mercoledì 3 aprile 2024

Bandecchi e Alternativa popolare: "Ecco il mio simbolo per le europee"

La comparsa, pochi giorni fa, sui profili social del sindaco di Terni Stefano Bandecchi di un simbolo nuovo (Con Bandecchi per l'Europa), variante di quello della sua lista civica presentata lo scorso anno alle amministrative, aveva fatto pensare chi scrive a una possibile mossa prudenziale per non esporre direttamente le insegne di Alternativa popolare, partito di cui Bandecchi è coordinatore nazionale, e puntare tutto sul suo nome in un'eventuale corsa per le elezioni europee di giugno. Così, invece, non dovrebbe essere: poco dopo le ore 21 di ieri, infatti, sugli stessi account di Bandecchi è apparso un altro contrassegno, che riprende il fregio del partito che fu di Angelino Alfano e lo inserisce in un altro cerchio più chiaro, all'interno del quale ora trova posto il cognome del sindaco di Terni.


"Questo sarà il mio simbolo per le Europee. Alternativa popolare è Bandecchi insieme per l'Europa" si legge a commento dell'immagine, che non è passata inosservata a sostenitori e detrattori di Stefano Bandecchi. Si tratta, come si diceva, di un contrassegno costituito da due cerchi, quasi tangenti nella parte superiore. Il cerchio più piccolo corrisponde al simbolo di Alternativa popolare, con la conferma del doppio riferimento al Partito popolare europeo, scritto per esteso su tre righe (all'interno del cuore giallo del partito, con le iniziali della scritta bianca tinte di giallo) e con il logo ufficiale in italiano riportato al di sotto. Il cerchio più grande, invece, ha il fondo più chiaro ed è bicolore, azzurro più scuro per circa due terzi e più chiaro per circa un terzo, sulla sinistra, con la linea di confine leggermente sfumata nella parte inferiore non nascosta dal simbolo di Alternativa popolare; in quella sorta di "falce di luna" azzurra trova posto - in colore giallo e disposto ad arco - il cognome di Bandecchi, tolto dal simbolo del partito dove era stato collocato nei giorni scorsi (in questo modo il cerchio interno è stato leggermente svuotato e alleggerito).
Provenendo da un canale ufficiale, per di più con tanto di didascalia "chiarificatrice", del simbolo pubblicato si deve correttamente prendere atto e dare conto. Sono almeno due, tuttavia, i punti che inducono a una riflessione e che sono altrettanto da sottolineare. Sul piano visivo-grafico, innanzitutto, non si può nascondere l'impressione di una certa "provvisorietà" del contrassegno, dal momento che alcuni dettagli inducono a pensare che l'idea che quella grafica sia stata realizzata piuttosto in fretta. Lo suggeriscono, per esempio, la forma non del tutto "regolare" del cerchio (si tratta, in effetti, di un ovale leggermente più largo che alto: l'immagine che accompagna quest'articolo, peraltro, è volutamente stata compressa in orizzontale, in modo da trasformare l'ovale in cerchio) e, soprattutto, il fatto che entrambi i cerchi risultino visibilmente - e, lo si permetta, poco gradevolmente - tagliati nella parte sinistra del contorno.
Da una parte è forte il pensiero che il simbolo pubblicato possa dover essere presto ritoccato sul piano grafico, in modo da renderlo più accurato. Dall'altra, però, non ci si può dimenticare degli effetti dell'emendamento che ha ridotto sensibilmente le ipotesi di esenzione dalla raccolta delle firme per le elezioni europee: come si è detto più volte, Alternativa popolare nel 2019 aveva potuto partecipare al voto sia per aver eletto (come Nuovo centrodestra) europarlamentari nel 2014, sia in qualità di membro del Partito popolare europeo. Ora le nuove norme non esonerano più le forze politiche appartenenti a partiti politici europei, ma che non abbiano ottenuto eletti al Parlamento europeo nelle circoscrizioni italiane in occasione dell'ultimo voto europeo (ammesso ovviamente che non siano esenti per avere almeno un gruppo parlamentare o per aere eletto deputati o senatori alle ultime elezioni politiche), dunque sembra chiaro che Alternativa popolare non è nelle condizioni di vedersi riconoscere l'esonero dalla raccolta firme. Non è affatto improbabile che per Stefano Bandecchi e per il suo partito si apra la via dei ricorsi per cercare di vedersi riconoscere, se non la possibilità di partecipare, almeno il danno per non aver potuto concorrere sulla base di un'esenzione valida fino a poche settimane prima del voto; più difficile è pensare che le liste possano effettivamente essere ammesse senza firme. 

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