Se tutta l'attenzione dei media in queste ore va alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia e alle loro possibili implicazioni a livello nazionale, l'occhio dei drogati di politica si farà piuttosto calamitare dalle curiosità simbolico-elettorali emerse a livello locale, in particolare nei 18 comuni diversi da Udine in cui si è votato ieri. Ecco dunque una breve carrellata di particolari notevoli, piccinerie da non perdere.
UNA CORSA SOLITARIA (PURTROPPO VANA) - Tra i 19 chiamati al voto in regione ce n'è stato uno in cui la competizione, se così la si può chiamare, era ridotta al minimo. A San Giorgio della Richinvelda (Pn), infatti, sulla scheda gli elettori hanno trovato soltanto una lista, Radici e futuro, con tanto di effigie di San Giorgio pronto a colpire il drago. Anche in Friuli Venezia Giulia, allo stesso modo della normativa nazionale, è previsto che qualora vi sia una sola candidatura valida al ruolo di sindaco, debba andare a votare almeno la metà più uno degli aventi diritto: la percentuale, tuttavia, si è fermata al 46,09%, quindi la consultazione non pare doversi ritenere valida e il simbolo dovrà essere congelato per un po'.
PICCOLO, MA CON LE FIRME - Pur essendo stato l'unico con un solo simbolo in corsa, San Giorgio della Richinvelda - coi suoi 4530 abitanti - non era il comune meno popoloso chiamato alle urne: il più piccolo era Treppo Ligosullo (Ud), con 784 abitanti. Fosse stato in un'altra regione, essendo l'unico comune sotto i 1000 abitanti, non si sarebbero dovute raccogliere le sottoscrizioni per presentare le liste; la disciplina elettorale regionale, invece, richiede sempre la raccolta firme. Anche per questo, non c'è un'esagerazione di liste, ma soltanto due: quella graficamente più interessante è Onestà lealtà e passione, con tanto di manona che accoglie una manina che porta sul palmo un cuore. Semplice, pulito (anche troppo, visto il tanto spazio bianco, che in realtà è campito da una sfumatura verdina), immediato (anche nella realizzazione: la font è la prima presentata da Office); peccato che sia arrivato secondo.
UN SOLO CANDIDATO A QUATTRO PUNTE - A non conoscere le norme locali, si può pensare di avere le allucinazioni: a Talmassons (Ud), che di abitanti ne ha poco più di 4mila, c'era un solo candidato sindaco, ma sostenuto da ben quattro liste! Qualcosa che nel resto d'Italia sarebbe impossibile, ma non in Friuli Venezia Giulia: la legge regionale n. 19/2013, infatti, prevede che ci sia sì differenza tra i comuni fino a 15mila abitanti e superiori, ma solo per l'eventualità che si vada al ballottaggio se nessun aspirante sindaco arriva almeno alla metà dei voti validi, mentre è espressamente previsto che anche nei comuni inferiori chi aspira alla guida di un comune possa essere sostenuto da più liste. Ecco quindi la Lista civica Presente per Talmassons, la bicicletta Lega - Costruire il futuro, Forza Talmassons (con la bandierina debitamente accomodata) e Punto d'incontro (un quadrato a lati concavi su fondo blu), tutte a sostegno della candidatura di Fabrizio Pitton: per diventare sindaco, però, ha avuto bisogno di attendere la chiusura delle urne e sapere che si era recato a votare oltre un elettore su due (alla fine si è arrivati al 55,93% degli elettori).
VOTA CON IL CUORE / 1 - Di cuori nei contrassegni elettorali locali, negli anni, se ne sono visti sempre di più, spesso con la formula "SiAmo". A Fiumicello Villa Vicentina (Ud), in cui le liste erano soltanto due, si è imposta con il 76,65% la lista Insieme con il cuore, legata alla candidata Laura Sgubin, eletta nettamente sindaca: il cuore c'è davvero, ma l'occhio non può non essere attratto da quell'intreccio centrale ocra e blu, che dà forma a una sorta di albero, le cui fronde altro non sono che sagome umane stilizzate a forma di V, con tanto di pallini a metà tra teste e frutti. Un simbolo oggettivamente molto curato, oltre che dimostratosi vincente.
