mercoledì 25 aprile 2018

Friuli Venezia Giulia, simboli e curiosità sulla scheda

Una settimana dopo il voto in Molise, tocca al Friuli Venezia Giulia chiamare i suoi elettori alle urne per scegliere il nuovo presidente della regione - che succederà alla dem Debora Serracchiani - e i nuovi componenti del consiglio regionale. Le elezioni si svolgeranno nella sola giornata di domenica 29 aprile e vedranno confrontarsi quattro candidati alla presidenza, sostenuti in tutto da 11 liste: di seguito si dà conto dei simboli, secondo l'ordine estratto con riferimento a tutte le circoscrizioni.

Sergio Cecotti

Primo candidato estratto è Sergio Cecotti, fisico di formazione internazionale, docente di Teoria quantistica dei campi alla SISSA di Trieste, sindaco di Udine dal 1998 al 2003 (sostenuto dalla Lega Nord e da due liste civiche) e di nuovo dal 2003 al 2008 (stavolta con l'appoggio di una sua formazione, Convergenza per Cecotti, e altre liste di centro-sinistra). Oggi Cecotti è di nuovo in campo come aspirante presidente della regione: come contrassegno personale ha scelto di utilizzare solo una grafica bianca e blu, due maglie di catena incrociate a perpendicolo che si nascondono reciprocamente. Si tratta della figura araldico-storica del Nodo di Salomone (presente tra l'altro tra i mosaici della basilica di Aquileia), che agli occhi di chi non conosce l'origine appare un ibrido tra il logo delle banche di Credito cooperativo e il marchio della Pura lana vergine. La scelta, tuttavia, prima ancora che rispettosa del territorio è ben studiata: l'assenza di nomi o altri elementi appealing dipenderebbe dal fatto che, per la legge elettorale regionale, il voto dato al simbolo del presidente non si trasmette mai a chi lo sostiene, anche se si tratta di una sola lista. Meno gente segna quel simbolo, dunque, meglio è... 

1) Patto per l'autonomia

Cecotti si presenta alle regionali sostenuto da una sola lista, quella del Patto per l'Autonomia. Si tratta di una delle formazioni più recenti in assoluto, il cui simbolo è stato depositato per la prima volta al Ministero dell'interno in occasione delle ultime elezioni politiche. L'elemento grafico principale, in effetti, è rimasto lo stesso: si tratta di "4 mattoni (uno per ognuna delle ex province del Friuli Venezia Giulia) impilati e pronti per 'iniziare la ricostruzione'", così almeno si legge sul sito del movimento fondato a dicembre, che si pone come obiettivo l'offerta di un "impegno diretto in favore del territorio e delle comunità". Unica differenza rispetto all'emblema visto a gennaio, il nome sta tutto nella parte del cerchio a fondo bianco, lasciando nel segmento inferiore blu lo spazio per il cognome del candidato presidente.

Sergio Bolzonello

Il sorteggio ha individuato come secondo candidato su manifesti e schede Sergio Bolzonello, sindaco di Pordenone dal 2001 al 2011 e, soprattutto, vicepresidente e assessore uscente della giunta guidata da Debora Serracchiani. Dopo la rinuncia alla ricandidatura della presidente uscente, la scelta è caduta su di lui e si farà sostenere da quattro liste: per la sua candidatura personale, invece, Bolzonello ha optato per un emblema anonimo (e ben poco riconducibile al centrosinistra), con la sola dicitura "Sergio Bolzonello presidente", l'ultima parola evidenziata in rosso, il tutto su fondo bianco racchiuso in una circonferenza blu sfumata. Una scelta persino più anonima di quella fatta nel 2013 da Serracchiani, che almeno aveva indicato nel simbolo il suo motto: "Torniamo ad essere speciali".

2) Partito democratico

La prima lista della coalizione a sostegno di Sergio Bolzonello è anche l'unica riconoscibile in tutta l'Italia: il Partito democratico, infatti, ha scelto di presentarsi con il proprio emblema nazionale, senza alcuna caratterizzazione legata al territorio. Si tratta, in realtà, di una conferma della scelta fatta nel 2013: anche in quell'occasione, infatti, il contrassegno del Pd non ospitò né il nome della candidata alla presidenza, né altre indicazioni personali o territoriali. Si distingue dunque la volontà di partecipare con la propria immagine nazionale, sia come sia, senza fare leva su nessun elemento locale potenzialmente trainante. Nel 2013 il Pd così era risultato la formazione più votata, sfiorando il 27%; stavolta la sfida si presenta più complessa.

