Dopo esserne stato presidente per cinque anni dal 2000 (quando appariva a molti una delle figure più promettenti di Forza Italia) e dopo la sconfitta - un po' a sorpresa, innanzitutto per lui - nel 2005 nella sfida con Nichi Vendola, Raffaele Fitto aveva iniziato a occupare ruoli sempre più rilevanti a livello nazionale ed europeo, ma non ha mai smesso di interessarsi alla politica della Puglia, la sua regione. Non a caso, quando nel 2010 Vendola fu riconfermato prevalendo su Rocco Palese, candidato del centrodestra, Fitto - che lo aveva ampiamente sostenuto e promosso - si era dimesso da ministro per gli affari regionali dell'ultimo governo Berlusconi, addossandosi la responsabilità della sconfitta (ma, come da copione, le dimissioni furono respinte); nel 2015 fece una scelta precisa, appoggiando Francesco Schittulli con la sua lista Oltre (mettendo in campo anche il suo cognome, inserito nel simbolo) e abbandonando Forza Italia (che aveva invece scelto di sostenere Adriana Poli Bortone).
Ironia della sorte, da settimane è ormai ben noto che proprio Raffaele Fitto si ricandiderà alla presidenza della Puglia in rappresentanza del centrodestra unito - dunque almeno di Lega, Fdi e Fi - ma stavolta il suo nome lo ha fatto Giorgia Meloni per Fratelli d'Italia (con cui l'ex presidente pugliese è stato eletto parlamentare europeo l'anno scorso). Al di là delle liste di partito, che chiaramente ci saranno - con il debutto della Lega, visto che nel 2015 aveva corso Noi con Salvini - non poteva certo mancare una "lista del presidente" legata direttamente a Fitto, per tradurre assai più che altrove in voti e seggi il consenso personale di cui l'ex presidente e attuale europarlamentare ha sempre dimostrato di godere: in quella formazione saranno schierati politici e amministratori locali, ma anche le classiche candidature della "società civile".
Il progetto di lista è stato presentato due giorni fa a Bari (tra l'altro alla presenza del capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida): si chiamerà La Puglia domani, con il nome rivolto tanto all'immediato futuro (inteso, una volta chiusi i seggi e terminato lo spoglio delle schede), quanto a un generico domani che Fitto vorrebbe poter incarnare per cinque anni, lasciando anzitempo il suo scanno a Bruxelles-Strasburgo. Tinte dominanti del simbolo utilizzato per la lista sono l'azzurro (quello del mare, che campeggia anche nello stemma regionale) e il verde (in rappresentanza della terra). Assai più dei colori, tuttavia, emerge il soggetto scelto per il contrassegno: si tratta del "pumo", uno degli elementi decorativi degli edifici più diffusi in Puglia, soprattutto in Salento (e in particolare a Grottaglie).
Così Fitto ha spiegato la sua scelta: "Il pumo rappresenta una rosa stilizzata, una rosa che sboccia. Il significato, quindi, è quello di rinascita. Il pumo, emblema dell'artigianato pugliese in tutto il mondo, riunisce il rispetto della tradizione e l'aspirazione verso un futuro di innovazione, crescita e sviluppo. È presente nella mia casa e in quella di molti pugliesi". In effetti, etimologicamente, più che una rosa dovrebbe ricordare un frutto (pomum), anche se in generale in effetti il pumo rimanda all'idea del bocciolo che si schiude, in segno di prosperità e le foglie sono quelle dell'acanto; molti, tuttavia, lo ricollegano anche a una pigna, pensando a una delle forme del fregio più diffuse di recente. L'immagine scelta qui suggerisce un profilo piuttosto liscio, quindi rimanda alla foggia tradizionale del pumo, pur se in una rilettura cromatica più innovativa. Il disegno è leggibile benché sia collocato sullo sfondo, sotto al testo bianco in cui spicca la parola "domani": questa è persino più evidente del riferimento a Fitto, il contrario di ciò che era accaduto nel 2015 con la lista Oltre, che fu ovviamente la più votata della coalizione a sostegno di Schittulli. Sarà così anche stavolta?
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