VOTA CON IL CUORE / 2 - L'elemento del cuore, peraltro, è ritornato almeno in un'altra forma, meno bella sul piano estetico, ma se non altro almeno in parte ingegnosa: il riferimento è alla Lista civica Cambiare, una delle quattro presentate nel comune di Fogliano Redipuglia (Go). Lasciate stare il fondino azzurro sfumato e le stelline blu, verdi e rosse; lasciate stare anche il testo rigorosamente in Arial Black o giù di lì, mal stiracchiato nella parte centrale del nome, e concentratevi piuttosto sul centro di quella parola: la "B", infatti, vista di sguincio e colorata di rossa si trasforma in un cuore. Una trovata originale, anche se la lista (in appoggio alla candidata Alessandra Messineo) pur prendendo circa il 20% è arrivata ultima (ha vinto un'altra donna, Cristiana Pisano, sostenuta anche dalla Lega).
LATINO SI', CONFINI NO - Anche a Fiume Veneto (Pn) ha vinto una donna, Jessica Canton, sostenuta da Lega e Forza Italia, ma anche dalla civica Flumen (il latino trionfa, su una grafica un po' easy) e dalla lista denominata Potere ai cittadini, il cui nome peraltro non figura nel contrassegno: per i drogati di politica questo emblema è particolarmente rilevante, perché, benché a livello nazionale questo sia assolutamente necessario, sui manifesti non risultava inscritto in un cerchio (anche se sul sito della regione la circonferenza c'è). Alla fine dei conti, però, la lista è arrivata ultima, prendendo meno del 2% (a Fi è andata giusto un po' meglio, con il 2,93%); sembra molto di più, a questo punto, il 7,41% di Fiume Futura (a sostegno della dem Annalisa Parpinelli), che peraltro nel simbolo a fondo arancione aveva tre triangolini rivolti a destra, un po' come l'avanti veloce di videoregistratori e hi-fi. Questione di sigla, a quanto pare (Fiume Futura, Fast Forward).
MANO NELLA MANO - Ci hanno provato a conquistare il comune di Forgaria nel Friuli (Ud), con la loro lista Uniti per crescere, eppure il candidato sindaco Henrico Locatelli (con l'H iniziale, non è un errore di battitura) si è dovuto accontentare del 24,59%. Eppure il suo simbolo, a fronte di quello della formazione che ha prevalso (Per il bene Comune, nome già usato dal vecchio progetto politico di Stefano Montanari; sarebbe stato anche interessante il disegno del municipio di piazza Julia, davvero caratteristico, ma nel logo si vede maluccio), sembrava fatto apposta per raccogliere in massa il voto di genitori e nonni, con la manina che stringe un dito dell'adulto. La versione sentimentale (e colorata), insomma, del simbolo visto a Treppo.
SIMBOLO NAÏF CHE VINCE NON SI CAMBIA - Meno sentimentale e decisamente più naïf sembrava invece il simbolo della lista Un comune per tutti, a sostegno della sindaca uscente di Zoppola (Pn), Francesca Papais. La famigliola - piuttosto larga, con tre figli - con le sagome richiamate solo dai contorni gialli e blu (così almeno sembra... o saranno arcobaleno?) sa molto di disegno infantile, ma mai quanto il sole giallo, mutazione grafica di una ruota dentata. L'emblema era già così nel 2013, quando aveva appoggiato la prima candidatura di Papais assieme a un'altra lista: il simbolo è tornato sulle schede e, stavolta - con buona pace degli esteti - ha vinto da solo, battendo anzi con maggiore larghezza lo stesso avversario di centrodestra di cinque anni fa, Pier Francesco Cardente.
UN MOSAICO DI SIMBOLI - E' interessante spulciare tra gli 8 emblemi apparsi sulla scheda elettorale di Martignacco (Ud). Tra quelli che hanno sostenuto il candidato vincitore, Gianluca Casali, c'era Insieme per la comunità: qualificata come lista civica, aveva però nella pulce di Partecipazione democratica le iniziali del logo Pd concepito da Nicola Storto (accanto a un imperdibile Per Martignacco, con una X manoscritta, non proprio appropriata su un contrassegno). Meno fortunata la lista Venuti per unire, legata allo sfidante Massimiliano Venuti, che giocava sul nome scelto inserendo la raffigurazione di un puzzle da completare; appena un po' meglio la Lista Catia Pagnutti sindaco, formazione personale dell'assessora uscente candidata alla guida del comune, con il tricolore che riempiva una sorta di cuore ricavato da due anelli in parte sovrapposti.
