mercoledì 6 aprile 2016

Costruzione e Stato, una stretta di mano "napulitana"

"La politica sbagliata è la morte della giustizia sociale". Chi non sottoscriverebbe questa frase, alla base dell'azione politica - sulla carta, ovviamente - di gran parte delle forze politiche, da quelle di sinistra a quelle cattolico-progressiste? Non si tratta però di un motto generico, ma dello slogan di Costruzione e Stato - Solidarietà nazionale, un partito specifico, nato a quanto pare da poco e con sede a Napoli: proprio nella città partenopea, tra l'altro, si parla di una partecipazione alle prossime elezioni amministrative, al fianco di Gianni Lettieri, "imprenditore che conosce il territorio e saprà risollevare le sorti di Napoli", come si legge nella pagina Facebook dedicata al soggetto politico.
La formazione, guidata da Salvatore Scarfiglieri (segretario) e Gennaro Bruno (presidente), si propone di seguire un programma articolato in vari punti, mettendo in primo piano il diritto al lavoro (con la creazione di nuovi posti, l'abolizione del precariato, l'abbattimento delle tasse e politiche sociali più efficaci), l'eliminazione dei ticket, l'investimento sulla sicurezza mediante "controlli e pattugliamento in zone a rischio" che facciano avvertire "la presenza dello Stato"; e poi, ancora, la garanzia del diritto allo studio per tutti e il superamento del numero chiuso, il sostegno al commercio (abbattendo le tasse e limitando l'avanzata della grande distribuzione), il contrasto serrato all'immigrazione selvaggia (rimpatriando chiunque non abbia un lavoro in Italia), la lotta contro il signoraggio bancario e l'usura, il diritto alla casa (per i cittadini italiani), il divieto assoluto di caccia e la tutela per gli animali, nonché una proposizione non proprio chiarissima in tema di famiglie in crisi ("I figli non devono pagare le conseguenze delle separazioni. I genitori che usano i figli come ricatto, devono pagare dure condanne").
Nello statuto presente nel sito ufficiale, il simbolo del partito è cosi descritto: "contrassegnato da 3 fasce tricolore, verde, bianco e rosso su cerchio di fondo blu, recante al centro ed in primo piano immagine iconografica di due mani che si stringono in segno di solidarietà, mentre in secondo piano bandiera bianca simbolo di pace". La descrizione, come si vede, ha qualcosa di non proprio perfetto nella formulazione; a ben guardare, però, è tutto l'impianto del simbolo ad avere un tocco di "precarietà". Lo si vede soprattutto guardando la disposizione delle lettere delle parole, non proprio regolare, come se si fossero utilizzati i letraset o si fossero incollati i singoli caratteri senza troppa precisione; le stesse mani che si stringono hanno qualcosa di profondamente irreale e non molto fine, con il disegno che improvvisamente si interrompe, senza che nemmeno si cerchi di camuffarlo con un accenno di manica o di polsino. Chi però vorrà votare Costruzione e Stato, magari, sarà disposto a passarci sopra.

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