domenica 31 luglio 2022

Unione per le cure i diritti e le libertà, per cambiare la sanità e la politica

Tra le forze politiche interessate a presentare liste alle prossime elezioni politiche c'è anche l'Unione per le cure, i diritti e le libertà (in sigla Ucdl, ma a volte si usa anche Unione Cdl), nata come associazione oltre un anno fa e trasformatasi in soggetto politico - con tanto di presentazione pubblica - il 22 febbraio di quest'anno. In base al suo statuto, Ucdl si propone di agire in sede nazionale e internazionale per migliorare le cure sanitarie, domiciliari e ospedaliere, per la libertà delle persone (come singole e nelle rispettive formazioni sociali), per il perseguimento dei diritti economici, dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini specie in materia di accesso pieno e libero alle cure sanitarie e agli altri diritti (in qualunque documento siano sanciti), nonché per proporre soluzioni ai problemi nazionali ed europei "in tema di cure e organizzazione sanitaria, soprattutto con riferimento alla medicina territoriale, nonché con riferimento alle politiche economiche e sociali, con l’obiettivo primario di tutelare le persone, la loro salute e la loro condizione economica, favorendo l’accesso all'istruzione ed al sistema sanitario nazionale". 
Fondatore e presidente dell'Unione Cdl è Erich Grimaldi, avvocato cassazionista del foro di Napoli; co-fondatrice, per parte sua, è Valentina Rigano, giornalista impegnata in inchieste e servizi di cronaca nera e giudiziaria con testate di rilievo nazionale. Nel sito del movimento politico si legge che Rigano è "al fianco di Grimaldi nella battaglia per le cure domiciliari": proprio a quest'ultima si ispira almeno in parte anche il simbolo, che in un cerchio occupato per circa metà da un segmento concavo azzurro sfumato (nel quale è contenuta la sigla) si vede su fondo bianco "una casetta stilizzata, di colore blu, con un comignolo sul lato sinistro del tetto a falda, con un cerchio blu, al centro, avvolto da una bandiera italiana, con una croce stilizzata sulla parte bianca della bandiera stessa". La casa, dunque, come luogo di terapia e cura, innanzitutto pubbliche e in sicurezza.
Giusto ieri l'Ucdl ha tenuto a Roma il suo primo congresso nazionale, al termine del quale Grimaldi e Rigano hanno rimarcato l'intenzione di lottare per un "cambiamento di mentalità della Politica, che negli ultimi decenni ha trattato gli italiani come una massa informe di persone a cui ordinare cosa fosse giusto pensare e cosa no: il nostro Paese è fatto di persone, di lavoratori, di famiglie, che hanno il diritto di essere informate con trasparenza e di essere messe nelle condizioni di prendere la decisione che ritengono migliore. Abbiamo lottato strenuamente perché l’informazione facesse la sua parte, senza schierarsi. Oggi siamo pronti a dialogare con chi non dimentica quanto è accaduto in questi due anni". Sono state rivendicate, in particolare, le battaglie "per la libertà, per il lavoro, combattut[e] con ogni mezzo in Tribunale, per ottenere il diritto alla cura domiciliare precoce senza vigile attesa, per dimostrare quanto le restrizioni imposte dal green pass non abbiano giovato al controllo della pandemia, di quanto l'obbligo vaccinale sia stato un provvedimento contrario alla Scienza, fino al voto dell'8 aprile 2021, quando il Senato ha votato all’unanimità perché il Governo aprisse un tavolo di lavoro che desse spazio ai medici delle terapie domiciliari, per mettere a punto un vero protocollo di cura, completamente ignorato".
Accanto all'impegno per la garanzia di cure e la libertà di scelta (e in materia di reazioni avverse), nonché contro le limitazioni ritenute contrarie alla Costituzione, altri fronti di mobilitazione in materia di salute, rispetto dei diritti, sicurezza, giustizia (avendo come obiettivi la separazione delle carriere in magistratura e la certezza della pena), formazione, economia, ambiente e attenzione alla persona.
Il congresso di ieri doveva essere anche, nelle intenzioni di chi lo aveva convocato, l'occasione per unire le forze tra i vari soggetti politici e sociali che non si sono riconosciuti nelle scelte compiute a livello pubblico negli ultimi due anni abbondanti, in modo da confezionare un'unica proposta politico-elettorale. L'invito, tuttavia, non sembra essere stato accolto (le liste "del dissenso", come già si sta vedendo e si vedrà nei prossimi giorni, sono più d'una); in ogni caso, l'Unione per le cure, i diritti e le libertà sembra volere presentare proprie liste alle prossime elezioni politiche, impegnandosi a raccogliere le firme necessarie ove questo sarà possibile. Che l'intenzione sia concreta, almeno sul piano delle dichiarazioni, lo indicherebbe un post uscito sulla pagina Facebook del movimento ieri mattina, in cui si metteva in guardia da eventuali richieste di firme in questi giorni: "Non sono raccolte firme ufficiali e Ucdl! Non è ancora stata diffusa dal ministero la scheda ufficiale per la raccolta! Appena avremo il via libera, Ucdl nella persona del presidente Avvocato Erich Grimaldi diffonderà le date e punti di raccolta sui territori". 
In effetti, non essendo cambiata alcuna norma elettorale rispetto alle elezioni del 2018, si potrebbero tranquillamente impiegare i moduli per la raccolta firme pensati per le precedenti elezioni politiche, ovviamente presentati avendo riguardo ai nuovi collegi plurinominali e uninominali da poco resi ufficiali (e dunque individuando le candidature in base a questi). Il simbolo dell'Unione Cdl, comunque, dovrebbe essere depositato al Ministero dell'interno, nell'ottica di poter presentare in seguito le liste; il tempo a disposizione, in ogni caso, non è molto.

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