RITORNI A COLORI INVERTITI - Erano addirittura 11 le liste a Sacile (Pn), spalmate su quattro candidati sindaci. I cittadini hanno scelto come primo cittadino Carlo Spagnol, indicato da Forza Italia (e sostenuto dalla civica personale Viva Sacile), mentre non sono bastate addirittura sei liste per vincere ad Alberto Gottardo, staccato di quasi otto punto percentuali. Nella sua coalizione, peraltro, spicca la presenza - accanto ad AttivaSacile, con tanto di lampadina su fondo giallo - della Civica per Sacile: il nome è del tutto generico, ma non può sfuggire la reincarnazione grafica del Popolo della libertà, sia pure in mancanza della fascia verde dell'arcobalenino e con colori e testi invertiti (il nome su fondo blu ora è in basso, il riferimento al candidato è finito in alto).
METTERCI LA FACCIA - In queste elezioni locali quasi nessuno ha scelto di mettere in gioco la propria faccia, nel senso di inserire il proprio ritratto all'interno del contrassegno elettorale. Fa eccezione, salvo errore, soltanto Roberto Mattiussi, presentatosi come aspirante sindaco di San Giorgio di Nogaro (Ud), assieme ad altri due concorrenti. Accanto alla lista Cambiamento responsabile, ne ha piazzata un'altra con il suo nome e, all'interno di una corona blu, anche la sua foto del viso, in bianco e nero e leggermente "tratteggiata", quasi a voler sembrare un disegno. Non si sa se questa sia stata una scelta vincente, sta di fatto che Mattiussi ha vinto davvero, proprio mettendoci la faccia.
DARE I NUMERI - Era andato vicino alla riconferma Paolo Menis, sindaco uscente di San Daniele del Friuli (Ud), e invece per 36 voti ha dovuto cedere il posto a Pietro Valent, sostenuto da tre liste (tra cui Lega e Fratelli d'Italia). Oltre alla formazione San Daniele bene comune, dall'ambientazione molto bucolica e rilassante, spiccava sulla scheda la presenza della Civica 18 San Daniele, con il numero relativo all'anno in tutta evidenza e una particolare conformazione del nome del comune, che sfrutta la presenza delle lettere AN in entrambe le parole riportate. Non passa inosservato questo simbolo tutto testo e colore su fondo bianco, ma le font scelte non sembrano assortite nel modo migliore.
IL MONDO IN 4 MOSSE - Sono solo 4 i simboli presentati a Polcenigo (Pn), ma ciascuno a suo modo è interessante. La vittoria è andata a Mario Della Toffola, sostenuto da ben tre liste: Viva Polcenigo viva, ossia come si rafforzano i concetti (con "Qualcosa di nuovo.", punto compreso), Polcenigo per tutti (un girotondo multicolore a stella) e Insieme per Polcenigo, dal paesaggio quasi incontaminato e sfumato. Non è arrivato a un quarto dei voti lo sfidante Diego Gottardo, che nel suo Progetto primavera democratica ha riunito le tre "pulci" di Progetto comune (lo stesso fiume di Insieme per Polcenigo), Primavera Polcenigo (con il suo arbusto fatto di rami-omini stilizzati) e Civica Polcenigo democratica (il tricolore e poco altro): un nome e un simbolo macedonia, insomma.
JO O FEVELI FURLAN - Chiude la carrellata in questione uno dei tre simboli presentati al comune di Sequals (Pn), il paese di Primo Carnera. La vittoria è andata a Enrico Odorico, presentatosi per le insegne di Democrazia civica, ma non può non colpire la lista arrivata seconda, legata alla candidatura di Matteo Moretto. Il nome scelto è Intant Bundì, frase tipicamente friulana e del tutto naturalmente scritta in furlan: anche solo per questo non poteva non colpire, assieme all'eleganza dell'albero bianco dalla folta chioma (ricorda un po' quello della Fattoria Scaldasole, ma questo è molto più fine nel tronco), che emerge bene dal fondo blu e le cui radici si intrecciano in modo lieve e quasi lezioso con i nomi di Sequals e delle frazioni Lestans e Solimbergo. Un bel modo davvero di presentarsi agli elettori.
VOTA CON IL CUORE / 1 - Di cuori nei contrassegni elettorali locali, negli anni, se ne sono visti sempre di più, spesso con la formula "SiAmo". A Fiumicello Villa Vicentina (Ud), in cui le liste erano soltanto due, si è imposta con il 76,65% la lista Insieme con il cuore, legata alla candidata Laura Sgubin, eletta nettamente sindaca: il cuore c'è davvero, ma l'occhio non può non essere attratto da quell'intreccio centrale ocra e blu, che dà forma a una sorta di albero, le cui fronde altro non sono che sagome umane stilizzate a forma di V, con tanto di pallini a metà tra teste e frutti. Un simbolo oggettivamente molto curato, oltre che dimostratosi vincente.
