sabato 18 marzo 2023

Friuli Venezia Giulia, simboli e curiosità sulla scheda

Il 2 e il 3 aprile, in anticipo rispetto alle date individuate per le elezioni amministrative nel resto d'Italia (cioè il 14-15 m
aggio), si voterà in Friuli Venezia Giulia: tempo di rinnovare varie amministrazioni comunali (tra i quali Udine, unico capoluogo di provinciad andare alle urne), manche di votare per la regione. Saranno quattro - come nel 2018 - le persone che si contenderanno la guida della giunta, incluso il presidente uscente, Massimiliano Fedriga (leghista, confermato come candidato per il centrodestra). Il risultato netto ottenuto cinque anni fa (il 57% dei voti), unito alla forza della coalizione nei vari appuntamenti elettorali degli ultimi mesi, fa pensare che Fedriga potrà facilmente ottenere il secondo mandato, ma non per questo la competizione si presenta meno interessante: sarà da considerare il risultato finale di Massimo Moretuzzo, candidato del Patto per l'autonomiappoggiato dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, ma si guarderà anche alla corsautonoma di Azione, +Europa e Italia viva (a sostegno di Alessandro Maran, ex parlamentare Pd poi aderente a Iv) e al risultato di Giorgia Tripoli, sostenuta da varie forze unitesi in una sola lista. In tutto le formazioni sulla scheda saranno 13, due in più rispetto a cinque anni fa.
L'ordine delle candidature e delle liste, deciso ovviamente tramite sorteggio, è lo stesso in tutta la regione. Va segnalato che la legge elettorale regionale prevede che ogni candidaturalla presidenza debba essere accompagnata dai simboli dei gruppi di liste che la sostengono o, in alternativa, da un unico contrassegno: ogni aspirante presidente ha optato per la seconda possibilità, dunque di seguito saranno illustrati tanto i contrassegni delle candidature quanto quelli di lista.

Giorgi
a Tripoli

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Giorgia Tripoli (unica donna candidata), avvocata di Palmanova, in passato nota per varie battaglie legali contro determinate vaccinazioni obbligatorie e candidatasi per "rimettere l'umano al centro". Il simbolo della sua candidatura, piuttosto semplice, contiene l'espressione "Giorgia Tripoli Presidente" (con il nome in grassetto) accanto a una sorta di freccia, che in realtà sembra rimandare piuttosto alla "V rovesciata" dello stemma del comune di Udine: tutti gli elementi - incluso il contorno del cerchio - sono di colore blu scuro, collocati sul fondo bianco. 

1) Insieme liberi per il Friuli Venezi
a Giulia

Tripoli è sostenuta da una sola lista, denominata Insieme liberi per il Friuli Venezia Giulia: l'hanno promossItalexit, Ancora Italia, Movimento 3V, Movimento Gilet Arancioni, il Popolo della Famiglia, la Lista Civica Cambiamenti per Cervignano, le associazioni Il Quadrifoglio, Alister, Solidar, il Sindacato dei Popoli Liberi, il Comitato Tutela Salute Pubblica FVG e il comitato Personale UniUd contro il greenpass. Il simbolo rappresenta un sole che sorge in un cielo giallo dietro un profilo montuoso blu (riprendendo dunque i colori dello stemma regionale). La lista non è presente nella circoscrizione di Tolmezzo, essendo stata esclusa per numero insufficiente di firme.

Alessandro
 Maran

Seconda candidatura estrattalla guida della giunta regionale è quella di Alessandro Maran, già parlamentare per quattro legislature (Ds-Ulivo, Pd, Scelta civica e poi di nuovo Pd) e dal 2019 - un anno dopo la fine del suo mandato senatoriale - aderente a Italia viva. Pure il suo contrassegno elettorale contiene il nome dell'aspirante presente, stavoltcon il cognome in grande evidenza: una scelta - se si vuole - anche piuttosto rischiosa, visto che potrebbe portare qualcuno a votare solo per il contrassegno e non anche per la lista (che, per ottenere rappresentanza, dovrebbe superare il 4%).
 

2) 
Azione - +Europa - Italia viva

Pure Maran è sostenuto da un'unica lista, nella quale sono riuniti anche visivamente i simboli di Azione, +Europa e (ovviamente) Italia viva: il contrassegno del gruppo di liste, di fatto, è una variante del simbolo impiegato dal "terzo polo" alle elezioni politiche (con il cognome di Carlo Calenda nel segmento inferiore del cerchio, unito al riferimento al gruppo del Parlamento europeo Renew Europe), con la "pulce" di +Europa - forza che ha scelto in un secondo tempo di unirsi al "terzo polo", vista la decisione del Pd di correre con il M5S - che si aggiunge alle due preesistenti, inevitabilmente rimpicciolite (anche se questo produce il rischio di un piccolo "effetto biliardo" o "effetto carambola" nella parte superiore del tondo).
 

