venerdì 29 maggio 2015

Una passeggiata simbolica nel Napoletano (1)

Ormai i giochi sono fatti, o se non altro si stanno per fare. Dopodomani si voterà per rinnovare le amministrazioni regionali, ma anche per un certo numero di comuni. E se per la Campania farà notizia soprattutto la sfida tra Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca (impresentabile o no), a Ercolano, Caivano e San Giorgio a Cremano i cittadini penseranno anche a chi dovrà governarli direttamente, visto che lì si deve eleggere pure il sindaco, assieme a tutto il consiglio comunale. Gli elettori, dunque, avranno (almeno) due schede e le curiosità - c'è da starne certi - non mancheranno.
Partiamo, ad esempio, da Caivano e dalla peculiarità di alcuni suoi grafici. Perché non si può non restare colpiti – guardando una scheda affollatissima, con 25 simboli — di fronte a certe soluzioni adottate, spesso con uno sguardo che definire naïf è dire poco. Si prenda ad esempio La mossa giusta, tra le liste a sostegno di Raffaele Del Gaudio: qui, più che l'interesse del gruppo per cultura, ambiente, azione e tradizione (tutte compendiate dalla A che hanno in comune, senza che ciò sia convincente all'occhio), emerge la metafora scacchistica legata al nome, tutta bidimensionale, come nemmeno nei giochi da computer si vede più.
Un po' naïve è anche, se si vuole, il cuoricino stilizzato (e acquistato su internet) di Con Caivano nel cuore, della stessa coalizione. Tra i punti qualificanti anche qui c'è l'ambiente, insieme alla cultura, all'occupazione e alla solidarietà; è bello e condivisibile (anche se chiaramente declinato nell'ottica del gruppo che lo adotta) il messaggio "per il riscatto dei caivanesi", eppure il contrassegno non riesce a staccarsi da questa lettura meno energica e più zuccherosa, anche se di certo non era questo l'intento originario (ma i messaggi, come è noto, hanno gambe diverse da quelle delle intenzioni).
Sembra invece davvero impossibile equivocare la voce dell'emblema di Ambiente nuovo, lista che sostiene il candidato sindaco Simone Monopoli (insieme, tra l'altro, a Forza Italia, Fratelli d'Italia e Popolari per l'Italia, graficamente maltrattati): protagonista indiscussa del contrassegno – accanto al nome della lista, dalla resa incerta con quella font Forte – è una famiglia tradizionale e ben poco nucleare, con almeno tre generazioni, di quelle che al Nord non si vedono praticamente più e che invece a Meridione si sfoggiano con orgoglio. Il tutto è disegnato con colori e tratti che sarebbero appropriati in un disegno scolastico, ma non ci si aspetterebbe di vederli su una scheda elettorale.
"Tengono famiglia" (© Livio Ricciardelli) però anche altri emblemi, sia pure schierando meno persone nei cerchiolini. È il caso dell'unica lista che sostiene Carlo Ciccarelli, che come nome si dà un ottimistico Votate per voi, e di Noi per Caivano, che appoggia la corsa di Luigi Sirico e piazza sull'emblema anche una mamma che spinge un passeggino.
Sirico è sostenuto da parte del centrosinistra (i socialisti del Psi e del Nuovo Psi stanno con Del Gaudio), dunque da Pd e Udc, ma ci sono anche l'Idv e – non è un errore – pure il Nuovo centrodestra e i Popolari italiani per l'Europa di Peppino Gargani. Nella stessa coalizione, peraltro, merita di essere segnalato anche il contrassegno di Liberi Cittadini, stessa grafica della lista civica regionale che Giovanni Favia aveva varato in Emilia Romagna alle scorse regionali e che stavolta ritocca leggermente la torre e sostiuisce il verde con il blu (ma inverte i colori, così la fogliolina che spunta in basso si tinge di rosso... e non è nemmeno autunno).
Da ultimo, tra i candidati a sindaco c'è anche Giuseppe (Pippo) Papaccioli, che si fa sostenere da Noi con Salvini. Il simbolo ovviamente è quello presentato a dicembre dell'anno scorso; accanto però c'è un'altra lista, più personale, cioè Con Papaccioli per Caivano. La base grafica è chiaramente la stessa, anche se la resa non può proprio dirsi equivalente (ma pazienza). Curiosità, quel tricolore intrecciato che si vede nella parte alta sembra quello di "Una destra per la terza repubblica", della manifestazione voluta mesi fa da Isabella Rauti, invece è quello adottato (per esempio) dall'Associazione reggiana per la costituzione ... insomma, c'entra fin lì.


Si rifà in modo netto, almeno come grafica dello sfondo, al logo varato da Matteo Salvini anche uno dei contrassegni in lizza a Ercolano: si tratta di Gioventù ercolanese, che riprende i colori e la struttura, ma obiettivamente non mette in rilievo alcun nome e alcun elemento comunitario (se non la gioventù, ma il concetto ovviamente è labile). Il simbolo fa parte della coalizione che sostiene Gennaro Miranda, appoggiato anche da Fratelli d'Italia (che inserisce il nome del candidato nel logo, schiacciando tutti gli elementi) e da Cambiamo Ercolano, stessa grafica di Caldoro presidente, ma con parole diverse.
Molto interessante graficamente, invece, il gruppo di liste che appoggia Antonio Liberti. Innanzitutto si segnala uno scattante Progetto Ercolano, che ritrae un velocista stilizzato bianco su fondo rosso (con una fascetta tricolore in fondo, che nell'area di centrodestra non sfigura mai, nonostante il colore di base non proprio coerente in Italia). Certo è che, se non fosse per la parola "innovazione" presente all'interno del contrassegno di lista, scambiare il logo per quello di una società sportiva o di una palestra – magari immaginandolo riprodotto su una spilletta – sarebbe facilissimo.
Secondariamente, colpisce il simbolo scelto da Area popolare per Ercolano. Ora, si potrebbe guardare con un sorriso ingenuo la font Brush Script usata per la città, così come il cuore tracciato da due nastrini tricolori curiosamente intrecciati (quasi alla Scelta civica), ma è meglio guardare qualcos'altro. Innanzitutto i più attenti si accorgeranno che l'idea della corona blu "lucida metallo" è la stessa del marchio depositato a livello europeo da Antonio De Poli e non divulgato alla stampa. In più, se questo emblema è davvero quello che unisce Ncd e Udc (altrove sulla scheda non si vedono), non si può non ritenere curioso che, nella stessa coalizione, sia presente anche lo scudo crociato degasperiano adottato dalla Democrazia cristiana che si riconosce nella guida di Angelo Sandri (e che normalmente con l'Udc non ha rapporti cordiali).
C'è obiettivamente poco altro da vedere a Ercolano (che pure di emblemi ne schiera 17); al più, si potrebbe dare uno sguardo al gruppo di liste di centrosinistra che sostengono Ciro Bonajuto. Accanto a Pd, Sel, Psi, Verdi, Idv e Centro democratico, infatti, c'è la lista civica Rinnovare Ercolano, che schiera a suo favore il profilo del Vesuvio, colorata di rosso sfumato. La stessa skyline del vulcano viene rafforzata in alto da una linea spezzata verde, che vorrebbe ridare la sensazione del tricolore; la resa, tuttavia, sopra al cielo sfumato azzurrino (che si mangia in parte anche il nome della lista, visibile solo grazie alle ombre), non è la migliore possibile.

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