VOTA CON IL CUORE / 2 - L'elemento del cuore, peraltro, è ritornato almeno in un'altra forma, meno bella sul piano estetico, ma se non altro almeno in parte ingegnosa: il riferimento è alla Lista civica Cambiare, una delle quattro presentate nel comune di Fogliano Redipuglia (Go). Lasciate stare il fondino azzurro sfumato e le stelline blu, verdi e rosse; lasciate stare anche il testo rigorosamente in Arial Black o giù di lì, mal stiracchiato nella parte centrale del nome, e concentratevi piuttosto sul centro di quella parola: la "B", infatti, vista di sguincio e colorata di rossa si trasforma in un cuore. Una trovata originale, anche se la lista (in appoggio alla candidata Alessandra Messineo) pur prendendo circa il 20% è arrivata ultima (ha vinto un'altra donna, Cristiana Pisano, sostenuta anche dalla Lega).
LATINO SI', CONFINI NO - Anche a Fiume Veneto (Pn) ha vinto una donna, Jessica Canton, sostenuta da Lega e Forza Italia, ma anche dalla civica Flumen (il latino trionfa, su una grafica un po' easy) e dalla lista denominata Potere ai cittadini, il cui nome peraltro non figura nel contrassegno: per i drogati di politica questo emblema è particolarmente rilevante, perché, benché a livello nazionale questo sia assolutamente necessario, sui manifesti non risultava inscritto in un cerchio (anche se sul sito della regione la circonferenza c'è). Alla fine dei conti, però, la lista è arrivata ultima, prendendo meno del 2% (a Fi è andata giusto un po' meglio, con il 2,93%); sembra molto di più, a questo punto, il 7,41% di Fiume Futura (a sostegno della dem Annalisa Parpinelli), che peraltro nel simbolo a fondo arancione aveva tre triangolini rivolti a destra, un po' come l'avanti veloce di videoregistratori e hi-fi. Questione di sigla, a quanto pare (Fiume Futura, Fast Forward).
MANO NELLA MANO - Ci hanno provato a conquistare il comune di Forgaria nel Friuli (Ud), con la loro lista Uniti per crescere, eppure il candidato sindaco Henrico Locatelli (con l'H iniziale, non è un errore di battitura) si è dovuto accontentare del 24,59%. Eppure il suo simbolo, a fronte di quello della formazione che ha prevalso (Per il bene Comune, nome già usato dal vecchio progetto politico di Stefano Montanari; sarebbe stato anche interessante il disegno del municipio di piazza Julia, davvero caratteristico, ma nel logo si vede maluccio), sembrava fatto apposta per raccogliere in massa il voto di genitori e nonni, con la manina che stringe un dito dell'adulto. La versione sentimentale (e colorata), insomma, del simbolo visto a Treppo.
SIMBOLO NAÏF CHE VINCE NON SI CAMBIA - Meno sentimentale e decisamente più naïf sembrava invece il simbolo della lista Un comune per tutti, a sostegno della sindaca uscente di Zoppola (Pn), Francesca Papais. La famigliola - piuttosto larga, con tre figli - con le sagome richiamate solo dai contorni gialli e blu (così almeno sembra... o saranno arcobaleno?) sa molto di disegno infantile, ma mai quanto il sole giallo, mutazione grafica di una ruota dentata. L'emblema era già così nel 2013, quando aveva appoggiato la prima candidatura di Papais assieme a un'altra lista: il simbolo è tornato sulle schede e, stavolta - con buona pace degli esteti - ha vinto da solo, battendo anzi con maggiore larghezza lo stesso avversario di centrodestra di cinque anni fa, Pier Francesco Cardente.
UN MOSAICO DI SIMBOLI - E' interessante spulciare tra gli 8 emblemi apparsi sulla scheda elettorale di Martignacco (Ud). Tra quelli che hanno sostenuto il candidato vincitore, Gianluca Casali, c'era Insieme per la comunità: qualificata come lista civica, aveva però nella pulce di Partecipazione democratica le iniziali del logo Pd concepito da Nicola Storto (accanto a un imperdibile Per Martignacco, con una X manoscritta, non proprio appropriata su un contrassegno). Meno fortunata la lista Venuti per unire, legata allo sfidante Massimiliano Venuti, che giocava sul nome scelto inserendo la raffigurazione di un puzzle da completare; appena un po' meglio la Lista Catia Pagnutti sindaco, formazione personale dell'assessora uscente candidata alla guida del comune, con il tricolore che riempiva una sorta di cuore ricavato da due anelli in parte sovrapposti.