3) Open - Sinistra FVG

Al secondo posto, tra le liste che appoggeranno Bolzonello nella sua corsa, ci sarà Open - Sinistra FVG, formazione che raccoglie tutto il mondo a sinistra del Pd in regione e ha tra i suoi promotori l'ex sindaco di Udine Furio Honsell: l'idea, come si legge sull'emblema stesso, è la costruzione di "una regione aperta", a partire dal Movimento Open FVG, animato soprattutto da esperienze civiche cresciute in regione. Per i colori e la font oggetto della scelta, il simbolo ricorda un po' quello di Ravenna in comune, lista apparsa alle elezioni amministrative del 2016: il fondo è inequivocabilmente rosso, il profilo della regione che si staglia sul fondo è invece arancione, altra tinta spesso usata da varie componenti della sinistra negli ultimi anni.


4) Slovenska Skupnost

In terza posizione, nella coalizione di centrosinistra, è stata sorteggiata la lista di Slovenska Skupnost, ossia Unione slovena. L'emblema batte tutti gli altri finiti sulla scheda dal punto di vista della storia politica: i primi depositi al Viminale, infatti, risalgono al 1963 (anche se il partito è stato fondato ufficialmente solo due anni dopo, con riferimento all'area triestina), inizialmente con il nome bilingue e in anni più recenti solo con la versione slovena. Fin dall'inizio il partito, che si propone di tutelare la minoranza slovena presente sul territorio regionale, si è accompagnato alla raffigurazione di un ramoscello di tiglio a tre foglie, di colore blu con gli altri elementi del contrassegno rossi.


5) Cittadini per Bolzonello presidente

Altro elemento di continuità, oltre alla presenza del Pd e di Slovenska Skupnost, è la lista Cittadini per Bolzonello presidente: l'emblema utilizzato, infatti, è esattamente lo stesso che era già apparso a sostegno di Debora Serracchiani (con il suo nome intero) e, prima ancora, anche di Riccardo Illy. Il riferimento, infatti, è alla colonna con capitello dorico su fondo giallo e circonferenza rossa scura, ben identificabile nella grafica: si tratta della "lista del presidente", o almeno aspirante tale, che è stata rivista con il tempo ma ha mantenuto visivamente la sua impronta civica. Una curiosità: alla base della colonna c'è scritto "Una regione in comune", ma per leggerlo gli occhiali possono non bastare.


Alessandro Fraleoni Morgera

6) MoVimento 5 Stelle

Terzo candidato alla presidenza del Friuli Venezia Giulia è Alessandro Fraleoni Morgera, indicato come aspirante guida della regione dal MoVimento 5 Stelle. Naturalmente, come è sempre accaduto, la candidatura di Fraleoni Morgera è sostenuta soltanto dalla lista del M5S, senza che in sede elettorale sia previsto l'appoggio da parte di altri soggetti politici. L'emblema è quello di sempre, ma proposto nell'ultima versione ufficiale utilizzata: quella depositata in occasione delle elezioni politiche 2018, con la dicitura ilblogdellestelle.it nella parte inferiore del cerchio. Si tratta della seconda partecipazione del MoVimento a livello regionale e promette di essere ben più fortunata della prima.


Massimiliano Fedriga

L'ultimo estratto tra i candidati, il deputato della Lega (alla sua terza legislatura) Massimiliano Fedriga, è anche quello con la coalizione a sostegno più nutrita, anche se non di molto: potrà contare, infatti, sull'appoggio di cinque liste. Fedriga, nato a Verona ma da tempo trapiantato a Trieste, è stato imposto come candidato per il centrodestra al posto di Renzo Tondo, già presidente del Friuli Venezia Giulia prima di Serracchiani. Come Tondo, tuttavia, ha scelto di contrassegnare la propria candidatura regionale con il profilo di un'aquila, emblema tradizionale friulano (usata anche da Illy nel 2008): se Tondo aveva l'intero uccello stilizzato, qui c'è soltanto la testa, dal profilo azzurro, che emerge bene sul fondo blu che ospita anche il motto della candidatura: "La rivoluzione del buonsenso". Quasi a voler abbattere i confini politici e, in fondo, guardare oltre e coi piedi piantati a terra.


