Nelle prossime settimane ci si prepara ad alcuni appuntamenti elettorali regionali, antipasto decisamente allettante, forse più delle elezioni comunali previste per il 10 giugno. Prima regione ad andare al voto sarà il Molise, le cui urne resteranno aperte il 22 aprile: saranno quattro i candidati che si contenderanno la presidenza, sostenuti da 16 liste. Ecco dunque i simboli molisani, nell'ordine in cui appariranno su manifesti e schede.
Primo a essere sorteggiato è il candidato del centrodestra, Donato Toma. Essendo sostenuto da una coalizione (peraltro nutrita), questi ha dovuto scegliere da quale contrassegno farsi rappresentare: la recente legge elettorale molisana - l.r. 5 dicembre 2017, n. 20 - non consente più infatti all'aspirante presidente di utilizzare per sé tutti i simboli che lo sostengono, potendone figurare uno solo. Come nella migliore tradizione, l'emblema presidenziale appare più generico (anche per il nome utilizzato, tra l'altro scritto in font Calibri, quello di default dei programmi di Microsoft Office) e descrittivo degli altri: qui in primo piano c'è il profilo della regione, tinto di blu, su fondo azzurrino e con una striscia tricolore. Tutto è in perfetto stile catch all, ovviamente declinato in chiave centrodestra.
Secondo candidato alla guida della regione sorteggiato è Carlo Veneziale, indicato come aspirante presidente dal centrosinistra. Un nome, quello dell'assessore regionale uscente, unitario ma uscito solo in un secondo momento, dopo la rinuncia alla ricandidatura del presidente in scadenza Paolo Di Laura Frattura e al rifiuto di candidarsi di Antonio Di Pietro. Il simbolo di Veneziale è descrittivo e anonimo quanto quello di Toma, forse anche un po' di più: si tratta solo della sagoma verde della regione su fondo arancione (abbinamento che torna anche in altri contrassegni della coalizione), con la dicitura "Veneziale presidente" scritta in due font diverse, una bastoni molto light e una graziata. Entrambe eleganti e leggere, forse fin troppo per essere ben lette in un emblema di 3 centimetri di diametro.
Donato Toma
Primo a essere sorteggiato è il candidato del centrodestra, Donato Toma. Essendo sostenuto da una coalizione (peraltro nutrita), questi ha dovuto scegliere da quale contrassegno farsi rappresentare: la recente legge elettorale molisana - l.r. 5 dicembre 2017, n. 20 - non consente più infatti all'aspirante presidente di utilizzare per sé tutti i simboli che lo sostengono, potendone figurare uno solo. Come nella migliore tradizione, l'emblema presidenziale appare più generico (anche per il nome utilizzato, tra l'altro scritto in font Calibri, quello di default dei programmi di Microsoft Office) e descrittivo degli altri: qui in primo piano c'è il profilo della regione, tinto di blu, su fondo azzurrino e con una striscia tricolore. Tutto è in perfetto stile catch all, ovviamente declinato in chiave centrodestra.
