C'è altro a Mantova, sulla scheda elettorale, oltre ai segni del territorio di cui si è detto l'altro giorno? Beh, sì: altri segni, come i colori del comune (passati anche alla squadra di calcio), cioè il bianco e il rosso. Per esempio, c'è chi nel centrodestra osa non poco con quell'accoppiata cromatica. Perché va bene i colori locali, ma fa una certa impressione vedere che il rosso è il colore prevalente nella lista personale di Paola Bulbarelli, che accanto ha i simboli di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega Nord - Lega Lombarda. La Bulbarelli, assessore regionale della Lombardia nonché giornalista, figlia d'arte (di Rino Bulbarelli, figura irrinunciabile del giornalismo mantovano, padre anche del giornalista Rai Auro), viene identificata dal suo contrassegno con l'intera città: quella "e" accentata corsiva, con un tocco di grazia, sembra porsi come il vero segno identitario della campagna elettorale della candidata.
La scelta "eretica" del fondo rosso colpisce anche di più se solo si pensa che La Sinistra per l'Altra Mantova, rifacendosi all'ormai noto schema grafico della lista Tsipras - sia pure interpretato in molti modi diversi a seconda dei luoghi - per candidare Cesare Azzetti ripropone esattamente la stessa coppia di colori, con testo bianco su fondo rosso, solo appena un po' più scuro. Non c'era naturalmente motivo di impedire a uno dei due emblemi di utilizzare quella combinazione cromatica, ma la concomitanza dio quelle tinte non può non colpire. Per fortuna, se non altro, la lotteria del sorteggio ha fatto sì che i due emblemi non siano vicini e, dunque, diminuisca il rischio di fare confusione.
Peraltro, a volerla dire tutta, non sfugge alla logica della cromia locale nemmeno la Lista De Marchi per Mantova, con cui si candida al ruolo di primo cittadino Luca De Marchi, già capogruppo in consiglio comunale per il carroccio ed espulso dal partito l'anno scorso dopo che aveva votato la sfiducia al sindaco uscente Nicola Sodano. De Marchi - la cui lista è stata riammessa dal Tar di Brescia, dopo che la commissione elettorale aveva escluso alcuni candidati per mancanza di documenti, facendo scendere il loro numero sotto la quota minima richiesta per legge - ha convertito ai colori mantovani lo schema grafico della lista Tosi per Verona, solo invertendo i colori dello stemma cittadino (anche perché le istruzioni del Viminale non ne consentivano l'uso tal quale).
Sceglie tutt'altra combinazione di colori la lista Civici con De Pietri per Mantova, il cui emblema - nella sua estrema semplicità - si mostra decisamente nature, con la metà inferiore tutta verde e, nella parte superiore, un semicerchio interno giallo su fondo azzurro richiama il sole nel cielo. Il contrassegno cerca di mettere in luce soprattutto la natura civica e alternativa del progetto (Arnaldo De Pietri ha lavorato a lungo per associazioni onlus e fondazioni non profit, oltre che essere esperto di comunicazione, sebbene abbia già ricoperto dal 1994 al 2005 il ruolo di consigliere comunale); in lista, peraltro, si possono trovare anche un ex candidato sindaco (Corrado Andreani) ed esponenti del Faro di Mantova legato a Tosi.
Chiudono l'elenco delle liste depositate Comunità e territori, altro progetto civico già noto ai mantovani (il simbolo con le losanghe arcobaleno era stato varato nel 2011, con la candidatura alla provincia di Mantova di Alessandro Pastacci; stavolta viene candidato a sindaco Alberto Grandi) e Immagina Mantova, lista legata al candidato Mohamed Tabi, di sinistra (anzi, "a sinistra della sinistra", come si è letto in questi giorni) ma critico con il Pd (di cui ha fatto parte fino a poche settimane fa), tutto da rottamare. Nell'emblema non c'è nessun riferimento particolare, ma forse il rinnovamento parte anche da questo.
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