mercoledì 13 maggio 2015

Se i Poeti d'Azione pensano di cambiare insegne

Il suo emblema gli appassionati delle miniature politiche lo conoscono già: nel 2006 e nel 2008, per depositare il simbolo in vista delle elezioni politiche c'era anche lui, Alessandro D'Agostini, con il suo "Movimento Poeti d'Azione" (che allora erano pure "giovani", come si leggeva dal fregio): lo aveva fondato nel 1994, ma era venuto il momento di fare il grande salto e di farsi conoscere a livello nazionale, anche se poi le liste non erano state presentate. 
Un passaggio D'Agostini lo ha fatto anche ad aprile dell'anno scorso, presentando il contrassegno prima delle europee, suscitando come sempre la curiosità dei media per quel progetto così particolare. 
Pochi sanno, però, che quel simbolo, poco grafico (colori a parte) e tutto testuale stava per cambiare: sul profilo Facebook dello stesso D'Agostini nel 2014 - proprio alla vigilia del deposito per le europee - era stata aperta una galleria apposita per chiedere agli appassionati di esprimere una preferenza per la nuova grafica: "L'idea del nuovo simbolo - spiega proprio D'Agostini - nasce dal desiderio di rendere meglio l'essenza del movimento. Permettere con un semplice colpo d'occhio di capire subito qualcosa su di noi". Certo, si trattava di rinunciare all'emblema storico, ma era probabilmente tempo di farsi riconoscere meglio da occhi estranei.
"La penna e la spada incrociati - continua il fondatore - ci sembrava rendessero bene il concetto stesso di 'poeta d'azione': un poeta (la penna) capace di agire anche nel concreto della vita affrontando la realtà con determinazione e coraggio (la spada)".
Quella di incrociare parola e azione (a volte sostituendo alla penna una piuma) era l'idea dominante, ma si sono suggerite altre soluzioni, che sono state sottoposte agli interessati. Tutto questo sempre senza modificare le proprie posizioni di fondo e il proprio scopo: "fare tutto quello che era in loro potere - si legge nel sito - per cambiare il mondo circostante illuminando le coscienze e iniettando 'bellezza nelle anime e amore nei cuori' e la necessaria 'forza e coraggio' per combattere". 
"Noi - conclude D'Agostini - respingiamo l'idea dell'artista impegnato come è comunemente intesa. L'intellettuale e l'artista di solito non fanno politica direttamente come noi, ponendosi come l'avanguardia cosciente di una collettività, ma si pongono come gran cassa e propagandisti dei partiti politici". Quella volta il contrassegno non cambiò e non fu comunque presentata la lista, ma il Movimento non si è fermato: giusto l'8 maggio, intervenendo telefonicamente alla trasmissione di Radio 2 Un giorno da pecora, D'Agostini ha proposto a Paolo Villaggio di candidarsi - dopo l'episodio passato da demoproletario - sotto le insegne dei Poeti d'Azione, in ricordo dei suoi trascorsi da autore di testi (assieme al compagno di avventure Fabrizio De André). La poesia d'azione, in ogni caso, è ben lungi dal fermarsi.

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