1) Popolari per l'Italia
Aprendo le danze dei simboli che sostengono Toma - ben 9 - il vero drogato di politica non può che sgranare gli occhi: il primo dei sorteggiati, infatti, è l'emblema dei Popolari per l'Italia, un fregio che fino a pochi giorni fa sembrava quasi completamente sparito dalla circolazione. Lo stesso sito del partito appare fermo da tempo, fatta eccezione per i tweet che sono stati inseriti nelle ultime settimane: se però qualcuno pensava che il partito fondato da Mario Mauro (e che in parlamento era alla fine rappresentato soltanto da lui) si fosse dissolto, magari confluendo in Forza Italia, questa è la prova che il simbolo con tricolore frecciato, almeno in Molise, è ancora vivo. Quanto sia anche vegeto, toccherà agli elettori dirlo.2) Il popolo della famiglia
Al secondo posto nella scheda si ritrova la lista del Popolo della famiglia, anche qui con una piccola sorpresa, se si vuole: nei suoi due anni di vita, infatti, il simbolo del partito voluto da Mario Adinolfi si è quasi sempre - salvo errore - presentato da solo, senza entrare in coalizioni, al massimo entrando in un contrassegno composito a sostegno di un certo candidato sindaco (come a Milano nel 2016). Questa volta, invece, la lista è solo una delle nove in appoggio a Toma; anche in questo caso, comunque, l'emblema non ha subito alcun cambiamento e mantiene intatti i propri elementi testuali, grafici e cromatici (anche se finora, in effetti, non sono stati troppo fortunati).3) Fratelli d'Italia
In terza posizione è stato collocato il simbolo della lista di Fratelli d'Italia. Ci si accorge subito, peraltro, che la versione è identica a quella utilizzata poche settimane fa per le elezioni politiche: il fregio, dunque, comprende il simbolo ufficiale del partito, all'interno però di un cerchio più grande riempito per metà di blu e con il nome di Giorgia Meloni in giallo. Questo benché - ovviamente - la leader di Fdi non sia in corsa qui e, per giunta, senza che il contrassegno comprenda alcun riferimento al candidato alla presidenza della regione. Segno, questo, che il nome di Meloni è considerato un valore aggiunto e intrinseco per il partito anche a livello locale.4) Movimento nazionale per la sovranità
I veri malati di politica possono trovare interesse anche per il simbolo sorteggiato in quarta posizione: ecco spuntare, infatti, il Movimento nazionale per la sovranità fondato da Gianni Alemanno e Francesco Storace. Un emblema che, dopo il suo varo, in effetti non si era praticamente visto da nessuna parte e certamente non era comparso nelle bacheche del Viminale in vista delle elezioni politiche. Stavolta, invece, finirà sulle schede e ci finirà anche con la sua fiamma tricolor pennellata, ironia della sorte piazzato dal sorteggio giusto sotto al simbolo di Fratelli d'Italia: l'ufficio che doveva ammettere gli emblemi, evidentemente, non ha avuto nulla da ridire in fase di valutazione.5) Lega - Salvini - Molise
Al quindi posto la sorte ha collocato il simbolo della Lega, in perfetta continuità con la scelta grafica fatta alla vigilia delle elezioni politiche di quest'anno. Ovviamente non c'è più il riferimento al Nord; nella parte inferiore il nome del segretario Matteo Salvini è sempre in grande evidenza (per le dimensioni e per il colore giallo), mentre stavolta al posto della parola "Premier" è stato inserito il riferimento al Molise, altrettanto piccolo. Si tratta del primo sbarco leghista nella regione: alle precedenti elezioni, infatti, non c'era nessuna lista del Carroccio, allora guidato a livello nazionale da Roberto Maroni; nel frattempo, Alberto da Giussano è l'unico elemento - oltre alla parola Lega - del tutto identico rispetto al passato.6) Forza Italia
Subito dopo la Lega, il sorteggio ha collocato il simbolo di Forza Italia, che qui in un certo senso ritorna indietro di quattro anni: l'emblema utilizzato, infatti, è quello presentato alle europee del 2014, con la bandiera stilizzata in grande evidenza e il riferimento al leader Silvio Berlusconi. Non si è utilizzato il simbolo presentato quest'anno alle politiche, con la qualifica di presidente, ma nemmeno la soluzione ormai in uso da anni, per cui al nome del fondatore del partito si accompagnava il riferimento al locale candidato presidente: il tentativo è di far trainare la lista soltanto al suo nome più noto a livello nazionale, sperando che il radicamento locale maggiore rispetto alla Lega dia buoni risultati. Il che, in realtà, è tutt'altro che scontato.7) Unione di centro