M
assimiliano Fedriga

Il terzo candidato alla presidenza è il presidente uscente, Massimiliano Fedriga, che dunque si ripropone alla guida del Friuli - Venezia Giulia, sempre sostenuto dal centrodestra. Il suo simbolo personale rimanda quello impiegato cinque anni fa, ma decisamente alleggerito: è rimasto il profilo azzurro della testa di aquila (l'animale presente, in versione alata, nello stemma regionale e schierato in passato anche dall'ex presidente Tondo) che emerge bene dal fondo blu; non ci sono più invece il riferimento al candidato (forse per evitare che le liste perdano anche un solo potenziale voto) e il motto che era stato indicato nel 2018, "La rivoluzione del buonsenso".
 

3) 
Autonomia responsabile - Tondo per Fedriga

La coalizione di centrodestra - cinque liste, proprio come nel 2018 - si apre con la listAutonomia responsabile, già vista cinque anni fa, evoluzione della "lista del presidente" del 2013 quando si era presentato Renzo Tondo. E anche questa volta il cognome di Tondo (coordinatore regionale di Noi con l'Italia, mche ora non siede più in Parlamento) emerge al centro del simbolo - con lo stesso rilievo del cognome di Fedriga - sopra la sagoma della regione, mentre nella parte inferiore resta un piccolo segmento curvilineo tricolore. Pur non essendo direttamente candidato, dunque, l'impegno di Tondo per la coalizione continua.
 

4) Leg

La seconda lista della coalizione a sostegno di Fedriga è quella del partito cui appartiene il presidente uscente, dunque quella della Lega. Non può passare inosservata una novità rilevante, rispetto agli ultimi anni: per la prima volta, infatti, a partire da questo turno elettorale (come si vedrà anche in altre votazioni), nel segmento blu collocato sotto Alberto da Giussano non c'è più il cognome di Matteo Salvini, ma - sempre in giallo, ma con un carattere meno evidente - quello del candidato alla carica più importante (con anche l'apposizione "presidente"). Non si tratta di una novità da poco, a ben guardare. 

5) Forz
a Italia

Simbolo centrale della coalizione di centrodestra è quello delle liste di Forza Italia, la cui base è il contrassegno impiegato dal partito alle ultime elezioni politiche (dunque con la bandierina integrale e il riferimento, nella parte superiore, al Partito popolare europeo). Come cinque anni fa, però, sotto al cognome di Berlusconi - piuttosto rimpicciolito rispetto al passato: era il solo modo di avere più spazio - è stato inserito ad arco il riferimento alla candidatura di Fedriga (allo stesso modo, del resto, nel 2013 nel simbolo del Pdl era stato aggiunto anche il riferimento a Tondo). 
 

6) Fr
atelli d'Italia

Quarto simbolo della coalizione di centrodestra è quello di Fratelli d'Italia, che è anche il solo a non contenere il cognome del presidente uscente e ricandidato (dettaglio piuttosto significativo: non è dato sapere se Fdi non l'abbia voluto, se abbia evitato di complicare l'emblema o se, visto il momento storico, si è ritenuto che la lista non ne avesse alcun bisogno). Il contrassegno, di fatto, è identico a quello schierato cinque anni fa, a sua volta uguale a quello che il partito di Giorgia Meloni ha coniato per le elezioni politiche del 2018 (con il simbolo del partito inserito in un cerchio sempre con il fondo bianco e blu, con il nome della leader del partito in giallo e il cognome in decisa evidenza). 

7) Fedrig
a presidente

Unica vera novità della coalizione di centrodestra rispetto alla formazione del 2018 è la "lista del presidente", questa voltdenominata semplicemente Fedriga presidente, con il cognome blu che emerge dal fondo azzurro (praticamente i colori del simbolo del candidato ribaltati), mentre nel 2018 era stata presentata la listProgetto FVG per una Regione speciale. In questo caso la lista - tra quelle da guardare con maggiore attenzione - comprende persone provenienti dalla Lega, come pure daltre forze minori del centrodestra e da formazioni civiche. 
 

M
assimo Moretuzzo

Quarto e ultimo candidato alla guida del Friuli - Venezia Giulia è Massimo Moretuzzo, consigliere uscente (eletto nel 2018 con il Patto per l'autonomia) e scelto dalla coalizione più ampia di questo turno elettorale, composta da ben sette liste. Forse anche per questo, come emblema personale Moretuzzo ha schierato un contrassegno piuttosto anonimo, con un fondo arancione sfumato e il motto - ricavato su fondo bianco - "Il tuo futuro, la nostra terra": forse il simbolo che attira meno l'attenzione e che aiuterà gli occhi di elettrici ed elettori ad andare direttamente verso i simboli delle varie liste.
 