RITORNI A COLORI INVERTITI - Erano addirittura 11 le liste a Sacile (Pn), spalmate su quattro candidati sindaci. I cittadini hanno scelto come primo cittadino Carlo Spagnol, indicato da Forza Italia (e sostenuto dalla civica personale Viva Sacile), mentre non sono bastate addirittura sei liste per vincere ad Alberto Gottardo, staccato di quasi otto punto percentuali. Nella sua coalizione, peraltro, spicca la presenza - accanto ad AttivaSacile, con tanto di lampadina su fondo giallo - della Civica per Sacile: il nome è del tutto generico, ma non può sfuggire la reincarnazione grafica del Popolo della libertà, sia pure in mancanza della fascia verde dell'arcobalenino e con colori e testi invertiti (il nome su fondo blu ora è in basso, il riferimento al candidato è finito in alto).
METTERCI LA FACCIA - In queste elezioni locali quasi nessuno ha scelto di mettere in gioco la propria faccia, nel senso di inserire il proprio ritratto all'interno del contrassegno elettorale. Fa eccezione, salvo errore, soltanto Roberto Mattiussi, presentatosi come aspirante sindaco di San Giorgio di Nogaro (Ud), assieme ad altri due concorrenti. Accanto alla lista Cambiamento responsabile, ne ha piazzata un'altra con il suo nome e, all'interno di una corona blu, anche la sua foto del viso, in bianco e nero e leggermente "tratteggiata", quasi a voler sembrare un disegno. Non si sa se questa sia stata una scelta vincente, sta di fatto che Mattiussi ha vinto davvero, proprio mettendoci la faccia.
DARE I NUMERI - Era andato vicino alla riconferma Paolo Menis, sindaco uscente di San Daniele del Friuli (Ud), e invece per 36 voti ha dovuto cedere il posto a Pietro Valent, sostenuto da tre liste (tra cui Lega e Fratelli d'Italia). Oltre alla formazione San Daniele bene comune, dall'ambientazione molto bucolica e rilassante, spiccava sulla scheda la presenza della Civica 18 San Daniele, con il numero relativo all'anno in tutta evidenza e una particolare conformazione del nome del comune, che sfrutta la presenza delle lettere AN in entrambe le parole riportate. Non passa inosservato questo simbolo tutto testo e colore su fondo bianco, ma le font scelte non sembrano assortite nel modo migliore.
IL MONDO IN 4 MOSSE - Sono solo 4 i simboli presentati a Polcenigo (Pn), ma ciascuno a suo modo è interessante. La vittoria è andata a Mario Della Toffola, sostenuto da ben tre liste: Viva Polcenigo viva, ossia come si rafforzano i concetti (con "Qualcosa di nuovo.", punto compreso), Polcenigo per tutti (un girotondo multicolore a stella) e Insieme per Polcenigo, dal paesaggio quasi incontaminato e sfumato. Non è arrivato a un quarto dei voti lo sfidante Diego Gottardo, che nel suo Progetto primavera democratica ha riunito le tre "pulci" di Progetto comune (lo stesso fiume di Insieme per Polcenigo), Primavera Polcenigo (con il suo arbusto fatto di rami-omini stilizzati) e Civica Polcenigo democratica (il tricolore e poco altro): un nome e un simbolo macedonia, insomma.
JO O FEVELI FURLAN - Chiude la carrellata in questione uno dei tre simboli presentati al comune di Sequals (Pn), il paese di Primo Carnera. La vittoria è andata a Enrico Odorico, presentatosi per le insegne di Democrazia civica, ma non può non colpire la lista arrivata seconda, legata alla candidatura di Matteo Moretto. Il nome scelto è Intant Bundì, frase tipicamente friulana e del tutto naturalmente scritta in furlan: anche solo per questo non poteva non colpire, assieme all'eleganza dell'albero bianco dalla folta chioma (ricorda un po' quello della Fattoria Scaldasole, ma questo è molto più fine nel tronco), che emerge bene dal fondo blu e le cui radici si intrecciano in modo lieve e quasi lezioso con i nomi di Sequals e delle frazioni Lestans e Solimbergo. Un bel modo davvero di presentarsi agli elettori.
Credo che l'intreccio centrale ocra e blu presente nel contrassegno elettorale della lista "Insieme con il cuore" alluda alla recente fusione dei due comuni di Fiumicello e Villa Vicentina e vada a rappresentare simbolicamente l'unione tra queste due comunità. Si tratta infatti delle prime elezioni amministrative da quando è stato costituito ufficialmente il nuovo comune, il 1° febbraio 2018.
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