Alle elezioni molisane si rivede anche il simbolo dell'Unione di centro, questa volta senza accoppiate grafiche (poco felici) con altri soggetti politici. L'emblema, dunque, è quello utilizzato a partire dalle elezioni politiche del 2008 (e già prima dal 2006, ma il fondo blu era più scuro), senza raggiera sulla parte azzurra, che sulla scheda non si vedrebbe bene, e con segmento circolare rosso nella parte superiore. Lì, dove per anni è stato scritto "Casini" (e ora ovviamente non se ne parla, vista l'uscita del fondatore del Ccd dal partito) e altre volte "Italia", ora c'è il riferimento al Molise: si legge abbastanza bene, trattandosi di una parola breve, a differenza di altri toponimi che via via hanno trovato posto nella "lunetta".8) Orgoglio Molise
L'ottava piazza della scheda è toccata a Orgoglio Molise. L'iniziativa - il cui simbolo, in stile Rinnovamento italiano e in grado di rivolgersi a un elettorato vasto ma soprattutto di centrodestra, si potrebbe ribattezzare "Molise regione d'Europa" - è legata al presidente del Consiglio regionale uscente, Vincenzo Cotugno, eletto col centrosinistra (l'accenno tricolore rimanda alla sua lista Rialzati Molise) ma ora a sostegno di Toma. "Orgoglio Molise - ha spiegato Cotugno - è un incitamento che mi è uscito dal cuore, è ciò che sento dentro quando penso alla nostra memoria, alle tradizioni, alla nostra storia, all'arte e alle peculiarità del nostro territorio. Da anni promuovo in Italia e all'estero Orgoglio Molise portando le nostre aziende e i nostri prodotti locali in tutto il territorio nazionale e dall'altra parte del mondo, favorendo la sottoscrizione di accordi commerciali in più continenti. Ero convinto che le nostre eccellenze sarebbero state apprezzate ovunque: i fatti mi hanno dato ragione". Patriottismo molisano, al servizio (stavolta) di Toma.9) Iorio per il Molise
Se l'Udc a questo giro corre da sola, non è però sparito Noi con l'Italia, il cui nome è contenuto - schiacciato sotto alla pennellata tricolore di quella stessa forza politica - nel contrassegno di Iorio per il Molise. Già, perché questa è la lista di Michele Iorio, due volte presidente della regione (2001 e 2006) e in teoria anche una terza, se le elezioni del 2011 non fossero state annullate dai giudici amministrativi (facendolo perdere nel 2013). Iorio, che nel 2017 ha aderito a Direzione Italia di Fitto (e così, dunque, è entrato a far parte di Noi con l'Italia), presenta se stesso come marchio per la sua lista, piazzando il suo nome sopra al profilo più chiaro della regione: peccato però per quel carattere bastoni semigraziato, che con il simbolo c'entra come i cavoli a merenda.Carlo Veneziale
Secondo candidato alla guida della regione sorteggiato è Carlo Veneziale, indicato come aspirante presidente dal centrosinistra. Un nome, quello dell'assessore regionale uscente, unitario ma uscito solo in un secondo momento, dopo la rinuncia alla ricandidatura del presidente in scadenza Paolo Di Laura Frattura e al rifiuto di candidarsi di Antonio Di Pietro. Il simbolo di Veneziale è descrittivo e anonimo quanto quello di Toma, forse anche un po' di più: si tratta solo della sagoma verde della regione su fondo arancione (abbinamento che torna anche in altri contrassegni della coalizione), con la dicitura "Veneziale presidente" scritta in due font diverse, una bastoni molto light e una graziata. Entrambe eleganti e leggere, forse fin troppo per essere ben lette in un emblema di 3 centimetri di diametro.
Più liste che abitanti...
RispondiEliminaA livello di ironia, si può ricordare che il Molise spesso è campione di liste nelle elezioni amministrative nei comuni sotto i mille abitanti... qui ovviamente il caso è diverso
EliminaBalza agli occhi solo a me la similitudine della veste grafica tra la lista 9) “Iorio per il Molise” e la lista “Gori Presidente” delle ultime regionali in Lombardia??? :-)
RispondiEliminaMimmo