Che poi, magari, uno pensa
veramente che il sole che ride in Italia l’ha portato Marco Pannella e ai Verdi
l’ha “donato” lui. Cioè, sì, quasi certamente le cose sono andate davvero così
e il leader radicale diede davvero
gratuitamente in uso il segno distintivo degli antinuclearisti danesi alle
liste ambientaliste che nel 1985 nascevano un po’ in tutta l’Italia; qualcuno
però all’idea di uno sole animato e un po’ pazzerello aveva già pensato, per lo
meno in quella che sarebbe poi diventata la galassia verde, comunque collocata
a sinistra.
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Quel simbolo “di rottura” appartiene
alla lista Sinistra alternativa, nata con una spontaneità tutta romagnola. A
disegnare personalmente il simbolo è Sauro Turroni, uno che poco più avanti avrebbe
fatto parte a tutti gli effetti dei Verdi in politica. Turroni il simbolo ce l’aveva
in testa, perché quello degli antinuclearisti danesi e poi tedeschi lui l’aveva
visto: pensando che potesse essere una buona idea, lo adottò per la sua lista,
facendo qualche modifica qua e là. Nessuna obiezione da parte dei funzionari
competenti – e sarebbe stato difficile farne, visto che il contrassegno era
davvero nuovo per l’epoca – e l’emblema finisce sui manifesti, pronto per
essere ritrovato sulle schede.
Quella volta, tanto per cambiare,
le elezioni le vince il Pci, con un 46,1% pesante che vale la metà dei consiglieri,
mentre la Dc sfiora appena il 20%. I sette partiti maggiori a livello nazionale
a Forlì si dividono il 98,9% dei voti validi: in quell’1,1% che resta c’è anche
il risultato della Sinistra alternativa. Non sarà molto (anche se con un Pci
che si porta a casa un voto su due, in quell’area resta poco da raccogliere),
ma è pur sempre un esordio e ci sarà tempo per migliorare: piano piano il verbo
Verde sarebbe arrivato un po’ dappertutto e avrebbe conquistato consenso per
molti anni Oltre trent’anni dopo, di quei primi passi non è rimasto granché:
forse solo un adesivo su un armadio in una vecchia casa o qualche altra traccia
qua e là. Ma l’occhiolino di quel sole furbetto nato a Forlì rimane, segno che
di avventure da raccontare, in futuro, ne avrebbe avute parecchie…
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