Roma e Cagliari pari sono, almeno per quanto riguarda il numero di liste che si presenteranno alle elezioni comunali: in entrambi i comuni sulla scheda saranno stampati 34 simboli, anche se nel capoluogo sardo è stata bocciata una sola lista (mentre a Roma, anche dopo la riammissione di alcune formazioni escluse in un primo tempo, l'esame ha lasciato sul campo qualche emblema in più).
Tra tutti i candidati, in ogni caso, il recordman indiscusso delle liste è Piergiorgio Massidda: la sua coalizione può contare su ben 14 formazioni, tra cui i cagliaritani potranno scegliere; il più vicino è il suo concorrente principale, il sindaco uscente Massimo Zedda sostenuto da 11 liste. A dispetto della provenienza di centrodestra - marcata anche dalla presenza di determinate formazioni - Massidda si è presentato con una caratura maggiormente civica.
Sono obiettivamente pochi i simboli tradizionali e già noti nella coalizione che sostiene Massidda: è il caso di realtà politiche locali, forse sconosciute a chi non è sardo ma certamente radicate sul territorio, come i Riformatori sardi di Pierpaolo Vargiu (entrato in Parlamento con Scelta civica) e di Fortza Paris; accanto a queste, anche partiti nazionali - anche se all'inizio da più parti si era detto di non inserirne - come Fratelli d'Italia e di Forza Italia, in cui il candidato sindaco ha militato.
Questi ultimi due simboli, a differenza dei due segni delle formazioni sarde, portano il nome dell'aspirante primo cittadino nel cerchio - anche a costo di sacrificare almeno un po' la grafica originale; le scritte, in ogni caso, quanto a colori e font, risultano coerenti con l'impianto degli emblemi noti dei partiti.
In realtà, tuttavia, anche altri simboli contengono riferimenti a partiti noti. Un contrassegno, ad esempio, contiene il "tangram" di Italia unica che diventa Cagliari unica semplicemente cambiando il verde originale in blu; lo spazio è condiviso con Giovani al centro, inizialmente prevista come lista autonoma sotto la guida di Corrado Testa (un gruppo di professionisti, universitari e giovani imprenditori intenzionati a cambiare Cagliari senza volerla abbandonare) e che invece ha inserito la stilizzazione di una figura umana (X verde con un triangolino come testa) nel contrassegno dei "passeriani". Nell'emblema dei Popolari sardi per Cagliari, invece, a fare da contorno a un bronzetto sardo - che sullo scudo porta, appena appena visibili, le dodici stelle d'Europa - c'è il cuore stilizzato rosso su fondo azzurro, inizialmente usato - in versione gialla - dal gruppo del Ppe a Strasburgo e attualmente adottato da Rotondi per Rivoluzione cristiana. Unisce invece vari livelli di lettura la lista LiberAli, che porta in sé la bandierina del Pli di Morandi e De Luca, l'edera che rimanda all'Associazione Sardegna repubblicana e Ali, intendendosi Alleanza liberaldemocratica per l'Italia.
I simboli di LiberAli e di Giovani al centro - Cagliari unica, peraltro, mostrano evidenti segni di una regia grafica comune, come mostra l'inserimento della dicitura "Massidda sindaco" identica nella font a quella della lista personale. Lo stesso vale per DemoDiretta, di cui si è parlato alcuni giorni fa, e per una manciata di altri simboli (uno dei quali, l'Unicittà, era circolato mesi fa, ma poi se ne sono perse le tracce). Il meglio riuscito sembra senza dubbio quello della lista civica Patto per Cagliari, che reinterpreta in chiave circolare e colored il classico simbolo sardo dei quattro mori (anche con un accenno di cuore ricavato "a ritaglio"). Identici nella struttura, ma un po' anonimi, sono invece i segni di Nessun dorma, “Nessun Dorma”, gruppo di professionisti coordinato da Mauro Sollai e interessato soprattutto a cultura e ambiente, e di Anno Zero, il gruppo dell'ex (?) Sel Giorgio Cugusi che ha scelto di correre con Massidda: il primo simboleggia la cultura con un libro su fondo arancione, il secondo richiama la provenienza di sinistra con un bocciolo di rosa su fondo rosso. Il meno efficace dei quattro sembra invece quello della lista I Love Cagliari, un po' per la font Emmett piuttosto infelice e poco fine, un po' per il cuore che fa molto adesivo da automobile.
Resta da dire solo di un'ultima lista, #CA_mbia Cagliari, che non contiene alcun riferimento a Massidda. Ciò non sembra un caso: si trattava infatti dell'emblema che doveva supportare la candidatura a sindaco del già citato Pierpaolo Vargiu e che poi, invece, è entrato nella già affollata coalizione di Massidda. Circa un mese fa il gruppo ha descritto il contrassegno: l'ingrediente fondamentale sono "Is Palmas. Ovvero le palme mosse dal nostro fresco vento di maestrale che spazza la stagnante amministrazione che da 5 anni blocca lo sviluppo di Cagliari" (sapendo che le stesse due torri del municipio rappresentano due palme), cui si unisce "la banda arcobaleno con i dieci diversi rettangoli colorati", per rappresentare "tutte le diversità che noi abbiamo il compito di rappresentare". Grazie anche all'hashtag, #CA_mbia Cagliari vince certamente il titolo di secondo simbolo più tecnologico della coalizione: al primo c'è saldamente DemoDiretta col suo QR Code.
