forza Italia, ma se ne dirà più tardi.
Più unito e "omogeneo" sembra lo schieramento a favore di Luca Ceriscioli, candidato del centrosinistra dopo due mandati a sindaco di Pesaro. A suo sostegno, oltre all'emblema del Pd, si troverà innanzitutto quello di Uniti per le Marche, un cartello che comprende - come si legge sull'emblema - "ambientalisti, civici e riformisti". Ora, non occorre allenare nemmeno troppo l'occhio per capire che la lista è legata almeno in parte a Scelta civica, i cui nastrini tricolori campeggiano nel semicerchio bianco superiore (ma che, a differenza di altre regioni, non sono serviti a esentare dalla raccolta di firme la lista, visto che ciò nelle Marche non è previsto).
Nello stesso raggruppamento, peraltro, sono compresi anche i Verdi, il Psi, l'Idv e varie liste civiche - e tra i candidati c'è Giobbe Covatta; è curioso però che lo sesso carattere pennellato con cui è scritto "Uniti per le Marche" ricordi da morire la resa grafica dello slogan leghista "Prima il Nord!". Non corre questi rischi l'Udc, schierata come in Puglia nel centrosinistra: nella lunetta rossa in alto, si limita a cambiare l'indicazione "Italia" con "Popolari Marche", anche in considerazione del fatto che della partita si considerano anche i Popolari per l'Italia di Mauro, anche qui - di nuovo, come in Puglia - a sostegno di un candidato proposto dal Pd. Ulteriore dimostrazione, ove ce ne fosse bisogno, che il partito non sembra avere trovato ancora una sua collocazione precisa negli schieramenti politici.
Tornando a Spacca, si era già visto in passato come l'emblema di Marche 2020 sarebbe stato accompagnato alla dicitura "Area popolare", che doveva significare Nuovo centrodestra, visto che i compagni di avventura dell'Udc avevano preso altre vie (segno, verrebbe da dire, che Ap esiste a livello nazionale, ma sui territori molto meno). In realtà, secondo i ben informati, vari degli esponenti di Ncd (per lo meno, quelli che sono consiglieri uscenti) sono tornati a guardare a Forza Italia, quindi di Ncd, non sarebbe rimasto quasi nessuno all'interno di quell'emblema. La notizia, casomai, è la partecipazione della Democrazia cristiana che si riconosce in Angelo Sandri in tre province, con minicolpo di scena: ad Ancona correrà col suo simbolo tradizionale, che invece a Fermo e Macerata è stato bocciato dall'ufficio elettorale. E' stata accettata una variante del contrassegno, che riduce di molto l'impatto dello scudo crociato arcuato, ma lo mantiene.
Sono altri tre i candidati che contendono la presidenza a Spacca e Ceriscioli: Gianni Maggi corre per il M5S (e, come è ovvio, non ha particolarità grafiche). Edoardo Mentrasti è invece il candidato di Altre marche - Sinistra unita, con un emblema che nel colore e nel nome ricorda certamente l'esperienza di L'Altra Europa con Tsipras, ma cerca di dare maggior impatto alla scritta dominante del nome (ingrossando i caratteri e rendendo molto più marcata l'ombra dei vari elementi testuali); da notare anche il tentativo di dare spessore allo sfondo, sfumando leggermente e in modo radiale il colore del cerchio (anche se difficilmente questo si vedrà sulle schede).
Resta da dire di Francesco Acquaroli, candidato presidente di Fratelli d’Italia e della Lega Nord. In rete, però, si trova continuamente riferimento al simbolo di Centrodestra Marche, lo stesso nome del gruppo che era stato fondato in consiglio regionale nel 2013, come punto di riferimento per la destra marchigiana. A quanto pare, Acquaroli è uno dei pochi candidati a divulgare con maggior attenzione il contrassegno del candidato alla presidenza, che è previsto anche per gli altri ma sembra molto meno utilizzato. Non è nemmeno difficile capire che la grafica rimanda espressamente a quella di Fratelli d'Italia e che prima ancora era stata di An, ma ci pensano le scritte (il carattere, come resa grafica, in realtà è un po' discutibile) a non far confondere l'elettore.
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