8) P
atto per l'autonomia - Civica

Il sorteggio ha collocato in prima posizione proprio la lista di cui è espressione Moretuzzo, quella del Patto per l'autonomia: oltre a esserne consigliere (eletto quando la lista correva da sola, a sostegno di Sergio Cecotti) infatti, il candidato presidente ne è anche il segretario. Nella parte alta del simbolo resta il segno dei "4 mattoni (uno per ognuna delle ex province del Friuli Venezia Giulia) impilati e pronti per 'iniziare la ricostruzione'", ma un po' ridotto per permettere di ampliare il segmento inferiore blu fino a riempire tutto il semicerchio, così davere più spazio per inserire il cognome del candidato presidente. Nel segmento c'è anche il riferimento alla lista Civica FVG, evoluzione del gruppo consiliare prima legato alla lista Cittadini per Bolzonello presidente (si era consumata una divergenza, soprattutto sulla collocazione politica, tra il presidente della formazione e i suoi eletti).
 

9) Open FVG - Sinistr
a con Honsell

Rispetto al 2018, nella coalizione di centrosinistra tornanche la lista Open FVG, che cinque anni faveva finito per raccogliere tutto il mondo a sinistra del Pd, mentre stavolta non è la sola presidiare quell'area. Il simbolo è più o meno lo stesso della volta precedente (la sagomarancione della regione su fondo rosso), ma ci sono alcune differenze rilevanti: il riferimento letterale alla regione è molto più piccolo, mentre la "P" "incompleta dà l'idea dell'apertura; nella parte superiore si leggono le parole "Progressista - Ecologista - Femminista" (in stile "Coraggiosa"); il riferimento alla sinistra è stato mantenuto, ma è stato arricchito in "Sinistra con Honsell", indicando l'unico eletto della lista del 2018, appunto l'ex rettore di Uniud e sindaco di Udine Furio Honsell (nuovamente candidato in quest'occasione).
 

10) 
Alleanza Verdi e Sinistra - Possibile

Ironia della sorte, subito dopo il simbolo di Open FVG - Sinistra con Honsell ha trovato posto sulle schede l'emblema di Alleanza Verdi e Sinistra. Si tratta ovviamente di una variante del simbolo varato in occasione delle elezioni politiche dello scorso anno, con i riferimenti grafici e testuali plurilingue alle due forze politiche che l'hanno costituta (Europa Verde e Sinistra Italiana); per l'occasione, tuttavia, fa parte della listanche Possibile, il cui logo è sviluppato lungo il bordo della circonferenza, nella parte destra (al posto della O c'è il logo con l'uguale)   
 

11) Slovensk
a Skupnost

Come nel 2018, torna come parte della coalizione di centrosinistra la lista dello storico partito Slovenska Skupnost (Unione slovena, in attività fin dagli anni Sessanta), che cinque anni fa era riuscito a eleggere un consigliere nel triestino (conservando il seggio conquistato nel 2008 e confermato in seguito). Pure questa volta la formazione legatalla minoranza slovenha conservato e propone sulla scheda elettorale il suo emblema tradizionale, con il ramoscello di tiglio a tre foglie, di colore blu (mentre gli altri elementi del contrassegno sono rossi). 
 

12) P
artito democratico

Nella coalizione "allargata" di centrosinistra non poteva mancare la lista del Partito democratico, che peraltro contiene al suo interno candidature espresse anche dArticolo Uno: il simbolo schierato, però, è quello ufficiale del Pd, senza alcun riferimento grafico al partito guidato da Roberto Speranza. In compenso, nemmeno quest'anno nel contrassegno dem si è scelto di inserire il riferimento al candidato alla presidenza, che dunque all'interno della coalizione è presente solo nel simbolo del Patto per l'autonomia - Civica. 
 

13) MoVimento 5 Stelle

Ultima lista della coalizione (e anche di tutta la scheda elettorale) è quella del MoVimento 5 Stelle, che ha scelto di dare pieno appoggio alla candidatura di Moretuzzo per costruire una coalizione di forze progressiste. Il simbolo scelto per le schede elettorali è ovviamente l'ultima versione dell'emblema, con il riferimento al 2050 - anno-obiettivo della neutralità climatica - inserito nel segmento rosso collocato nella parte inferiore del cerchio, sotto agli elementi (il nome con la V di fantasia e le stelle) che caratterizzano la forza politica fin dall'inizio. 

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