7) Fratelli d'Italia

Come prima delle liste a sostegno di Fedriga è stata sorteggiata quella di Fratelli d'Italia, al suo debutto assoluto a livello regionale (nel 2013, pur esistendo il partito, l'unica fiamma visibile era quella della fiaccola della Destra di Storace). L'emblema depositato per queste elezioni è esattamente lo stesso utilizzato per le ultime elezioni politiche: c'è dunque il simbolo di Fratelli d'Italia, con la fiammella del Msi senza più la "pulce" di An (anche se ne viene replicata di fatto la struttura cromatica), inserito  "a cannocchiale" all'interno di un cerchio campito nello stesso modo e con il riferimento al nome della leader nazionale Giorgia Meloni, che non è certo candidata in regione. Per il partito, evidentemente, il suo nome può attirare molti consensi.


8) Progetto FVG per una Regione speciale

Il secondo degli emblemi che appoggeranno la corsa verso la regione di Massimiliano Fedriga è, probabilmente, il più anonimo e letterale (e, probabilmente, anche quello meno riuscito). I colori, tonalità a parte, sono quelli della regione e fin qui tutto bene. "La nostra lista - si legge nel sito - nasce dall'incontro tra Associazione Progetto FVG e Associazione Regione Speciale con uno scopo: realizzare il rilancio politico, economico e sociale del Friuli Venezia Giulia". FVG, nel materiale di propaganda, si scopre voler essere un riferimento, oltre che alla sigla della regione, a un territorio Forte, Vivo e Grande. La grafica, peraltro, ricorda in modo speculare - per la distribuzione dei colori - quella della lista "Diventerà bellissima - Per la Sicilia", presentata a sostegno di Nello Musumeci.


9) Lega - Salvini

Terzo simbolo estratto è quello della Lega, non più Nord: si tratta, probabilmente, dell'emblema più "pulito" in assoluto del Carroccio in versione nazionale. Al di là del nome ridotto e del riferimento al segretario Matteo Salvini, infatti, non c'è nessun'altra scritta: non il riferimento al "premier" (e sarebbe stato stranissimo che fosse stato conservato), ma nemmeno alla regione in cui l'emblema si presenta o al candidato che sostiene. Probabilmente si ritiene che sia sufficiente l'immagine del guerriero di Legnano per catalizzare il consenso degli elettori friulani e giuliani per il leghista (e triestino d'adozione) Fedriga: un consenso che, in base alle previsioni, si prospetta decisamente cospicuo.


10) Forza Italia

Non poteva certo mancare, all'interno della coalizione di centrodestra, il simbolo di Forza Italia, che il sorteggio ha piazzato al quarto posto all'interno della coalizione. La base grafica è quella dell'emblema presentato alle ultime elezioni politiche, con la bandierina nella parte alta (coi vertici superiori che fuoriescono dal cerchio) e il nome di Berlusconi a caratteri cubitali subito sotto il diametro orizzontale. Il tutto è stato leggermente ridotto di dimensioni per fare spazio, nella parte inferiore, al riferimento a Fedriga, adagiato lungo la circonferenza e sufficientemente grande per essere visto, senza risultare troppo schiacciato dall'ingombrante riferimento all'ex Cavaliere.


11) Autonomia responsabile

Ultima lista del centrodestra, nonché ultima lista a comparire su manifesti e schede, è quella legata a Renzo Tondo: anche se non è stato ricandidato alla guida della regione (sarebbe stata la terza volta consecutiva). Il simbolo che lo accompagna, quello di Autonomia responsabile, è praticamente lo stesso sfoggiato per la "lista del presidente" nel 2013 (quando il centrodestra fu sconfitto, ma l'emblema portò a casa oltre il 10%): stesso nome rosso su fondino azzurro sfumato, stesso elemento tricolore in basso, stesso profilo della regione blu. Di diverso rispetto a cinque anni fa, c'è solo l'assenza della sigla FVG sulla sagoma della regione e il notevole sacrificio di dimensioni per il cognome di Tondo, rimpicciolito per far posto anche a quello di Fedriga.

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