Chiuso il deposito dei contrassegni al Viminale, vale la pena di cercare di analizzare tutto ciò che è stato depositato in bacheca. Ci provo, almeno per le informazioni in mio possesso.
1) LEGA NORD - Nessuna sorpresa all'atto del deposito per il partito guidato da Matteo Salvini: il contrassegno era proprio lo stesso che era stato divulgato alla vigilia della presentazione, con Alberto da Giussano sempre dominante, ma con la pulce di Die Freiheitlichen allo stesso livello del Sole delle Alpi, il riferimento alle autonomie (e non solo alla Padania) e l'inserimento voluto della dicitura "Basta €uro" nel segmento blu inferiore: un chiaro messaggio agli elettori (per ottenere consenso) e all'Europa, come programma per coloro che approderanno a Strasburgo.
2) BASTA EURO (ritirato) - E' stato un enigma per molti, questo emblema. Perché la grafica era evidentemente la stessa che la Lega aveva appena inserito nel suo emblema. E le prime due posizioni in fila erano state occupate da persone in qualche modo legate al Carroccio (almeno, così era parso), così pareva strano che qualcuno avesse potuto fondare un'associazione con quel nome. L'emblema sarebbe stato destinato alla bocciatura (e così Roberto Calderoli raccontava ai giornalisti), sta di fatto che, dopo un colloquio dello stesso Calderoli con alcuni funzionari del ministero, il simbolo è stato ritirato e il problema di confondibilità si è risolto da sé.
3) SCELTA EUROPEA - Il simbolo è cambiato una manciata di ore prima del deposito, con la pulce di Scelta civica che ha sostituito la miniatura dell'Alde, anche se resta il riferimento alla famiglia europea nella parte alta del simbolo. Non ci sarà alcun rischio di contenzioso sulla parola "Scelta" e non si dovranno cercare firme (grazie a Centro democratico e Scelta civica); in compenso, le microdimensioni sulla scheda dei tre simboli non sono una garanzia di un buon risultato, ma si deve riconoscere il coraggio di chi ha osato la grafica (con l'handicap però di avere riempito troppo gli spazi, appesantendo il tutto).
4) FRATELLI D'ITALIA - In gran parte il simbolo dei Fratelli d'Italia riprende l'immagine che alle primarie tenutesi nelle settimane scorse è stata maggiormente votata da militanti e simpatizzanti. L'emblema di An ha metà dell'altezza del contrassegno definitivo, coprendo il nodo tricolore (che fu dell'ultima campagna di quel partito): se prima il simbolo di Fdi ricordava molto quello di Alleanza nazionale, ora lo contiene direttamente. Una bacchettata però va a chi ha voluto inserire il cognome di Giorgia Meloni (tra l'altro in giallo, come quello di Fini nel simbolo di An del 2006) in alto, tagliando più in basso il bordo bianco: gusto estetico pari quasi a zero.
5) "IO NON VOTO" Lista civica nazionale - Che cosa dire, che non sia stato già detto su questo simbolo? Carlo Gustavo Giuliana, dopo il suo passato nell'Idv, dal 2006 si dedica con fervore a questo progetto e dall'anno prossimo promette di impiegarvi ancora più tempo, preparandosi a presentare le liste. Nel frattempo il suo simbolo rosanero, in perfetta aderenza alla sua natura palermitana, è sempre tra i primi a essere depositati e la stampa se ne accorge sempre. Anche perché l'idea di capire come si possa trasformare l'astensionismo in voto di protesta e dirottare una parte di quegli stessi voti su quel simbolo in fondo affascina. E Giuliana, sguardo profondo e sciarpina rosa, non si arrende di certo.
6) CASAPOUND ITALIA - Il simbolo è lo stesso che è stato politicamente battezzato l'anno scorso, alle politiche prima e alle amministrative poi. La simbologia è decisamente complessa: ha una ragione la tartaruga, come animale e come formazione militare, così come ce l'ha l'ottagono e ce l'hanno i disegni che si leggono sopra, ma per averli correttamente è meglio fare riferimento al sito ufficiale del soggetto. Resta il dubbio sulla raccolta delle firme: riuscirà il gruppo a ottenere le sottoscrizioni necessarie in tutte le circoscrizioni o si limiterà, ad esempio, a correre al Centro?
7) PARTITO POPOLARE ITALIANO - Luciano Gesuelli, che per anni ha depositato liste (già per la Dc), è stato ingaggiato di nuovo per una presentazione importante. Stavolta il simbolo non era del Pd (come nel 2013), ma quello del Ppi, evoluzione del segno creato da Guido Bodrato nel 1995 dopo la frattura Buttiglione-Bianco. I Popolari hanno sospeso l'attività nel 2002 (il segretario resta Pierluigi Castagnetti), ma Castagnetti deve aver temuto mosse sgradite dopo la comparsa dei Ppi (Popolari per l'Italia) di Mario Mauro: Castagnetti li ha diffidati ma si è protetto anche così (e non solo da loro). Nessuno vuole presentare liste, ma meglio depositare che non depositare.
8) SACRO ROMANO IMPERO LIBERALE CATTOLICO - Sotto questa etichetta coniata nel 1994 si ritrovano le quattro formazioni create via via da Mirella Cece, una storia prima tra i liberali (accanto a Bozzi) e poi nella Dc (fu consigliere giuridico di Martinazzoli), finché non ha deciso di schierare negli anni '90 il suo Movimento Europeo Liberal Cristiano "Giustizia e Libertà". Poi è nato il Sacro Romano Impero e, ancora in seguito, i Giuristi di quell'impero e il gruppo sportivo "Atuttocampo, nel tempo e nello spazio": una grafica sontuosa riassume la teologia della Cece e il suo progetto di monarchia costituzionale-parlamentare, sotto l'egida del Pontefice.
9) L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - Il simbolo incarna la vera sfida a più livelli della sinistra. Innanzitutto perché la mancanza della parola "sinistra", oltre che dei suoi segni tradizionali, non dà garanzie di raccolta di voti: il simbolo è più intellettuale che emozionale, anche se il rosso di solito è una garanzia. Il secondo livello è cromatico: nonostante alcuni simboli visti all'esterno del Viminale, le scritte hanno un'ombra che è carina, ma rischia seriamente di sparire nella stampa delle schede, finendo impastata sul fondo. Inutile parlare di tutto questo, però, se non si centrerà l'impegno delle firme: i partiti della sinistra ora si stanno preoccupando soprattutto di questo.
10) DEMOCRAZIA CRISTIANA - Le sue rappresentanti, in fila, si erano qualificate come "Movimento politico Veritas", ma poi si è materializzato il plotone della Dc di Angelo Sandri (qui precisare è dovuto). Sandri partecipa dal 1998 ai tentativi di rimettere in moto la macchina della Dc. Nel 2002 era diventato segretario diccì (dopo il tentativo di Alessandro Duce) e dal 2004 lo è di nuovo, dopo la sfiducia (contestata) al successore Giuseppe Pizza. Nel 2009 il Viminale ha ammesso l'emblema che sostituiva un cuore allo scudo; ora Sandri torna all'antico e ha denunciato l'uso indebito dello scudo dell'Udc. Difficile che basti a ribaltare la tutela offerta ai partiti presenti alle Camere.