Tra tutti i candidati, in ogni caso, il recordman indiscusso delle liste è Piergiorgio Massidda: la sua coalizione può contare su ben 14 formazioni, tra cui i cagliaritani potranno scegliere; il più vicino è il suo concorrente principale, il sindaco uscente Massimo Zedda sostenuto da 11 liste. A dispetto della provenienza di centrodestra - marcata anche dalla presenza di determinate formazioni - Massidda si è presentato con una caratura maggiormente civica.
Sono obiettivamente pochi i simboli tradizionali e già noti nella coalizione che sostiene Massidda: è il caso di realtà politiche locali, forse sconosciute a chi non è sardo ma certamente radicate sul territorio, come i Riformatori sardi di Pierpaolo Vargiu (entrato in Parlamento con Scelta civica) e di Fortza Paris; accanto a queste, anche partiti nazionali - anche se all'inizio da più parti si era detto di non inserirne - come Fratelli d'Italia e di Forza Italia, in cui il candidato sindaco ha militato.
Questi ultimi due simboli, a differenza dei due segni delle formazioni sarde, portano il nome dell'aspirante primo cittadino nel cerchio - anche a costo di sacrificare almeno un po' la grafica originale; le scritte, in ogni caso, quanto a colori e font, risultano coerenti con l'impianto degli emblemi noti dei partiti.
In realtà, tuttavia, anche altri simboli contengono riferimenti a partiti noti. Un contrassegno, ad esempio, contiene il "tangram" di Italia unica che diventa Cagliari unica semplicemente cambiando il verde originale in blu; lo spazio è condiviso con Giovani al centro, inizialmente prevista come lista autonoma sotto la guida di Corrado Testa (un gruppo di professionisti, universitari e giovani imprenditori intenzionati a cambiare Cagliari senza volerla abbandonare) e che invece ha inserito la stilizzazione di una figura umana (X verde con un triangolino come testa) nel contrassegno dei "passeriani". Nell'emblema dei Popolari sardi per Cagliari, invece, a fare da contorno a un bronzetto sardo - che sullo scudo porta, appena appena visibili, le dodici stelle d'Europa - c'è il cuore stilizzato rosso su fondo azzurro, inizialmente usato - in versione gialla - dal gruppo del Ppe a Strasburgo e attualmente adottato da Rotondi per Rivoluzione cristiana. Unisce invece vari livelli di lettura la lista LiberAli, che porta in sé la bandierina del Pli di Morandi e De Luca, l'edera che rimanda all'Associazione Sardegna repubblicana e Ali, intendendosi Alleanza liberaldemocratica per l'Italia.
I simboli di LiberAli e di Giovani al centro - Cagliari unica, peraltro, mostrano evidenti segni di una regia grafica comune, come mostra l'inserimento della dicitura "Massidda sindaco" identica nella font a quella della lista personale. Lo stesso vale per DemoDiretta, di cui si è parlato alcuni giorni fa, e per una manciata di altri simboli (uno dei quali, l'Unicittà, era circolato mesi fa, ma poi se ne sono perse le tracce). Il meglio riuscito sembra senza dubbio quello della lista civica Patto per Cagliari, che reinterpreta in chiave circolare e colored il classico simbolo sardo dei quattro mori (anche con un accenno di cuore ricavato "a ritaglio"). Identici nella struttura, ma un po' anonimi, sono invece i segni di Nessun dorma, “Nessun Dorma”, gruppo di professionisti coordinato da Mauro Sollai e interessato soprattutto a cultura e ambiente, e di Anno Zero, il gruppo dell'ex (?) Sel Giorgio Cugusi che ha scelto di correre con Massidda: il primo simboleggia la cultura con un libro su fondo arancione, il secondo richiama la provenienza di sinistra con un bocciolo di rosa su fondo rosso. Il meno efficace dei quattro sembra invece quello della lista I Love Cagliari, un po' per la font Emmett piuttosto infelice e poco fine, un po' per il cuore che fa molto adesivo da automobile.
Resta da dire solo di un'ultima lista, #CA_mbia Cagliari, che non contiene alcun riferimento a Massidda. Ciò non sembra un caso: si trattava infatti dell'emblema che doveva supportare la candidatura a sindaco del già citato Pierpaolo Vargiu e che poi, invece, è entrato nella già affollata coalizione di Massidda. Circa un mese fa il gruppo ha descritto il contrassegno: l'ingrediente fondamentale sono "Is Palmas. Ovvero le palme mosse dal nostro fresco vento di maestrale che spazza la stagnante amministrazione che da 5 anni blocca lo sviluppo di Cagliari" (sapendo che le stesse due torri del municipio rappresentano due palme), cui si unisce "la banda arcobaleno con i dieci diversi rettangoli colorati", per rappresentare "tutte le diversità che noi abbiamo il compito di rappresentare". Grazie anche all'hashtag, #CA_mbia Cagliari vince certamente il titolo di secondo simbolo più tecnologico della coalizione: al primo c'è saldamente DemoDiretta col suo QR Code.
Nessun commento:
Posta un commento