Non è dato sapere se e quanto la compagine di Noi con l'Italia, con Enrico Costa, Maurizio Lupi, Saverio Romano, Enrico Zanetti, Flavo Tosi e Raffaele Fitto (e, da oggi, anche Idea di Gaetano Quagliariello), assieme all'Udc guidata da Lorenzo Cesa, sia dispiaciuta o preoccupata per l'addio tumultuoso di Vittorio Sgarbi e del suo Rinascimento. Di certo, a livello pratico, l'uscita di Sgarbi dal progetto di lista unitaria consente alla "quarta gamba" del centrodestra di riprogettare il contrassegno elettorale, pensandolo per due soli soggetti politici e non per tre.
La bozza che sta girando in queste ore certamente risulta meno affollata e meno forzata graficamente rispetto a quella pubblicata dal Giornale ieri mattina, anche se resterebbe qualche riflessione da fare sulle scelte fatte. In particolare, si mantiene il lettering originale di Noi con l'Italia, anche se viene notevolmente ridotto di dimensioni. Questo serve per fare posto allo scudo crociato adottato dall'Udc, piuttosto grande all'interno del contrassegno elettorale; del partito di Cesa, oltre allo scudo - cui lui sembra tenere tantissimo, forse per evitare che qualcun altro alle elezioni lo presenti e rafforzare così una tutela che, comunque, avrebbe già - sono presenti in filigrana le vele del Ccd e di Democrazia europea che ancora figurano nell'emblema del partito di Cesa e persino il colore di sfondo, molto più chiaro rispetto a quello inizialmente utilizzato da Lupi e dagli altri.
L'arcobalenino tricolore di Noi con l'Italia (ripescato, in qualche modo, dal vecchio Pdl), teoricamente meno sacrificato rispetto alla versione del simbolo "a tre", è comunque in posizione decisamente ancillare in rapporto a tutti gli altri elementi del contrassegno, essendo stato posto dietro lo scudo; tra l'altro, in questo caso, la sua natura di "pennellata" è più evidente, visto che le stesse tracce sono visibili anche sulla parte destra dell'emblema.
Il risultato è sicuramente meno sgradevole all'occhio - e, francamente, ci voleva poco - rispetto al contrassegno Sgarbi-Udc-Noi, ma non può sfuggire che in questo modo il peso visivo dell'Udc è decisamente maggiore rispetto a quello che forse ci si poteva attendere solo qualche tempo fa.
Di solito, tra l'altro, il peso grafico per i proponenti di un simbolo è strettamente legato al peso politico: in un certo senso ci sta, visto che l'Udc è uno, gli altri sono molte sigle piccole, ma non è certo una garanzia di successo elettorale (per qualcuno l'obiettivo del 3% sembra molto lontano; in Sicilia alle regionali per l'Udc era andata bene, ma non è detto che a livello nazionale basti per fare il miracolo). In ogni caso, l'emblema potrebbe cambiare ancora, ma una versione più completa c'è, mentre per la Civica popolare del centrosinistra bisognerà attendere un po' di più.
La bozza che sta girando in queste ore certamente risulta meno affollata e meno forzata graficamente rispetto a quella pubblicata dal Giornale ieri mattina, anche se resterebbe qualche riflessione da fare sulle scelte fatte. In particolare, si mantiene il lettering originale di Noi con l'Italia, anche se viene notevolmente ridotto di dimensioni. Questo serve per fare posto allo scudo crociato adottato dall'Udc, piuttosto grande all'interno del contrassegno elettorale; del partito di Cesa, oltre allo scudo - cui lui sembra tenere tantissimo, forse per evitare che qualcun altro alle elezioni lo presenti e rafforzare così una tutela che, comunque, avrebbe già - sono presenti in filigrana le vele del Ccd e di Democrazia europea che ancora figurano nell'emblema del partito di Cesa e persino il colore di sfondo, molto più chiaro rispetto a quello inizialmente utilizzato da Lupi e dagli altri.
L'arcobalenino tricolore di Noi con l'Italia (ripescato, in qualche modo, dal vecchio Pdl), teoricamente meno sacrificato rispetto alla versione del simbolo "a tre", è comunque in posizione decisamente ancillare in rapporto a tutti gli altri elementi del contrassegno, essendo stato posto dietro lo scudo; tra l'altro, in questo caso, la sua natura di "pennellata" è più evidente, visto che le stesse tracce sono visibili anche sulla parte destra dell'emblema.
Il risultato è sicuramente meno sgradevole all'occhio - e, francamente, ci voleva poco - rispetto al contrassegno Sgarbi-Udc-Noi, ma non può sfuggire che in questo modo il peso visivo dell'Udc è decisamente maggiore rispetto a quello che forse ci si poteva attendere solo qualche tempo fa.
Di solito, tra l'altro, il peso grafico per i proponenti di un simbolo è strettamente legato al peso politico: in un certo senso ci sta, visto che l'Udc è uno, gli altri sono molte sigle piccole, ma non è certo una garanzia di successo elettorale (per qualcuno l'obiettivo del 3% sembra molto lontano; in Sicilia alle regionali per l'Udc era andata bene, ma non è detto che a livello nazionale basti per fare il miracolo). In ogni caso, l'emblema potrebbe cambiare ancora, ma una versione più completa c'è, mentre per la Civica popolare del centrosinistra bisognerà attendere un po' di più.
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